Consiglio Presbiterale
Questo incontro dovrebbe servire prima di tutto a stabilire una migliore intesa tra noi e quindi ad aprire prospettive nuove su ciò che intendiamo fare sia per noi stessi, sia per quelli di cui siamo responsabili in ordine alla salvezza.
Mi permetto di ricordare ancora una volta che siamo tutti chiamati a impegnare la nostra persona e il nostro ministero per la edificazione della Chiesa.
La realtà sostanziale della Chiesa, la sua realtà ultima, quindi il traguardo finale a cui dobbiamo tendere, per quanto è possibile su questa terra, è l’unità di tutti i figli di Dio nella carità. Sia il ministero della Parola, come quello liturgico e sacramentale, come l’azione pastorale, hanno in comune questo scopo ben preciso, ben chiaro. Perciò, tutto quello che favorisce, incrementa, porta avanti l’unità nella carità, prima di tutto tra noi, come segno e fermento di quella unità che poi si edifica tra i nostri fedeli, questo forma concretamente il nostro impegno. Tutto ciò, all’opposto, che in qualsiasi modo dovesse ritardare, frenare, ostacolare questa unità nella carità tra noi e in mezzo ai nostri fedeli, non è in “edificazione” ma a “distruzione”.
Naturalmente – e ciò è più vero oggi che in passato – quando si parla di unità non si vuole intendere uniformità: nel senso che questa distrugge o mortifica sia la personalità dei singoli, sia la libera espressione dell’unica e immutabile vita cristiana.
La difficoltà di raggiungere l’unità nella carità penso sia proprio qui: oltre un motivo di fondo, radicale, che è dato dal nostro egoismo, c’è la personalità di ciascuno che si distingue dalla personalità di ogni altro; e c’è il modo di vedere, di sentire, di esprimersi proprio a ciascuno. Qui nasce una difficoltà vera, psicologica, morale e ascetica, per armonizzare sia le persone, sia quello che le persone vedono, sentono, esprimono e anche fanno.
Per raggiungere questa unità nella carità, oltre il ministero propriamente detto, ci sono degli strumenti. E siamo al discorso delle istituzioni, discorso che va inteso molto bene se non si vogliono commettere errori di impostazione.
Tolto ciò che ha istituito N. S. Gesù Cristo e che quindi non si può mutare, tutto ciò che vi è nella Chiesa può essere soggetto a mutazioni e anzi deve mutare nella misura in cui può divenire uno strumento più idoneo per raggiungere quei fini che ci ha proposto il Signore.
Quindi sono atteggiamenti sbagliati sia una certa idolatria della istituzione presa in se stessa, come d’altra parte una specie di furore distruttivo della istituzione, fino a quando non si ha davanti qualche cosa di chiaro e che si reputa sufficientemente valido, col quale convenga sostituire quello che si è portato avanti fino ad oggi.
Normalmente questo passaggio deve avvenire in una linea di continuità con il passato perché le rotture impediscono la continuazione di quei processi vitali, che sono il fatto più importante, al quale gli strumenti stessi devono servire. Quindi dobbiamo stare attenti e se necessario, difenderci da certi stati d’animo, per cui siamo portati á dire che “la struttura non cambia”, “le cose non cambiano, tutto è fermo” e altre formule analoghe. Ciò che davvero è importante – mi pare – è impegnarci a trovare insieme qualche cosa di più valido, di più efficace.
Ma quando pensiamo in questi termini, cerchiamo pure di non cadere nell’efficientismo, e riflettiamo che la nostra efficienza noi la andiamo a cercare in un settore del tutto singolare, dove i risultati non si vedono da oggi a domani, possono venire dopo non so quanto tempo, anche dopo di noi: perché è la grazia di Dio che deve maturare negli spiriti, cioè convertirci, trasformarci nella mentalità, nel sentire, nel comportamento, in tutta la nostra persona. Questo non può avvenire da un giorno all’altro: avviene nel segreto della coscienza di ciascuno, secondo l’ora della grazia che il Signore non ha voluto rivelare e secondo l’impegno di ciascuno a corrispondere a questa grazia.
