San Simone di Gallipoli 29/07/1978 ore 8:30
In quel mondo di persone, in cui ci siamo mossi in questi giorni: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo e la nostra persona e la persona dei nostri fratelli, ve n’è una che Dio ha voluto che fosse l’intermediaria della nostra comunione con lui. Voi avete capito. Si tratta di Maria.
Una vita spirituale, che sia una autentica vita di rapporti, con un Dio personale e con i nostri fratelli, è inconcepibile senza la presenza della Madonna: la presenza della Madonna come modello e la presenza della Madonna nella sua funzione materna nella chiesa.
La Madonna è il modello eccelso, è il membro singolare del corpo mistico di nostro Signore Gesù Cristo. In Lui cogliamo quella che abbiamo definita l’opzione fondamentale, religiosa, per Dio. In Lei, nella Madonna, troviamo il modello della interiorizzazione della vita spirituale, modello di opzione fondamentale. Il racconto del Mistero dell’Annunciazione, che ricorre tante volte nella nostra liturgia, pone Maria non dinanzi ad una problematica, ma dinanzi alla volontà di Dio e, quando questa volontà di Dio le appare chiara, non ha dubbi. La risposta è incondizionata: “ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum”. Questa dedizione totale a tutta la volontà di Dio. Questa dedizione radicale a tutta la volontà di Dio.
Fanno osservare i Padri della Chiesa e i Santi, che hanno meditato su questo mistero: Maria, quando ha pronunciato il suo fiat, lo faceva, non soltanto in piena libertà ma, con piena coscienza, di quello che sarebbe stato il futuro verso cui Ella si apriva con tanta generosità. Maria, certamente, conosceva le scritture. Non importa, non è necessario ricorrere a rivelazioni particolari. Sapeva il significato del figlio dell’uomo, sapeva il significato della vicenda del servo di Javè, sapeva che Colui che sarebbe nato da lei, ad un certo punto, sarebbe stato ridotto a non aver più neppure le sembianze di creatura umana, ma di essere schiacciato come un verme nella polvere.
E Maria accoglie tutto questo, ripeto, in piena libertà e in piena coscienza. Quindi, Maria anticipa i giorni della persecuzione di Gesù nel suo “si”, anticipa i giorni della sua passione, anticipa il momento della sua morte e, a tutto il disegno di Dio, dice “si”.
Ecco Maria che non ci si presenta come un oggetto di devozione. Ci si presenta come una persona viva nella vita della Chiesa, che ci dice quale deve essere líatteggiamento di fondo della nostra esistenza: quella di rimetterci totalmente nelle mani del Signore.
Si vanno cercando vie di perfezione, strade di perfezione. La perfezione è nel piano di Dio, nella volontà di Dio, in ciò che Dio concepisce per ciascheduno di noi, in ciò che ciascheduno di noi conosce e non conosce, soprattutto in ciò che ognuno di noi non conosce. Ora, la fiducia nella sapienza di Dio, nel suo amore e nella sua potenza, deve portare a un atto di abbandono. L’atteggiamento più perfetto della vita cristiana è l’abbandono a tutta la volontà di Dio. Lui sa. Lui vuole la realizzazione di tutto il valore della nostra esistenza. Lui vuole. Guardare a Maria e rimetterci nelle mani del Signore tutti i giorni, tutti i momenti, con la espressione di lei :”ecce fiat mihi secondum verbum tuum”. Questa deve essere la disposizione di fondo della nostra vita spirituale.
Maria, come ci viene presentata dai vangeli, particolarmente da Luca, è la figura della storia della salvezza, che più di tutte ha interiorizzato, i misteri della salvezza. “Conferens omnia haec in corde suo”, è detto più volte per quello che accadeva a Gesù alla presenza di Maria. Tolto l’intervento di Cana, noi non conosciamo altri interventi di Maria nella vita apostolica di Gesù, ma conosciamo questa sua disposizione con cui accompagnava il suo Figlio nello svolgimento della sua vita pubblica.
Maria raccoglieva, tutto, e lo viveva da “di dentro”, e lo viveva nel suo animo, lo viveva nell’intimo del suo cuore. Con quale spirito di fede, con quale spirito di abbandono, di conformità a tutta la volontà di Dio, che si compiva nel suo Figliolo, noi non lo sappiamo. Lo possiamo soltanto adorare perchè è opera di Dio che si rivolge nell’anima della sua creatura prediletta: Maria Santissima.
