Venerdì santo in S.Andrea, processione col preziosissimo sangue
Carissimi che mi ascoltate da fuori e voi carissimi che in cattedrale mi vedete, le mie mani e le mani del mio vicario hanno portato i sacri vasi per le vie della città. Sono qualche cosa di veramente sacro per una tradizione veneranda e per la fede dei mantovani che pensano con molta ragione che in questi vasi sia conservato qualche cosa del sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Questa sera prima di rivolgermi a voi ho voluto, nel punto centrale della celebrazione liturgica che è avvenuta in basilica, innalzare l’immagine di colui il cui sangue noi veneriamo. Volevo che questa immagine campeggiasse in basilica perché si fissasse nei vostri sguardi, penetrasse nei vostri cuori e ancora una volta, tra le tante volte nella nostra vita, vedessimo il segno della testimonianza di Colui che ci ama e ce lo ha dimostrato perché ha dato se stesso per noi.
Lasciamo che nella nostra memoria rinasca, riviva l’evocazione dell’evento di Dio creatore e signore ma soprattutto padre, che ci dona il suo Figlio perché noi siamo salvi. Lasciamo che nella nostra memoria rinasca, riviva l’evocazione dell’evento del Figlio di Dio che in un atto di amore, liberamente, offre la sua vita perché noi siamo salvi. Non c’e un segno più grande di amore di quello di dare la propria vita per chi si ama. E noi siamo quelli per i quali Gesù ha dato se stesso, da se stesso, per liberarci.
Per liberarci da che cosa? Per liberarci dal peccato. Vi dico sempre che il peccato è non riconoscere l’amore di Dio. Vi dico sempre che il peccato é non volere il bene dei fratelli ai quali Dio vuole tutto il bene e tutto il bene che tutto il mondo non sarebbe capace di comprendere perché è il bene di Dio stesso, di Dio in persona che si dona a noi, attraverso questa prova visibile ai nostri occhi, nell’immagine di Gesù crocifisso e nelle reliquie del sangue preziosissimo che noi oggi veneriamo.
Io, vostro fratello, amico anche di chi non mi conosce personalmente, che cosa vi devo dire? Nella miseria della mia persona anch’io do la vita per voi, giorno per giorno. Non la do per altri scopi. La do per voi, perciò ho il diritto di chiamarvi amici e figlioli. Per mezzo della parola di nostro Signore Gesù Cristo, con la sua grazia, con l’amore che mi viene dalla ricchezza insondabile che sta nel suo cuore, io tutti i giorni, in qualche modo faccio sì che siate più vicini a nostro Signore Gesù Cristo con la preghiera quotidiana che é per voi e particolarmente attraverso il ministero dei miei sacerdoti.
Che cosa devo dirvi questa sera dinanzi a Gesù crocifisso e alle nostre reliquie? Faccio riecheggiare in questa basilica dinnanzi a voi ciò che il primo apostolo ha detto ai primi cristiani “convertitevi e fate penitenza”. Ho già detto in altre circostanze che queste non sono parole correnti nei discorsi che ci vengono da tutte le parti. Qui, dinanzi a nostro Signore Gesù Cristo non ho il diritto di dirvi altro che questo, perché la mia e la vostra fede ci assicura che sono parole indispensabili se vogliamo che Gesù crocifisso possa stare dinanzi noi e se vogliamo che il suo sangue abbia un senso per noi.
Convertitevi: cioè state nella vita quotidiana di ogni giorno rivolti a nostro Signore Gesù Cristo come lo siete in questo momento: con lo sguardo a nostro Signore Gesù Cristo, con il pensiero a nostro Signore Gesù Cristo, con i sentimenti orientati a nostro Signore Gesù Cristo, con tutta la persona che si lascia giudicare in ogni sua manifestazione da nostro Signore Gesù Cristo. Cosi siete convertiti.
Rivolti a Gesù Cristo. Riferiti a Gesù Cristo. Sia Gesù Cristo a dare senso, significato e valore alla nostra vita!
Convertitevi e fate penitenza. Soprattutto la penitenza del cuore. Che il cuore dinanzi a Gesù si spezzi, sono parole della Bibbia. Il cuore si spezzi perché é chiuso, indurito, strettamente cementato nella sua durezza dall’egoismo, dalla ricerca di se stesso, dalla ricerca delle esigenze del proprio orgoglio e della propria soddisfazione disumana. Quante soddisfazioni disumane ci sono nella durezza del nostro cuore! Pensiamo all’interesse che mettiamo al di sopra degli altri valori, come il valore della vita, come il valore della dignità della persona, come il valore della libertà di ciascheduno, come il valore della giustizia, come il valore di essere uomini che ragionano con la propria testa.
Dobbiamo essere uomini che stanno dinanzi a Gesù Cristo con il cuore spezzato per sentire le ragioni del cuore, per sentire le ragioni dell’amore, per sentire le ragioni della partecipazione a quello che avviene nel mondo, per sentire il dovere di impegnarci a partecipare a tutto ciò che avviene nel mondo perché ci sia più pace.
Come ci può essere pace nel mondo se non c’é pace nel cuore?
Come ci può essere giustizia nel mondo se non c’è giustizia nel nostro cuore?
Come ci può essere bontà nel mondo se non c’è bontà nel nostro cuore?
Come ci può essere rispetto per gli altri nel mondo se non c’è nel nostro cuore questo sentimento del rispetto degli “altri”, di tutti gli altri, al punto che gli altri non siano gli “altri” ma siano i fratelli? come noi i figli dello stesso Padre? come noi il prezzo dello stesso sangue di Gesù Cristo? come noi stretti nell’abbraccio di queste mani inchiodate sulla croce, così allargate nell’attesa che tutti indistintamente ci convertiamo?
Inginocchiamoci dinanzi al crocifisso e diciamo la parola risuonata sul calvario “Signore abbi pietà di me”
Grazie. Sento di dovervelo dire nel nome del Signore di cui avete ascoltato la parola. In questo grazie c’è l’augurio di un fratello che è anche il vostro vescovo, per una santa Pasqua nella partecipazione con il sentimento e la penitenza alla passione di Gesù Cristo per avere parte alla resurrezione, per fare il passaggio ad una vita buona, più umana, più cristiana.
OM 547 Venerdì 77