Perciò questo per me è il proverbiale discorso della pazienza, che naturalmente non significa inerzia o “disimpegno “, anzi è qualcosa che impegna tutto noi stessi a credere che chi ci salva è il Signore e ad attendere con fiducia operosa la nostra maturazione e quella degli altri. Si può fare un discorso sulla pazienza (e magari essere fraintesi) anche fremendo d’impazienza perché, non dico le cose, ma le persone intorno a noi non cambiano secondo il desiderio della Chiesa secondo la volontà e il ” dettato ” del Concilio. L’ambiente in cui viviamo si muove e si trasforma con rapidità impressionante, ma le persone non si muovono e non si trasformano in senso cristiano con la stessa rapidità. E’ una pazienza molto impaziente, questa.
Capite che ci troviamo sul piano della fede, ma proprio questo ci obbliga a tener conto degli uomini così come sono, delle istituzioni e delle situazioni così come sono. Tutte cose che, per essere viste e giudicate secondo il metro della fede, debbono essere trattate secondo la loro natura: natura di strumenti, di strutture, di istituzioni nelle quali siano più o meno profondamente inserite. Questo preambolo tende a inquadrare alcune trasformazioni delle nostre strutture diocesane, che ho intenzione di proporvi perché le prendiate in esame e poi mi esprimiate personalmente il vostro pensiero.
La proposta di riordinamento della Curia
Incominciamo dalla Curia, perché è la massima istituzione diocesana, e si può avere la sensazione che una volta riordinata la Curia, tutte le altre cose vadano a posto per naturale conseguenza. Ma è solo una sensazione, a cui non credo che corrisponda un vero giudizio. Il progetto che oggi vi si propone non dovrebbe costituire una novità assoluta, in quanto era già stato consegnato ai Vicari foranei perché lo illustrassero in sede di vicariato.
La massima responsabilità, naturalmente, anche nel quadro di questa nuova proposta ricade sulla persona del Vescovo e di chi, a norma del Codice, fa una cosa sola col Vescovo: il Vicario generale.
Come organismi consultivi – uso questo termine anche se restrittivo così come suona – vi è da una parte il Consiglio presbiterale in rappresentanza di tutti i sacerdoti della diocesi, dall’altra il Consiglio pastorale che, quando sarà costituito in forma definitiva, sarà rappresentativo di tutto il popolo di Dio, cioè sacerdoti, religiosi, laici.
Gli uffici di Curia, che dovrebbero essere gli organi esecutivi di ciò che il Consiglio pastorale studia e propone, e di ciò che il Consiglio presbiterale consiglia, propone e approva almeno in forma consultiva, sono divisi in tre sezioni: giuridica, pastorale, amministrativa o economica.
Notate che queste tre sezioni non devono essere compartimenti stagni, ciascuno dei quali procede per proprio conto: sono tre sezioni che trattano ciascuna un proprio complesso specifico di problemi, situazioni, ecc. ma che agiscono d’intesa, in collaborazione e in comunione tra loro, proprio al fine di raggiungere quell’unità che è sempre e in tutto da perseguire.
E’ chiaro mi sembra, quale sia l’ambito di competenza della sezione giuridica: abbraccia tutti gli atti che siano soliti chiamare burocratici e si occupa dell’aspetto propriamente giuridico, legale dei diversi problemi. Anche la sezione amministrativa non dovrebbe fare difficoltà quanto a denominazione e a chiarezza di attribuzioni, sebbene possa fare difficoltà per quell’aspetto che sovente si sente definire a fiscale ».
La sezione pastorale invece rappresenta una novità. Nel prospetto riassuntivo che avete tra mano è posta al centro, con un certo rilievo sulle altre sezioni, perché tutto dev’essere pastorale nella Chiesa, anche gli atti strettamente giuridici come gli atti amministrativi. Tutto deve servire per la pastorale, cioè al fine di ottenere quell’unità di cui si è parlato.
La sezione pastorale ha, come le altre sezioni, un presidente e un consiglio di presidenza. In ciascuno dei consigli delle tre sezioni sono presenti sempre i responsabili delle altre due sezioni. In più la sezione pastorale ha un consiglio generale con funzioni di coordinamento delle varie commissioni che da essa dipendono.
