Giorno dei Morti al Cimitero di Mantova
cari fratelli tutti che siete qui in rappresentanza di tutti quelli che guidate, di tutti quelli che in voi ripongono la fiducia, un luogo come questo ci porta naturalmente a pensieri molto seri, molto impegnati, molto umani e molto cristiani.
In questo luogo di silenzio tutto tace ma non c’è solitudine perché, la solitudine è silenzio anche di sentimenti e di ricordi, invece qui i ricordi si fanno più pungenti, gli affetti più commossi e i sentimenti diventano più vitali e più esigenti nella comunione di tutti quelli le cui spoglie mortali riposano qui o altrove. Possiamo veramente dire che questo è un luogo di comunione degli spiriti alla presenza delle spoglie dei corpi.
In questo luogo è caduta in questo momento la parola del Signore, che parla della sua carne, che parla del suo corpo, che parla del suo sangue e dice una cosa strana, sorprendente, molto carica d’impegno:
dice che chi mangia la sua carne e beve il suo sangue non morirà;
dice che chi mangia la sua carne e beve del suo sangue avrà una vita senza fine;
dice che chi mangia la sua carne e beve del suo sangue sarà risuscitato nel giorno finale.
In questo luogo diventa veramente significativa la nostra fede in Gesù Cristo.
San Paolo con una dialettica che non è propria del pensiero e della mente umana, ma che è pensiero di Dio, dice: “se i morti non risorgono neppure Cristo è risorto”. Noi avremmo detto: se il Cristo è risorto anche i morti risorgeranno. San Paolo vede le cose nelle conseguenze, nei frutti, negli effetti che sono capaci di produrre e dice: se i morti non risorgeranno neppure Cristo è risorto e se Cristo non è risorto vana è la nostra fede.
Dunque, la nostra fede ha consistenza e non è vana, ha un senso e un valore e non è inutile, perché i morti risorgeranno, perché i morti devono trovare la forza della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Se Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo è venuto a portare una vita nuova, se noi ricevendo questa vita attraverso il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, noi siamo nuove creature, e le nuove creature avranno il loro compimento proprio il giorno della risurrezione.
Ma, per giungere alla sua resurrezione Cristo è morto, è disceso nel sepolcro, ha atteso il tempo destinato dal Padre per entrare nella vita nuova definitiva, per entrare nella vita eterna preparata dal Padre.
Così è di quelli con i quali noi siamo in comunione particolarmente in questi giorni. Cosi è di noi, miei cari, se crediamo in Gesù Cristo, se abbiamo il coraggio di credere in Gesù Cristo, se ci abbandoniamo alla forza della sua parola, se crediamo che la parola di Cristo vale di più della parola degli uomini, perché Cristo è il salvatore, è il Signore, è Dio.
Allora nel richiamo della memoria dei nostri cari, nell’intensità dei sentimenti che nascono nel nostro cuore, nella purezza, nella limpidezza degli affetti che si sentono in questo luogo, guardiamo a Gesù Cristo nostra speranza, avvinghiamoci a Gesù Cristo nostro salvatore, abbandoniamoci alla sua parola, fidiamoci di lui per camminare ancora e raggiungere i nostri cari nella risurrezione e nella vita eterna.
OM 160 Morti 68 – Giorno dei Morti al Cimitero di Mantova