San Silvestro, Sabato 12 ottobre 1968 ore 19, Consacrazione dell’altare
Il nostro incontro avviene attraverso il significato di una celebrazione singolare, una celebrazione che si compie assai raramente, forse una volta, e neppure sempre, quando si edifica una chiesa nuova o si restaura una chiesa antica o quando un altare viene dedicato a Dio nel luogo di un altro altare, ritenuto vecchio. Allora vorrei che voi coglieste, proprio in quest’occasione del nostro primo incontro, il significato della consacrazione dell’altare.
Chissà se voi bambini e bambine, quando sarete grandi vi ricorderete di questo fatto! Chissà se questa sera comprenderete questo fatto! Cercherò di parlare particolarmente a voi perché ricordiate, e perché capiscano tutti.
Che cos’è la consacrazione del altare? La consacrazione dell’altare è un rito con una serie di gesti, di azioni, di parole che hanno un valore simbolico: sono dei simboli, sono un modo di esprimersi, di far capire quello che non vediamo. per esempio la neve è simbolo del candore; il cuore: è simbolo dell’amore. Ecco la portata dei simboli.
Voi bambini verso una persona con il gesto di allargare le braccia, anche senza parole manifestate il bene che volete. Così ha fatto Iddio attraverso tutta la storia sacra. Ha compiuto dei gesti, è intervenuto con avvenimenti, che sono parole cariche di significato.
Così fa la Chiesa continuando lo stile di Dio: parla soprattutto attraverso i simboli, attraverso i gesti simbolici, attraverso parole che non dicono mai, in se stesse, prese così come sono, tutto quello che vogliono significare.
Così fa la liturgia. La liturgia è il linguaggio più espressivo della Chiesa.
Ebbene, questa sera, con questa liturgia, con questa cerimonia della consacrazione dell’altare, che cosa abbiamo voluto esprimere? La Chiesa che cosa ha voluto esprimere? Qui, in mezzo a noi, che cosa è accaduto?
Poiché la parola che dice Dio, poichè la parola che dice la Chiesa nelle sue preghiere in nome di Dio, non è soltanto una parola, non é soltanto un gesto o un simbolo che abbia un significato per la nostra mente, ma è l’espressione di ciò che Iddio compie veramente, allora noi ci domandiamo: che cosa è accaduto questa sera? Questa sera è accaduto che attraverso la celebrazione, abbiamo in mezzo a noi il simbolo più espressivo di Cristo. L’altare è il simbolo di Cristo.
E’ Gesù Cristo l’altare? No. L’altare è una forma visibile di pietra, di marmo, di metallo, ma è simbolo di Gesù Cristo.
Ma è veramente Gesù Cristo? Gesù Cristo è presente attraverso questo simbolo. Gesù Cristo è in mezzo a noi attraverso questa espressione.
Diciamo ancora una cosa difficile. Tutto il linguaggio della Scrittura dice: la Chiesa è nel Cristo, Cristo è la Pietra angolare, Cristo é la Pietra fondamentale.
Cristo è il fondamento della nostra salvezza perché è il fondamento di quel edificio che il Padre vuole costruire ed è il tempio nel suo Spirito, edificato per mezzo di pietre vive che siamo noi.
In quella pietra che cosa abbiamo deposto? Le reliquie dei santi. e le reliquie dei santi le abbiamo cementate nella pietra dell’altare.
Tenete presente miei cari. Ricordatelo voi bambini e bambine che, se quella pietra che racchiude le reliquie dei santi, viene spezzata, l’altare non è più consacrato, l’altare perde la sua consacrazione. Questo è il pensiero difficile. Non importa se, per ora, voi bambini non lo capite. Ma lo dovete ricordare. Lo devono capire i grandi.
Cristo, nel compimento della sua missione, per il motivo per cui è venuto su questa terra, non vuole rimanere solo. Vuole fare un “tutt’uno” con quelli che è venuto a salvare. E noi battezzati, noi cristiani, siamo cristiani se siamo in Gesù Cristo, se viviamo in Gesù Cristo, se viviamo di Gesù Cristo, se formiamo una cosa sola con Lui.
I santi sono santi, non perché facevano penitenza, non perché facevano i miracoli ma perché erano sempre, con tutto il loro cuore, con tutta la loro mente, con tutte le loro forze, uniti nell’amore a Gesù Cristo. E non soltanto uniti nell’amore a Gesù Cristo, ma uniti nell’amore anche con i propri fratelli. Le reliquie dei santi che sono nell’altare, ormai sono racchiuse tutte insieme e questo è il significato: sono tutti insieme perché sono tutti uniti tra di loro nel nome di Gesù Cristo sono tutti uniti tra di loro perché ricevono un’unica vita la cui sorgente è Gesù Cristo, sono uniti tra di loro perché si volevano un grande bene, tutto il bene che è possibile volersi per la forza della grazia di Gesù Cristo.
Vi ho fatto un discorso difficile, ma avete capito, adesso, il significato dell’altare?
L’altare è Gesù Cristo ma Gesù Cristo, il Figlio di Dio nato da Maria, con tutti quelli che credono in Lui. Secondo l’espressione di San Paolo: è Gesù Cristo Capo, con tutte le membra del suo corpo che sono i credenti, i battezzati, i santi e ognuno di noi.
