Chi cresima questi bambini e queste bambine
non é il vescovo ma siete voi
Sono contento che i bambini e le bambine se ne siano andati, perché questa sera ho l’intenzione di parlare male dei genitori e non è educativo farlo davanti ai figli, specialmente ai piccoli.
Il vostro arciprete mi ha invitato a tenere una conversazione rivolta specialmente ai genitori dei bambini e della bambine che prossimamente faranno la Cresima. Naturalmente io parlo ai genitori, ma sono contento che siano presenti anche i padrini e le madrine e una rappresentanza così numerosa della comunità parrocchiale. La mia conversazione vuole essere incentrata sull’avvenimento della Cresima dei vostri bambini e delle vostre bambine.
Quando si pensava alla Cresima, il primo personaggio di quest’avvenimento, quello che si era soliti mettere in primo piano, era e continua ad essere il vescovo, come se l’avvenimento della Cresima riguardasse principalmente la sua presenza e lo svolgimento del suo ministero. Oggi le cose si sono evolute. La Cresima non é più un avvenimento -almeno come ai tempi miei quando si incentrava sulla venuta del vescovo- ma diventa una faccenda di carattere economico. Si pensa al vestito, agli inviti, ai regali e a tante altre cose perché oggi, spontaneamente o meno, si colgono tutte le occasioni per fare festa e creare motivi per ricevere regali.
Non é detto che tutti sono contenti, ma siccome si fa così, per non essere da meno degli altri si rassegnano a fare come gli altri. Si incomincia col Battesimo, poi c’é la prima comunione, poi c’é la Cresima e non parliamo del matrimonio. Così tutti i sacramenti sono un’occasione buona per fare festa. Non è detto che queste tappe della esistenza cristiana non sono degli eventi festosi, ma é il motivo della festività che è distorto. E’ il motivo della fede che é sopraffatto da un motivo di mondanità.
Vorrei richiamare la vostra attenzione, questa sera, su un altro punto. Non so se riuscirò a farmi intendere. Dirò le cose come mi riescono e poi con i vostri interventi chiariremo il discorso in modo da arrivare a capire le cose sulle quali desidero intrattenervi. Faccio subito un’affermazione paradossale: chi Cresima i vostri bambini e le vostre bambine non é il vescovo ma siete voi. Perché? Che cos’é Cresima?
La Cresima é l’evento attraverso il quale un bambino, una bambina o una persona di qualsiasi età é più strettamente e responsabilmente inserita in una comunità di fede, di speranza, di carità. In termini più semplici diciamo: mentre il Battesimo fa entrare nella Chiesa da piccoli, da bambini nel senso dell’età della fede, cioè, fa nascere alla vita cristiana, la Cresima fa crescere nella vita cristiana. La Cresima fa diventare “adulto” un membro “bambino” della Chiesa, gli dà la capacità di maturare fino all’età di una fede adulta. Anche qui bisogna che noi ci intendiamo.
Che cos’é la Chiesa? Se ponete la domanda al così detto uomo della strada, potete sentire le risposte più disparate. Vi risponderà che la Chiesa é il Papa, il Vaticano, Roma, san Pietro, i vescovi, i preti, l’Azione Cattolica, la Conferenza di san Vincenzo oppure un edificio sacro. Ma che cos’é la Chiesa? Concretamente la Chiesa:
é Gesù Cristo e quelli che credono in Gesù Cristo,
é Gesù Cristo e quelli che si lasciano salvare da Gesù Cristo,
é Gesù Cristo e quelli che attraverso Gesù Cristo, seguendo la strada tracciata da lui, e soprattutto accogliendo in se tessi la vita portata da lui, entrano a far parte del popolo di Dio peregrinante su questa terra verso la meta definitiva: verso la casa del Padre.
Uno non entrerà nella casa del Padre, che sarà la Chiesa definitiva, perché é papa, vescovo o sacerdote, o perché fa parte della Azione Cattolica o della Conferenza di san Vincenzo. Uno entra nel regno dei cieli perché ha creduto in Gesù Cristo, ha riposto in Lui quella fiducia che sottostà a tutte le motivazioni del suo vivere, lo ha seguito e lo ha accolto come sorgente della vita nuova che Egli ha portato agli uomini.
