Miei cari,
dovete semmai scusare la fragilità della mia memoria ma non mi è mai accaduto di vedere la vasta chiesa di San Barnaba così gremita come questa mattina. Forse sarà il numero elevato dei cresimandi. Fatto sta che c’è molta gente in chiesa.
Essere in chiesa, essere tra queste mura, stare per un po’ di tempo insieme, aspettare più o meno con interesse quello che potrebbe dire il vescovo ma soprattutto che finisca questa celebrazione e così i vostri ragazzi e le vostre ragazze sono cresimate ed è una cosa compiuta!
Io invece cedo alla tentazione, che è poi rispondere al mio dovere, di prendere l’occasione da questo incontro e farvi intendere, se sarò capace brevemente e mi auguro con una certa chiarezza, sulla Parola di Dio che noi celebriamo nel senso della quale, Parola di Dio, noi tutti insieme, cresimiamo questi nostri piccoli fratelli.
Io prendo il cuore di questa Parola di Dio che è stata celebrata da tutti noi, insieme, durante la proclamazione che ne è stata fatta liturgicamente. E mi riferisco a queste parole di San Paolo ‘la nostra patria è nei cieli e di là aspettiamo come Salvatore nostro Signore Gesù Cristo il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso in virtù del potere di sottomettere a sè tutte le cose’.
Questa lettura è stata preceduta da un altro brano dell’Antico Testamento dove Dio fa una promessa ad Abramo e, per dargli un segno che Egli è capace di mantenere le promesse, per dargli una prova che Egli la promessa la manterrà, compie quel prodigio di bruciare quegli animali squartati.
Dio dà delle prove, non ci vuole come dei seguaci ciechi, creduli, irragionevoli che accettano delle parole che danno un senso della nostra vita e cambiano il senso alla nostra vita al punto di stravolgere tutti i piani, tutti i progetti, tutte le indicazioni che ci vengono dalla scienza, dalla civiltà, dal buon senso; che ci vengono, secondo l’espressione del vangelo, dalla nostra natura. Ora, accettare una parola che stravolge questo non è cosa da poco. E poi, accettare questa parola sulla testimonianza di uno, che in ultima analisi, o l’ultimo se volete, quello che dice la parola definitiva è nostro Signore Gesù Cristo, significa rimetterci nelle mani di nostro Signore Gesù Cristo, significa rimetterci nelle mani di un altro. Non è cosa da poco. E’ la cosa più decisiva, più importante e nello stesso tempo più rischiosa che noi possiamo compiere.
Di questa parola, detta da San Paolo, come ho detto a principio, ho detto: la testimonianza ci viene da nostro Signore Gesù Cristo che per darci una anticipazione di quella che sarà la nostra sorte definitiva, la partecipazione al suo stato glorioso tanto bello, tanto attraente, tanto desiderabile che fa dire ai discepoli ‘facciamo qui tre tende’ perchè è bello stare così, è bello essere così.
Gesù ci dà questa anticipazione per darci una testimonianza, per darci una prova. Ma la prova definitiva nostro Signore Gesù Cristo ce la darà dopo che gli uomini, la potenza del mondo espressa in tutte le sue forme, lo avrà annientato, messo a morte e alla morte fra tutte la più umiliante, la morte degli ultimi, degli schiavi, la morte di croce. Egli questa morte la vincerà e apparirà in un modo certo, garantito, sicuro, testimoniata non solo dalle donne (perchè, cosa volete mie care donne, gli uomini stentano ad accettare la vostra testimonianza), ma sarà la testimonianza dei dodici che furono con Gesù dal momento del battesimo proprio fino a quel momento, ci sarà la testimonianza degli altri discepoli che raggiungono il numero di cinquecento, e quando di queste cose parlano gli evangelisti e ne parla in particolare San Paolo alla distanza circa di vent’anni dall’avvenimento, molti erano erano ancora vivi, che potevano contestare la verità di questa trasformazione che era avvenuta nella persona di nostro Signore Gesù Cristo che da morto vive, ma vive una vita che non sarà più tolta, una vita che non sarà più condizionata alle variazioni della vita presente, una vita che sarà definita per la eternità e che non sarà una vita monotona. Sarà vita e la vita è movimento, è dinamismo, è un susseguirsi ininterrotto di rapporti, qui su questa terra, tanto più lo dovrà essere nell’altra vita, in quella vita di cui appunto ci parla nostro Signore Gesù Cristo.
Ebbene, miei cari, ma ve lo dico con l’affetto di un fratello, con l’amore di un padre, ci badiamo a queste cose? Che la nostra patria è nei cieli ? Che di là vediamo il nostro Salvatore Gesù Cristo? Chi ci salva è Gesù Cristo il quale trasfigurerà il nostro misero corpo. Possiamo essere belli, robusti, tutto quello che volete, ma siamo sempre un corpo. Tutti i giorni noi veniamo a sapere una notizia di questo tipo: ma guarda ha lavorato fino a ieri e oggi non parla più, avrà ancora qualche ora di vita, qualche giorno di vita, era ancora giovane nel pieno delle sue energie. Quando questo è per malattia ma poi le altre cose per cui noi e il il nostro corpo è misero perchè soggetto alla caducità della vita presente. Ebbene trasformerà il nostro corpo conformadolo, cioè dandogli la stessa forma, dandogli la stessa sostanza, comunicandogli la partecipazione alla stessa natura del suo corpo glorioso, perchè Gesù ha la forza di sottomettere a sè tutte le cose, perchè Gesù ha la forza, la potenza di compiere queste cose.
