Riese 3 Settembre 1968 per il giorno di S.Pio X
Carissimi,
noi vescovi, noi sacerdoti siamo chiamati molte volte, nell’esercizio del nostro ministero, ad entrare in realtà infinitamente superiori alla pochezza della nostra persona. Ci sono delle circostanze nelle quali il nostro spirito – il mio spirito questa mattina – é veramente immerso in cose che vanno oltre la possibilità di essere espresse con parole.
Da ragazzo quando sentivo parlare di Pio X, – conseguentemente di Riese – ;da sacerdote quando ne leggevo con avidità e interesse e ammirazione la vita; da vescovo quando – non é neppure un anno- mi é toccato di entrare nell’episcopio di Mantova, a questa mattina venendo qui, nonostante il contrasto che crea un viaggio per strade molto frequentate e sulle autostrade, sempre sono stato conquistato, profondamente turbato dalla presenza, dallo spirito di un santo come Pio X!
San Pio X sommo pontefice ha tradotto nella sua esistenza quotidiana la domanda insistente che Gesù ha rivolto a Pietro, che noi abbiamo ascoltato poco fa e che rivolge a ogni successore di Pietro e ad ognuno cui vuole affidare la cura del suo gregge: “mi ami tu? mi vuoi più bene di quanto me ne vogliono tutti gli altri?” Pietro compunto, mortificato, ma fiducioso ha buttato fuori la sua risposta: sì Signore, sì Signore tu lo sai che ti amo.
Miei cari, se vogliamo accostare convenientemente San Pio X dobbiamo vederlo, in questo interrogativo di Gesù e in questa risposta umile, confusa, mortificata ma fiduciosa di Pietro: sì Signore ti amo, sì Signore tu lo sai che ti amo.
Questa mattina nel tragitto dalla casa di Pio X alla canonica, quel chierichetto che inciampava nella sua veste poteva evocare l’immagine di un altro bambino che da quella casa, sollecito veniva in questa chiesa perché nel suo spirito, nella sua anima, nella sua intelligenza, nel suo cuore già si faceva sentire l’interrogativo: “Mi ami tu?” Mi ami più dei tuoi compagni, più di tutti i tuoi compaesani?
Questo bambino diventato ragazzo metterà la talare perché entrerà in seminario, e sarà sempre accompagnato dalla domanda insistente e tormentosa: “Mi ami tu?” Quando ha celebrato la sua Messa solenne nella sua chiesa, quale dialogo può esserci stato tra lui e il suo Dio se non il ripetersi della stessa domanda? Quando gli è stato affidato un gregge da guidare nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, quando le responsabilità sono diventate più gradi nella chiesa universale di nostro Signore Gesù Cristo l’interrogativo è sempre lo stesso e la riposta. Dovremmo comprenderla bene, tutti insieme, illuminati dalla luce della grazia dello Spirito Santo.
La santità consiste nel dare una risposta alla domanda di Dio, alla richiesta di nostro Signore Gesù Cristo. San Pio X ha risposto: “Sì Signore ti amo” Che cosa é significato per Pietro,”ti amo”?. Certamente è significato tutto quello che segue all’avere capito d’essere amato da nostro Signore Gesù Cristo, d’essere stato prescelto da Lui. Quando poi verrà lo Spirito Santo e la sua intelligenza si aprirà a tutta la verità, – comprenderà la portata della domanda di nostro Signore Gesù Cristo, – comprenderà l’amore di nostro Signore Gesù Cristo, – comprenderà che l’amore di nostro Signore Gesù Cristo é nel dono che egli ha fatto di se stesso morendo in croce per tutti e per ognuno, – comprenderà che Gesù Cristo lo ha amato fino al punto di morire per lui.
Il nostro santo e concittadino durante tutta la sua vita ha capito l’amore di nostro Signore Gesù Cristo per l’uomo. a capito che era amato da nostro Signore Gesù Cristo. La tenerezza e l’amore del padre e della madre erano grandi; i sacrifici che facevano per lui erano enormi; il bene che gli volevano le persone era grande ma egli seguiva Uno che lo amava più della madre e del padre e di qualunque persona che può avergli voluto bene in questa vita. E ha capito tutti i doni dell’amore di nostro Signore Gesù Cristo: il dono della parola del vangelo che Gesù Cristo portava alla sua anima e al mondo il dono della vita nuova che Gesù Cristo portava a lui e a tutti i suoi fratelli che per questo diventavano figli di Dio; il dono della sua carità, della dedizione di se stesso che egli portava per la salvezza sua e di tutto il mondo.
Questo ha compreso ed ha risposto “sì” e della fedeltà all’amore ha voluto farne il tesoro della sua esistenza. Allora non ci meravigliamo più che il santo Giuseppe Sarto, ragazzo, seminarista, sacerdote, vescovo e papa non abbia amato i beni di questo mondo, non si sia attaccato alle ricchezze, non abbia cercato onori. Allora comprendiamo perché condotto una vita umile, nascosta, schiva da tutte le manifestazione in cui avrebbe potuto comparire o mettere in vista la sua persona; Allora comprendiamo come egli abbia rifuggito da tutto quello che poteva presentare il mondo, a lui sacerdote intelligente e “avviato” , come oggi si direbbe.
Ha amato la povertà perché nel suo cuore non vi era posto che per nostro Signore Gesù Cristo; ha amato l’umiltà e il nascondimento perché nel suo cuore non c’era posto per se stesso; ha amato la mortificazione e la penitenza perché nel suo cuore non c’era posto per le gioie del mondo: le sue gioie, le grandi gioie dello spirito sono quelle della sicurezza di essere amato da nostro Signore Gesù Cristo.
