per persone venute liberamente con il desiderio di pregare
Un incontro di preghiera vuole dire un incontro che si caratterizza per la presenza di un Altro. Per parte mia c’è il dovere e perciò l’impegno di fare posto a Lui. Capite che si fa fatica a svuotarsi, a spogliarsi perché il Signore sia presente e operante nelle parole che vengono pronunciate da me, e che di fatto non devono essere accolte come parole mie. (Cf I Tess 2,13).
Al termine di una settimana ai Sacerdoti ho sentito il bisogno di mandare a loro immediatamente una lettera, perché avevo la sensazione che potessero sentirsi soli in balia di quello che di noi vuole fare il Signore, dal momento che siamo stati introdotti con più chiarezza nell’ambito della vicenda che ha Dio come protagonista. Mi sentivo quasi come responsabile di averli introdotti in questo ambito, in questa avventura nella quale il Signore li prendeva più liberamente in mano.
Lo stesso sentimento, provo questa sera nei vostri confronti. E’ relativamente facile introdurre, quelli di cui si porta la responsabilità, nell’avventura di un incontro con Dio. Quando questo avviene è una cosa seria. Allora nasce la preoccupazione e quasi una titubanza che non vuole essere mancanza di fiducia nel Signore. Siamo sempre, tutti, nelle sue mani. Siamo sicuri che non ci abbandona lui che ha cura persino di uno dei capelli del nostro capo (cf. Mt. l0,30). Ma è anche “terribile” cadere nelle mani del Dio vivente (cf Ebr. 10,31). Questo ve lo dico non per turbarvi, ma perché prendiate coscienza della realtà meravigliosa e misteriosa in cui entriamo.
Allora capite il motivo della mia titubanza e il senso della mia responsabilità. Comunque diventa tanto più necessario che tutti, insieme ci mettiamo in atteggiamento di fiducia oltre che di disponibilità e diciamo senza paura al Signore, fa di me ciò che vuoi; perché l’atteggiamento giusto, l’atteggiamento buono per incontrarsi con il Signore è questo: che egli abbia la libertà di fare di noi ciò che vuole. E sappiamo che, chi intende fare di noi ciò che vuole, non è un déspota ma un Padre infinitamente sapiente, il Signore di tutte le cose e di tutti gli eventi, ma soprattutto un Padre che vuole realizzare in noi un meraviglioso disegno di amore.
Dunque, Dio è in mezzo a noi con il suo Cristo e con il suo Spirito. Ed è in mezzo a noi oggi per operare in un modo singolare la nostra salvezza e la nostra santificazione. Egli ha scelto determinati momenti per essere presente e operante. Qui accade in pieno ciò che ha detto Gesù: “Quando due o più saranno uniti nel mio nome io sarò in mezzo a loro” (Mt 18,20). In mezzo a noi che stiamo insieme, che abbiamo scelto di stare insieme c’è il nostro Salvatore. Ognuno di noi non deve essere qui per proprio conto. Ognuno è qui per essere con gli altri, per stare con gli altri, per partecipare alle vicende degli altri, per essere solidale con i fratelli e con le sorelle che sono qui in questi giorni.
Qui c’è il Signore che opera la nostra unione più profonda, che ci unisce a tutti i misteri della sua vita, dalla sua venuta nel mondo, alla sua azione apostolica, alla sua povertà, alla sua umiltà, alla sua debolezza, alla sua carità, soprattutto alla sua passione, morte e risurrezione. Gesù è in mezzo a noi quando si predica la sua Parola. Quando nella chiesa – qui siamo espressione della chiesa – si annuncia la Parola di Dio, è Cristo che parla. Questa è una verità di fede di cui dobbiamo essere molto coscienti. Per questo vi dicevo la mia preoccupazione di essere strumento che scompare perché Egli emerga, perché Egli si imponga, perché Egli si faccia sentire.
Gesù è in mezzo a noi perché preghiamo il Padre nel suo nome. La nostra preghiera personale, ma soprattutto la nostra preghiera liturgica, deve essere una preghiera nel nome del Signore, deve essere la preghiera con Gesù il quale ha pregato, per esempio, con le stesse parole che noi usiamo nei Salmi, – così carichi della presenza di nostro Signore Gesù Cristo – autentica preghiera a Dio, gradita a Dio perché dice le cose che vuole sentire Lui anche quando al nostro orecchio non suonano chiare.
Faremo di tutto perché la celebrazione del santo Sacrificio sia il momento più intenso della nostra giornata. Sarà una celebrazione solenne nel senso della calma, della quiete, della preparazione intelligente, della partecipazione attiva e cosciente di ciò che accade. Con noi, nel sacrificio della Messa c’è Gesù con la sua presenza più piena e più operante quando sacramentalmente rende presente tra noi il suo sacrificio. Noi uniremo al sacrificio di Gesù il sacrificio di noi stessi, offriremo la nostra persona in quell’atteggiamento che abbiamo ricordato “Signore fai di me quello che vuoi” , e con le parole di Gesù che dall’alto della croce ha detto al Padre “Nelle tue mani rimetto la mia vita” (…)
Ecco il significato di questi giorni, di questo incontro. Siete persone venute liberamente con senso di responsabilità, con il desiderio di pregare. Dovranno essere giornate di preghiera: parlare solo col Signore, stare per nostro conto, pur sapendo di essere insieme come fratelli e sorelle. Dobbiamo creare un ambiente di accoglimento serio, impegnato. In proporzione di questo impegno, sarà il frutto di queste giornate che noi affidiamo alla protezione e benevolenza di Maria Santissima che certamente è con noi, con ognuno di noi e prega perché ci possiamo veramente incontrare con il suo Figlio. Siete persone venute liberamente con il desiderio di pregare
OM 698 Preghiera 77