Duomo di Mantova 29 giugno 1970 ss Pietro e Paolo
Mons. Carlo Ferrari -apertura del concilio
Miei cari, avete avvertito che con la nostra celebrazione vogliamo fare memoria del martirio di Pietro e di Paolo. La chiesa non disgiunge questi due apostoli. Se onora in Pietro il capo del collegio apostolico, onora in Paolo, tutti gli apostoli cui Pietro presiede, di cui Pietro diventa per volontà di Gesù Cristo, il centro e in un certo qual senso il fondamento.
La chiesa vuole che noi teniamo presente, il mandato apostolico che Gesù Cristo ha dato a Pietro in un modo singolare, e universalmente a tutti gli apostoli. Questa é una verità sempre viva nella tradizione e nella liturgia della chiesa la quale,non ha mai onorato in un modo del tutto distinto questi due apostoli del Signore. Noi dobbiamo, in questo, cercare di intendere il pensiero di nostro Signore Gesù Cristo, la sua volontà e le conseguenze che derivano per noi.
La volontà di nostro Signore Gesù Cristo é esplicita e chiara nelle parole riportate dall’evangelista Matteo che abbiamo appena terminato di ascoltare: ” Felice tu Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”.
Che cosa ha rivelato a Pietro, il Padre che sta nei cieli? Ha rivelato che Gesù, il Cristo, é il figlio del Dio vivente. Che cosa risponde Gesù a Pietro, di conseguenza? Tu dici a me che sono il Figlio di Dio e io dico a te: tu sei pietra e su questa pietra edifico la mia chiesa”.
“Dico a te”: pensiamo che queste sono parole del Figlio di Dio. Pensiamo che queste parole sono una dichiarazione della volontà del Figlio di Dio, che si lega al destino di tutta l’umanità: alla nostra salvezza.
“Dico a te”: tu sei Pietro” Notate che Pietro si chiamava Simone, figlio di Giona. Gesù gli cambia il nome. Noi siamo abituati a dire Pietro, ma il testo dice, “Tu sei pietra e su questa pietra io edificherò la mia chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno e tutto quello che avrai legato sulla terra sarà legato in cielo e tutto quello che avrai sciolto sulla terra sarà sciolto in cielo.
Questo passo del vangelo dobbiamo collegarlo all’altro passo dove le stesse parole “legare” e “sciogliere”, hanno la stessa potestà di perdonare e di condannare, perciò in un certo qual modo, nel nome di Dio é dato a tutti gli apostoli, insieme a Pietro, la stessa potestà.
“Tu sei pietra”. E’ su questa pietra che è la tua persona, è su questa pietra che è la tua persona nella realtà nuova nella quale vieni a trovarti per il fatto che ti ho cambiato il nome, per il fatto che hai qualche cosa di nuovo che non avevi quando eri Simone figlio di Giona, è su questa pietra, che sei tu, che é la tua persona trasformata da me, costituita da me in questa funzione, in questo compito, in questo ufficio, che io “edificherò la mia chiesa”
Mai come in questo tempo si é parlato di chiesa, ma non é detto che sia inteso pienamente il significato di questa realtà che sta tanto a cuore a nostro Signore Gesù Cristo.
Nostro Signore Gesù Cristo vuole costituire la chiesa di Dio, in altre parole, vuole costituire il nuovo popolo di Dio e con un’altra espressione vuole costruire la famiglia dei figli di Dio.
Su Pietro, Gesù ci dice che é costituita la chiesa.
Su Pietro, Gesù afferma che é costituito il nuovo popolo di Dio.
Su Pietro, Gesù assicura che é costituita la famiglia dei figli di Dio.
In che senso?
Tante volte avete sentito affermare che la chiesa porta dentro di sé delle realtà soprannaturali, invisibili, divine. Di fatto, si costituisce quando due o più persone sono unite nel nome di nostro Signore Gesù Cristo. La chiesa é un fatto di unità di persone che stano insieme: perché accettano insieme: di essere i membri del popolo di Dio, perché accettano insieme: di stare come le membra di un solo corpo, perché accettano insieme: di stare come pietre di un unico edificio, perché accettano insieme: di volere bene al Padre che sta nei cieli, e tutti, e ciascheduno, di volere bene ai propri fratelli.
La chiesa si identifica con il fatto della sua unità. Poiché la chiesa é una realtà misteriosa che porta in sé delle realtà divine, la chiesa si identifica con il mistero della unità. Perché ci sia questa unità bisogna che ci sia il fondamento della unità, bisogna che ci sia un centro di unità e un principio di unità. E’ certo che questo fondamento di unità, che questo principio di unità é nostro Signore Gesù Cristo, ma Gesù Cristo ha voluto che ogni realtà della nostra fede non fosse qualche cosa che non si vede e che dobbiamo accettare. Gesù Cristo ha voluto che ogni realtà spirituale, soprannaturale e divina fosse rivestita da elementi sensibili, visibili, constatabili, intorno ai quali possiamo raccoglierci e attraverso i quali scoprire le realtà nascoste.