Quali sono i compiti della sezione pastorale ? Io direi (ma si cerchi di intendermi bene): il giorno in cui funzionassero a dovere sia il Consiglio presbiterale, sia il Consiglio pastorale, eventualmente affiancati da commissioni di studio per i diversi settori della vita diocesana, i suoi compiti dovrebbero essere soprattutto esecutivi. Non è detto con questo che chi è alla presidenza delle diverse sezioni, e specialmente chi ha la responsabilità della sezione pastorale non debba egli stesso o proporre o esigere lo studio di determinati problemi; è chiaro che lo devono fare, proprio perché il loro compito esecutivo possa risultare chiaro, efficiente e raggiungere degli scopi veri.
La sezione pastorale dovrà occuparsi, quindi sollecitare, incrementare, orientare il lavoro che fa capo a tutti i ministeri, a cominciare da quello della Parola, quindi curerà l’educazione religiosa, I’azione liturgica, I’azione pastorale specificamente intesa. Io mi limito a pochi accenni, senza fermarmi alla lettera di ciò che trovate scritto sui fogli a vostra disposizione, perché codeste indicazioni sono piuttosto delle esemplificazioni, e domani sarà colui che avrà la responsabilità di tutto il settore a stabilire se sarà necessario questo o quest’altro ufficio, questa o quest’altra commissione. Se siamo in una fase di ricerca e di sperimentazione, non possiamo definire in partenza. Se definiamo subito, possiamo fare delle scelte sbagliate.
Potrebbe impressionare il lungo elenco di amministrazioni che sta sotto la sezione economica, ma si tratta di gestioni che già esistono ed è compito di questa sezione di coordinarle valendosi, quando sia il caso, di persone veramente competenti nella materia.
Ritengo che noi sacerdoti possiamo essere competenti nelle questioni giuridiche perché tutti abbiamo più o meno studiato il diritto; dovremmo essere tutti – e tutti siamo, voglio credere, nell’atteggiamento di essere sempre meglio – preparati e competenti nel settore della pastorale. In campo amministrativo ci potrà essere qualcuno che ha il “bernoccolo” degli affari, ma in genere – riconosciamolo – non siamo dei grandi amministratori: allora qui più che altrove si richiederà la presenza di una o più persone che siano fornite di capacità e competenza specifiche.
Questo, a grandi linee, il progetto. Voi ora siete chiamati a esprimere il vostro parere.
Quindi il Vescovo si è ancora soffermato a leggere e commentare punti particolari delle proposte di riordinamento, ha spiegato le differenze fra le diverse mozioni, ha fornito precisazioni sulla figura giudica del presidente di sezione, ed ha concluso invitando i presenti e tutti i sacerdoti interessati a fargli pervenire le loro risposte entro il giorno 23 Maggio.
Comunicazioni di Mons.Vescovo circa l’esito delle votazioni sulle proposte ai sacerdoti
il 13 Maggio, in S. Orsola
Lo spoglio delle schede è avvenuto nella forma prevista (scrutatori: don Avanzi e don Palamidese), la mattina del giorno 2 Giugno. Lo spostamento dal 23 Maggio, data prestabilita, al 2 Giugno è stato motivato da un senso di larghezza nell’attesa delle risposte e tenuto conto dello sciopero delle Poste. Le buste pervenute fino a quella data erano 249, pari al 76% dei sacerdoti consultati: una percentuale notevole. Sono arrivate dopo lo spoglio soltanto due buste.
