Dalla Puglia alla Grecia
La Conferenza Episcopale Pugliese, nell’adunanza del 7 luglio 1966, accolse la proposta dell’Arcivescovo di Taranto di sperimentare una forma di aggiornamento per il Clero della Regione che presentasse, oltre che motivi di attrattiva, la possibilità di una esperienza comunitaria dei Sacerdoti tra di loro e con i loro Vescovi.
L’iniziativa si concretizzava in una crociera su una nave che avrebbe toccato alcune isole dello Ionio, dell’Egeo e Atene. Pur dando la meritevole attenzione ai motivi turistico – culturali, lo scopo preciso si appuntava su un serio impegno di studio.
Anche se non entrano nell’interesse di questa breve relazione, lo scopo dell’aggiornamento sui documenti conciliari e di una spontanea e positiva esperienza comunitaria, a fatto compiuto tutti hanno costatato che è stato pienamente raggiunto.
Ma il punto saliente della nostra esperienza è stato quello che da principio non fu neppure programmato: una singolare esperienza ecumenica.
In breve i fatti andarono così. Il vice segretario della Conferenza aveva avuto nel 1961 un fortuito ma cordiale incontro con il Metropolita di Volo S.E. Damaskinos; l’incontro ebbe un seguito in una relazione epistolare ininterrotta che aveva per oggetto principale i Documenti del Magistero di Papa Giovanni. Fu lui a suggerire la possibilità di un incontro con l’alto esponente del mondo ortodosso greco, che in seguito avemmo la fortuna di conoscere di persona e di apprezzare con ammirazione.
Con la piena approvazione e l’incoraggiamento dell’Arcivescovo cattolico di Atene, Mons. Printesis, si avviarono i contatti. Si ebbe una pronta accogliente risposta personale di Damaskinos, attraverso una comunicazione telefonica, da Volo ad Alberobello (!). Si informarono da parte nostra le Autorità competenti e si programmarono in linea di massima i particolari degli incontri.
Noi si doveva arrivare al Pireo alle ore sei del giorno dieci settembre. Mons. Damaskinos stette ad attenderci fino alle nove e poi dovette ritornare ad Atene per gli ultimi preparativi del Santo Sinodo che doveva incominciare il giorno seguente: era il primo segno di una cordialità riguardosa che trascendeva ogni immaginaria attesa; noi restammo stupiti e pensosi nel trovarci al centro di un episodio non insignificante di quel movimento di Grazia che lo Spirito Santo imprime oggi nella Chiesa.
L’Incontro con il Metropolita di Volos, S.E.Damaskinos
L’incontro si effettuò il giorno 12 alle ore 17 nel salone delle opere di apostolato annesso all’Arcivescovado cattolico di Atene, presenti Mons. Damaskinos, un suo protopresbitero, un gruppo di sacerdoti ortodossi e alcuni laici della facoltà di teologia di Atene, Mons. Printesis, Mons. Motolese, il sottoscritto, il nostro gruppo di circa 60 sacerdoti diocesani e religiosi, sacerdoti e laici cattolici ateniesi.
Mons. Printesis, dette il benvenuto a tutti: nelle sue parole, in perfetto italiano trapelava lo stile dell’uomo e del pastore: personalità -dalle linee consistenti (anche fisiche), visione chiara delle situazioni, essenzialità delle soluzioni, naturale semplicità di comportamento (conduce personalmente la macchina, unico segno distintivo l’anello del Papa).
Mons. Motolese dice della sua e della comune commozione e, mentre ringrazia chi ci ospita, saluta nel Metropolita di Volo tutte le Chiese di Oriente a cui va la nostra stima, la nostra sincera venerazione e tutta l’apertura del nostro cuore. Mette in particolare risalto la comune devozione alla Santa Madre di Dio ed esprime la speranza che quanti invocano insieme la comune Madre non tarderanno a riconoscersi fratelli.
