Asola 27 dicembre 1981 incontro con le religiose
Lo stato religioso, non partecipa della Costituzione della Chiesa, ma della vita della Chiesa.
La festa della Sacra Famiglia é un ambiente, liturgicamente parlando, molto adatto per la celebrazione ufficiale della consegna delle Costituzioni. Questa parola “ufficiale” può anche disturbare ed é per questo che deve rimanere in un clima di famiglia.
Voglio richiamare la vostra attenzione su due punti principali.
Le nuove Costituzioni sono state approvate dalla Chiesa dopo il Concilio Vaticano Secondo. Se dietro queste Costituzioni non ci fosse stato il Concilio Vaticano Secondo esse potrebbero essere insignificanti, senza contenuto, senza quella grazia, in conseguenza di quello che é stato detto della Chiesa, della vita della Chiesa, della costituzione della Chiesa, della vita religiosa nella Chiesa.
Prendendo in mano questo piccolo libro ricordate sempre di avere anche a portata di mano i Documenti Conciliari e quelli del dopo Concilio che affermano il Concilio perché la Chiesa, secondo lo scopo del Concilio, é ritornata molto vicina alla Chiesa delle origini, molto vicina al disegno espresso dal Padre per mezzo di Gesù Cristo, nello Spirito Santo. La Chiesa per mezzo del Concilio – possiamo dire – é diventata più giovane, é diventata più autentica, si é manifestata nella sua pienezza. Ora, questa grazia, questa bontà, questa giovinezza, questa pienezza deve avere i riflessi nelle vostre Costituzioni.
Le Costituzioni vostre, approvate dalla Santa Sede, non possono essere capite se non si inseriscono, se non si riflettono nel movimento della vita della Chiesa espresso dal Concilio Vaticano Secondo il quale dice che la vita religiosa, che lo stato religioso, non partecipa della Costituzione della Chiesa, ma della vita della Chiesa. Voi appartenete alla Vita della Chiesa. Voi siete partecipi della vita di Gesù Cristo Via – Verità – Vita. Voi siete sotto l’azione particolare dello Spirito Santo che diffonde nei vostri cuori l’Amore, perché siate un cuore solo e un’anima sola.
Credo di non esagerare dicendo che il tema centrale del Concilio é l’Unità: unità nella carità.
Sorgente e modello dell’Unità nella Chiesa é l’unità stessa del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Non ci può essere unità più stretta, più vitale, più profonda. Paolo VI direbbe: abissale. Il modello della vostra unità, il modello della vostra carità – perché di questo si parla – non lo dovete cogliere soltanto su quello che può definirsi il vostro carisma, il Sacro Cuore. Dietro il Cuore di nostro Signore Gesù Cristo c’è l’Amore del Padre; a diffondere l’Amore del Cuore di nostro Signor Gesù Cristo c’è lo Spirito Santo.
Ecco allora che, dovete concepire la vostra vita religiosa secondo i richiami, la luce, la grazia dello Spirito Santo, secondo l’unità che vuole dire comunione, che vuole dire -come dice San Paolo- pazienza, benignità, benevolenza. Il Vangelo di Gesù Cristo ci sprona a volerci bene gli uni gli altri come Lui ci ha voluto bene.
Il mondo non crede alla vostra castità;
il mondo non crede neppure alla vostra povertà;
il mondo non sperimenta la vostra obbedienza.
Il mondo vede e constata il bene che vi volete a vicenda.
In questo impegno c’è l’inserimento nel cuore della Chiesa, come é stata illustrata dal Concilio.
Date questa testimonianza al mondo!
Non preoccupatevi se qualche volta siete distratte nella preghiera, se qualche volta avete fatto qualche mancanza al silenzio o in altre cose. Preoccupatevi di avere un cuore buono, un cuore amabile, un cuore aperto, un cuore sensibile, un cuore disponibile, un cuore generoso e nell’impazienza un cuore paziente. Un cuore che perdona non lascia tramontare il sole sull’offesa fatta o ricevuta.
Ecco: guardate il cuore!
Dio guarda al cuore; Gesù Cristo guarda al cuore; il mondo guarda al cuore. Voi avete proprio questo carisma. Il Cuore di Gesù é il simbolo, é l’espressione vivente, direi tangibile, della misura dell’Amore.
I primi momenti della chiesa sono dominati dalla presenza del Sacro Cuore, e si può dire che lo Spirito Santo porta la Chiesa ad aprirsi sempre più a credere nell’Amore del Cuore di nostro Signore Gesù Cristo che manifesta l’Amore del Padre, la sua misericordia, la sua tenerezza. Questo é un altro punto fondamentale della vostra Vita spirituale; fatene la misura, lo stampo della vostra spiritualità. A chi vi chiede qual é la vostra spiritualità dovete poter rispondere: la fede nell’Amore del Cuore sacratissimo di Gesù. E’ Cristo nel Padre, è Cristo nello Spirito che diffonde l’amore nei nostri cuori.
E’ buona cosa che nelle nostre case ci sia l’immagine del Sacro Cuore, ma non deve essere una devozione, non deve rispettare o rispondere semplicemente a determinate promesse, ma deve essere un richiamo dentro al cuore, del Suo Cuore al vostro cuore. Il Cuore di Gesù é l’espressione, ripeto, dell’amore del Padre. “Così Dio ha amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito”. Così Gesù ha amato il mondo da dare se stesso. Così lo Spirito anima e parla al mondo come dono del Padre e del Figlio.
Questo concetto diventi sempre più presente nella vostra vita spirituale. Dio non é un solitario. Dio non vive una vita a sé. Dio é tre Persone.
La realtà più concreta della nostra vita spirituale, della nostra vita religiosa sia l’amore: la realtà della carità, della figliolanza, del dono; la realtà della comunione infinita che si traduce nella realtà della nostra esistenza nella quale ci muoviamo. Lo spazio in cui ci muoviamo, prima di noi, é occupato dal Padre e dal Figlio e dallo Spirito Santo.
Vivete le vostre Costituzioni nella Chiesa del Concilio Vaticano Secondo.
Il Concilio Vaticano Secondo mette al centro di tutte le sue preoccupazioni l’unità nella carità: la carità vicendevole tra noi prima che con gli altri. La carità tra voi sia il movente della vostra testimonianza religiosa perché il mondo é senza amore. Il mondo ha bisogno infinito di vivere l’Amore.
In Polonia, in Israele in Salvador, eccetera, c’è tutto l’opposto dell’amore: c’è l’oppressione, la soppressione anche fisica della persona. Tutto quello che accade nel mondo é l’opposto dell’amore. Il mondo non ha bisogno di grandi intelligenze o grandi cose. Il mondo ha bisogno di grandi Santi, non grandi agli occhi del mondo, ma grandi nell’amore. Ognuno di noi ha la sua vocazione ad essere grande davanti a Dio. Il vostro carisma, il Cuore di Gesù, – ma non disgiunto dall’Amore del Padre – sia sorgente dell’opera dello Spirito Santo in voi .
Sia lodato Gesù Cristo.
ASOLA 27 dicembre 1981
OM 654 Suore 81