I risultati, come da fogli sottoscritti da me e dai due scrutatori, sono i seguenti:
Scheda N. 1: Proposta di un nuovo ordinamento pastorale dei vari uffici e commissioni della Curia diocesana:
143 Approvo
15 Non approvo
82 Approvo juxta modum
Scheda N. 2: Commissione per la distribuzione e il movimento del clero diocesano:
37 Approvo 1° mozione
65 Approvo 2° mozione
97 Approvo 3° mozione
18 Schede bianche
28 Schede nulle
Scheda N. 3: Schema di regolamento per l’attività dei Vicariati foranei:
Approvato all’unanimità, con pochissime osservazioni (vedi sotto )
Scheda N. 4: Richiesta di tre nominativi di sacerdoti tra i quali il Vescovo sceglie chi dirigerà la Sezione Pastorale della Curia: Hanno ottenuto più voti:
Mons. O. Mantovani89 + 10 + 26 totale 125
Don A. Panizza 87 + 5 + 1 totale 93
Don A. Zanca 83 + 10 + 1 totale 94
(I tre numeri riportati danno le somme parziali delle schede che indicavano rispettivamente tre, due o un solo nominativo)
Le osservazioni di coloro che hanno votato juxta modum, le ho schedate e poi ordinate in gruppi a seconda dell’argomento e della convergenza di indicazioni sullo stesso. Vi do lettura della sintesi che ne risulta, senza fermarmi a commentare i singoli gruppi di osservazioni.
Alla scheda N. 1:
La proposta di riordinamento è giudicata macchinosa, burocratica da n. 29;
n. 8 chiedono che in ogni caso ci sia una maggiore rotazione nel personale delle commissioni e degli uffici di Curia;
n. 12 fanno presente che, specialmente i responsabili dei vari settori di attività, dovrebbero avere una specializzazione, o almeno competenza ed esperienza pastorale riconosciute;
n. 18 vorrebbero che tutti i presidenti di sezione o di commissione fossero eletti direttamente dal clero o dal Consiglio presbiterale sentito il parere del clero dei Vicariati;
n. 15 chiedono che il presidente della Sezione pastorale abbia solo potere esecutivo; n. 11 che abbia potestà ordinaria vicaria;
n. 11 domandano di chiarire e delimitare le varie competenze, mentre n. 13 raccomandano spirito di carità, di servizio, di collaborazione e missionario in tutti gli interessati al riordinamento;
n. 13 suggeriscono di procedere con meno fretta nella fase di attuazione; alcuni, pochissimi, chiedono di rendere pubblici i verbali dei lavori dei Consigli.
A questo proposito, voglio precisare il mio pensiero, sul quale spero che possiate essere d’accordo: rendere pubblico l’ordine del giorno e le conclusioni dei lavori dei Consigli e delle Commissioni, è doveroso; rendere pubblici i verbali, no: per i molti inconvenienti e pericoli a cui la cosa si presta, perché ad es. si verrebbe a togliere o limitare la libertà d’espressione dei componenti gli organismi in questione, a soddisfare la vana curiosità di sapere l’andamento di una discussione che può diventare anche molto animata, ad alimentare pettegolezzi, ecc. Quando un membro di questi organismi desidera rendere pubblica la sua posizione, è sufficiente che lo chieda e potrà venire soddisfatto.
Altri ancora chiedono che i laici siano presenti nei diversi settori, che si favorisca l’attività missionaria (la chiesa è di sua natura missionaria; il problema specifico delle missioni, mi pare che in diocesi non sia trascurato); che si dedichi più attenzione all’assistenza religiosa ospedaliera (il problema dovrà essere preso in considerazione); che si attui la corresponsabilità a tutti i livelli (voto già espresso nella mozione conclusiva della settimana pastorale dello scorso anno).
Altri infine chiedono di essere informati sulla situazione dell’Azione Cattolica in diocesi e in rapporto ai nuovi organismi e sulla costituzione del Consiglio pastorale. Anche di questo vi darò conto.
Alla scheda N. 2:
Il numero relativamente alto di schede nulle si spiega col fatto che alcuni hanno approvato o disapprovato tutte tre le mozioni proposte. Meno chiaro è il significato delle 18 schede bianche.
Le non molte osservazioni possono così riassumersi: si chiede da molti che i membri della Commissione comunque formata siano tenuti al segreto; da altri, che alla persona interessata sia data la possibilità di indicare persone di fiducia da consultare- che si tengano in considerazione i rapporti umani tra Commissione e persona interessata; che, oltre questa, siano interpellati la persona « a quo » (parroco o vicario foraneo) e la persona « ad quem » (idem); che sia sempre il Vescovo a presiedere la Commissione o, come altri vogliono, che il Vescovo decida, dopo aver consultato persone adatte, senza Commissione.
