delle Divine Persone é il tempo della chiesa
Martina Franca, 1967 – Incontro con i sacerdoti -06 –
Il piano di Dio, il suo proposito, il beneplacito della sua volontà é di unire tutti e tutto in Cristo;
-questo fatto, dell’universo e degli uomini che a mano a mano si ricapitolano in Cristo, costituisce la chiesa;
– é chiaro che la chiesa consiste nel fatto dell’unione di tutti gli uomini tra loro in Cristo;
-perciò il fatto dell’unità della Chiesa é il fatto principale essenziale;
Dice il decreto sull’ecumenismo al numero 2 (Unitatis Redintegratio) “In questo si é dimostrato l’amore di Dio per noi, che l’unigenito Figlio di Dio é stato mandato dal Padre nel mondo affinché, fatto uomo, con la redenzione rigenerasse il genere umano e lo radunasse insieme. Ed Egli, prima di offrirsi vittima immacolata sull’altare della croce, pregò il Padre per i credenti dicendo: “Perché tutti siano una cosa sola, come tu, o Padre, sei in me ed io in te, anch’essi siano uno in noi, così che il mondo creda che tu mi hai mandato, e istituì nella sua chiesa il mirabile sacramento dell’eucaristia, dal quale l’unità della chiesa é significata ed attuata…. ….Innalzato poi sulla croce, il Signore Gesù effuse lo Spirito promesso, per mezzo del quale chiamò e riunì nell’unità della fede, della speranza e della carità il popolo della Nuova Alleanza che é la chiesa… …Lo Spirito Santo che abita nei credenti e tutta riempie e regge la Chiesa, produce quella meravigliosa comunione dei fedeli e tanto intimamente tutti congiunge in Cristo, da essere il principio dell’unità della Chiesa… …Così che la chiesa, unico gregge di Dio… In questo si attua analogicamente la partecipazione della vita di Dio come é in Dio uno in tre persone, nella chiesa, dove molti sono uno solo.
Lumen Gentium n.4 “La chiesa universale si presenta come un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” Il concilio ha proprio questa preoccupazione e si ripromette questo intento di realizzare nel mondo l’unità nella chiesa e l’unità della chiesa. Se lo propone perciò insiste nell’illustrare questo aspetto fondamentale, essenziale della chiesa che é la sua unità, unità da vivere nei credenti e unità da realizzarsi raggiungendo anche quelli che sono lontani o perché separati o perché non ancora entrati nella chiesa. Il concilio ritiene che questo sia un particolare impegno dei tempi odierni perché, mentre il mondo prende coscienza della sua unità economica e lavora in tutti i campi, con delle difficoltà grandissime, per raggiungere questa unità, la chiesa che é sacramento dell’unità del genere umano, la chiesa che é lo strumento della unificazione degli uomini deve, come vessillo spiegato fare risplendere sul suo volto la caratteristica dell’unità”.
Lumen Gentium n. 1 ” Essendo Cristo la luce delle genti, questo santo concilio, adunato nello Spirito Santo, ardentemente desidera con la luce di Lui, splendente sul volto della chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il vangelo ad ogni creatura.
E siccome la chiesa é in Cristo come un sacramento segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la sua natura e la sua missione universale.
Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possa anche conseguire la piena unità in Cristo.”
Quindi il concilio, non soltanto si propone di illustrare il mistero della chiesa, ma vuole andare a fondo a toccare l’intimo della natura della chiesa che é la sua unità, perché ritiene che dallo splendore della unità della chiesa possa venire la salvezza del mondo di oggi, come del resto é sempre stato nel proposito, nell’intenzione di Dio: “Che siano una cosa sola come io e te Padre siamo uno affinché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Il mondo crederà a Gesù Cristo mandato dal Padre quando noi saremo uniti nella carità. “In questo conosceranno che siete miei discepoli perché vi amate gli uni gli altri”.
Vedete, come siamo lontani? Vedete, come si rispetta la ragione profonda del piano di Dio che non vuole salvare ciascuno individualmente senza nessun legame ma ha voluto costituirsi un popolo che lo riconoscesse e lo adorasse? E’ la vita intima di Dio comunicata agli uomini che esige così. E’ la natura di Dio che esige che la natura della chiesa sia così: unita, vincolata, congregata, ricapitolata, incentrata attorno a nostro Signore Gesù Cristo, dinnanzi al Padre, nello Spirito Santo.
Noi diciamo, dottrinalmente, quasi teoricamente che il mistero principale della fede cristiana é l’unità e la trinità di Dio però, che riscontro ha nell’esistenza cristiana questo mistero? Voi, questa mattina avete notato che Dio si rivela per comunicarsi e non si rivela per farsi conoscere. Si rivela per darsi come Lui é, per introdurci in ciò che Egli é nella comunione della sua vita.
