Lo Spirito è gioia e produce gioia
nel senso della certezza dell’amore
Il saluto ve l’ho già rivolto con le parole della Liturgia all’inizio della santa Messa: il Signore sia con voi. Ora cerchiamo di incontrarci con Gesù che ci parla. Lasciamoci raggiungere dalla sua Parola; lasciamoci possedere, trasformare, illuminare dalla sua Parola.
Miei cari, lo dico a voi cari insegnati e superiori, lo dico a voi cari ragazzi, iniziamo il nuovo anno scolastico. Voglio sottolineare questo iniziamo, perché tutto quello che si fa in seminario, tutto quello che avviene in seminario non é estraneo alla mia presenza di vescovo in mezzo a voi, non é estraneo al mio ministero in mezzo a voi, non é estraneo alle mie preoccupazioni per voi. Mi pare non sia forzato dire che iniziare il nuovo anno scolastico equivale a riscoprire meglio, a chiarire sempre meglio a noi stessi il motivo vero della nostra esistenza, lo scopo profondo della nostra vita, che deve portare con sé un frutto.
Secondo la Parola del Signore che abbiamo celebrato, quel é il motivo profondo della nostra esistenza? In quale senso dobbiamo orientarci per scoprire il motivo profondo della nostra esistenza?
La Parola del Signore ci propone l’amore di Dio: – l’amore di Dio, che si é chiaramente rivelato nell’Antico Testamento per mezzo dei profeti e in questo caso per mezzo del profeta Ezechiele – l’amore di Dio che viene proclamato nel mondo in nostro Signore Gesù Cristo nella sua presenza nel mondo, nella sua azione nel mondo – l’amore di Dio realizzato personalmente da nostro Signore Gesù Cristo, il buon pastore che va in cerca della pecorella, che da la vita non per un amico ma per quelli che possono essere ancora i suoi nemici e che hanno bisogno di salvezza. Noi dobbiamo orientarci in questo senso per scoprire il fondamento della nostra esistenza, la ragione della nostra vita. Al principio di tutto c’é l’amore di Dio per noi.
Miei cari dai più piccoli ai più grandi, il seminario, il tempo trascorso in seminario deve servire principalmente a compiere questa scoperta perché, se non fate questa scoperta, se non avete fatto questa scoperta, la nostra decisione di fare i sacerdoti, la vostra decisione di andare verso il sacerdozio non sarebbe sufficientemente giustificata. Non solo, non sarebbe solidamente confortata e sostenuta e verrebbe il momento in cui le altre proposte ci potrebbero sembrare più ragionevoli di questa.
Noi dobbiamo proprio radicarci nella certezza, nella sicurezza che Dio ci ama, che l’amore di Dio é tutto per noi, che l’amore di Dio per noi non ha limiti, che l’amore di Dio si manifesta soprattutto nel compimento della redenzione dei nostri peccati, delle nostre debolezze, delle nostre miserie. Se tutto questo non si radica, come convinzione fondamentale della nostra esistenza, noi corriamo dei rischi.
Il nuovo anno scolastico, questo nuovo anno di grazia, deve principalmente servire a questo scopo. Non parlo dello studio della matematica o del greco che possono essere utili ma, soprattutto, dello studio della teologia e in particolare dell’impegno nella preghiera. + Poi ci deve essere un motivazione del nostro vivere. + Perché facciamo questa scelta? + Che scopo vogliamo dare alla nostra esistenza? + Ci viene indicato con tanta chiarezza dalla Parola di Dio.
Noi dobbiamo imitare nostro Signore Gesù Cristo. Noi dobbiamo realizzare la missione di nostro Signore Gesù Cristo. Noi dobbiamo compiere – per professione, per dire così – quello che ha compiuto nostro Signore Gesù Cristo che ci ha amato ed ha dato se stesso per noi. Noi ci prepariamo a dare tutto noi stessi per i nostri fratelli. Noi siamo alla scuola di nostro Signore Gesù Cristo ad imparare che, come lui, dobbiamo diventare capaci di offrici e di donarci agli altri, ai nostri fratelli.
Noi dobbiamo trovare in nostro Signore Gesù Cristo la sorgente della forza e della capacità di donarci, giorno dopo giorno, per i nostri fratelli quindi: di rinnegare noi stessi, di non ricercare noi stessi, di non cercare ciò che piace a noi, di cercare ciò che é bene per tutti, di cercare ciò che é bene per i nostri fratelli. La vita di seminario é una scuola a questo proposito. Dal momento che ho usato questo termine, specifico che, la scuola stessa è uno strumento soprattutto attraverso l’impegno, lo sforzo, la serietà, la fatica che comporta lo studio. Si parla tanto del mondo del lavoro e dei problemi del lavoro. E’ facile parlare del lavoro ma, lavorare sul serio, lavorare con costanza, lavorare fino in fondo non é semplice, non é conforme alle nostre aspirazioni. Allora vedete che anche lo studio, accettato con il dovuto impegno, é un mezzo di conformarci a nostro Signore Gesù Cristo, perché è rinnegare noi stessi per diventare sempre più adatti ad essere disponibili per gli agli.
La nostra esistenza così impostata, la nostra vita così concepita deve portare con sé un frutto. Se noi imbocchiamo la strada giusta, la motivazione giusta, il fondamento vero e solido della nostra esistenza si deve vedere questo frutto: noi dobbiamo essere delle persone contente, noi dobbiamo essere delle persone soddisfatte, noi dobbiamo esprimerci in termini di gioia non fittizia, non retorica, non romantica ma, vera ed autentica perché la gioia é uno dei primi frutti della carità, ossia dell’amore che Dio porta a noi, dell’amore in cui cresciamo , dell’amore che vogliamo riflettere sul mondo e sui fratelli.
Uno dei primi frutti dello Spirito é la gioia. Nel mondo manca la gioia. Purtroppo anche nella chiesa pare che venga meno la gioia. E’ un grande danno, é un sintomo di malessere. Si parla dello Spirito, dei doni dello Spirito, dei carismi dello Spirito, ma lo Spirito dové ? Lo Spirito è gioia produce gioia, contentezza, soddisfazione nel senso dell’amore, nel senso della certezza dell’amore, nel senso dell’impegno dell’amore, nel senso del dono dell’amore.
Ecco miei cari, come io presento questo nuovo anno scolastico a voi, a me stesso, ai vostri insegnati, ai vostri superiori! Ringraziate il Signore, come io lo ringrazio di cuore, di vedere davanti a voi un gruppo di sacerdoti che vivono per voi e con voi, che sono una espressione di amore e di dedizione per voi, che sono un’espressione di carità vicendevole. Ringraziamo il Signore! Io personalmente considero questa, una delle grazie particolari di cui Dio favorisce la nostra Chiesa. Cercate di apprezzarla anche voi e di farla fruttificare nei vostri cuori.
OM 595 Seminario 71