voi dovete avere tutto il rispetto per
il dono del sacerdozio che ci viene dal cielo
Ordinazione sacerdotale di un padre Camilliano di Monopoli
…….la lancia ha trafitto il cuore di Gesù oramai morto in croce. Tutto il sangue diede Gesù per la nostra salvezza. Ogni stilla di umore vitale é stata sparsa perché noi fossimo trasformati dalla potenza della sua morte che distrugge nel lavacro della rigenerazione -il battesimo- i nostri peccati e ci trasforma da figli della carne e del sangue in figli di Dio. Consideriamo la consacrazione del novello sacerdote con il fatto dell’acqua e del sangue usciti dal cuore di nostro Signore Gesù Cristo per la nostra salvezza.
Ecco.
E’ per il privilegio del sacerdote che il sangue e l’acqua versati da nostro Signore Gesù Cristo raggiungono la nostra persona, toccano la nostra coscienza, lavano la nostra anima, trasformano il nostro spirito e ci rendono figli di Dio. Noi siamo davanti al ministero del sacerdote che ci genera e ci fa diventare figli di Dio.
I sacerdoti che abbiamo di fatto qui tra di noi, sono ufficialmente chiamati col nome di “padre”. Di fatto voi dite: “l’abate” che vuole dire padre: padre della sua famiglia pasquale. Qualunque sacerdote dovrebbe essere chiamato padre, ma il linguaggio corrente chiama col nome di padre tutti i religiosi come quelli fanno corona al vescovo questa sera. Questi religiosi che stasera, poiché indossano la cotta o un piviale, appaiono come tutti gli altri sacerdoti, quando li vedete per le nostre strade portano una grande croce rossa sul petto. E’ una divisa fatta dal loro fondatore, san Camillo de Lellis che ha voluto esercitassero un ministero particolare. E’ il ministero di tutti i sacerdoti, ma per loro diventa loro ministero specifico a cui si dedicano di preferenza e che li distingue dagli altri religiosi o chierici regolari. Il loro ministero specifico é: curare, confortare, santificare gli ammalati. Le loro case si aprono preferibilmente per accogliere gli ammalati e anche quando non hanno case proprie per assistere gli ammalati, si dedicano volentieri come cappellani negli ospedali nelle case di cura perché il loro ministero, come dicevo, é principalmente questo.
Tutto noi dobbiamo capire della chiesa santa di Dio.
L’altro ieri ebbi la grazia di consacrare un altro sacerdote a Cisternino e dicevo ai fedeli che erano presenti: – noi sacerdoti dobbiamo dire a voi di essere Cristo, perciò voi dovete vedere in noi il Cristo umile, paziente, mite, debole, un Cristo qualche volta anche sfigurato. Gesù Cristo é stato sfigurato dal peccato! Il crocifisso non é bello. Il crocifisso é la parte di Gesù ridotta dal peccato come un verme calpestato nella polvere. Può darsi che qualche volta noi, o tu, dovrai presenziare così l’amore. Se avete fede, se credete a quello che compie nostro Signore Gesù Cristo per mezzo della sua chiesa, non vi scandalizzerete mai e continuerete a vedere Gesù, ad amare Gesù, perché cercate nostro Signore Gesù Cristo.
Questa sera il novello sacerdote detta un altro pensiero: non é come voi potete vederlo, ma è come noi dobbiamo vedere voi. Perché san Camillo ha voluto che i suoi religiosi si dedicassero alla cura dei corpi malati? Perché negli ammalati san Camillo vedeva nostro Signore Gesù Cristo. Ricordate le parole di Gesù: “Qualunque cosa avrete fatto ad uno di questi miei l’avete fatta a me”? “Ebbi fame e mi deste da mangiare, ero ignudo e mi avete vestito, ero solo e mi avete visitato”…? “Quando Signore abbiamo fatto questo?” Ogni volta che lo avete fatto per uno dei miei piccoli, per uno dei più bisognosi.