Il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia sono i momenti e le tappe dell’accoglimento in noi di Gesù che ci porta la vita nuova, sono i momenti dell’incontro, sono i momenti dell’innesto di noi tralci con Gesù vite, al fine di metterci nella condizione di dare frutti proporzionati all’età della nostra fede. Ma la Chiesa non sono i credenti in genere, quasi in astratto. La Chiesa sono le persone che abitano in una determinata circoscrizione territoriale, come è una parrocchia, e che soprattutto si raccolgono intorno al sacerdote che rende presente e fa le veci del vescovo; ascoltano la Parola di Dio, celebrano l’Eucaristia e, giorno dopo giorno, crescono nel vincolo della carità per fare della loro convivenza un’espressione comunitaria. La comunità locale così concepita porta in sé tutta la realtà e tutto il mistero della Chiesa: é la Chiesa.
Certo, nella Chiesa ci sono delle mansioni, dei compiti e delle competenze, ma questi sono mezzi per edificare la Chiesa. Non sono la Chiesa. Colui che é rivestito di compiti ecclesiali, non per questo é Chiesa, ma é al servizio della Chiesa, é nella Chiesa, é della Chiesa, é per la Chiesa, non é concepibile fuori della Chiesa, cioè, fuori della comunità dei credenti e dei seguaci di nostro Signore Gesù Cristo. Per queste ragioni gli atti sacramentali, che sono al centro della nostra conversazione, sono atti della Chiesa, cioè, sono atti di tutti i credenti e seguaci di nostro Signore Gesù Cristo.
Andando al catechismo abbiamo imparato che il ministro ordinario del Battesimo é il sacerdote, che il ministro ordinario della Cresima é il vescovo. Sono cose giuste ma non é correntemente pacifico pensare che “ministro” equivalga a servo, a strumento. Strumento di chi? Certamente di Cristo. Io battezzo? E’ Cristo che battezza. Uno di voi, in caso di necessità, battezza? E’ Cristo che battezza, ma Cristo non é solo. Il concilio sulla scorta delle fonti della Rivelazione, insegna che Cristo, nelle azioni sacramentali, associa sempre a sé la sua Sposa dilettissima, la Chiesa.
In nome della Chiesa, vuole dire: che io debbo farlo come espressione di ciò che fa la Chiesa. Quindi, quell’azione che io compio é contemporaneamente azione di Cristo e azione della comunità dei fedeli, è azione della Chiesa rappresentata visibilmente dal gruppo di fedeli che sono presenti a quell’azione sacra.
Se andate a leggere uno degli ultimi documenti del magistero della Chiesa, “Il nuovo rito della Messa”, al principio, trovate scritto con chiarezza che la Messa é azione di Cristo e del popolo di Dio presieduto dal sacerdote. Non dice che è azione di Cristo e del sacerdote, in quanto anche il sacerdote é membro del popolo di Dio che ha un compito particolare, insostituibile e necessario, ma l’azione che compie é azione di Cristo e del popolo di Dio.
Noi con la nostra ignoranza, abbiamo sempre considerato, per esempio, la celebrazione della Messa come una faccenda del prete. Molti buoni cristiani hanno sovente cercato un prete un po’ svelto a sbrigare quella faccenda. Abbiamo sempre detto: andare alla Messa. Adesso si dice: prendere parte alla messa, ma non si dice ancora quello é veramente andare a celebrare la Messa, perché la Messa é azione di Cristo e del popolo di Dio.
La Messa, azione di Cristo e del popolo di Dio, é l’azione più sacra che ci sia. Così é azione di Cristo e del popolo di Dio qualsiasi altro gesto di carattere sacro, come il Battesimo o la Cresima.
Mi chiederete: se io porto il mio bambino in Chiesa e c’é soltanto il parroco, il mio bambino é o non é battezzato? Sì, é battezzato, però se intorno non ha la Chiesa che siete voi, non ha dei credenti che sono prima di tutto il papà e la mamma e i membri della famiglia, quel bambino che é stato portato in Chiesa per essere battezzato é figlio di nessuno dal punto di vista cristiano. Se il papà, che ha acconsentito al Battesimo, é uno che non crede e prende atteggiamenti negativi nei confronti della fede e non pratica, non é il padre di un battezzato. Così se la mamma non fa nessun conto della fede e della religione, non é la madre di un battezzato. Sono il papà e la mamma di quella creatura, ma quel bambino diventerà un isolato in mezzo alle persone, tra le quali deve vivere, perché ad un certo punto si incontrerà con i membri di tutta la comunità in cui cresce.
