Parrocchia di Malavicina
Gesù é il Salvatore che dà alla nostra persona tutta la sua dignità e la possibilità di mantenersi in quella dignità Meno male che siete appena i migliori! Se ci fossero tutti ci sarebbe un uditorio troppo importante e crescerebbe il mio imbarazzo. Vi devo dire, però, che non é la difficoltà di parlare quanto di stabilire un colloquio tra di noi, che ci incontriamo per la prima volta.
E’ la prima volta che arrivo su questo punto della terra e ci sono per la provvidenza di Dio. Non sono stato io a volere entrare in questa comunità. Il Signore dispone le cose in modo che debbano avvenire anche questi fatti. E mi trovo qui con l’incarico di pastore delle anime vostre, e quindi di primo responsabile davanti a Dio del vostro destino qui su questa terra e di quello definitivo, perché il Signore ha affidato agli Apostoli e a coloro che sarebbero succeduti a loro il compito di operare la salvezza degli uomini.
Gesù é il Salvatore che da alla nostra persona tutta la sua dignità, non a parole ma, di fatto. Gesù è il Salvatore perché, ci ha liberati dalle conseguenze del peccato. Gesù é il Salvatore perché, ci dà la possibilità di mantenerci nella dignità in cui ci ha costituito. Gesù é il Salvatore perché, in ognuna delle nostre persone compie un’opera di salvezza.
Siamo convinti, miei cari uomini e giovani, che abbiamo bisogno di salvezza?
Siamo convinti che nella nostra persona ci sono delle debolezze, delle inclinazioni?
Siamo convinti che c’é un conflitto tra il nostro giudizio, il nostro buon senso, e c’è l’attrattiva a venire meno a questo giudizio della coscienza, non semplicemente nei doveri religiosi ma soprattutto nei nostri rapporti con le persone? C’é veramente in noi un conflitto tra una inclinazione al male e una aspirazione al bene. In pratica ci vogliono molto impegno e molti sforzi e nonostante questo, molte volte, si manifestano delle debolezze nella nostra vita quotidiana e veniamo meno ai nostri doveri, veniamo meno al suggerimento e alla sensibilità della nostra coscienza.
Nella vita ci troviamo anche di fronte ad un cumulo di problemi, di difficoltà, dove noi sperimentiamo i nostri limiti, perché non siamo capaci di fare quello che vorremmo e che vediamo che sarebbe ben fatto. Siamo limitati e, notate bene, questo non capita soltanto personalmente a ciascuno di noi ma a tutti gli uomini che popolano la terra: quelli civili e quelli meno civili. Anche i più civili non sono capaci di risolvere i problemi. Forse non lo vogliono, ma anche questo non volerlo denota una incapacità, una lacuna, una debolezza. Allora chi ci può liberare da tutte queste debolezze?
Oggi si possono fare tanti ragionamenti, oggi si possono aprire gli occhi e trovarsi davanti alla prospettiva di molte soluzioni. C’é gente che sostiene che con la scienza si risolve tutto. La scienza non ha mai fatto tanti progressi come ai tempi nostri eppure, mano a mano che la scienza fa progressi, sorgono nuovi interrogati, sorgono nuove difficoltà e la scienza deve arrendersi. Prendete semplicemente il caso delle malattie. Quale progresso hanno fatto la medicina e la chirurgia! Adesso sostituiscono anche il cuore, però mentre risolvono un problema ne nasce un altro. Quante malattie ci sono di fronte alle quali la medicina non é ancora capace di definirne la natura! Quindi, la scienza ha fatto grandi conquiste ma non risolve a fondo i problemi.
La scienza offre strumenti di potenza che rendono l’uomo capace di molte cose; la scienza applicata alla tecnica ci metterà certamente,-non so fra quanto tempo-, in grado di andare sulla luna. E poi i problemi della umanità, saranno risolti? La scienza applicata alla tecnica ha messo nelle mani dell’uomo anche strumenti di distruzione. Sono strumenti spaventosi e apocalittici. Se si scatenassero questi mezzi? Chi ci metterà al sicuro da tutte queste cose e dalle poche persone che tengono in pugno i destini della esistenza stessa della umanità? Chi ci può salvare? Non c’é nessun uomo capace di salvezza. L’uomo non é capace di salvarsi individualmente. L’umanità intera non é capace di salvarsi collettivamente.
