Vigilia di Pentecoste a Cizzolo 1 Giugno 1968
Mi piace la vostra attenzione naturalmente curiosa di sapere, di vedere, di sentire come é questo vescovo. Ve n’accorgerete. Sono qui in mezzo a voi, con voi, per voi; per voi nel senso che il mio ministero m’impegna ad essere a vostra disposizione, per continuare ciò che il Figlio di Dio ha compiuto su questa terra: l’opera della salvezza. E’ questa un’espressione che sentiamo sovente: Gesù é venuto a salvarci. Per noi creature umane, questo, quale significato ha?
Noi uomini e donne: abbiamo bisogno di capire ciò che siamo, abbiamo bisogno di capire ciò che vi é intorno a noi, abbiamo bisogno di capire il significato della nostra esistenza, il senso della nostra vita. Se comprendiamo il senso giusto della nostra vita, questa sarà impiegata bene. Viceversa la sbagliamo.
Ma succede anche che, a volte, comprendiamo le cose e tuttavia, al lato pratico, non siamo capaci di impegnarci in ciò che giudichiamo bene. Facciamo, allora, un’esperienza di debolezza e di limiti, e questa esperienza si manifesta particolarmente quando dobbiamo superare il nostro egoismo, il nostro interesse personale, per fare ciò che sarebbe bene per noi e per gli altri.
Noi, perciò, siamo quello che dobbiamo essere, siamo cioè uomini e donne “salvi” quando comprendiamo le cose, quando siamo capaci di compiere le cose che comprendiamo essere buone, e ci impegniamo in concreto ad uscire dal nostro egoismo, per essere buoni con tutti.
Ma questa cosa c’entra con nostro Signore Gesù Cristo? Ecco il punto.
Gesù Cristo é venuto in questo mondo proprio per farci comprendere il senso della nostra esistenza, il significato della nostra natura e quali sono i nostri doveri e i nostri impegni. Gesù é diventato il nostro maestro. Gesù é l’unico maestro e non perché é un grande uomo o un grande filosofo, ma perché essendo Figlio di Dio ed avendo egli stesso creato la nostra natura, sa quello che la nostra natura é, sa quello che vale, sa ciò che noi dobbiamo fare. Inoltre, sa insegnare con molta chiarezza e con molta semplicità. In questo senso Gesù incomincia ad essere il nostro salvatore: diventando il nostro maestro.
Ma abbiamo già detto che non basta sapere le cose ma bisogna essere capaci di farle. Gesù Cristo non é soltanto il nostro maestro. Gesù Cristo dice: “Io sono venuto nel mondo perché voi abbiate la vita e la abbiate più abbondante”; Gesù dice: ” io sono la vite” in questo rapporto: Io sono la vite e voi siete i tralci e come il tralcio non può dare frutto, se non rimane nella vite, così neppure voi se non rimanete in me. Naturalmente se noi rimaniamo in Cristo siamo nella condizione del tralcio che riceve una vita nuova. Allora Gesù diventa il nostro salvatore: portando in noi una vita nuova, un’energia nuova.
Noi siamo nati dall’acqua e dallo Spirito Santo, noi diventiamo per il battesimo i figli di Dio e perciò riceviamo da Gesù Cristo non soltanto l’insegnamento, ma anche una forza nuova perché possiamo essere coerenti all’insegnamento che riceviamo. Allora Gesù diventa il nostro salvatore portando in noi una vita nuova, un’energia nuova. Questa vita nuova e questa energia nuova ci mettono nella condizione di uscire dal nostro egoismo ed entrare in una vita d’amore e non più d’egoismo.
Gesù ci propone l’amore per il Padre e per i fratelli. Non solo ci propone d’amare Dio con tutto il cuore e di amare i nostri fratelli com’egli ha amato noi, ma ci da la sua forza: una capacità nuova di amare. > Gesù Cristo comunica a noi questa capacità nuova di volere bene, di amare Dio con tutto il cuore e di volere bene al nostro prossimo come Gesù Cristo ci ha voluto bene con il dono particolare.
Dalla lettura dell’epistola e del Vangelo avete sentito che si parla di un personaggio nuovo che non é il Padre, che non é Gesù Cristo ma è un “Altro” che verrà dopo di Lui. Si parla dello Spirito Santo. San Paolo ha un’espressione felicissima: “la carità é stata diffusa nei vostri cuori per lo Spirito Santo che vi é stato dato”. Gesù Cristo ci dona il suo Spirito.
Questi bambini ricevono lo Spirito Santo per l’imposizione delle mani del vescovo, come per quelli di Efeso che, hanno ricevuto lo Spirito Santo per l’imposizione dalle mani di Paolo. Lo Spirito Santo viene nei vostri cuori a darvi una capacità nuova di amare, di volere bene a tutti con tutto il cuore, anzi, di volere bene come ha voluto bene Gesù, che ha sacrificato tutto se stesso per la salvezza degli uomini.
Voler bene agli altri importa sempre un sacrificio. Il Battesimo ci comunica lo Spirito Santo per la prima volta perché: diventiamo figli di Dio e tutti gli altri battezzati come noi, siano i nostri fratelli. Con la Cresima lo Spirito Santo ci rende perfetti cristiani. Noi siamo perfetti cristiani quando siamo perfetti nell’amore.
Miei cari, questi bambini e queste bambine ricevono lo Spirito Santo, ma i padrini e le madrine, i papà e le mamme hanno già ricevuto lo Spirito Santo. Voi tutti che siete cresimati, quante volte avete pregato lo Spirito Santo che avete ricevuto il giorno del Battesimo e che vi é stato confermato nella santa Cresima?
L’impegno nostro di cristiani è di volere bene al Padre nostro che sta nei cieli con tutto il cuore, di volere bene ai fratelli come ha voluto bene Gesù Cristo che si é sacrificato per noi. < Chi dà questa capacità, é lo Spirito Santo. Noi abbiamo bisogno di lui. Lui é in noi, Lui vuole rimanere in noi, Lui mette a disposizione la potenza infinita dell’amore di Dio perché sostenga il nostro cuore, stimoli e rafforzi la nostra volontà ad uscire dal nostro egoismo e ad aprirci all’amore per tutto il prossimo. Ma se noi lo ignoriamo, se non gli crediamo, se non lo ascoltiamo come può avvenire tutto questo?
Il ricordo del primo incontro liturgico con il vescovo sia legato al pensiero della presenza dello Spirito Santo che é nei vostri cuori per darvi la capacità di essere cristiani, quindi di impegnare bene la vostra vita, di corrispondere alla vostra vocazione di battezzati e di cresimati.
Questo che aggiungo, ve lo dico bene e voi cercate di capirlo.
Le bambine vestite così non le voglio più vedere.
La cresima, come la comunione, sono atti di religione e al primo posto ci deve stare ciò che queste bambine compiono. Naturalmente, così vestite, penseranno al loro vestitino e non allo Spirito Santo. Si capisce che sono piccoli, ma la responsabilità é vostra. Tra l’altro i vestiti semplici costano meno. Se con quello che avete speso per certi vestiti lo aveste speso per un po’ di carità ai più poveri, quella sarebbe stata un’azione veramente cristiana che avrebbe fatto parlare bene di Gesù Cristo e della chiesa.
OM 125 Cizzolo 68 – Vigilia di Pentecoste a Cizzolo 1 Giugno 1968 ore 18,30