Se tutti i membri della comunità, non battezzano nel senso che non sono in sintonia con il Battesimo non sono in sintonia con la sua vita cristiana, e non testimoniano una vita vissuta da cristiani, diventano un inciampo per questo bambino battezzato, non favoriscono la sua vita cristiana, poco per volta la impoveriscono e la spengono. Poi vediamo i bambini e le bambine che all’età dell’adolescenza vanno in crisi, si fa fatica ad indurli a frequentare i sacramenti e ad andare in Chiesa. Poi diventano giovani e ciò che può capitare é diverso per ciascuno personalmente, ma é un fatto sicuro che se un bambino, un ragazzo, un giovane non trova sulla sua strada un sostegno della sua fede, poco per volta la perde, poco per volta non la vive più. Perché? Perchè noi, la nostra vita la viviamo con gli altri, in tutti i sensi.
Io vengo ad amministrare la Cresima. Quello che io faccio nella Cresima dei vostri bambini e delle vostre bambine é indispensabile e necessario, ma per quanto mi riguarda, é un fatto che dura il tempo della celebrazione liturgica. Terminata la mia azione liturgica in una parrocchia, io torno a Mantova e purtroppo, forse, i vostri bambini e le vostre bambine non li incontrerò più.
La realtà é questa: Cristo che si é sottratto al nostro sguardo il giorno della Ascensione quando é ritornato al Padre, ma é rimasto con noi in modo “sacramentale”, – cioè in un modo visibile- nella membra viventi del suo Corpo, che é la Chiesa. In questo suo Corpo, che è la Chiesa, Egli continua la sua missione di salvatore del mondo. Egli continua ad annunciare il suo vangelo nella Chiesa, con la Chiesa, per mezzo della Chiesa. Egli continua a santificare e a raccogliere i dispersi figli degli uomini nell’unico popolo di Dio.
Quindi, come é vero che quando io battezzo, cresimo, celebro l’Eucaristia sono strumento di Cristo, così é altrettanto vero che sono strumento della Chiesa.
E, come Cristo, quando io battezzo o cresimo, conta più di me, così la Chiesa nelle azioni sacramentali conta più di me.
Conta più di me perché la mia azione non ha senso, se non nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa;
in concreto, nella comunità locale, con la comunità, per la comunità.
Qui siamo immersi in un grande mistero da dove emerge la differenza essenziale tra l’agire degli uomini e l’agire di Dio, dove si coglie come la vita della Chiesa é qualche cosa che non può essere ridotta a dimensione umana. Dio agisce in mezzo agli uomini e per gli uomini, ma non li sostituisce, non li esclude, anzi li pone in grado di inserirsi nella sua azione ed attende la loro responsabile collaborazione.
Di più. Non li considera come una massa anonima, ma li progetta e li considera con una fisionomia inconfondibile ed irrepetibile alla quale corrispondono capacità e compiti altrettanto unici, quindi vari e tra loro armonici e complementari.
Chi crede, lo sappia o no, é coinvolto in questa “economia di Dio”, cioè, in questa azione che Dio compie per mezzo di Gesù Cristo a favore degli uomini con la loro collaborazione. Questo, in concreto, costituisce l’attività della Chiesa la quale é particolarmente densa, ricca ed efficiente in momenti particolari come lo sono l’annuncio della parola, le azioni liturgiche sacramentali, i momenti delle indicazioni di comportamento per i membri delle comunità ecclesiali.
Ma ritorniamo a noi. Ciò che mi preme di mettere in evidenza é che ogni evento che segna la vita religiosa dei bambini che crescono (Battesimo, Comunione, Confessione, Cresima) non riguarda soltanto il sacerdote o il vescovo e il bambino. Questo evento accade in tutta la comunità cui presiede il vescovo, o in sua vece il sacerdote, ma che é costituita concretamente da tutti i membri di quella comunità.
La comunità, secondo una immagine che risale ai tempi delle origini della Chiesa é come il seno materno, che é tanto più fecondo quanto più i singoli fedeli sono strettamente congiunti a Cristo con la loro fede, speranza, carità. Il ruolo del vescovo e del sacerdote in questi eventi sono insostituibili, ma anche la vitalità spirituale dei membri della comunità é determinate.
Penate alla situazione in cui potranno trovarsi i bambini che voi mi presenterete e ai quali io imporrò le mani
se i genitori, i membri della famiglia, le persone che incontreranno a scuola e in parrocchia non esprimono la coscienza di essere figli di Dio (Battesimo)
se i vostri interessi non coincidono con i valori del vangelo (catechismo),
se voi non manifestate il bisogno di incontrarvi con Cristo per attingere forza, per vivere in coerenza ai principi del vangelo (preghiera, confessione, comunione)
se voi non sentite la responsabilità di fronte a Dio e agli uomini del dono della fede e della responsabilità di dare testimonianza (Cresima e spirito missionario).
OM 378 Frassino 71