Solferino 23 Novembre 1969 ore 10,30 Santa Cresima
Miei cari, a breve distanza c’incontriamo per la seconda volta. Qui, sono passati appena venti giorni da quando abbiamo consacrato un altare segno della presenza di nostro Signore Gesù Cristo che continua ad operare la nostra salvezza, una consacrazione che è entrata nella storia della vostra comunità parrocchiale e della vostra stessa esistenza.
Questa mattina, durante la celebrazione di questa messa che conclude l’anno liturgico e conclude anche un periodo della storia della liturgia della chiesa, noi compiamo, tutti insieme, un altro atto che riguarda le vostre bambine e i vostri bambini e non riguarda soltanto loro personalmente ma, riguarda anche tutti voi genitori, parenti, e amici, membri della comunità parrocchiale.
In questa visione dei tempi futuri così misteriosa che Gesù Cristo ci pone dinnanzi alla nostra attenzione noi dobbiamo pensare con più impegno – ci fa dire la preghiera della chiesa – con più serietà, con una coscienza più viva al senso della nostra vita, al senso dei nostri giorni, al senso delle nostre azioni.
San Paolo in un brano stupendo della lettera ai Corinti ci esorta a comportarci in maniera degna di Dio e a lui gradita in tutto, producendo ogni frutto di opere buone e crescendo nella conoscenza di Dio, corroborati dalla potenza della sua presenza in mezzo a noi, in modo di giungere a una perfetta capacità di affrontare le difficoltà della vita con longanimità, con animo pienamente disposto, in un atteggiamento di gratitudine verso Dio che ci salva.
Miei cari, il giorno della festività dei santi, noi abbiamo fatto qualche cosa di molto importante che riguarda l’edificio della vostra chiesa. Questa mattina facciamo qualche cosa di molto più importante, perché é la conseguenza della prima e riguarda ognuno di noi: l’edificazione non del tempio materiale, ma l’edificazione della chiesa vera, reale, costituita dalle persone dei credenti. Questa chiesa che cresce nel numero deve crescere soprattutto in qualità.
La chiesa vivente, costituita qui a Solferino, cresce di numero ogni volta che una creatura é portata al fonte battesimale, ma con la cresima, la chiesa qui a Solferino, deve crescere in qualità, in maturità, in perfezione. Difatti queste bambine e questi bambini dopo la cresima non saranno più semplicemente dei cristiani, ma avranno la grazia e la forza di essere perfetti cristiani. Ora, come faccio di solito quando amministro la cresima, non devo parlare a questi bambini, ma a voi genitori, a voi persone adulte e in particolare ai padrini e alle madrine.
Possiamo noi pretendere che questi piccoli siano dei perfetti cristiani senza il nostro aiuto, senza il nostro conforto, senza il nostro impegno educativo di cristiani? Sapete che, nonostante la loro pretesa di essere delle signorine o dei giovincelli, hanno bisogno di voi in tutto e per tutto per crescere, per diventare uomini e donne capaci di affrontare le responsabilità della vita? Hanno bisogno di noi anche in questi tempi di contestazione quando viene a loro la tentazione di rifiutarci.
Se hanno bisogno di noi per crescere in statura, in cultura, in esperienza nel senso di responsabilità in tutti i settori della loro vita, tanto più hanno bisogno di noi per crescere nella fede, per crescere come cristiani secondo le esigenze del sacramento che ricevono questa mattina e che dà loro la possibilità e la grazia per diventare perfetti cristiani. Ma, questa possibilità é come un seme e se non viene coltivato da noi, non porterà i suoi frutti.
Capite, miei cari, allora, come siamo tutti responsabili, dal vescovo, al parroco, ai genitori, ai padrini e madrine, a tutti, perché possano crescere nei loro rapporti la figliolanza verso Dio, perché possano crescere in quella statura di grazia che ricevono da nostro Signore Gesù Cristo, perché possano crescere nella capacità di testimoniare davanti agli altri che credono in Dio, che credono e fanno parte della chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, che sono della chiesa di nostro Signore Gesù Cristo.
