edizione 1948 Vita e Pensiero
Scopo della Meditazione
La Meditazione, in pratica, è il mezzo più necessario per raggiungere la perfezione. Ragione per cui se non vuoi condannarti alla mediocrità devi applicarti alla meditazione.
Per intendere la natura, la necessità e la funzione della meditazione nella tua vita spirituale non perdere mai di vista il fine che vuoi raggiungere: la perfezione.
Ma quale perfezione?
Qui sta il punto che devi intendere con chiarezza se non vuoi inoltrarti in una pratica che ben presto abbandonerai o sfiduciato perché ha finito di stancarti, senza portare i suoi frutti.
Gesù ha detto: « siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste ». E ne parlava così bene del Padre che un giorno l’ Apostolo Filippo non poté a meno di chiedergli: “Facci vedere il Padre!”. ” Filippo, risponde Gesù, chi vede me vede anche il Padre» (lo.14, 8,9).
Vuoi conoscere la perfezione a cui ti chiama Gesù ?
Lui stesso è la perfezione.
Ciò significa che la perfezione a cui sei chiamato non è una perfezione morale qualunque, ma la perfezione cristiana, tu non devi essere soltanto virtuoso ma cristiano perfetto.
Non però come purtroppo moltissimi cristiani concepiscono la perfezione, cioè una forma individuale, indipendente di condotta che si ispira agli esempi di Nostro Signore Gesù Cristo, e dimenticano che la perfezione per noi è una realtà già esistente in Cristo, che non dobbiamo fare altro che appropriarcela personalmente.
E questa appropriazione non la devi intendere in un senso esclusivamente morale, ma in un senso molto reale e sotto un certo aspetto, fisico (non materiale neh !).
Così: quando tu imiti gli esempi di una persona umana, te ne appropri la condotta, ma solo moralmente; invece quando imiti Gesù ti appropri qualcosa di realmente suo; i suoi esempi (appropriazione morale- Via); la sua dottrina (intellettuale -Verità); la sua grazia (a. fisica – Vita) .
Nella imitazione umana l’imitato vive nell’ imitante solo impropriamente e il suo influsso è solo morale; nella imitazione di Gesù egli vive realmente in te ed il suo influsso, quando è completo, raggiunge una realtà fisica per mezzo della Grazia abituale.
Se tu imiti Gesù non gli sei più estraneo, dipendi da Lui, e ne diventi un prolungamento in cui Egli esercita la sua influenza come capo delle proprie membra.
Imitare Gesù significa permettergli di vivere in te.
Quindi Gesù non sta dinnanzi a te nell’atteggiamento di un modello che si lascia copiare, ma è lui stesso che riproduce Se in te.
“Tu, o Signore Gesù, Tu stesso con mano dolcissima ma fortissima formi e plasmi il mio cuore (S. Agostino).
Però stai bene attento a non concludere che il tuo atteggiamento verso Gesù debba essere solo passivo: – che faccia pure Gesù io me ne sto con le mani in mano.
Anzi devi essere proprio tu che stabilisci i contatti con Lui, rimuovi gli ostacoli che, ti tengono lontano e cammini sui suoi passi.
Natura della meditazione
Come si può arrivare a questo fine per mezzo della meditazione?
La meditazione in senso largo è il mezzo con cui l’uomo raggiunge il possesso di una verità, sia speculativa che pratica; lo scienziato, il filosofo, il moralista arrivano alla scoperta e alla applicazione dei principi della loro scienza meditando.
La via che tengono è questa: si applicano alla osservazione dei fenomeni sensibili da cui ricavano dei principi o delle leggi generali che poi servono per le applicazioni pratiche.
Le grandi scoperte nel campo delle scienze naturali, che, applicate alla vita pratica l’hanno rivoluzionata, furono determinate dall’osservazione, alle volte causale, di fenomeni sensibili.
Quindi la linea del procedimento della meditazione anche nel campo naturale si riduce a questi termini: dal sensibile all’intelligibile per arrivare al pratico.
E’ commovente la condiscendenza del Figlio di Dio, il quale si è conformato alle esigenze della nostra natura nel mettersi alla nostra portata perché lo potessimo imitare.