Chi stende queste note è entrato anche lui nel dialogo: ha detto che la Grecia e la Puglia sono le più vicine per l’abbraccio ecumenico per ragioni geografiche, storiche, culturali e per un patrimonio religioso che attende di essere reintegrato in una certa misura da entrambe le parti per essere pienamente vitalizzato a diventare comune nella totalità del significato e della funzione nell’ordine della salvezza. Egnazia (Monopoli) e la nuova Roma (Bisanzio) erano al termine della via più battuta tra Oriente e Occidente; il monachesimo Orientale ha trovato un asilo naturale e accogliente nelle « laure » sparse numerosissime nel nostro territorio; ogni celebre cattedrale della nostra terra custodisce e venera una altrettanto celebre e devota immagine di Maria che ci è venuta certamente dall’Oriente: basterebbe che si promuovessero degli incontri (pellegrinaggi) tra le nostre Chiese per costatare quanto siamo ancora vicini. Infine mi sono permesso di far notare come la Chiesa, da Papa Giovanni ai nostri giorni, sia sotto un’azione più sperimentabile dello Spirito Santo: il suo compito è quello di diffondere la carità nei cuori; se i nostri cuori saranno sinceramente aperti a questa azione dello Spirito, Egli ci introdurrà in tutta la verità. Quando ci vorremo veramente bene e i fatti lo testimonieranno, le difficoltà di ordine dottrinale avremo la sorpresa e la gioia di vederle cadute.
Una festosa ovazione ha accolto il gesto di Damaskinos che si accingeva a parlare. Una attenzione protesa a ogni sua affermazione (parla con padronanza la nostra lingua) che ora sorprendeva, ora meravigliava, ora commoveva, sempre produceva motivi di letizia nel Signore.
Riporto soltanto alcune battute raccolte dal registratore.
« Non conosco perfettamente la lingua italiana tuttavia ho l’obbligo di parlare e sono sicuro che tutti capirete perché ora tutti siamo convinti che è il cuore che parla e quando parla il cuore tutti ci si capisce ».
Menziona le amicizie che lo legano all’Italia e alla Chiesa Cattolica che vanno, tra i viventi, dal Card. Bea al Card. Doefner e a Mons. Manziana, ora Vescovo di Crema. Quest’ultimo lo ricorda per uno speciale legame nato nientemeno che a Dachau… Veniamo a sapere che la sua prigionia di guerra l’ha trattenuto per molto tempo nell’Italia meridionale e gli ha dato modo di rendersi conto di persona delle molte affinità che ancora esistono tra le popolazioni che un tempo costituivano la Magna Grecia.
Poi la sua memoria lo porta di forza all’incontro avuto con Papa Giovanni il 17 maggio 1962 e lo rievoca con evidente emozione: « Non dimenticherò mai questo Papa: il Capo della più grande Chiesa, con naturale semplicità ha preso con le sue mani una grande poltrona, I’ha accostata così vicino alla sua che eravamo viso a viso e con gioia evidente mi dice:
-Beatitudine.
Io rispondo:
-Santità, non sono Beatitudine.
-Ma tu sei Arcivescovo, osserva il Papa.
-No, Santità, da noi il Metropolita non comporta il titolo di Arcivescovo.
-E allora, caro Fratello: questo è il titolo più vero, e provo una grande gioia perché tu sei il primo Vescovo ortodosso, e greco per di più, che viene per incontrarsi col Papa.
« Tutta la persona di Papa Giovanni, le sue parole, i suoi gesti, la sua amabilità che traspariva dai suoi occhi, mi hanno dato la certezza – è la prima volta che lo dichiaro-che in lui c’era presente Dio. Quando Dio vuole parlare agli uomini non ricorre a una lingua internazionale: le persone, la carica espressiva della loro fisionomia, il loro cuore diventa tutto linguaggio di Dio. Trovandomi davanti alla personalità sacra di Papa Giovanni ero sicuro e lo sono ancora che il Papa è un’immagine di Dio sulla terra.
