Pasqua, messa pontificale
Audio PlayerCarissimi, buona Pasqua. La Pasqua é buona quando se ne capisce il significato, quando ci apriamo al suo senso, quando siamo disponibili alla parola di Dio che ne annuncia l’avvento.
La Pasqua non é semplicemente una data del nostro calendario.
La Pasqua é l’evento che si concluse circa 2000 anni fa a Gerusalemme, in un ambiente ben definito, davanti a persone innumerevoli che avevano chiesto la morte di Gesù , e che Gesù apparve, dopo la morte, a testimoni ben qualificati che potevano rendere fede a tutti quelli che li interrogavano, perché come sapevano della morte di Gesù, questi sapevano, avevano visto Gesù risorto.
Ma perché Gesù é risorto? Non semplicemente per dare una prova della sua potenza, della capacità di mantenere le sue promesse. Gesù é risorto per ognuno di noi, perché ognuno di noi, possa immergersi nella portata , del mistero di Gesù morto e risorto e possa, per la forza, la potenza travolgente di questo mistero, conformarsi diventare simile, accogliere tutto il movimento di vita che é nascosto in questo evento.
C’é un movimento di vita. Gli uomini l’hanno ucciso Gesù ma il terzo giorno, come aveva più volte affermato nostro Signore Gesù Cristo, egli risorge. Vuol dire che la sua potenza é più grande di quella della morte. In particolare, la sua potenza é più grande del peccato, perché la morte é per il peccato, per distruggere il peccato. La risurrezione é per una vita nuova.
Così si celebra la Pasqua. Accostandoci a Gesù sacramentalmente o almeno spiritualmente, perché in noi operi la grazia della sua potenza che ci trasforma. In noi, se fossimo capaci di fare silenzio in noi stessi, se fossimo capaci di far tacere tutte le voci mondane che ci assiepano da tutte le parti, se fossimo capaci di metterci alla presenza di Gesù: “Gesù io credo, Gesù io so che tu sei risorto, Gesù eccoti la mia intelligenza, la mia volontà, il mio cuore, i miei sentimenti, la mia sensibilità , il mio spirito e il mio corpo, li dono a te, li rimetto a te perché tu li faccia risorgere” !.
Questi pensieri immersi continuamente in cose terrene, specialmente nel possesso delle cose, nel conto in banca, nella sete di guadagno e va rivolto verso l’interno dove opera Dio nostro creatore e dove opera Cristo risorto per toglierci dalla schiavitù del denaro. E una schiavitù. Riconosciamolo. Il nostro comportamento é dettato il più delle volte da uno spirito di profitto. Liberiamoci, lasciamoci liberare da nostro Signore Gesù Cristo risorto, dalla pesantezza di quei pensieri che rispondono al nostro egoismo, al nostro egocentrismo. Noi al centro del mondo! Tutti gli altri al nostro servizio. . . Lasciamo che Gesù ci liberi, che ci dia la forza di conoscere che c’é un altro più grande di noi: il Padre che sta nei cieli e il figlio suo Gesù Cristo e lo Spirito Santo che ci apre l’intelligenza a capire il mistero del Signore e ci apre la volontà alla coerenza con l’insegnamento del Signore.
Lasciamo che Cristo risorto ci liberi dalla schiavitù della sensualità. Questo veramente ci degrada. Questo veramente ci umilia. Questo veramente ci porta a livelli bestiali: non siamo più uomini, non siamo più donne, siamo strumento di passione.
O, Gesù che ha conosciuto l’amore, ha proclamato l’amore, ha affermato l’amore con la sua risurrezione! Sono risorto e sono ancora con te dice la liturgia. Gesù non é sottratto minimamente dalla sua attenzione verso di noi, verso di noi peccatori, verso di noi creature, verso di noi figli di Dio, e per noi dà la sua morte per farci partecipi della sua risurrezione.
Miei cari, siamo venuti in Chiesa, ma non per adempiere un precetto! ma per attingere acqua: l’acqua che sgorga dal costato di nostro Signore Gesù Cristo; per attingere l’acqua pura, l’acqua sapiente, l’acqua vivificante. Cristo in noi, in ciascheduno di noi, anche il più lontano, oggi opera nell’intimo del nostro spirito, per operare la nostra trasformazione, il nostro passaggio, la nostra Pasqua. Lasciate che Cristo lo possa fare.
