Pasqua 1976 in sant’Andrea
Carissimi, la ricchezza della parola di Dio che ci viene offerta nella solennità più grande dell’anno liturgico, la Pasqua, non deve essere un tesoro da ascoltare, ma un tesoro di cui dobbiamo appropriarci per arricchirci. E’ una ricchezza. E’ un dono offerto a noi. Ci sono indicazioni per la nostra vita quotidiana, per la nostra esistenza umana, perché possiamo realizzare, proprio in virtù di questa ricchezza, noi stessi e tutte le possibilità che ci sono in noi, che noi magari ignoriamo accontentandoci di essere giorno per giorno non quello che dovremmo essere ma ciò che le circostanze, le situazioni ci costringono o ci inducono ad accettare.
Abbiamo udito una parola molto esplicita:“Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo é assiso alla destra del Padre”. Cercate le cose di lassù non quelle della terra!
“Se siete risorti con Cristo” < Noi lo siamo “risorti con Cristo” almeno in una certa misura, secondo una certa dimensione. Noi siamo stati battezzati. Dinnanzi a noi c’é un fonte battesimale che questa notte é stato al centro della celebrazione liturgica, che segna per noi il momento sacramentale, cioè il momento in cui nostro Signore Gesù Cristo ci rende partecipi della sua morte e risurrezione. Siamo tutti battezzati, perciò tutti siamo risorti.
Nel giorno del nostro battesimo, in noi é stato posto il germe di resurrezione. Quel germe é appunto la potenza della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo che ci dà tutte le possibilità di risorgere alla vita nuova che scaturisce dalla risurrezione. Noi, nella nostra persona, non siamo rimasti come eravamo il giorno battesimo. Grazie a Dio siamo cresciuti e in qualche modo siamo anche maturati.
Quel germe, come si é sviluppato in noi? Tutti gli anni celebriamo la Pasqua. Tutti gli anni dovremmo celebrare il nostro battesimo per vedere come ha fruttato in noi questo germe di vita nuova. Ogni domenica é Pasqua . Tutte le domeniche noi celebriamo il mistero della Pasqua e dovrebbe essere una occasione, un richiamo per impegnarci a risorgere con nostro Signore Gesù Cristo. Lo facciamo questo?
L’apostolo Paolo, di conseguenza, dice: se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo si trova alla destra dei Dio. Cercare le cose di lassù e non quelle della terra. Che cosa vuole dire? Vuole dire: se siamo inseriti in Cristo noi dobbiamo senz’altro avere Cristo come punto di riferimento, come fondamento della nostra vita,come termine della nostra vita.
Gesù Cristo é Dio,
Gesù Cristo é la realizzazione della vita umana in tutte le sue dimensioni
Gesù Cristo é l’uomo perfetto
Gesù Cristo é Figlio di Dio
Gesù Cristo é Dio come il Padre
Gesù Cristo é la massima espressione del compimento del disegno di Dio per il mondo e gli uomini. Noi siamo chiamati a partecipare a questa pienezza di realizzazione di nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù Cristo- secondo un nostro modo di esprimerci che é sempre umano – non si é realizzato totalmente nel giorno in cui é nato, non si é realizzato tutto nel tempo in cui ha predicato il vangelo e ha compiuto i miracoli, non si é realizzato tutto neppure nella sua morte. Gesù Cristo si é realizzato totalmente, secondo il disegno di Dio e secondo quello che aveva annunziato, nel momento in cui é ritornato al Padre nella pienezza della vita in Dio.
Avete udito quanto é stato appena letto: i discepoli dopo aver trovato il sepolcro vuoto, hanno visto e non hanno creduto. Non avevano capito che Gesù doveva risuscitare dai morti. Non avevano capito che, ciò che Gesù doveva essere pienamrente, non si realizzava su questa terra. E ancora, noi dobbiamo riferirci a nostro Signore Gesù Cristo quando l’apostolo dice: “cercate le cose di lassù non le cose della terra”. Dobbiamo intendere bene questa esortazione. Non é una esortazione moralistica o angelistica nel senso di disinteressarsi di tutte le cose di questo mondo e di questa vita. No! Dobbiamo riferirci alla persona di Gesù risorto.
Noi abbiamo tanti riferimenti nella nostra vita. Abbiamo riferimenti a persone care, a interessi particolari, a luoghi, a ricordi e andiamo avanti riferendoci a qualche cosa o a qualcuno. Se siamo cristiani, se siamo risorti con Cristo, il nostro riferimento fondamentale deve essere la persona di nostro Signore Gesù Cristo risorto. In questo modo noi pensiamo alle cose del cielo. Non al cielo astronomico, ma al cielo della presenza di Dio, al cielo di quella presenza dove sarà compresa anche la nostra vita per sempre, in un modo misterioso ma tanto vero, e dove saremo in comunione con nostro Signore Gesù Cristo e per Gesù Cristo con il Padre.
Pensiamo a questo, noi che celebriamo la Pasqua? –
Avviene questo in noi che siamo stati battezzati nella morte e nella risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo? –
E’ in lui il punto di riferimento dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, delle nostre scelte, delle nostre azioni?
In particolare delle nostre relazioni con l’universo, con il mondo e soprattutto con le persone? –
Le persone, che a loro volta sono riferite a Gesù Cristo – o se vogliamo, Gesù Cristo é riferito anche a loro perché é morto per tutti ed é risuscitato per tutti?
Nella nostra esistenza c’é nostro Signore Gesù Cristo? Si fa presto a dire:-io sono cristiano.– A volte lo diciamo con una certa pretesa. Essere cristiano é una grazia, é un dono, é frutto della misericordia di Dio, del suo amore infinito. Essere cristiani, il vivere questo dono, comporta l’essere riferiti a nostro Signore Gesù Cristo. In questo modo siamo di quelli che cercano le cose di lassù e non quelle della terra. Ripeto, non perché non siamo impegnati qui su questa terra. Proprio perché siamo riferiti a Gesù Cristo, è Gesù Cristo stesso che ci comanda di essere impegnati in tutti i nostri doveri, in tutte le situazioni, per portare in tutte le relazioni di questa terra un impegno di amore.
Gesù Cristo non ci sottrae dagli impegni del mondo, dagli impegni della vita presente. Pensate come si trasfigurano i nostri impegni alla luce del riferimento a nostro Signore Gesù Cristo. Pensate alla sinfonia finale di tutto l’universo, di tutte le vite che sono vissute in questo universo, nel quale anche noi siamo presenti in un modo individuato, in un modo personale!
Come tutto questo, se é riferito a nostro Signore Gesù Cristo, si trasfigura e diventa possibile? L’apostolo Paolo ci rassicura, ed é Parola di Dio, che la potenza che Dio ha dispiegato per fare risorgere il Figlio suo dai morti, la dispiega per ciascuno di noi, dal momento in cui noi ci riferiamo a Gesù Cristo per risorgere con Lui. Noi abbiamo questa grazia. Noi siamo sotto la forza di questa potenza. Noi dobbiamo stare sotto questa forza non per essere schiacciati, ma per essere innalzati, per essere trasformati, per risorgere, per essere più umani.
Ecco miei cari, qualche cosa della ricchezza della celebrazione di questa Pasqua di cui dobbiamo appropriarci per celebrarla veramente, cioè per farla nostra.
OM 633 Pasqua 76