Ma questo nostro compaesano e concittadino, questo nostro santo e protettore cui si rivolge oggi il pensiero e la devozione di tutto il mondo, come è arrivato a tutto questo? – Ha scoperto nostro Signore Gesù Cristo e il suo amore nello studio del catechismo, nell’approfondimento del vangelo, nella meditazione della parola di Dio. – Ha scoperto l’amore di nostro Signore Gesù Cristo e vi ha preso contatto personale nel sacramento eucaristico, nel tabernacolo, nella comunione. – Ha scoperto nostro Signore Gesù Cristo nei propri fratelli specialmente i più poveri, gli umili i misconosciuti dai propri simili. – Ha scoperto nostro Signore Gesù Cristo: nella parola di Dio, nella grazia che ha il suo centro nel sacramento eucaristico, nelle creazione di Dio, nei figli di Dio: in tutte le creature di Dio.
Allora si é nutrito della parola del Signore e ha voluto che quanti dipendevano dalla sua attività pastorale prima di tutto, si accostassero alla sorgente divina della parola del Signore: il catechismo, le scritture, la sacra bibbia, il vangelo. Lo studio e la meditazione della parola del Signore, l’ha proposta ai suoi sacerdoti, a tutti i sacerdoti del mondo come primo motivo del loro zelo per la chiesa universale. Ha proposto a tutti i fedeli il mistero eucaristico.
Dire San Pio X e dire Eucarestia é una coincidenza necessaria. E ha voluto che anche i bambini venissero a contatto con nostro Signore Gesù Cristo nella Eucarestia. E voleva che la comunione si facesse di frequente e che si comprendesse il significato della comunione. – Questo per attingere la forza, – questo per attingere la sicurezza che viene dall’amore di nostro Signore Gesù Cristo per noi, – questo per diventare a nostra volta capaci di amare nostro Signore Gesù Cristo e i nostri fratelli.
E l’amore per i fratelli? Qualcuno può dubitare che San Pio X sia stato un papa che non abbia affrontato le situazioni sociali? Oh come le ha affrontate nella sua esistenza, nella sua persona, nella sua vita perché egli ha capito il dramma dei poveri, il disagio di chi dipende dagli altri. E ha portato il soffio della carità di nostro Signore Gesù Cristo che impone rispetto per i più piccoli, che impone riguardo, giustizia, capacità di sacrificarsi per gli altri! E’ arrivato al punto, come nostro Signore Gesù Cristo, di testimoniare il suo amore alla vigilia del grande sconvolgente avvenimento della guerra mondiale che pochi di noi ormai ricordano come una esperienza vissuta. Egli offriva la sua esistenza per scongiurare quel flagello per l’Europa e il mondo intero.
Ecco qualche cosa del significato della santità di Pio X:
– ha scoperto l’amore di nostro Signore Gesù Cristo,
– ha inteso la sua vocazione ad amare nostro Signore Gesù Cristo;
– ha posto l’amore per nostro Signore Gesù Cristo come primo motivo della sua esistenza;
– ha attinto l’amore a nostro Signore Gesù Cristo alla parola di Dio, alla Eucaristia, nei rapporti coi propri fratelli. Ci dice una parola tutto questo? E’ la stessa parola di nostro Signore Gesù Cristo che rivolge a noi nella chiesa, in questa assemblea di oggi.
Qual è il nostro impegno di battezzati?
Amare il Signore e amare i nostri fratelli. Come possiamo fare? Sull’esempio dei santi scopriamo i motivi del vangelo, non diminuiamo l’interesse per lo studio del catechismo per l’istruzione religiosa e per la meditazione della parola di Dio. Tutto oggi progredisce. Proporzionatamente deve progredire la chiarezza delle convinzioni della nostra vita religiosa.
Quando Pio X ai suoi tempi diceva che le sorgenti del cristianesimo autentico si trovano nelle celebrazioni liturgiche, di quanto anticipava il concilio vaticano secondo! Allora: frequentare il mistero eucaristico con quella pienezza di coscienza che abbiamo oggi dopo il concilio, partecipando alle assemblee liturgiche in modo attivo! Allora: partecipare alla celebrazione del sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo e cibarci del pane e del vino che ci vengono dall’altare, per ricevere le energie e la capacità di mettere il Signore al di sopra di tutte le cose, di amarlo con tutto il nostro cuore e di amare i nostri fratelli come egli ci ha amati! Gesù nel misero eucaristico é nell’atto di donarsi a ciascuno di noi e a tutti gli uomini e se noi andiamo a lui dobbiamo entrare nelle sue stesse disposizioni di voler bene agli altri.
Oggi, nel mondo, di che cosa c’è bisogno? Il pane e la casa ci sono. C’è molto più benessere che nei tempi passati, ma in proporzione c’è più amore di prima? C’è più bontà di prima? Le intelligenze sono diventate più colte? I cuori sono diventati più sensibili, più generosi? Siamo diventati più altruisti, più capaci di donare qualche cosa di noi stessi per amore dei nostri fratelli? Queste sono le domande che devono entrare nel nostro spirito. Queste sono le domande che il vostro e nostro Pio X fa risuonare nelle nostre coscienze, questa mattina, per misurare l’intensità della nostra devozione per lui.
Lasciate che dica grazie al Signore che mi ha fatto venire qui a prendere questo contatto vivo con il nostro San Pio X. Grazie al vostro pastore che mi onora di tanta benevolenza e di una vera santa amicizia. Grazie al vostro arciprete che mi ha invitato.
Continuiamo a pregare insieme in unione di spirito con San Pio X.
OM 138 Riese 68 – Riese 3 Settembre 1968