Faccio rilevare come ci siano posizioni contrastanti, che si elidono a vicenda. In altri casi invece non sono chiare.
Alla scheda N. 3:
Lo schema sui vicariati; è stato approvato senza osservazioni di rilievo. Tutte si riducono ai diversi pareri sulle facoltà da attribuire al Vicario: per alcuni dovrebbero esser poche, per altri tante e non altre.
Alla scheda N. 4 non ci sono osservazioni.
Tutte le schede, in quanto materiale di una consultazione segreta, sono conservate presso la Segreteria vescovile per eventuali, legittime consultazioni.
I risultati nel loro insieme rispecchiano una situazione nella quale ognuno deve impegnarsi a conoscere meglio persone, situazioni e organismi
Per quanto riguarda l’indicazione di nominativi per la presidenza della Sezione Pastorale, mi sarei atteso una convergenza più alta su una più ristretta rosa di persone: i più votati raggiungono a stento la metà dei voti espressi e poco più di un terzo della totalità dei sacerdoti, e vi è una dispersione su oltre cinquanta nominativi. Penso che questo dipenda da una scarsa conoscenza vicendevole.
Moltissime osservazioni sono pertinenti e saranno tenute nel debito conto.
Alcune sono astratte, almeno nel senso che contengono una negazione e non propongono soluzioni concrete, oppure fanno proposte che non tengono conto della nostra realtà.
Altre sono confuse: non distinguono tra Consigli, Commissioni, Uffici.
A riguardo del Presidente della Sezione Pastorale, alcuni (11) hanno chiesto che sia dotato di potestà ordinaria vicaria.
In proposito chiarisco senza possibilità di equivoci il mio pensiero:
1- per la nostra Diocesi, ritengo necessario che vi sia un solo Vicario generale;
2- il Vicario episcopale ha facoltà settoriali (cfr. Chr. Dom. 27; Eccl. Sanctae 14, par. 2) mentre la Sezione Pastorale riguarda un ambito generale, sia come territorio, sia come persone (sacerdoti, laici, religiosi, religiose), sia come mansione (ministero della Parola, azione liturgica-sacramentale, azione pastorale specifica); quindi non può essere presieduta da un Vicario episcopale.
3- Il Presidente della Sezione Pastorale è il responsabile primo del più importante ufficio della attività diocesana. Proporzionatamente è condizionato, come il Vescovo e il Vicario generale, dagli indirizzi e dalle decisioni dei Consigli e delle Commissioni: se si pretende, e legittimamente, dal Vescovo che assuma le sue responsabilità di fronte alle indicazioni dei Consigli Presbiterale e Pastorale, quando questo sarà in grado di darne, è logico che la stessa cosa avvenga per il Vicario generale e per questo Presidente. Egli ha il diritto-dovere di proporre agli stessi Consigli e alle Commissioni quei problemi di pastorale che, nello svolgimento delle sue mansioni, ritiene che vadano studiati e sui quali è necessario si esprima un parere e un indirizzo collegiale. In questo ambito, ha il compito di promuovere, stimolare, coordinare e dirigere tutta l’attività pastorale.
Nella scelta della persona a cui attribuire questo importante e gravoso compito, mi atterrò alle vostre indicazioni, dopo aver ascoltato gli interessati.
Concludo ribadendo ancora ciò che mi prefiggo di raggiungere attraverso gli strumenti nuovi e vecchi che ho a mia disposizione.
Al primo posto, con fiducia, con pazienza, con costanza, direi con ostinazione, pongo l’unità nella carità dei miei sacerdoti.
Chiunque lavora in questo senso è mio graditissimo collaboratore, e gli debbo tanta riconoscenza.
Intendo naturalmente una unità dinamica, la quale suppone diversità di vedute e di posizioni, ma rettitudine, sincera ricerca della sintesi, volontà di convergenza operativa. E ancora: comprensione, rispetto, mutuo aiuto, amicizia sincera e soprannaturale.
In secondo luogo, intendo promuovere con i mezzi più idonei, che saranno studiati insieme, un effettivo rinnovamento della nostra vita spirituale e della nostra preparazione culturale.