” E’ una legge che si verifica in tutti i misteri del Cristianesimo che, prima di passare all’intelligenza, debbano presentarsi ai sensi e ciò era necessario al fine di onorare Colui che essendo per natura invisibile, ha potuto per amor nostro apparire sotto forma sensibile” (Bossuet) .
A questo proposito tieni ben presente che tutti i misteri o fatti della vita di Gesù contengono tre elementi: un esempio esterno visibile, un insegnamento intelligibile e una grazia che ti illumina a comprendere l’ insegnamento e ti da forza per praticare l’esempio.
In Gesù quello che ti colpisce per primo è l’ elemento sensibile: la Sua umanità che opera visibilmente. Quei del tempo della Sua vita mortale lo hanno visto ed hanno trattato con Lui: il Vangelo ce lo presenta come si diportava visibilmente.
In tutti gli atti della vita di Gesù esce questa voce: “exemplum dedi vobis ut quemadmodum Ego feci, ita et vos faciatis » (Gv, XIII 15), “vi ho dato l’esempio affinché anche voi facciate come ho fatto io”. Egli li à compiuti a nostro insegnamento “apparuit… erudiens nos”: “apparve la benignità e l’umanità del nostro Salvatore Iddio, affine di insegnare a noi… ” ” Jesus coepit facere et docere” (At. 1,1). Gesù incominciò a fare e poi a insegnare.
Inoltre i misteri di Gesù, sono sorgenti di grazie. Tutte le Sue azioni erano meritorie, ma non meritava tanto per se quanto per coloro che avrebbero creduto in Lui.
Queste grazie sono contrassegnate dalla caratteristica delle azioni con cui Gesù le ha meritate; esse tendono ad aiutare le anime ad imitare queste azioni stesse. Per esempio: le grazie che Egli ha meritato facendo atti di umiltà, aiutano le anime che si applicano ad imitare Gesù umile.
Ora se tu vuoi fare la meditazione in un senso Cristiano devi applicarti all’elemento sensibile: Gesù modello; penetrare l’elemento intelligibile: Gesù verità, per arrivare ad imitarlo con la Sua grazia.
La Chiesa che è sposa di Gesù e ne conosce i segreti, e nostra Madre, incaricata di formare Gesù in noi, tiene lo stesso metodo nella Liturgia. Con lo splendore del rito esterno ci rappresenta sensibilmente il Mistero, con le letture ce ne svela il significato e con le preghiere ci impetra la grazia che contiene perché lo possiamo vivere.
Quindi la tua meditazione la devi effettuare in tre tempi: nel primo vedi Gesù, nel secondo comprendi Gesù, nel terzo vivi Gesù.
Svolgimento della meditazione
Nel primo tempo devi prendere contatto col tuo modello, questo contatto è indispensabile per svolgere quel “lavoro a due” che è la meditazione, altrimenti finirà di essere una speculazione più o meno pratica.
“La riuscita della meditazione dipende spesso dalla cura con cui si considera l’interlocutore come vivo e presente, e nel cessare di considerarlo come lontano e passivo come un’astrazione» (Chautard).
Che deve operare è la Fede la quale ti pone alla presenza di Gesù; può servire l’immaginazione e la fantasia per rappresentarteLo in un determinato atteggiamento confacente al soggetto della Meditazione .
Vedrai Gesù che agisce e che parla: da Lui imparerai a conoscere la malizia del peccato e i mezzi per combatterlo, la bellezza della virtù e il modo di praticarla, I’amore per il Padre e i frutti di questo amore
L’ intelligenza si sforzerà di comprendere e la memoria di ritenere.
Così tutte le verità che interessano la tua vita e tutte le virtù le contemplerai vissute e insegnate sensibilmente da Gesù.
Niente vieta che Gesù lo si contempli anche negli esempi dei Santi, specialmente della Madonna; Essi allora ti dicono: « siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo ».
Nel primo tempo tu hai visto Gesù, la tua però è stata una contemplazione quasi solo speculativa che tuttavia avrà giovato a formarti delle convinzioni, che ti fanno dire: – è giusto essere come Gesù, mi piacerebbe essere come Lui ma non dici ancora “voglio”.
A questo devi arrivare nel secondo tempo: devi fare tuo l’insegnamento che ti ha dato Gesù con una cognizione amorosa. Gesù è una persona cara che ti ha insegnato una verità, che devi amare come ami Lui.