« Il mondo attraversa una grande crisi. Anche la Chiesa soffre la sua crisi e per questo c’è nel nostro cuore una grande tristezza. Ma fra tante cose ce n’è una consolante: non sono soltanto parole, non si tratta di un sogno, ma di una speranza che deve diventare una realtà. Voi Cattolici pregate per l’unità della Chiesa, noi Ortodossi preghiamo come voi e con voi, e fra poco pregheremo insieme, un Vescovo ortodosso coi Vescovi cattolici, con i nostri Sacerdoti e sono sicuro che, se avessimo avuto il tempo di farlo sapere, tanti e tanti qui in Atene sarebbero venuti per unirsi alla nostra preghiera. Questa è una realtà nuova indistruttibile. Lo so che ci sono ancora uomini che hanno paura, che temono il Primato del Papa, come se si trattasse di un impero che mette in pericolo le altre Chiese; questi uomini non hanno letto la storia, non sanno nulla di ciò che avviene a Roma, dell’atteggiamento dei Papi e dei Prelati cattolici, non leggono i vostri libri e neppure i vostri giornali; per questo stanno in un atteggiamento sbagliato…
« Mentre i teologi studiano, è necessario che noi Pastori, Vescovi e Sacerdoti, facciamo di questi incontri. In questo momento, in questa piccola sala sento che è presente tutto il popolo italiano e tutto il popolo greco, specialmente tutti i Vescovi carichi delle loro responsabilità, i quali conoscono le gravi situazioni in cui vive il mondo e la Chiesa di Cristo. Tutti abbiamo bisogno di tenere presente che la nostra religione, la religione del nostro Signore, Gesù Crocifisso, non è la religione dell’odio ma dell’amore, che la Chiesa non è solamente dei tempi passati, ma che è la Chiesa nella quale vive lo Spirito Santo, che è Amore di Dio per il prossimo.
« Dobbiamo tutti metterci davanti al grande tribunale di Dio e chiederci che cosa dirà nostro Signore di ciò che abbiamo fatto, come Papa, come Cardinale, come Patriarca, come Vescovo, come Diacono per il santo Vangelo di Dio, per l’unità delle Chiese e per la pace del mondo, la quale non è possibile senza questi incontri e senza questa unione nella carità. Per questo vi bacio tutti con grande rispetto. Portate l’espressione del mio rispetto a S. Santità, i miei saluti e ringraziamenti all’Arcivescovo carissimo di Bari a tutti i Vescovi e al Popolo italiano.
« Infine mi auguro che se Iddio vuole ancora la Chiesa martire questo sia il martirio dell’unica Chiesa e non di molte Chiese ».
Non conta l’intensità dell’applauso che coronò queste parole, ma la profonda commozione dei presenti, tra i quali più di uno non riusciva a trattenere le lacrime.
L’incontro terminò con lo scambio di doni e con il gruppo fotografico fatto sulla gradinata della Cattedrale cattolica che dà sul Corso: la gente sostava numerosa e si poteva intravedere il lieto stupore.
Il Metropolita di Volo ci fece sapere che la sua Cattedrale, in perfetto stile bizantino, era dedicata a san Nicola e quasi timidamente lasciava trapelare il desiderio di avere una reliquia del Santo di Mira, patrono di Bari, dove si custodiscono le sue ossa. Mentre scrivo, quel desiderio ha già varcato il mare ed è stato accolto con entusiasmo e fa prevedere che quanto prima diventerà un gesto concreto, che segnerà un altro passo di importanza imprevedibile sulla via dell’ecumenismo.
Il Metropolita ci parlò anche delle sue opere caritative, e per noi fu motivo di meraviglia che le religiose ortodosse non si dedichino all’apostolato esterno. Verrebbe da pensare che una comunità femminile delle nostre, ben preparata, superate le eventuali difficoltà, compirebbe un gesto di autentica carità cristiana, se si mettesse a disposizione per stare a servizio delle opere di una Chiesa ortodossa…
Il momento più toccante dell’incontro fu la cena a cui Mons. Damaskinos invitò Mons. Printesis, Mons. Motolese, il sottoscritto e il nostro segretario.