Quanto all’azione pastorale, voglio sperare di poter dare presto quegli indirizzi che matureranno come frutto dell’attività del Consiglio pastorale. Questo però non dispensa nessuno dal tentare quelle esperienze che, d’intesa coi sacerdoti del vostro Vicariato e dopo avermi informato, riterrete valide.
Poi è bene tener presente che gli organismi diocesani non rappresentano la soluzione dei problemi pastorali a qualsiasi livello; sono degli strumenti nelle nostre mani: il loro rinnovamento è a livello strumentale, quello che più conta è il rinnovamento personale. Difendiamoci dalla tentazione di ritenerci dispensati dalla nostra conversione dal momento che abbiamo rinnovato gli strumenti.
Infine dobbiamo sentirci impegnati, io per primo, a non permettere che gli organismi diventino dei diaframmi nei rapporti tra sacerdoti e Vescovo: devono essere dei tramiti. Comunque ogni sacerdote deve essere sicuro che i suoi problemi può sempre trattarli personalmente col Vescovo.
Vi dò ora una breve cronistoria del lungo e faticoso iter che ci ha
portato alla costituzione del Consiglio pastorale, sia pure in forma provvisoria ad experimentum.
Itinerario della preparazione del consiglio pastorale
1. Nei mesi di Marzo-Giugno 1968 si sono tenute tre riunioni della Consulta diocesana dell’apostolato dei laici (con l’invito esteso anche ad alcuni laici non appartenenti ad associazioni) per discutere insieme, in base all’insegnamento del Vaticano II e alla nostra situazione locale, le possibilità e i modi per la istituzione del Consiglio pastorale diocesano.
Alla terza riunione si è concluso di tenere una tre giorni di studio e di preghiera, a cui fossero invitati sacerdoti e laici, possibili futuri membri del Consiglio pastorale, sul tema della Parola di Dio che fa la chiesa e che è da essa testimoniata.
Nel frattempo sia i membri della Consulta diocesana (che hanno risposto per iscritto solo il 70%), sia i membri del Consiglio presbiterale, sono stati consultati per avere una indicazione dei nominativi per la formazione del Consiglio pastorale.
2. Nel mese di Ottobre 1968, presso S. Maria del Gradaro, si è tenuta la tre giorni precedentemente programmata, con la partecipazione sia di laici (appartenenti e non appartenenti ad associazioni cattoliche) sia di sacerdoti.
Si rivelò utile sia per aver permesso una maggiore conoscenza reciproca tra il Vescovo, i sacerdoti e i laici, e tra questi, sia per aver mostrato come non sia da darsi troppo per scontato una concordanza sulle fondamentali idee cristiane che devono ispirare la nostra azione pastorale.
3. Nel mese di Settembre del 1969, presso il Collegio delle Ancelle, fu tenuta una giornata di preghiera e di studio con la partecipazione dei Vicari foranei, di alcuni laici scelti nei diversi vicariati, e di altri sacerdoti.
4. Nell’ultima riunione del Consiglio presbiterale, il Vescovo ha chiesto un ultimo parere ai sacerdoti su i nomi, già precedentemente segnalati, degli eventuali membri del Consiglio pastorale, che sono stati in seguito invitati personalmente dal Vescovo e hanno accettato nella quasi totalità. Al termine di questo mese procederò alla prima convocazione del Consiglio pastorale, e che il Signore ci aiuti.
Situazione della Azione Cattolica in Diocesi
Al 6 Aprile 1970 così risultava la situazione in Diocesi confrontata con l’anno scorso:
Associazioni
Gioventù Femminile
Gioventù Maschile
Donne1969 1970 Differenza
122 85
85 50
152 112
Uomini 142
Fanciulli cattolici108
Itinerario dell’aggiornamento ai nuovi Statuti:
Nei mesi di Marzo-Aprile:
Elezione in tutte le Associazioni parrocchiali del Consiglio, e in seguito, da parte di questo, del presidente (unico), e dei responsabili del settore adulti, del settore giovani, e del movimento ragazzi.
