Omelia nella Basilica di S. Andrea, 1 gennaio 1974 anno santo
Carissimi, questo 1974 è caratterizzato dal Giubileo, è un Anno Santo. Non lasciamoci fuorviare da significati non veri: non è un anno in cui dovremo recitare tanti Pater noster o fare digiuni o pellegrinaggi; è essenzialmente un anno di sosta, di riflessione per mettere a segno la parabola o il corso della nostra esistenza.
Fossimo capaci di sostare per un anno! In tempi meno evoluti Iddio lo esigeva ogni cinquant’anni; oggi, chi si ferma è travolto, non si ritrova più.
Viene da chiedersi se ha ragione Dio o la civiltà del progresso. Chiediamoci più semplicemente se è rimasto uno spazio per la ragione dell’uomo, per sentirsi, per identificarsi, per stare con se stesso, per essere se stesso e avere un rapporto suo con la realtà che lo circonda. Non vi pare che l’uomo vada dove è portato e non dove vuole andare; che non sappia neppure dove vuole andare, che non gliene importi; che in molti casi abbia abdicato a se stesso?
Non ci troviamo sovente dinanzi a delle esistenze prive di senso? E quando si pensa che la propria vita ha senso, è chiaro questo senso, è valido? Purtroppo non credo di proporre interrogativi fuori della realtà. Oltre il pane, oltre il vestito, oltre la casa, oltre il benessere, tutte cose che ci vengono incontro per effetto del meccanismo politico, sociale, economico nel quale siamo integrati, dove si spingono i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre scelte?
Dove si trova il segno, la meta verso cui orientiamo la nostra esistenza? Il Profeta, dopo aver dato una prova strepitosa di chi fosse il vero Dio, redarguisce il popolo dicendo: « Se il Signore è Dio, seguitelo ! » (1 Re, 18,21). Oggi è la Chiesa che profeticamente ci scongiura a sostare, a riflettere sugli scopi per cui spendiamo noi stessi e i nostri giorni; ci chiede di interrogarci con coraggio, con onestà, se vale la pena di bruciare l’esistenza sull’altare di un progresso che sempre più rassomiglia al colosso dai piedi di argilla; o se non sia chiaro che solo il Signore è Dio. Lo dice in particolare a noi che veniamo in chiesa: « Non potete servire a Dio e a Mammona ».
Il pane, il vestito, la casa, il benessere sì, ma non sono lo scopo di una esistenza umana.
Solo Dio è il Signore, il Creatore, il Salvatore.
Soltanto per Lui vale la pena di vivere. Mettete a segno la vostra esistenza!
Ecco un programma per il 1974. Il segno è Dio, da riconoscere come Signore, da cui dipendere come Creatore, da cui lasciarsi salvare: è lui il Salvatore.
Questo è il senso cristiano della conversione: ritornare sui nostri passi, riconoscere i nostri errori, rivolgerci a Dio per riceverne l’ispirazione, la forza, la vita, la volontà di costruire insieme con Lui la nostra pace: nell’ordine, nella giustizia, nel rispetto del disegno di Dio e della dignità, dei diritti, delle legittime attese di ogni nostro fratello. Questa è la proposta della Chiesa per l’Anno santo, questa è la proposta umilissima del vostro fratello Vescovo.
ST 385 Anno Santo 74
Omelia nella Basilica di S. Andrea, 1 gennaio 1974
Stampa:”Da Dio a Dio un cammino di popolo e di persone” Mantova 1985 pagg. 290-291.