E’ grande questo mistero in Maria. Ed è significativo che i testi della rivelazione ci abbiano conservato questo aspetto della vita e, se vogliamo, della spiritualità di Maria Santissima. Più volte, in questi giorni di grazia, abbiamo richiamato, la necessità imprescindibile della interiorizzazione della nostra vita cristiana. Dio guarda al cuore, Dio vuole il cuore, e, nella bibbia il cuore è la parte più intima, più preziosa, più attiva, più capacità di impegno che ci sia nella persona umana. Dio guarda a questo punto. E, Dio vuole incontrarsi a questo apice della nostra persona, del nostro essere, per stabilire quel rapporto che vuole stabilire con ognuno di noi. Accanto a Maria, sotto lo sguardo di Maria, rivolgendoci a Maria, si deve seguire l’invito continuo ad entrare dentro, a stare dentro, a conferire tutto nel nostro cuore, a riportare tutto nel nostro cuore, a ritornare nel nostro cuore: “redere ad cor”, “ritornare al cuore.”
Abbiamo detto e ripetiamo, perchè è una situazione troppo vera, i richiami a una vita esterna, sensoriale, si moltiplicano tutti i giorni, in tutti i momenti. Sono lì, immediati, insistenti. Ci distraggono, ci distolgono, ci distaccano da quella che è la sorgente della nostra vita, da quella che è la motivazione profonda della nostra vita e del nostro ministero. Da Maria apprendiamo questa mirabile lezione: “conferes omnia in corde suo”.
Maria, ai piedi della croce, il momento più tragico della sua esistenza, sente scendere delle parole che sono più che un testamento: “mulier ecce filius tuus”. Sono interessanti le considerazioni che fa san Bernardo a questo proposito. Per quanto Maria fosse disposta, preparata, ad accogliere tutta la volontà di Dio, che si manifestava negli eventi della salvezza, nella sua sensibilità indicibile, non può non aver colto il significato – in certo qual senso amaro e dolce – della sostituzione: “ecce filius tuus”. Da quel momento il Figlio suo era tutt’uno: Giovanni e Gesù, Pietro e Gesù, possiamo dire: Giuda e Gesù. E Maria, con il sentimento che ci può essere nella madre che raccoglie il testamento del figlio morente, ci ha accolti tutti nel suo cuore.
Ecco, tutti i cristiani hanno bisogno di trovare, sulla via della loro vita spirituale, un cuore materno.
Questo cuore materno è espresso, eminentemente, nel cuore di Dio ma Dio, nella sua condiscendenza, ha voluto adeguarsi alle nostre esigenze umane. E il cuore materno c’è. E’ il cuore di Maria, che è un cuore aperto dalla parola di Gesù per ognuno di noi. Ma, se di questo ha bisogno il cristiano, tanto più ha bisogno il sacerdote. Il problema del cuore del sacerdote, è un problema serio, è, forse, il problema umano più grave e più serio.
Questo cuore materno è espresso, eminentemente, nel cuore di Dio ma Dio, nella sua condiscendenza, ha voluto adeguarsi alle nostre esigenze umane. E il cuore materno c’è. E’ il cuore di Maria, che è un cuore aperto dalla parola di Gesù per ognuno di noi. Ma, se di questo ha bisogno il cristiano, tanto più ha bisogno il sacerdote. Il problema del cuore del sacerdote, è un problema serio, è, forse, il problema umano più grave e più serio.
Poter appoggiare il proprio cuore nel cuore di una donna che non lo distolga da Gesù ma che lo porti a nostro Signore Gesù Cristo.
Se è indispensabile la devozione a Maria, per parte di ogni battezzato, lo è tanto più per ogni sacerdote. Se vogliamo che nella nostra vita di consacrati a Dio, non c’entri indebitamente la donna, ci deve essere la presenza di Maria. Guardate che queste non sono affermazioni da predica degli esercizi. Sono realtà di alto valore spirituale, cristiano e umano. Il cuore del sacerdote nella solitudine inaridisce, intristisce, si disumanizza. Il cuore del sacerdote, a contatto del cuore di Maria, della sua maternità soprannaturale, si allieta, si apre, si carica di slancio; è circondato di tenerezza, di comprensione, di comprensione, di perdono, di misericordia, di pietà e, soprattutto, di bontà: di grande bontà, di una inesauribile bontà.
Ecco miei cari, riassunti nella devozione alla Madonna, i punti cardine dei quello che è il piano di Dio su di noi, e di quello che è stato il pensiero conduttore di questi giorni.
Si è soliti, al termine degli esercizi spirituali, lasciare un ricordo. Io vi lascio umilmente e fraternamente questo ricordo della Madonna, modello di opzione fondamentale di vita cristiana, la Madonna modello di interioririzzazione di tutto il mistero della vita cristiana, e la maternità soprannaturale di Maria.
Ognuno di noi si senta indicato espressamente ed esplicitamente in quelle parole: “mulier ecce filius tuus”.