Crescere come figli di Dio, che cosa significa principalmente? Rifacciamoci alla nostra esperienza che é sempre valida in questo senso. Noi, ai nostri genitori abbiamo sempre voluto bene, ma altro é il bene che vuole un bambino di cinque anni o 7 o 15 o 20! Perché? Perché questo amore diventa sempre più solido, sempre più serio anche se non si dimostra esteriormente, perché a mano a mano che si cresce negli anni, si scopre che cosa vuole dire “padre”, che cosa vuole dire “madre”. Non si scopre più soltanto la fisionomia esterna della persona.
Anche un bambino di pochi mesi riconosce il papà e la mamma dalle altre persone, ma poi scopre quale impegno, quali fatiche, quali sforzi, quali sacrifici, quali preoccupazioni, quali rinunce importano essere padri seriamente. Lo stesso si dice della madre. I figli crescono nel rispetto e nell’amore verso di lei a mano a mano che scoprono quanto questa creatura ha fatto e fa per loro. Così é nei nostri riguardi con Dio. Noi dobbiamo crescere come figli di Dio scoprendo la paternità del nostro Dio, l’amore del nostro Dio, tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che fa fino al compimento del suo amore che si esprime nel dono e nel sacrificio del suo divino Figlio.
Crescere nella conoscenza delle meraviglie che Dio ha fatto per noi!
Tutto questo le vostre figliole e i vostri figlioli lo devono scoprire da voi, lo debbono vedere nella vostra persona. Non é sufficiente che li mandiate al catechismo e alla messa! Se poi si accorgono che voi, di catechismo, ne sapete meno di loro; se si accorgono che il papà e la mamma con facili scuse non vanno a messa; se si accorgono che quel Dio in cui si dice di credere, a cui si rivolge la nostra preghiera non é la persona che sta al primo posto nella vita, questi bambini, questi ragazzi, questi giovani possono avere l’impressione che il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo vada bene in chiesa, ma non abbia valore poi nella vita: nel modo di comportarsi con gli altri, nel modo di trattare gli interessi, nel modo di impegnarsi nel lavoro. Possono scoprire che c’é una grande frattura, un abisso, un distacco tra ciò si dice con le parole o con qualche gesto religioso da tutto il resto dell’esistenza.
In questo modo, noi non aiutiamo i nostri piccoli a crescere e diventare dei perfetti cristiani. I giovani di oggi non vogliono delle parole ma dei fatti. Sempre é stato così, ma lo é molto di più oggi. Vogliono scoprire qualche cosa di vero nelle nostre persone.
Nei tempi passati i nostri genitori, i papà specialmente, ci dicevano, “é così e basta”. Provate a fare così, oggi! Potete farlo, ma non farete opera di convinzione e di educazione. Quello che dite con le parole lo dovete essere nella pienezza del senso.
Se siete cristiani e andate in chiesa dovete dimostrarlo in tutti i settori della vostra vita. Dovunque: nei vostri discorsi, nel vostro comportamento, nei vostri rapporti, altrimenti il ragazzo, l’adolescente, il giovane di oggi scopre che non “siete veri” e non vi crede più. Posso correggere questa forte espressione e dire: scopre che non siamo veri e non ci crede più. Quindi, vedete quanto é forte, quanto é serio il nostro impegno di rinnovare la nostra persona in senso cristiano, per essere a fianco di questi “tesori” con tutto l’amore e la bontà, ma un amore e una bontà ispirati alla fede per aiutarli a corrispondere alla loro vocazione.
Questa mattina, allora, davanti al Signore, con umiltà, facciamo il nostro esame di coscienza, preghiamo lo Spirito Santo e prendiamo coraggiosamente le nostre decisioni.
Loro riceveranno lo Spirito Santo, oggi, nella pienezza dei suoi doni per essere perfetti cristiani. Noi che lo abbiamo già ricevuto facciamo la commemorazione della nostra cresima, pensiamo che abbiamo i doni dello Spirito Santo come loro li ricevono questa mattina e facciamoli fruttificare nei nostri cuori, nell’intimo della nostra coscienza, in tutta la nostra persona per presentarci a loro come esempi vivi del cristiano vero, del cristiano perfetto.
OM 258 Solferino 69 – 23 Novembre 1969-ore 10,30 S. Cresima