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Miei cari,
ciò che abbiamo letto é vero per noi, e noi ciascheduno per la sua parte, e tutti indistintamente lo rendiamo presente.
La promessa antica si compie, la solenne promessa di Gesù si compie e
la Chiesa parla,
la Chiesa battezza,
la Chiesa si presenta come un cuor solo e un’anima sola.
Questo avvenimento di Pentecoste che noi appunto stiamo celebrando , e come in quel primo accadimento che non é più cessato nella vita della Chiesa, ci furono quelli designati da Gesù perché andassero ad annunziare la buona novella, a portare la luce nuova in mezzo al mondo, ai loro fratelli, a sollecitare il comandamento nuovo di volersi bene gli uni gli altri, così questa sera, qui, ci sono degli eletti.
Questi nostri sette fratelli ai quali imporremo le mani, il gesto amoroso e misterioso compiuto da Gesù attraverso cui esprime la sua potenza di comunicare lo Spirito, – imporremo le mani perché nella Chiesa parlino.
E dobbiamo ascoltare quello che abbiamo celebrato più volte in questi giorni: la preghiera di Gesù . Gesù ha pregato.
Ha pregato per gli Apostoli, per i primi che ha eletto e mandato
e ha pregato per tutti coloro che, attraverso tutti i tempi per la parola di quelli che sarebbero stati chiamati ed eletti e santificati, per la parola che sarebbe risuonata o avrebbe continuato a risuonare in tutto il mondo
per coloro che avrebbero creduto per questa parola.
Qui c’é una preghiera di Gesù che é per questi nostri fratelli ma che é particolarmente per noi. Gesù prega perché noi possiamo credere attraverso la loro parola. Vuole dire che la preghiera é fatta principalmente per loro perché la loro parola non sia una parola qualsiasi ma sia la stessa parola di Gesù, l’identica parola di Gesù che continua a risuonare nella Chiesa santa di Dio: il Vangelo.
Il Vangelo non é il libro dei vangeli. Il Vangelo é la parola di Dio, é il Verbo fatto carne che diventa evento nella storia di tutti i giorni, nella esistenza di ciascuno di noi.
E questi, per la imposizione delle mani avranno questa grazia e tutti noi, e tutti i fratelli a cui saranno destinati, sono garantiti che c’é una preghiera fatta da parte di nostro Signore Gesù Cristo perché possano credere a quello che essi, nel suo Nome e nella sua Persona, annunziano.
Verranno imposte le mani perché ricevano la grazia, la capacità di diventare strumenti di vita: della vita nuova. Gesù é venuto per portare una vita nuova, una vita sovrabbondante.
Gesù ha identificato questa vita con se stesso, con la sua vita.
La vita che Gesù ha promesso al mondo , l’ha realizzata e ha dato la prova di possederla dal giorno della sua risurrezione, quando veramente é diventato il Signore, il Padrone.
Ma di che cosa?
Il Signore della Vita, il Padrone della Vita, la Sorgente della Vita.
E come si comunica questa Vita?
Non so se avete fatto in tempo a scorgere cosa avviene nella basilica delle basiliche , al Laterano: nella grande abside in cui campeggia una croce, e ai piedi di questa croce tanti rivoli che sono appunto la vita che deriva dalla croce gloriosa, la croce della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo per cui scorre la Vita a irrigare tutto, a vitalizzare tutto.
Noi abbiamo bisogno di essere vitalizzati dalla Vita stessa di nostro Signore Gesù Cristo e Gesù ha voluto servirsi della continuità del mistero della sua incarnazione in coloro che ha eletto strumenti della comunicazione di questa Vita soprannaturale, di questa sua Vita di risorto, attraverso le azioni liturgiche, attraverso le azioni sacramentali.
Pensate, questi figlioli, questi fratelli in questo momento possono tanto quanto voi, ma quando sarà disceso lo Spirito Santo sopra di loro saranno segnati da nostro Signore Gesù Cristo e saranno incorporati nel ministero di nostro Signore Gesù Cristo per diventare più che canali, conche traboccanti di vita soprannaturale da comunicare a tutti i loro fratelli.
Ma Gesù prega. Non dimentichiamo che é presente la preghiera di Gesù nella nostra vita perché si creda nella parola di coloro che Egli manda, perché si riceva la vita nuova che egli ha portato nel mondo, ma perché questa vita porti i suoi frutti.
E lo Spirito é dato proprio per l’esercizio di questo ministero che é il ministero di unificare tutte le sparse membra del corpo di Gesù Cristo, tutti i figli dispersi della famiglia dei figli di Dio, tutti i tralci separati della mistica vite che é nostro Signore Gesù Cristo perché siano una cosa sola.
Prega Gesù perché siano una cosa sola coloro che accolgono l’azione del ministero di coloro che Egli elegge, che Egli manda perché ha santificato.
Questo é il frutto e questo é l’apice del ministero.
Diventare perno di unità,
diventare centro di unità,
diventare attrattiva di unificazione,
diventare energia, forza perché ci sia un cuor solo e un’anima sola ”affinché il mondo creda”.
Miei cari noi lo dobbiamo ricordare, oggi, ”affinché il mondo creda”.
Gesù indica il motivo della credibilità della sua missione, della missione della Chiesa, della missione del sacerdozio.
Nel mondo da questo fatto, da questo miracolo, non dal miracolo della sua risurrezione ma dal miracolo che deriva dalla sua risurrezione e dalla sua morte:”
che gli uomini si vogliano bene”
che gli uomini si vogliano bene al punto di essere un cuor solo e un’anima sola,
che gli uomini siano una cosa sola come il Padre e Gesù suo Figlio sono un Dio solo, una cosa sola.
E noi nel rito di questa straordinaria celebrazione quest’oggi vigilia di Pentecoste, non dobbiamo dimenticare l’altra celebrazione a cui presiede il sommo pontefice. Non dobbiamo dimenticare perché il Papa é sceso in san Giovanni in Laterano per pregare, per l’ultimo e non ultimo in un certo senso, e non unico certamente, fatto dolorosissimo, sconcertante che ha colpito la nostra Italia, che colpisce la nostra convivenza. (on. Aldo Moro?)
Miei cari ricordatevi che siete ordinati sacerdoti oggi, in questi giorni, mentre il Papa compie questo gesto perché: nel mondo non c’é amore,
perché nel mondo non si predica più l’amore,
perché nel mondo non si apprezza più l’amore,
perché nel mondo si deride l’amore.
Perché nel mondo non predicando più l’amore necessariamente scoppia la violenza in forme come non abbiamo mai visto e constatato nella storia.
Questa violenza di questo tempo ha una ragione profonda proprio:
nel rifiuto di Dio,
nel rifiuto di Gesù Cristo,
nel rifiuto del Vangelo
nel rifiuto della grazia,
nel rifiuto dello Spirito che é diffuso nei cuori per suscitare l’amore.
E la vostra missione, non accidentalmente, non occasionalmente ma proprio per una esigenza profonda dei nostri tempi: nei nostri fratelli, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, deve caratterizzarsi dal ministero dell’amore, dal ministero della carità perché tutti imparino ad essere un cuor solo e un’anima sola.
Cerchiamo di riflettere su quello che accade fuori di qui e qui. Fuori di qui c’é ciò che ci spaventa, qui c’é Gesù Cristo con la sua salvezza, con il ministero della sua salvezza, con il ministero del suo amore: “amatevi come io vi ho amato”.
CT1A sacerdoti 1978