Abbiamo ascoltato san Giovanni nella prima lettera (1,1-4)
“Quel che era fin da principio,
quel che abbiamo udito,
quel che abbiamo veduto coi nostri occhi,
quel che abbiamo contemplato e le nostre mani hanno toccato
a riguardo della parola di vita e la Vita si é manifestata,
e noi abbiamo veduto e rendiamo testimonianza e vi annunziamo la Vita eterna
che era presso il Padre e
che si é a noi manifestata,
quel che noi abbiamo visto e udito, lo annunziamo anche a voi,
affinché voi pure siate in comunione con noi.
Ma la nostra comunione é con il Padre e con il suo Figlio, Gesù Cristo.
E noi vi scriviamo queste cose affinché il nostro gaudio sia perfetto”
Il mistero trinitario dove si riscontra nella nostra predicazione, nell’azione del nostro ministero, nella nostra azione liturgica? Dove é reso cosciente? C’é una preoccupazione di introdurlo nella esistenza degli uomini, perché abbiano a vivere di questa comunione che esiste tre il Padre il Figlio e lo Spirito Santo? E’ certo che, se per annunziare il mistero trinitario noi andiamo a prendere i termini della teologia speculativa, ci facciamo poco e non siamo nel mistero trinitario come Dio ci ha rivelato.
Tutta la rivelazione é una rivelazione trinitaria:
E’ il Padre che rivela il Figlio.
E’ il Figlio che rivela il Padre.
Il Padre e il Figlio rivelano lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo ci mette in grado di penetrare, di andare in fondo alla rivelazione del Padre e del Figlio.
Noi diciamo che questo avviene per attribuzione. E’ giusto, perché tutto ciò che Dio opera, lo opera il Padre, lo opera il Figlio, lo opera lo Spirito Santo. E’ vero, ma ogni azione di Dio porta con sé la caratteristica della persona che é impegnata storicamente nello svolgimento di quell’opera.
L’Antico Testamento é tutto orientato verso il Figlio ed é opera del Padre.
Il Padre é “relatio ad”.
Il Padre é Padre perché non é riferito a se stesso;
il Padre è padre perché é riferito al Figlio.
Il Padre quando opera nella storia in mezzo agli uomini non é riferito a se stesso ma al Figlio.
Tutto l’Antico Testamento é riferito a Colui che dovrà venire.
Tutto l’Antico Testamento è teso verso una promessa che dovrà realizzarsi e che, lungo la storia si delinea sempre più dettagliatamente fino a prendere i contorni che corrispondono all’immagine del Figlio di Dio, Gesù Cristo.
Tutte le autentiche Scritture sono gravide della presenza del Figlio e, Gesù Cristo quando entra in scena, orienta tutto verso il Padre perché é Figlio, perché il figlio é “relatio ad”. Il Figlio non é orientato verso se stesso. Il figlio non é per se stesso. Il Figlio é per il Padre, é del Padre, viene dal Padre, ritorna al Padre “Veni in mundum et itero relinquere mundum et vado ad Patrem” Questo é il movimento del Figlio. Questo é il movimento del Nuovo Testamento. Il Nuovo testamento è tutto orientato verso il Padre.
Il Verbo viene, assume un corpo per fare la volontà del Padre “In his quae patris mei sunt opetet me”. Incomincia la predicazione e:
annuncia Dio come Padre,
annuncia Dio come Padre suo,
annuncia Dio come Padre nostro
annuncia che Egli é la strada per andare al Padre “Nessuno viene al Padre se non per me”. E nessuno va al Figlio, se non per mezzo del Padre e se non é attratto dal Padre.
E, quando l’opera che il Figlio ha ricevuto dal Padre é portata a compimento, “consummatum est”, il Figlio ritorna al Padre.
Il Padre e il Figlio si ricongiungono. Intendete bene questa espressione. Il Padre e il Figlio non si sono mai separati ma storicamente, esternamente, nell’azione, nella storia, nelle tappe della storia della salvezza, si ricongiungono. Da questo “esse” del Padre al Figlio e del Figlio al Padre deriva lo Spirito Santo.
Allora viene lo Spirito Santo storicamente. Lo Spirito Santo annunziato dai profeti, che sarebbe stato dato agli uomini per cui i figli e le figlie avrebbero profetato, lo Spirito Santo promesso negli ultimi tempi della vita terrena del Figlio di Dio fatto uomo, sono la rivelazione e una promessa dello Spirito, ma bisogna che il Figlio si ricongiunga con il Padre, perché lo Spirito venga nella storia. E’ necessario che io me ne vada. Vi ho detto queste cose e voi vi rattristate eppure é necessario che io me ne vada, come dire: se non vado, non può venire l’Altro e le cose non sono finite. Dice Gesù Cristo: ci sono ancora molte cose da dire e voi non le capite, voi non siete ancora in grado di intenderle, verrà un Altro. C’é ancora qualche cosa da fare e la farà un Altro.