Ecco miei cari, questo é il senso del mio augurio di buona Pasqua:lasciate che Cristo vi strappi da tutte le passioni mondane e vi diriga: pensieri , affetti, sentimenti, sensibilità, corpo e anima, verso il Dio nostro creatore, verso Dio nostro salvatore.
Pasqua messa vespertina
Trovo questa omelia nella cassetta copia N.14A
carissimi, celebriamo la Pasqua, cioè il passaggio. Cristo nostra Pasqua si é immolato.
Cristo nostra Pasqua, nostro passaggio. C’é l’antico passaggio attraverso il mare rosso, l’antico passaggio attraverso il deserto, l’antico passaggio attraverso le celebrazioni annuali della Pasqua del Signore.
C’é la nuova Pasqua che si compie nella persona del figlio di Dio, fatto uomo, dalla morte alla vita, e questa morte e questa vita é una energia -per dire così- immessa nel mondo che trapassa la vita, l’esistenza della Chiesa da un punto all’altro, da una parte all’altra e ha il potere di operare in noi nel mistero, ma in un mistero reale, di operare in noi , realmente, ciò che é avvenuto nella persona di nostro Signore Gesù Cristo.
Il passaggio dalla morte , segnata dal peccato, espressa dal peccato, il peccato espresso nell’egoismo, alla vita nuova, quella del Cristo risorto, glorioso che ha vinto la morte.
Anche in noi c’é la potenza della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Ma non é campata in aria questa potenza.
E’ operante nella parola di Dio, é operante in questo momento in cui la parola di Dio viene proclamata.
E’ operante nei sacramenti: il Battesimo che é ancora vivo per ciascuno di noi, ci fa ancora attualmente figli di Dio; la Cresima che ci dà la conferma del dono dello Spirito Santo , dono attraverso il quale noi diventiamo capaci di capire le parole di nostro Signore e riceviamo la forza e il coraggio per viverle le parole del Signore.
E poi l’Eucarestia dove c’é la presenza di Gesù e del suo spirito e, come lo Spirito Santo per opera del Padre ha risuscitato nostro Signore Gesù Cristo, così lo Spirito Santo sull’altare, per le parole del sacerdote , trasforma il pane nel corpo e il vino nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo che, assunti da noi, riceviamo appunto quella forza e quella energia che ci aiuta a trasformarci, a compiere il nostro passaggio.
Miei cari, tutti gli anni, da tanto tempo, chi più chi meno, celebriamo la Pasqua.
Veramente celebriamo il passaggio?
Veramente accogliamo la potenza della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo nel nostro spirito per essere “altri”?
San paolo, nella lezione che avete ascoltato , dice: “celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio , né con il lievito di malizia e di perversità ma con azzimi di sincerità e verità”. Abbiamo fatto un cammino in questo senso da un anno all’altro?
Verso la sincerità e la verità. La sincerità con noi stessi,
la sincerità nel vivo della nostra persona,
la sincerità nei nostri pensieri, nei nostri sentimenti e in tutti gli atteggiamenti della nostra vita? Siamo sinceri?
Per essere sinceri bisogna essere autentici e la nostra autenticità, di uomini e di donne, é realizzabile per la potenza della grazia della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Altrimenti siamo nell’errore, nell’inganno: nell’inganno vicendevole.
La verità é quella che noi manifestiamo “fuori”.
Veramente quello che manifestiamo fuori é ciò che costituisce il nostro patrimonio interiore?
C’é in noi una tendenza ad esprimerci in modo da attirare l’attenzione, in modo da attirare il merito, in modo da essere lodati, in modo da essere considerati?
Tutto questo non é sincerità e verità. Tutto questo é inganno. L’inganno é un male che noi portiamo nei nostri riguardi ed é un male che portiamo nei riguardi del nostro prossimo.
Cristo, nostra Pasqua é un lievito nuovo, non di malizia e di perversità, ma , ripeto- di sincerità e di verità. Cristo vuole farci “veri” perché Cristo ci ama, perché Cristo vuole fare di noi delle persone che amano. Guardate, miei cari, che una persona vale in quanto ama. Un papà vale perché ama. Una mamma vale perché ama. Un amico vale perché ama. E così tutti, siamo qualche cosa per un altro nella misura in cui amiamo, in cui riconosciamo presente nostro Signore Gesù Cristo da amare.
Lasciamoci dunque trasportare da quella forza che é nella Chiesa e specialmente nelle azioni liturgiche, e continuiamo la nostra Pasqua fino a Pentecoste , perché continui sempre nella nostra vita e, giorno per giorno, diventiamo sempre più capaci di amare nella sincerità e nella verità.