Duomo ore 17 liturgia dei defunti
La liturgia di oggi, come quella di ieri, ci apre sulle realtà definitive. Questa sera in particolare ci apre lo sguardo alla nuova Gerusalemme, la sposa che scende da Dio, preparata per il suo matrimonio. Tutto é pronto. Non c’é commiato.Non c’é distacco o dolore perché tutte le cose sono fatte nuove. Dio sarà Padre e noi saremo i figli.
Noi crediamo a questa realtà e oggi la alimentiamo per aumentare la beata speranza della vita eterna. San Paolo dice, se i morti non risorgono, neppure Cristo é risorto. Se Cristo non é risorto é vana la nostra predicazione, é vana la nostra fede e noi saremmo i più infelici di tutte le creature. Cristo é risorto e anche noi risorgeremo. Come siamo sepolti con lui nel mistero della morte, così nel mistero della sua risurrezione, anche noi risorgeremo.
La parabola, l’arco della nostra esistenza é questo passare attraverso la purificazione della morte, che è lo sforzo di fare posto a Dio, quindi di liberarci dal nostro “io” invadente per lasciarci inondare dalla sorgente di vita che sgorga dal cuore di Cristo < e camminare nella speranza e nella gioia, perché lo incontriamo in tutti i momenti della nostra giornata in chi ci conosce e in chi non ci conosce. Se in tutti riconosciamo il Figlio di Dio e tutti tratteremo come nostro Signore Gesù Cristo il Figlio di Dio, concluderemo la nostra esistenza in un impegno continuo ad incontrare nostro Signore Gesù Cristo, a rispettare nostro Signore Gesù Cristo.
La nostra esistenza non é fatta di vicende straordinarie. I santi non sono santi perché hanno fatto i miracoli, ma perché nella loro esistenza hanno scoperto il mistero di Cristo nella sua totalità e si sono messi al su servizio in pienezza di fede, in abbandono assoluto di fiducia e in una apertura estrema allo Spirito di Dio, che diffonde in noi il grande dono dell’amore, che ci spinge a servire Dio soprattutto nei fratelli.
Sono alcune considerazioni ispirate dalla liturgia di questo giorno, che devono essere motivi di illuminazione in questa giornata dell’anno liturgico, che non deve essere giorno di tristezza e di lutto, ma la giornata in cui abbiamo pensato ed alimentato la beata speranza.
OM 700 Morti 1982
Duomo ore 17