L’amabilità della perfezione di Gesù determinerà in te un desiderio e ti porterà a fare una constatazione: desidererai di essere come Lui e constaterai quanto ne sei distante.
Se il desiderio è sincero entrerai in te stesso per scoprire chiaramente la tua miseria, ti sentirai confuso e proverai il bisogno dì migliorarti. Ma sarà l’umiltà buona che invece di far nascere lo scoraggiamento, accenderà la fiducia di poter tutto in Colui che conosci come la tua forza.
Bisogna “raccorciare le distanze!” .
Da una parte c’è Gesù che invita, dall’altra la tua debolezza e tanti ostacoli da superare: difetti di carattere, cattive inclinazioni, abitudini disordinate, ecc.
Come arrivare a Gesù ?
Se tu guardi a te stesso potresti essere preso dallo scoraggiamento, se invece guardi Gesù senti che Lui è la tua forza e verrà spontaneo il bisogno di pregare.
Lo Spirito Santo che, durante i giorni della vita mortale di Nostro Signore Gesù Cristo ha animato la Sua umanità e ha creato in Lui tutte le disposizioni che la rendevano cara al Padre, ha la missione di scendere anche in noi e di continuare la Sua opera in ciascheduno di noi. A Lui tu devi rivolgere insistente e fiduciosa la tua preghiera, perché scenda in te e crei nel tuo cuore i sentimenti e le disposizioni di Gesù.
In questo secondo tempo che opera, è principalmente la virtù teologale della Speranza che si esercita con la preghiera.
L’applicazione a questa parte della meditazione deve essere molto attiva e prolungata, così che anche se accadesse di non mantenere il proposito, la meditazione sarà tuttavia fruttuosa, almeno per una certa disposizione al bene che avrà creato e per le grazie che avrà meritato.
Nel primo tempo hai concluso. – mi piace essere come Gesù, nel secondo dici: voglio essere come Gesù, nel terzo: sarò come Gesù.
E’ il tempo di cooperare con Gesù che vuole vivere in te in particolare quella verità o quella virtù che ti ha insegnato.
“Siamo i suoi membri dobbiamo dunque essere sottoposti al nostro Capo e non aver altra attività che quella che ci viene da Gesù che, è la nostra vita e il nostro tutto. Gesù Cristo deve riempire I’ animo nostro del Suo Spirito, della Sua Virtù, della Sua forza e perciò operare in noi e per mezzo di noi tutto quanto desidera (Olier-Vita e Virtù).
Stabilisci quindi in concreto ciò in cui vorrai cooperare con Gesù per lasciarlo vivere in te.
Non accontentarti di propositi vaghi che non servono a nulla.
Se si tratta di correggere un difetto vedi dove ha origine e quali sono le occasioni in cui cadi più facilmente e, se vuoi fare sul serio, metti la scure alle radici: togli la causa del difetto, evita, per quanto puoi, le occasioni.
Se invece ti proponi di acquistare una virtù, procura di prevedere gli ostacoli che puoi trovare in te e fuori di te, scegli i mezzi più adatti per superarli e stabilisci in concreto le circostanze (per quanto le puoi prevedere) in cui la vorrai praticare.
Giorno per giorno, quasi insensibilmente, scomparirà il tuo “io” e vivrà sempre più evidentemente Gesù, fino a quando potrai dire:”Vivo ego iam non ego; vivit vero in me Cristus” (Gal.2,20), « Non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me ! “. Per te vivere sarà essere Cristo. “Mihi vivere Christus est” (Fl 1,21).
La meditazione tende a formare Gesù in te.
Gesù è stato formato una prima volta per l’operazione dello Spirito Santo e la cooperazione di Maria; sarà sempre così.
Non basta quindi che ti abbandoni allo Spirito di Gesù perché agisca in te, devi affidarti anche a Maria.
Medita sotto il suo sguardo.
Abbi la certezza che mentre tu mediti Maria si interessa di te e ti ottiene la grazia che Gesù cresca nel tuo cuore.
Suggerimenti pratici
Molti non si persuadono di dover fare la meditazione perché dicono:
a) Io non sono capace di fare la meditazione.