E Gesù, il Figlio di Dio, è venuto appunto per compiere queste cose. San Paolo, poco prima, rimprovera quei giusti che si comportano da nemici di Cristo, cioè si comportano come quelli che non credono che Cristo renderà glorioso il nostro corpo, perchè essi hanno come Dio, con una frase concisa che comprende tutta l’estensione del vivere umano, ‘il loro ventre’, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi.
Forse non è mai capitato come ai tempi nostri che c’è gente ci sono credenti che si vantano di cose di cui si dovrebbero vergognare. Queste cose capitano anche nella nostra Mantova con l’assenso, anche scritto – è proprio il colmo – dell’insipienza! Con l’assenso anche scritto di genitori delle classi elementari.
Voi sarete più informati di me. Ma, dunque, abbiamo ancora la capacità di vergognarci di ciò che è contrario alla dignità umana, di ciò che è contrario al rispetto che si deve per tutti gli atti che compie una persona?
Voi direte che il vescovo esagera o che pure che non fa il suo compito. Sapete che nelle nostre classi elementari – spero che sia una sola- ma ci sono almeno venti, trenta genitori impegnati, che al mattino invece delle orazioni, perchè le orazioni non bisogna farle più dire ai bambini da parte degli insegnanti (ma lasciamo da parte queste questioni; se non vogliono farle dire non le facciano dire) ma intonano la canzoncina a quello che il nostro corpo ha bisogno di liberarsi. Così… la canzoncina metodo educativo per allontanare i tabù.
E poi ci sono anche degli altri fatti. Direte: cosa c’entra con questo? Ma, o noi crediamo che questo nostro corpo è destinato ad essere conformato al corpo glorioso di nostro Signore Gesù Cristo per una vita che non si risolve tutta nella soddisfazione dei sensi. Ci vuole anche la legittima soddisfazione dei sensi è naturale, ma non si risolve tutto qui. O noi crediamo al destino della nostra persona e quindi anche del nostro corpo – la scrittura quando parla del nostro corpo – parla di tutta la nostra persona, vuole indicare la nostra persona in concreto, la nostra persona come esiste, come vive.
Ecco, ci credete? Perchè dovete pensare.
C’è tanta confusione nel mondo. Io non dico dove ce ne sia di più e chi siano i più confusionari. Alle volte possiamo essere anche noi preti dei confusionari quando non ci conformiamo a nostro Signore Gesù Cristo e a nostro Signore Gesù Cristo crocifisso, perchè Gesù Cristo crocifisso è prima di crocifisso nella gloria, è prima di entrare nella gloria! Entra nella gloria attraverso la crocifissione.
Beh non divaghiamo. Dicevo: c’è tanta confusione ma possiamo fare anche questa confusione di venire in chiesa in tale circostanze, accanto ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, e voi invece di attendere la gloriosa trasfigurazione, invece di credere che il nostro destino non si consuma su questa terra ma è un destino più bello, è il destino più desiderabile quello che ci prepara nostro Signore Gesù Cristo che ha la potenza di sottomettere tutte le cose, di realizzare tutte le cose. Se qualche volta veniamo in chiesa e poi non facciamo corrispondere la nostra vita a questa opzione, a questa scelta, la scelta di Cristo e non la scelta del ‘ventre’, noi aumentiamo la confusione.
Aumentiamo la confusione nei più deboli, nei più indifesi che sono i vostri figlioli, bambini, ragazzi, giovani e poi ci meravigliamo che i giovani abbiano le idee confuse. Non sappiamo fare le nostre scelte, mettiamo il piede in qualunque scarpa!
Non dite: questa mattina il vescovo è stato duro. No. Dura è la Parola di Dio perchè è una parola ferma, è una parola chiara, è una parola che ci sollecita a fare le nostre scelte, a prendere le nostre risoluzioni, a convertirci, cioè a metterci dalla parte di nostro Signore Gesù Cristo.
Ho detto che la cresima dei vostri figlioli si inserisce nel senso della Parola di Dio. E’ chiaro. Li volete crescere -scusate la espressione che può suonare un po’ indelicata ma io la trovo scritta qui nel libro sacro, ve la ripeto e mi pare di averci dato un significato chiaro- questi vostri figlioli, volete che crescano unicamente per il ventre o per essere un giorno conformati a nostro Signore Gesù Cristo? La cresima ha questo significato: di inserirli in nostro Signore Gesù Cristo attraverso l’inserimento visibile, sperimentabile, quotidiano della convivenza che si svolge in mezzo a voi.
Gesù Cristo parla attraverso la parola che dice il padre a loro, attraverso le parole che dice la madre, attraverso il comportamento del padre e della madre
E’ li la cresima, è lì l’innesto, è li che vengono ‘messi dentro’ ‘resi partecipi’ di una vita che dovrebbe essere cristiana perchè vuole conformarsi a quella di nostro Signore Gesù Cristo.
Basta e scusatemi ma pensateci. Non è il vescovo che vi ha detto queste cose. E’ il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo che dice queste cose. E noi possiamo prendere in giro tutti al mondo ma se prendiamo in giro il Vangelo prendiamo in giro noi stessi. Non è da persone intelligenti e voi invece lo siete.
18B Barnaba