Nel mese di Maggio:
Elezione in tutti i Vicariati di tre rappresentanti degli adulti e di tre rappresentanti dei giovani da proporre all’elezione del Consiglio diocesano.
28 Maggio: Assemblea diocesana, alla quale hanno partecipato il presidente di ogni associazione parrocchiale, un rappresentante dell’associazione, i membri dei centri diocesani, per eleggere il Consiglio Diocesano (due rappresentanti per ogni Vicariato, un adulto e un giovane, due rappresentanti del movimento ragazzi scelti tra dieci rappresentanti dei dieci vicariati, e quattro scelti liberamente da i presenti).
Sabato prossimo, alle ore 18, vi sarà la riunione del Consiglio diocesano per scegliere il Presidente diocesano dell’Azione Cattolica e i quattro vice-presidenti.
Questa è la situazione. Mi pare che il commento possa ridursi a questo: non dobbiamo allarmarci di fronte al calo che registriamo, perché, specialmente negli ultimi mesi, si rilevano sintomi di ripresa. Altre associazioni hanno chiesto di essere rinnovate, quindi riconosciute tra le associazioni diocesane. Semmai il calo dev’ essere uno stimolo per la responsabilità di ciascuno.
In un momento come questo, dobbiamo essere molto attenti a tener vivo il nostro senso di responsabilità. Abbiamo in tutte le parrocchie persone disponibili a questa forma di apostolato che rimane ancora la più sicura e la più efficiente. Sarebbe, per qualsiasi sacerdote, una gravissima responsabilità prendere nei confronti dell’A.C. un atteggiamento di resistenza o anche soltanto di indifferenza.
Dobbiamo essere molto leali: oggi come oggi, non abbiamo qualcosa di meglio con cui sostituire l ‘A.C., abbiamo soltanto qualche cosa con cui affiancarla. Perciò dobbiamo sentire tutto l’impegno che ci è richiesto anche in questo settore.
Grazie per la vostra presenza. Continuiamo a pregare perché lo Spirito del Signore ci conceda quei doni che, da quando ci siamo incontrati, abbiamo sempre chiesto insieme.
ELENCO DEI COMPONENTI IL CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO AD EXPERIMENTUM
A conclusione dell’iter di cui Mons. Vescovo ha dato relazione all’assemblea del clero il giorno 10 giugno scorso, il Consiglio pastorale ad experimentum risulta così composto:
LAICI
Tonino ALDRIGO Operaio – 46037 Formigosa
Antonietta ANGELI Operaia – 46020 Portiolo
Franco AZZALI Insegnante di filosofia 46100 Mantova – tel. 31926
Ida BOZZINI Insegnante di lettere – 46100 Mantova – V.le M. Curtatone, 30 – tel. 23117
Andrea BUZZI Studente universitario
46100 Frassino – Strada Cipata, 64 – tel. 32498
Francesco DONDI Assistente universitario – 46028 Sermide
Gian Maria COLPANI Chimico –
46100 Mantova – Via Dugoni, 3 – tel. 27508
M. Antonietta COLPANI Insegnante elementare – 46100 Mantova – Via Dugoni, 3 – tel. 27508
Michele FIASCONARO Insegnante di filosofia – 46100 Mantova – Via Chiassi, 88 – tel. 24304
Giuseppina FRANZONI Insegnante elementare – 46100 Mantova – Via Verdi, 15 – tel. 33429
Cesare MANTOVANI Sociologo – 46040 Rodigo
Renzo MERLO Perito tecnico – 46100 Mantova – Viale Vesci, 3 – tel. 28152
Mario NICOLINI Notaio – 46100 Mantova – Via P. Amedeo, 41 – tel. 32716
Cesare NOVELLINI Operaio – 46100 Mantova – Via Alfieri, 16 – tel. 33416