Altri dicono: con il benessere economico tutto é risolto. Date a tutti il “pane sicuro”, date a tutti una abitazione conveniente e i conforti della vita, e non ci saranno più problemi. Io domando alle persone più anziane, oggi, anche qui a Malavicina: si sta meglio o peggio di venti anni fa? Oggi gli uomini sono più buoni di venti o cinquanta anni fa? E’ una semplice constatazione. E’ una cosa ottima che, economicamente parlando si stia più bene, ma quando si risolvono i problemi economici e si sta meglio socialmente, si diventa più buoni? Purtroppo dobbiamo ammettere: no!
Quando, specialmente i vostri nonni che non avevano quattrini in tasca, potevano avere due soldi per andare all’osteria a bere due bicchieri, ci facevano delle cantate! Delle serenate! Altro che i bitles! C’era veramente una soddisfazione che veniva dal cuore, dalla bontà, dalla serenità dell’animo. C’era una soddisfazione che oggi, con tutti i biglietti da mille o diecimila lire che avete in tasca, con la possibilità di avere la motoretta o anche la macchina, con la libertà di andare sul lago ogni domenica, non avete. Gridate, cantate ma non siete allegri. Siete eccitati. Fate del chiasso. Non dico niente contro le canzonette ma faccio questa riflessione: c’era più allegria e più serenità. In proporzione dell’aumento del benessere materiale avrebbe dovuto crescere anche il benessere spirituale. Non semplicemente nel senso di dire più rosari di quanti se ne dicevano allora, ma nel senso di avere lo spirito più soddisfatto, il cuore e l’anima più contenti, la vita quindi più serena, con minori pensieri.
Avviene invece il contrario. Vi riporto ad una constatazione. L’uomo, preso individualmente e collettivamente, non é capace di dare una soluzione umana ai propri problemi, non é capace di crearsi una vita più tranquilla, più sicura, più soddisfatta, più serena, più gioiosa nonostante tutti i mezzi che ha a sua disposizione. Vuole dire che ci vuole qualche cosa d’altro. E’ una constatazione negativa, ma noi abbiamo la risposta della fede che ci viene da nostro Signore Gesù Cristo, dal Vangelo. Come avete sentito nelle sere precedenti, Gesù Cristo ci propone le soluzioni buone della vita.
Quali sono queste soluzioni buone che Gesù Cristo ci propone? Potrei darvi risposte viste sotto aspetti diversi ma quella buona é questa. Queste sere avete trattato dei problemi della fede. Non so se avete portato la riflessione su che cosa sia la fede.
Nostro Signore Gesù Cristo viene a portare a compimento un’opera incominciata da Dio durante tutta la storia dell’umanità e in particolare durante la storia del popolo di Israele, intervenendo personalmente nelle vicende degli uomini, per dire agli uomini quello che dovevano fare per essere uomini. Quando Dio ha costituito il popolo di Israele ai piedi del monte Sinai, dopo averlo tratta dalla schiavitù per mezzo di Mosè, ha rivolto al suo popolo la propria parola e ha detto: ” io sarò il vostro Dio”: io vi custodirò sempre, io vi difenderò, io vi porterò in una terra che dà frutti abbondanti e vi benedirò in tutti i sensi. Pensate che Dio parlava, per mezzo di Mosè, ad un popolo di una civiltà molto limitata, di una cultura poverissima. Queste promesse di Dio erano legate alla osservanza dei dieci “punti”: non avrai altro Dio fuori che me; non nominare il nome di Dio invano; ricordati di santificare le feste; onora il padre e la madre, eccetera.
Immaginiamo. Se vivessimo davvero secondo il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo come dovrebbe essere e vivere il nuovo popolo di Dio? Non so se avrò il tempo di spiegare l’affermazione: un popolo di Dio rinnovato. Se il nuovo popolo di Dio osservasse quei dieci comandamenti, comprendete come andrebbero meglio le cose? Onora il padre e la madre. Non voglio dare torto ai ragazzi che protestano. Lasciateli protestare che, in fondo, sono buoni; ma anche il padre e la madre devono essere: padre e madre nel senso pieno e vero della parola.
Non ammazzare. Si ammazza solo togliendo una vita fisica alla persona? In quanti modi si può ammazzare una persona! Si uccide una persona anche togliendo la fama, intaccando l’onore, non dando quello che é giusto, sottoponendo a pratiche esagerate, mettendo in condizione di rovinare la salute. Oggi quante industrie sono riconosciute dannose per la salute! Non bisogna chiudere le industrie. Bisogna fare degli impianti che costano un po’ di più e creare ambienti migliori, ma i signori imprenditori non vogliono fare spese in più e rovinano la salute dei dipendenti. Anche questo va contro il comandamento.
Sesto comandamento? E’ un interrogativo che pongo alla vostra coscienza e alla vostra sensibilità.