Scusate questo modo di esprimere. C’é una cosa che ha fatto il Padre. C’é una cosa che ha fatto il Figlio. C’é una cosa che dovrà fare lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo – dovrà introdurre nella verità,
– dovrà diffondere la carità nei curi,
– dovrà renderci capaci di aprirci alla rivelazione, alla comunicazione di Dio,
– dovrà renderci capaci di aprirci tra noi,
– dovrà renderci capaci di annodarci tra noi nel vincolo della perfezione che é la carità.
Questo è il compito dello Spirito Santo.
Quando Gesù Cristo sale in cielo e siede alla destra del Padre, discende lo Spirito Santo e incomincia la missione dello Spirito Santo. Vedete dove si ricompone l’unità? Prendete questa espressione, non dico nel senso giusto ma, così come ci possiamo esprimere. Quando si ricompone l’unità in Dio delle Divine Persone, é il tempo della chiesa. Quest’unità, che si é ricomposta in cielo, e che deve continuare sulla terra – è stata preparata dal Padre, – é stata realizzata dal Figlio “Quando sarò innalzato attirerò tutto a me stesso”, – e sarà continuata, diffusa, portata nello spazio e nel tempo dallo Spirito Santo.
Ecco allora come é presente, attuale, attivo, esistenziale il mistero trinitario, e come é ecclesiale: – termina alla chiesa, – é impegnato nella chiesa, – é operante nella chiesa, – produce la chiesa, – é il modello e la sorgente dell’unità della chiesa. Il supremo modello e il principio di questo mistero dell’unità della chiesa, di Cristo e per mezzo di Cristo, é l’unità nella Trinità delle Persone di un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Cari amici, io mi permetto di dire molto semplicemente, molto modestamente, molto umilmente, – essere umili non é cosa semplice!- Quand’é che abbiamo pensato a queste cose? quanto ci sono famigliari queste cose? quand’é che le abbiamo predicate?
Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo sono gli attori della salvezza. L’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, é il nucleo vitale della nostra unità. E’ perché siamo in rapporti di vita con il Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo, che noi siamo cristiani, che noi siamo chiesa.
Questi sono gli orizzonti. Questo é l’ambito della vita cristiana e solo in questo ambito e secondo questi orizzonti, la vita cristiana é possibile. Non é possibile la vita cristiana senza questo modello di unità e senza la sorgente di questo modello, che é l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Queste non sono delle teorie, non sono dei concetti ma sono la verità. La verità é un fatto, é una storia, é un avvenimento, é una comunione, é la nostra comunione con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo. La nostra comunione é un fatto che avviene tra noi, ma che ha la sua sorgente e il suo termine nella comunione di vita a cui partecipiamo. Questo é grande. Questo è bello.
Ricordate certi concetti della vita eterna? Certe discussioni a base di angeli, fiorellini, pane d’oro, latte e miele? La vita eterna é la comunione di vita col Padre col Figlio e lo Spirito Santo! La nostra vita sarà una comunione di vita perciò: qui, deve esserci un’unione tra noi, qui deve esserci un annodare vincoli tra noi, perché ci possiamo trovare in quella comunità che vuole il Padre il Figlio lo Spirito Santo, perché si riconosca l’opera usa. Allora il mondo crederà.
Questi fatti con queste idee ritorneranno nelle nostre situazioni per vedere come siamo lontani? Ma, siamo lontani perché queste mete non le scopriamo, perché queste mete non le proponiamo, perché queste mete non le annunziamo nella giusta natura. Non dovrebbe essere uno sforzo della nostra volontà l’andare d’accordo, sapendo che le divine Persone sono unite al punto di essere un solo Dio e si sono stabilite in mezzo a noi per parteciparci quell’amore. Noi saremo una cosa sola per la partecipazione all’amore di Dio, per la partecipazione a quell’energia di amore soprannaturale che ci vincola gli uni gli altri come vincola eternamente il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, modello e sorgente di unità.
Consideriamo la nostra predicazione moralistica o moraleggiante che riguarda solo il modello da imitate. E’ importantissimo e decisiva la sorgente cui attingere forza per imitare. Non basta proporre dei modelli. Bisogna scoprire quali sono le sorgenti di energia per giungere a questi modelli. La Trinità santissima é il modello. Altro che Sant’Antonio o santa Rita! Il Padre il Figlio e lo Spirito Santo sono il modello!
Vi lascio in questi pensieri.
Lasciate entrare questi pensieri.
Lasciate che entrino queste Persone.
Lasciamo che c’illuminino nel senso della loro vita e umilmente disponiamoci ad accogliere quella comunione alla quale tutti indistintamente siamo chiamati, alla quale dobbiamo chiamare tutti i nostri fratelli.
OM 93 Martina Franca_06 1967