Noi sacerdoti dobbiamo avere questo sguardo illuminato della fede e vedere in tutti i battezzati, in tutte le creature di Dio, nostro Signore Gesù Cristo, che é venuto sulla terra per essere uno di noi, che é venuto in mezzo agli uomini per diventare il fratello degli uomini, che é venuto nel mondo perché i figli degli uomini diventino figli di Dio. Allora noi dobbiamo acquistare lo sguardo di Dio, dobbiamo cogliere sempre nel prossimo le membra di nostro Signore Gesù Cristo. Membra magari malate, membra che non attirano nessuna attenzione membra che non hanno alcuna attrattiva, ma che sono le membra preziosissime di nostro Signore Gesù Cristo, che nostro Signore Gesù Cristo vuole salvare e offrire al Padre.
Per questo esiste il nostro ministero. Allora: vedendovi così come creature di Dio giudicandovi così come creature di Dio, guardandovi così come membra di nostro Signore Gesù Cristo, scoprendovi così come le membra dolenti di Gesù crocifisso, ci accostiamo a voi con bontà, con carità, con dolcezza, con delicatezza, con rispetto come ci accostiamo a nostro Signore Gesù Cristo.
La dottrina cattolica accoglie da nostro Signore Gesù Cristo l’istituto del sacerdozio, l’ordine sacro nel presbiterato o nell’episcopato e sa dalla sacra Rivelazione, che il sacerdote é fatto per il corpo eucaristico di Gesù e per il suo corpo mistico. Per il corpo eucaristico, voi intendete molto bene il sacerdote ministro dell’eucaristia. Per il corpo mistico si intendono le membra di nostro Signore Gesù Cristo, che siete voi, che é ogni battezzato.
Il sacerdote ministro della eucaristia non può mai separare il corpo di nostro Signore Gesù Cristo dalle membra. Gesù Cristo non è separato Il corpo che é Cristo, le membra che sono il suo Corpo, formano una cosa sola, formano una sola realtà per la quale é stabilito il sacerdozio. Allora noi sacerdoti che ci apprestiamo al ministero dell’eucaristia nella celebrazione della santa Messa, che ci accostiamo al sacramento dell’eucaristia o nell’adorazione del tabernacolo, con li stessi sentimenti e con lo stesso spirito di fede ci accostiamo a tutti quanti voi. Questa sera io potrei chiedere ad ognuno di voi: Voi ci vedete così? Siamo così? Facciamo così?
Guardate che noi dobbiamo condividere la nostra responsabilità e dobbiamo rendere conto a Dio! Voi siete stati zitti. E’ un atteggiamento di consenso come dire: -siamo contenti che questi sia sacerdote-? Siete qui tutti, buoni buoni, tutti fedeli, tutti legati a lui da conoscenza o da amicizia o da semplice simpatia perché é un sacerdote? Siete qui tutti legati da parentela e vedete tutto bello, tutto luce? Vedete tutto bello e tutto luce anche nel vescovo e nei sacerdoti? Carissimi, la risposta non la dovete dare pubblicamente, ma lealmente, ma sinceramente, ma animati dal desiderio di vedere santi, buoni, esemplari i vostri sacerdoti.
Dovete ricordare che i sacerdoti non piovono dal cielo. Io so che questo giovane confratello ha ancora il papà e la mamma. Tutti noi sacerdoti non veniamo dal cielo. Un papà e una mamma di un sacerdote non diranno mai male di lui.< e se lui diventasse….non lo diventerà…il papà e la mamma lo copriranno sempre con tutto il loro amore. Lo chiameranno, lo esorteranno, lo incoraggeranno, lo aiuteranno ma non faranno altre cose. Non diranno mai male di lui. E perché, ogni vostro sacerdote non lo considerate come un vostro fratello, come un vostro figlio, come uno di voi? E perché non siete altrettanto buoni, per aiutarlo ad essere come lo vuole nostro Signore Gesù Cristo?
Se in noi sacerdoti c’é il dovere: di vedere in ciascheduno di voi le membra del corpo mistico di nostro Signore Gesù Cristo e di usarvi un grande rispetto e di avere una grande delicatezza e di aiutarvi con umiltà fraterna, voi dovete avere un grande rispetto per ciascheduno di noi, voi dovete avere un grande rispetto di questo dono del sacerdozio che ci viene dal cielo: voi dovete avere tutte le delicatezze perché ciascuno di noi sia il ministro del corpo reale di nostro Signore Gesù Cristo che é l’eucaristia, e del corpo mistico di Gesù Cristo che é ciascuno di voi.
OM 69 Camilliano 1967