Questa difficoltà ha ragione solo per quelli che pretendono di fare la meditazione in modo perfetto e non si vogliono rassegnare alle difficoltà degli inizi. Buona volontà, sforzo sincero e perseveranza sono gli elementi di ogni successo .
b) Io non ho tempo.
Il tempo è una cosa molto elastica, non lo trova chi teme di trovarlo. Sii ordinato in tutte le tue occupazioni e di tempo te ne avanzerà.
Se sinceramente sei troppo occupato abbrevia le orazioni vocali; se ti riesce appena di andare in Chiesa per la S. Comunione, leggi una breve meditazione come preparamento, quando hai Gesù nel cuore sei nelle migliori condizioni per meditare: il tuo incontro con Gesù non rischierà di diventare un’abitudine, tutti i giorni Egli ti dirà qualche cosa di nuovo.
c) – lo non ricavo nessun profitto.
Il frutto della meditazione non consiste solo nel mantenere il proposito. Un buon proposito lo puoi formulare e mantenere anche senza aver meditato, mentre se mediti ricevi delle buone impressioni, ti formi delle convinzioni e delle disposizioni al bene, ciò che nella vita spirituale conta molto di più di un semplice proposito mantenuto.
Il proposito mantenuto ti fa compiere degli atti buoni, la meditazione crea delle abitudini al bene.
Del resto basterebbero gli atti di fede, di fiducia, e di amore che necessariamente fai, se ti sforzi di ben meditare per dire che la meditazione è sempre fruttuosa.
La meditazione scaccia il Demonio, è naturale che egli si accanisca contro quelli che meditano suscitando tutte le difficoltà possibili per far desistere da questa pratica.
* Se l’aridità e le distrazioni disturbano la tua meditazione non ti scoraggiare; anche se il cuore rimane insensibile e la volontà inerte, trascorri il tempo che hai stabilito per la meditazione facendo atti di umiltà, di dolore e di fiducia; se non avrai fatto altro che allontanare distrazioni, avrai fatto cosa grata al Signore e vantaggiosa per te.
* La meditazione preparala la sera precedente fissandone il soggetto e il frutto che ne vuoi ricavare.
* Finché non la possiedi molto bene serviti di un buon libro con temi svolti; solo più tardi ti potrai servire di spunti tratti dalla Scrittura, dalla Liturgia, dalla “Imitazione di Cristo”, eccetera.
* Continua parecchi giorni a meditare su un solo argomento: meglio se è conforme al Mistero celebrato dalla Liturgia di quel tempo.
* Quello della meditazione sia il pensiero dominante della giornata; sia come il motivo che ritorna in tutte le pratiche di pietà. Dalla Meditazione potrai trarre motivi di compunzione con cui prepararti all’ offerta del sacrificio nella S. Messa; i sacrifici che ne importerà la pratica li offrirai con quello di Gesù, (Offertorio) con Lui immolerai la tua volontà (Consacrazione) per formare una cosa sola con Lui nella Comunione che, spiritualmente, vuoi continuare durante tutto il giorno. Cosi si può sfruttare il pensiero della meditazione nella Visita e nella recita del S. Rosario.
* Per aiutare la memoria scegli una sentenza, un motto, possibilmente in forma di giaculatoria, da ripetere sovente durante il giorno.
*Non ti sembrino troppo bambine certe piccole industrie che in pratica danno ottimi risultati: mettere in tasca un oggetto insolito, un ornamento insignificante sul vestito (spilla, distintivo), il famoso nodo nel… fazzoletto, ecc.
*La preghiera è fin dal suo inizio sacrificio, lavoro, sforzo. Di questo non dobbiamo angustiarci; la tenacia conduce al successo. Non dobbiamo pensare di poter mietere prima di aver seminato rettamente. Per seminare occorre pazienza, bisogna solo attendere e il Signore talvolta fa attendere a lungo. Non tutti i frutti maturano con ugual rapidità, né sono i migliori quelli che più rapidamente maturano. Chi prega semina, là dove si semina, qualche cosa cresce che un giorno si potrà raccogliere ( Graf ).
sac. Carlo Ferrari
Visto, se ne approva la stampa.
+ E. DOMENICO, Vescovo di Tortona
Stazzano, Seminario Leone XIII 13-12-1943
ST 189 Meditazione 1943