Che cosa è, e come si chiama questo fatto di Cristo che unisce a sé i credenti, che unisce a sé i battezzati?
Che cosa è, e come si chiama questo fatto di Gesù Cristo che diventa il Capo di quel Corpo che siamo noi?
Che cos’è, come si chiama questo fatto di Cristo che vivifica, comunica una vita nuova a quelli che credono in Lui?
Che cosa è e con quale parola lo esprimiamo comunemente? E’ la Chiesa. Gesù Cristo con i cristiani, e i cristiani insieme tra di loro, uniti a Gesù Cristo, sono la Chiesa.
E il Papa? i vescovi? tutti questi preti, e questo edificio, e il battistero, e il confessionale, e l’altare, e la comunione, e la confessione che cosa ci stanno a fare? – Cercate di capire.
La Chiesa non è il papa,
la Chiesa non sono i vescovi,
la Chiesa non sono i ministri sacri,
la Chiesa non è neppure la confessione, il battesimo, l’eucaristia o altro.
Il papa, i Vescovi, i sacerdoti, il battesimo, la confessione, l’eucaristia, sono” mezzi” per edificare la Chiesa,
sono “strumenti” con cui si edifica la Chiesa, con cui si rende presente Gesù Cristo e intorno a Gesù Cristo si raccolgono i credenti, i battezzati
– Che cosa ci sta a fare il papa ? Deve rendere presente Gesù Cristo e deve chiamare, aiutare, stimolare tutte le persone ad essere unite tra di loro, a volendosi bene ed essere unite a Gesù Cristo.
Che cosa ci sta a fare il Vescovo nella Diocesi? La cosa che deve fare il Vescovo è rendere presente Gesù Cristo con l’aiuto del ministero dei suoi sacerdoti, deve fare in modo che la gente, che le persone siano unite tra di loro e siano unite a Gesù Cristo. Il Vescovo non ha altro compito che questo, e quando predica deve tendere a questo: che la gente si voglia bene e voglia bene a Gesù Cristo, che la gente sia unita e sia unita a Gesù Cristo.
E quando celebra all’altare, deve fare in modo che tutti quelli che partecipano alla celebrazione, specialmente quelli che fanno la santa Comunione, siano uniti tra di loro. Guardate che comunione richiede di essere uniti ai propri fratelli prima di accostarsi a Gesù Cristo!
Quando il Vescovo dà delle disposizioni o delle direttive che cosa deve ottenere? Deve cercare di ottenere che la gente vada d’accordo e che sia unita a Gesù Cristo. Questo è il compito dei sacerdoti uniti al Vescovo. Il vescovo con i suoi sacerdoti deve fare quello che ha fatto Gesù Cristo.
Quando Gesù Cristo ci ha uniti a sé e ci ha dato la capacità di volerci bene tra di noi? Quando è morto in croce. Nell’atto più grande del suo amore Gesù Cristo ci unisce a sé e ci dà la capacità di volerci bene. E poi ci dice: “amatevi come io vi ho amato”.
Ecco il grande significato delle cose che abbiamo compiuto insieme questa sera .
Ecco il grande, formidabile compito del Vescovo e dei suoi sacerdoti.
Ecco perché sono tanto lieto che il primo incontro avvenga nella luce e nella comprensione, per quanto a possibile, di quello che abbiamo fatto, di ciò che è accaduto.
Miei cari, sono entrato questa sera, per la prima volta, a S.Silvestro e si può dire che non l’ho visto. Mi hanno detto che ci sono tante case nuove, che molta gente viene ad abitare qui. Allora qualcuno dice che San Silvestro diventerà una grande parrocchia. Forse sarà così, ma quando sarà una grande parrocchia? Quando ci sarà molta gente? Per fare una grande parrocchia ci vuole anche tanta gente. Ma persone che hanno ognuna la propria casetta? Che “ognuna” vada per i fatti suoi? Che “ognuna” faccia i propri interessi? Che “ognuna” pensi a se stessa?
Ci potranno essere migliaia e migliaia di persone ma non ci sarà una grande parrocchia. Non è sufficiente che ci siano tante persone nel vostro paese, non é sufficiente che ci siano tante persone che si dicono cristiani perché si fanno battezzare, perché si fanno cresimare, perché vanno in chiesa a celebrare il matrimonio, perché vanno a confessarsi, perché vanno a fare la comunione. Se tutti questi atti fossero compiuti nel loro vero significato, sì, basterebbe: perché il Battesimo introduce in nostro Signore Gesù Cristo e ci introduce nella comunità dei fedeli, perché la Cresima introduce più profondamente in Cristo e nella comunità dei fedeli, perché la Confessione unisce di nuovo e più strettamente a Cristo e unisce di nuovo e più strettamente ai propri fratelli, perché la Comunione ci unisce tra di noi e ci unisce a Gesù Cristo.
– Ma avviene sempre così? Io mi auguro con tutto il cuore che sia sempre così, perché così si è discepoli di Gesù Cristo, perché così si è cristiani, E si é cristiani perché ci si vuole bene a vicenda nel nome di Gesù Cristo.
OM 150 San Silvestro 68 – Sabato,12 ottobre 1968, ore 19 – Consacrazione dell’altare