Domando ad un papà: – se tu sapessi che c’é un mascalzone che toglie l’onore alla tua figliuola saresti contento? Sono sicurissimo che tutti i papà delle ragazze che ho trovato là fuori griderebbero: – si provi e gli rompo la faccia!- Eppure vedete come vanno le cose. A voi giovani dico: se sapete che qualcuno toglie l’onore ad una vostra sorella, cosa fate? Ma, ognuno per proprio conto fa quello che fa. E’ giusto comportarsi così? E’ giusto che ci siano le manifestazioni che vediamo e conosciamo?
Non faccio passare tutti i comandamenti: per ognuno ci sarebbero delle riflessioni. Riconosciamo che, se fossimo obbedienti ai punti che Dio ci propone perché siamo il suo popolo, le cose starebbero molto diversamente. Ma noi rimaniamo sempre gli stessi. Davanti alle riflessioni proposte riconosciamo che Dio ha ragione e poi facciamo come vogliamo. Possiamo anche fare l’esperienza che nonostante la buona volontà, non riusciamo a mantenere i nostri impegni.
Gesù Cristo ha fatto di noi un popolo nuovo. Il popolo di Israele aveva solo i dieci comandamenti. Il popolo nuovo costituito da nostro Siognore Gesù Cristo nasce perché Gesù Cristo é morto in croce per distruggere la morte, e infatti é risorto da morte per darci un vita nuova. Durante la sua predicazione, nostro Signore Gesù Cristo, ha detto espressioni come queste: “io sono venuto nel mondo perché l’uomo abbia la vita e l’abbia in modo più abbondante”; “io sono la vita” ; ” io sono la risurrezione e la vita”; ” io sono la vite e voi i tralci. Noi nei confronti di Gesù Cristo siamo i tralci ed egli é la vite. Il tralcio che rimane attaccato alla vite riceve dal ceppo la linfa in modo da poter germogliare, fiorire, mettere foglie e al tempo buono dare i frutti. Noi nei confronti di Gesù Cristo siamo nelle stesse condizioni del tralcio rispetto alla vite.
Cristo é venuto a portare una vita nuova – ecco perché noi siamo un popolo nuovo – una vita nuova non nel senso morale, non nel senso che ci ha fatto belle prediche perciò siamo più “buoni”, ma una vita nuova perché ci dà qualche cosa di veramente vitale, che si innesta nella nostra natura e ci comunica possibilità nuove per potere osservare quei dieci “punti” ed essere davvero il popolo di Dio.
Noi tante volte parliamo di grazia di Dio. Che cos’è la grazia di Dio? Non é un simbolo. La grazia di Dio è la vita nuova che Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, per la forza con cui ha vinto la morte ed é risorto a vita nuova, la comunica a noi attraverso le azioni sacramentali: Battesimo, Cresima, Comunione, Matrimonio, eccetera. La grazia di Dio é una possibilità nuova di vita, intrinseca, interiore, per cui diventiamo capaci di corrispondere alla volontà di Dio espressa nei dieci comandamenti.
Capite allora che il Battesimo non é una semplice cerimonia per fare un cristiano, ma é realmente l’inserimento di un nuovo tralcio a quel ceppo che é Gesù Cristo, perché possa avere una vita nuova?
La cresima é l’inserimento più profondo nella realtà del corpo mistico di Gesù Cristo che é la sua chiesa.
Il sacramento della penitenza non é semplicemente “lavare l”anima”, ma é immergerla in un “bagno” di vita, é immergerla nuovamente nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo, che é la sorgente della vita nuova.
La comunione non é la devozione di Pasqua. La Comunione non é solo una manifestazione di fede cristiana, ma una unione personale a Gesù Cristo per attingere da lui la forza, che noi non abbiamo, per diventare capaci di vivere da cristiani a somiglianza di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo ci dà la comunione sotto le specie del pane e del vino per farci intendere che la comunione é il nutrimento, é il sostentamento di cui abbiamo bisogno. Vorrei domandare ai “pasqualini” : se mancasse il pane dalla vostra tavola cosa ne sarebbe della vostra vita? Gesù Cristo ha voluto esprimere, per mezzo del pane, la natura di questo sacramento, che é quella di alimentare la vita nuova che abbiamo ricevuto. La compiamo in questo modo la comunione di pasqua: come un mezzo indispensabile da usare con frequenza, per mantenere quella vita che abbiamo ricevuto nel Battesimo, che si perde con il peccato, che si riacquista con la confessione?
Il sacerdote raccomanda la comunione frequente perché la sua gente possa vivere cristianamente, perché se la vita cristiana non è alimentata, languisce.
OM 089 Malavicina 1968