Un modestissimo ristorante di un villaggio, notevolmente distante da Atene, sul mare. All’aperto, un tavolo ricoperto di nailon, tovagliolini di carta, pane casalingo, pesce arrostito, ricotta piccante, pomidoro, vino: una cena preparata dal Maestro per i suoi Apostoli. Damaskinos spezzò il pane e in quell’atmosfera evangelica si parlò delle cose che riguardano il Padre: niente di sensazionale, nessuna indiscrezione (eppure la stampa rivelò l’importanza e la gravità della dichiarazione che il Santo Sinodo preparava proprio in quelle ore), molta libertà e reciproca confidenza, molta sofferenza, ma soprattutto molta speranza.
Al cospetto del mare che circonda il mondo, in un angolo remoto della terra, nel silenzio della notte, testimoni le stelle e gli Angeli, quattro successori degli Apostoli si abbracciavano e, con impresso il bacio della pace, si dirigevano alle loro dimore e il loro cuore « ardeva » perché in quel giorno il Signore aveva fatto tanto cammino con loro.
Visita di omaggio all’Arcivescovo di Atene
La mattina del giorno 13 settembre, alle ore 11, una delegazione del Clero pugliese presieduta dal sacerdote Prof. Don Cosimo Ruppi, è stata ricevuta nella sede dell’arcivescovado di Atene, dal rev.mo Mons. Lallos Grisostomos, in rappresentanza di Sua Beatitudine Grisostomos, impegnato nei lavori del Santo Sinodo.
Il gruppo dei Sacerdoti pugliesi era accompagnato da un Sacerdote cattolico greco che fungeva da interprete. All’incontro erano presenti alcuni dignitari della Chiesa Ortodossa Greca, tra cui il Vescovo di Corinto, quello di Chios, ed altri officiali della Curia.
A nome dei Vescovi e dei Sacerdoti partecipanti alla crociera di studio e di preghiera, ha preso la parola Don Ruppi che ha pregato il Protosingellos Monsignor Lallos di porgere il comune ossequio e i sensi del più profondo rispetto a Sua Beatitudine e al Santo Sinodo, assicurando una fervida preghiera al Signore secondo le loro intenzioni. Ha poi letto il messaggio autografo di S. Ecc.za l’Arcivescovo di Bari, Mons. Nicodemo, e ha consegnato l’omaggio del pregevole volume a Le Cattedrali di Puglia », insieme con « Gli scritti pastorali » del medesimo Arcivescovo di Bari. Ha poi offerto in omaggio personalmente al rev.mo Mons. Lallos Grisostomos una tavoletta artistica, riproducente san Nicola da Bari.
Il Protosingellos, rispondendo a nome di Sua Beatitudine, ha ringraziato per il pensiero e per gli omaggi, assicurando che si sarebbe fatto interprete presso il Santo Sinodo dei voti espressi e delle assicurazioni di preghiere. Ha quindi chiesto delucidazioni sulla crociera e sugli scopi che essa perseguiva, ed ha chiesto di poter conoscere la residenza del gruppo in Atene, per ricambiare la visita.
La cerimonia semplice e composta ha lasciato in ognuno un senso di profonda vicendevole stima.
Ai presenti è stato quindi offerto un rinfresco. Dopo uno scambio di abbracci tra la delegazione ecclesiastica pugliese e i prelati ortodossi, la cerimonia si è conclusa in un clima disteso e fiducioso.
Nel pomeriggio due autorevoli rappresentanti dell’arcivescovado di Atene sono stati ricevuti nella sala di rappresentanza dell’albergo Acropolis da don Ruppi, al quale hanno portato il ringraziamento per il gesto compiuto nella mattinata.
Nella stessa giornata è stata chiesta al Sacerdote cattolico greco, che aveva fatto da interprete, una traduzione ufficiale del messaggio dell’Arcivescovo di Bari, Mons. Nicodemo, perché fosse portato a conoscenza di tutti i prelati ortodossi.
CARLO FERRARI Vescovo di Monopoli
[1] ST: opuscolo augurale di Monopoli
ST: Via Verità e Vita, EP. “Le altre chiese e comunità cristiane” Febbraio 1967
CT216 Bobina Patriarca 66-
ST 216 Atene 66 [1]