Giacomina PANTIGLIONI Insegnante di lettere – 46100 Mantova – Via Strada Nuova, 7 – tel. 29320
Gino PERONI Insegnante di filosofia- 46100 Mantova – Via Sacchi, 10 – tel. 27206
Alba PERONI Insegnante di lettere – 46100 Mantova – Via Sacchi, 10 – tel. 27206
Primo POLI Direttore didattico – 46100 Mantova – Via G. Galilei, 1 – tel. 32491
Giovanni POLTRONIERI Preside – 46100 Mantova – V.le Montegrappa, 11 – tel. 20832
Giuliano SPAGNA Chierico- 46100 Mantova – Seminario – tel. 28451
Franco SILVESTRI Medico farmacista – 46100 Mantova – Via A. Mori, 14 – tel. 32496
Emilia SPINARDI Studentessa universitaria. – 46025 Poggio Rusco – V.le Garibaldi, 3 – tel. 51209
Renzo ZANELLA Operaio – 46040 Castiglione Mantovano
Giampaolo ZAPPAROLI Direttore didattico – 46100 Mantova – Via A. Mori, 32 – tel. 26058
RELIGIOSI
Madre Angioletta PRANDONI Sup. Collegio Redentore – 46100 Mantova – Via G. Romano, 15 – tel. 21482
Madre Agostina ZENTILINI Sup. Gen. Oblate dei Poveri – 46100 Mantova – Via Gradaro – tel. 23375
Padre Ilario PAOLI Cappellano Istituti Ospedalieri « C. Poma » – 46100 Mantova – tel. 22514
Padre Corrado SARTORI Priore dei Carmelitani – 46100 Mantova – Via Mazzini, 42 – tel. 20704
SACERDOTI DIOCESANI
Sac. Antonio BONORA Insegnante di Sacra Scrittura – 46100 Mantova – Seminario Vescovile. – tel. 28451
Sac. Cesare CASATI Vicario cooperatore – 46100 Mantova – V.le Fiume, 8/a – tel. 24487
Sac. Franco CIRESOLA Parroco – 46027 Bardelle
Sac. G. Franco FERRARI Vicario cooperatore – 46032 Castelbelforte
Sac. Roberto FIORINI Assistente ACLI – 46100 Mantova – Via Cavour, 17
Sac. Sergio FRANZINI Parroco – 46013 Canneto s/ Oglio – tel. 70122
Mons. Luigi GIGLIOLI Direttore de « La Cittadella » – 46100 MN – P.za Virgiliana, 55 – tel. 24565
Mons. Osvaldo MANTOVANI Parroco – 46100 Mantova – P.za L. B. Alberti, 15 – tel. 28504
Sac. G. Carlo SIGNORINI Insegnante di filosofia – 46100 Mantova – Seminario Vescov. – tel. 28451
Sac. Giovanni VOLTA Insegnante di dogmatica – 46100 Mantova – Seminario Vescovile. – tel. 28451
Sac. Adriano ZANCA Direttore Spirituale Seminario Maggiore – 46100 Mantova – tel. 28451
Sac. Gino CONTESINI Direttore Uff. Catech. Dioc. – 46100 Mantova – Via Cavour, 24 – tel. 24418
NUOVO CONSIGLIO Dl PRESIDENZA DELL’AZIONE CATTOLICA DIOCESANA
Il giorno 13 giugno, si è riunito il nuovo Consiglio diocesano di A.C. per scegliere, a norma dei nuovi statuti, il nominativo del Presidente diocesano da proporre al Vescovo e per eleggere i quattro vicepresidenti e il segretario diocesano.
La maggioranza ha proposto come Presidente il dott. Primo Poli, a cui il Vescovo successivamente ha conferito l’incarico.
Come vice-presidenti sono risultati eletti:
– Maestro Sergio Cecconi (Cittadella): settore uomini
– Prof.ssa Gianna Casaletti (Suzzara): settore donne
– Stud. Univ. Tullio Favalli (Sacchetta): settore giovani
– Maestra Gabriella Bondavalli (Villagrossa): settore ragazze
– Stud. Univ. Graziella Bonato (Bancole): responsabile ragazzi
– E’ stata eletta come segretaria la Dott.ssa Giacomina Pantiglioni.
Presentazione di Mons. Vescovo al clero delle proposte formulate dal Consiglio Presbiterale circa il riordinamento di alcune strutture diocesane (S. Orsola, 13 Maggio 1970)
ST 328 Diocesi 70
Rivista diocesana n.6- 1970 pag. 205-208 –