Pietro é la pietra su cui Cristo edifica la sua chiesa principalmente in quanto l’apostolo Pietro e i suoi successori sono il principio e il fondamento della unità della chiesa. Non c’é chiesa dove non c’é unità. Non c’é Chiesa dove non c’é lo sforzo di “convenire in unum”. Non c’é chiesa dove, chi crede, non vuole bene ai propri fratelli. Non c’é chiesa dove non c’é la comunione della carità, dove non c’è “un’anima sola e un cuore solo”
Tutti noi, che siamo le membra disperse del popolo di Dio, dove troviamo il nostro centro, il punto di riferimento verso cui rivolgerci per realizzare la nostra unità? La nostra unità nella fede, la nostra unità nell’amore? Dobbiamo rivolgerci all’espressione concreta del fondamento della chiesa che é Pietro e conseguentemente i successori di Pietro. Ecco la funzione del papa: essere il principio e il fondamento dell’unità della nostra fede. Soltanto quelli che credono, nel nome di nostro Signore Gesù Cristo hanno la garanzia di vedere Gesù in mezzo a loro. Ma chi ha la garanzia di credere nel nome di nostro Signore Gesù Cristo, se non é in comunione di fede con colui che é il principio visibile, cioè il papa?
Tutti, oggi, vogliono costruire la comunità. Tutti vogliono fare comunione, ma la comunione deve avere un centro, deve avere un punto coagulante. Questo centro – ripeto – é nostro Signore Gesù Cristo, ma Gesù Cristo non lo tocchiamo con le mani e non lo vediamo con gli occhi. Gesù Cristo vuole essere visibile in colui che ha costituito capo visibile della sua chiesa. Allora, noi siamo certi di convenire nell’unità, di essere nella comunione di nostro Signore Gesù Cristo, di essere la chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, se siamo in comunione con il papa.
Tutto quello che si legge, si ascolta, che avviene, a volte può turbare. Chi rivolgendosi al centro della chiesa, guarda a colui che succede a Pietro, il vicario di nostro Signore Gesù Cristo, e fa il nome di Pacelli, di Roncalli, di Montini eccetera é ancora indietro. Non é ancora al punto della decisione di nostro Signore Gesù Cristo. Guarda semplicemente a Simone figlio di Giona, e, sappiamo chi era Simone figlio di Giona. Bisogna fare un passo avanti, a quando interviene nostro Signore Gesù Cristo a dichiarare” tu sei pietra e su questa pietra edificherò la mia chiesa”.
Per adeguarci a questo passo compiuto da nostro Signore Gesù Cristo che trasforma Simone di Giona in pietra fondamento della chiesa, non bastano la carne e il sangue, non basta ciò che suggeriscono i ragionamenti, le considerazioni, le ideologie, l’opinione degli altri, o ciò che ci dicono, attraverso i mezzi di comunicazione sociale, coloro che hanno la possibilità di dire una parola al mondo. No.
Un’altra parola dobbiamo ascoltare: ” Felice tu Simone, figlio di Giona perché non la carne e il sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio celeste che sta nei cieli”.
Noi per accogliere questo principio e fondamento dell’unità della vita della chiesa abbiamo bisogno non tanto di ragionamenti, di convinzioni umane, di testimonianze esteriori, quanto del Padre che ce lo dica e dello Spirito che ci ripeta le parole del Signore. Noi abbiamo bisogno di essere mossi e di essere guidati e portati fino alle ultime conseguenze dalla fede.
Il papa nella chiesa, il successore di Pietro nella chiesa é una realtà che appartiene ad un ordine che non é quello del mondo, ma é quello della istituzione di nostro Signore Gesù Cristo. Il papa nella chiesa appartiene all’ordine della incarnazione del Figlio di Dio e, come nessuno può accogliere Gesù Cristo Figlio di Dio se non ha la fede, così nessuno può accogliere il papa come principio e fondamento di unità della fede, di unità della comunione, se non é guidato dalla fede.
Ecco come siamo impegnati oggi. Non semplicemente a pregare gli apostoli Pietro e Paolo, a guardare con considerazioni umane quelli che hanno la successione apostolica, ma siamo impegnati a ravvivare le nostra fede, siamo impegnati a sottomettere tutto noi stessi all’azione dello Spirito Santo perché ripeta dentro di noi la parola di Dio, perché chiarisca dentro di noi la rivelazione del Padre e ci faccia intendere come dobbiamo andare verso l’unità tra noi fratelli, figli dell’unico Padre, incontrando sul nostro cammino Pietro, stabilito da nostro Signore Gesù Cristo fondamento di tutta la nostra vita cristiana.
OM 317 Pietro e Paolo 70 – Duomo, Giugno 1970