Ha importanza per noi che veniamo in chiesa
che Gesù sia risorto?
Carissimi, é la prima volta che vengo in mezzo a voi per esercitare il mio ministero, quello che Gesù ha affidato ai suoi apostoli perché andassero, imponessero le mani e tutti quelli che avrebbero creduto in lui ricevessero lo Spirito Santo.
In mezzo a voi, con voi ho celebrato la Parola del Signore e adesso, insieme, dobbiamo cercare di capirla. Nella celebrazione liturgica la Parola di Dio è rivolta a noi e noi siamo qui convinti, che Dio in persona si rivolge a noi e ci dice le sue cose: ci dice quello che Egli compie in mezzo a noi per ognuno di noi, ci dice quello che desidera che crediamo di Lui. Per questo motivo, in questo momento, non vi deve interessare il vescovo che parla e tanto meno di come parla il vescovo, ma vi deve interessare cosa dice a voi il Signore attraverso la parola che abbiamo celebrato insieme e che il vescovo cerca di spiegare.
La prima lettura ci porta davanti a dei pescatori. Gli apostoli arrestati dai capi che in quel momento avevano il potere, e ricevono l’imposizione violenta, fatta attraverso la flagellazione, di non parlare di Gesù Cristo e soprattutto di non parlare dell’incredibile evento che Gesù Cristo é risorto da morte. Gli apostoli rispondono che bisogna obbedire a Dio e non agli uomini che, perché sono potenti tentano di fare tacere. L’obbedienza degli apostoli a Dio è espressa così: noi e lo Spirito siamo testimoni della risurrezione di Cristo, il Figlio di Dio.
Dicono: “Noi e lo Spirito” perché, prima di ricevere lo Spirito non avevano capito nostro Signore Gesù Cristo anche se lo seguivano. Prima di ricevere lo Spirito non avevano capito il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo anche se lo avevano ascoltato. Prima di ricevere lo Spirito capivano secondo i loro interessi, secondo la loro ambizione e il loro tornaconto e soltanto da quando avevano ricevuto lo Spirito erano diventati capaci di capire anche la risurrezione, di cui erano stati testimoni, che si é imposta alla loro attenzione come motivo della loro esistenza.
Il Vangelo ci porta da Gesù sul lago di Tiberiade mentre si presenta per la terza volta ai discepoli dopo la sua risurrezione. Dunque siamo davanti ad una certezza documentata dagli uomini, che Gesù é risorto. Ha importanza per noi che veniamo in chiesa, che Gesù sia risorto dopo essere morto in croce ed essere stato sepolto? Ha importanza per noi che Gesù, si sia ripresentato vivo ad uomini diffidenti e paurosi, che capivano soltanto che Gesù era veramente morto e che le cose dovevano totalmente cambiare per la loro vita?
Cerco di condurvi sul filo del discorso della parola di Dio. San Paolo dice: se Cristo non fosse risorto sarebbe vana la nostra fede. La nostra fede sarebbe vana perché non avremmo la prova decisiva che Gesù Cristo é veramente il Figlio di Dio.
San Paolo dice: se Cristo non fosse risorto, nel mondo le cose starebbero come prima della venuta del Figlio di Dio ed è come dire: se Cristo non é risorto per la nostra persona, le cose per noi stanno come se Cristo non esistesse.
San Paolo dice: se Cristo non é risorto noi siamo ancora nei nostri peccati. Noi facciamo l’esperienza dei peccati nel mondo più che in altri tempi perché abbiamo più informazioni. Facciamo una esperienza non nel senso che le persone singole fanno più peccati, ma nel senso che il peccato degli uomini diventa quasi come una forza sovrumana che distruggere le persone, che tenta di annientare l’uomo.
Quando dico “annientarci” non mi riferisco semplicemente alla bomba atomica o all’inquinamento dell’aria, ma mi riferisco particolarmente al fatto, che l’egoismo degli uomini é talmente organizzato, per cui ad un certo punto siamo tutti condizionati, non abbiamo più la possibilità di pensare come vogliamo, non sappiamo più giudicare secondo il nostro giudizio, non possiamo più fare delle scelte secondo la nostra ragione.
L’egoismo è il peccato, é il dominatore dell’interesse, del potere, dello scatenamento delle passioni più basse che sono nell’uomo e, poiché é l’istigatore delle passioni che avviliscono l’uomo, degrada l’uomo, lo fa creatura senza sensibilità, senza cuore, senza capacità di amore, senza capacità di pensare anche agli altri. Quando san Paolo ci dice che, se Cristo non fosse risorto, noi saremmo ancora nei nostri peccati, dobbiamo fare un bel esame di coscienza e domandarci se per noi Cristo é risorto. Noi lo sappiamo, se gli permettiamo di strapparci dal peccato che è l’egoismo, e di trasferirci in una situazione nuova di persone capaci di amare gli altri.
Lo sappiamo se, in pratica, il marito, da marito sa amare la moglie, se la moglie, da moglie sa amare il marito, se i padri da padri e madri da madri, sanno amare i figli, se i fratelli da fratelli sanno amare i fratelli, e tutti, da uomini e da donne, sanno amare gli uomini e le donne. Capite che il mondo é umano soltanto se si verifica questa situazione di vita nuova, di gente che si vuole bene? Chi ci può strappare dal peccato? Soltanto Gesù Cristo ci può dare questa possibilità.
Dopo la cresima continuerà la celebrazione della santa messa. Ad un certo punto diremo: “Agnello di Dio che togli il peccato del mondo, abbi pietà di noi, Agnello di Dio che togli i peccati del mondo donaci la pace”. Avete ascoltato l’apostolo Giovanni che descrive l’Agnello come simbolo della mitezza e non della debolezza. Giovanni lo intravede in cielo nella sua maestà e dinnanzi a lui si piegano tutte le potenze, anche quelle del male, perché é il Figlio di Dio, il potente, il forte al di sopra tutte le forze, tanto forte da risorgere da morte e diventare il principio di una vita nuova. Ecco quanto importa credere a nostro Signore Gesù Cristo, quanto importa venire in chiesa, quanto importa presentare i bambini perché siano cresimati! Penso che in chiesa accanto ai cresimandi ci siano i papà e le mamme, i padrini e le madrine. Che cosa facciamo qui tutti, insieme? Che cosa chiedete al vescovo? Che cosa devo fare a questi bambini?
Chi opera é nostro Signore Gesù Cristo, che compie in loro quello che ha compiuto per gli apostoli. Sappiamo che ha mandato lo Spirito Santo agli apostoli e li ha trasformati, sappiamo che ha donato agli uomini la facoltà di essere più uomini, perché ha dato agli uomini la vita dei figli di Dio con la capacità di vivere da figli di Dio.
OM 455 Suzzara 71 – 25 aprile 1971 Sacra Famiglia