Venerdì della settimana santa 27 marzo 1970 in Sant’ Andrea processione con i sacri vasi
S. Andrea nella cappella dei Sacri Vasi
Portare le sacre reliquie del preziosissimo sangue di Gesù per le strade della città per me è una grazia ed é un privilegio. Ho avuto tanti pensieri in questo breve tragitto. Soprattutto mi sono unito alla fede di tutti i vescovi di Mantova: dei santi vescovi di Mantova che hanno compiuto lo stesso gesto con fede grande e con amore generoso.
Ma il mio privilegio m’impone un dovere: il dovere di non perdere un’occasione come quella di questa sera in cui il nostro vasto S. Andrea è gremito. Non capita mai in tutto l’anno.
Miei cari, perché ci troviamo qui questa sera?
Perché siete venuti in processione questa sera?
Perché siete così attenti e così compresi?
La risposta di per sé è molto ovvia: sono esposte le urne, i piccoli vasi che contengono la reliquia,
i resti del sangue di nostro Signore Gesù Cristo. E’ una reliquia preziosissima, si può dire unica al mondo di cui si ha ricordo nella storia. Ma, miei cari, è sufficiente questa ragione per spiegare la nostra presenza, qui, questa sera?
Un giornale molto diffuso, oggi è uscito con questo titolo: “La processione di Gesù morto”. Se noi siamo qui per un morto, era molto meglio che fossimo rimasti nelle nostre case. Se qui si trovano i resti di un morto è inutile la nostra presenza. Noi oggi commemoriamo il giorno della morte di nostro Signore Gesù Cristo, ma Gesù Cristo è vivo, Gesù Cristo è presente, Gesù Cristo è in mezzo a noi. Gesù Cristo è in mezzo a noi non soltanto questa sera perché qui c’è qualche cosa che forse è appartenuta alla sua umanità. Gesù Cristo è presente nel mondo perché si è impegnato, sulla sua parola e sulla sua vita,ad essere presente in mezzo a noi.
Dobbiamo ricordare, miei cari fratelli nella fede, che nel linguaggio della Bibbia il sangue significa vita. Gesù Cristo ha versato il suo sangue, ha dato la sua vita per noi, ma ci ha fatto una proposta che può sconcertare, che può farci allontanare da Lui. Se siamo presenti questa sera, dobbiamo accogliere questa proposta di nostro Signore Gesù Cristo. Il suo sangue, che nel linguaggio della Bibbia è la vita del corpo, è il simbolo di vita, Gesù Cristo ce lo offre da bere nel sacramento dell’eucaristia. Se su questo altare, invece dei sacri vasi, ci fosse un calice consacrato noi avremmo più sicurezza della presenza di Gesù Cristo. Se poi ci accostiamo a quel calice e a quel pane che non si separa mai dal calice, noi riceviamo la vita da nostro Signore Gesù Cristo.
Questo è il motivo che deve giustificare la nostra presenza qui. Questa è la verità che deve giustificare l’attenzione, la devozione, la commozione di tutti i Mantovani che indubbiamente questa sera, almeno col pensiero, hanno raggiunto i sacri vasi.
Ci sono le parole fortissime di nostro Signore Gesù Cristo proprio quando pensava di diventare nostro cibo e nostra bevanda, sorgente di vita per il fatto che avrebbe versato il suo sangue per noi. Gesù Aveva moltiplicato i pani. La folla lo cercava ed Egli per sottrarsi alla folla aveva attraversato il lago ed era tornato a Cafarnao. La gente, come noi questa sera, si muove con tutti i mezzi e lo raggiunge e lo interroga: “Maestro quando sei venuto”.
Gesù rispose loro e disse: “in verità, in verità vi dico: voi mi cercate non perché avete veduto i miracoli ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati; cercate di procurarvi non il cibo che perisce, ma il cibo per la vita eterna, quello che il Figlio dell’uomo vi darà;
perché è lui che il Padre, Iddio, ha contrassegnato con il segno del Figlio suo e di redentore e salvatore del mondo. “In verità in verità vi dico non Mosè vi diede il Pane del cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane dal cielo poiché il pane di Dio è quello che discende dal cielo e dà la vita al mondo” Gli dissero: “Signore dacci sempre di questo pane” Capite quale pane intendevano gli interlocutori di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù dichiarò loro: “Io sono il pane di vita, chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete…”
I giudei mormoravano perché aveva detto: – “io sono il pane disceso dal cielo”, ma Gesù insiste: “io sono il pane che discese dal cielo.
In verità in verità vi dico:
“chi crede in me avrà la vita eterna”;
“il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo”;
” in verità in verità vi dico: se non mangerete la carne del figliolo dell’uomo e non berrete il suo sangue non avrete la mia vita in voi”.
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
Ecco le parole di nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù è in mezzo a noi perché noi abbiamo la vita che è discesa dal cielo: la vita che viene da Dio, la vita che fluisce in noi dal sangue versato per la nostra salvezza, la vita che attingiamo accostandoci a nostro Signore Gesù Cristo con fede nel divino sacramento della sua presenza, della sua carne e del suo sangue versato per noi. Questi è Gesù Cristo. Questi è colui nel quale dobbiamo credere. Per questo Gesù Cristo è venuto sulla terra.
Oggi si chiedono tante cose a Gesù Cristo. Oggi si chiedono tante cose in particolare alla sua chiesa – perché si capisce, si intuisce anche quando non lo si vuole – che Gesù Cristo è presente in mezzo a suoi nella sua chiesa. Ci sono quelli che vanno dietro a nostro Signore Gesù Cristo – e sono tanti, e sono troppi, non oso dire che siamo tutti – perché moltiplichi il pane.
Gli vanno dietro quelli che di pane ne hanno in abbondanza perché temono che, se viene meno il pilastro della fede o della chiesa che un tempo avevano relegata in sacrestia, l’ordine costituto se ne vada e potrebbe essere in pericolo la sovrabbondanza del pane di cui si nutrono.
Cercano nostro Signore Gesù Cristo, e direi con più ragione, quelli che di pane ne hanno poco o non ne hanno e chiedono il miracolo e pretendono che si schieri dalla loro parte. Capitemi bene.
Il Vescovo vuole dire ciò che dice nostro Signore Gesù Cristo. Gesù Cristo, Figlio di Dio, è venuto per darci un altro pane e un’altra vita:
quella della grazia,
quella che cancella il peccato,
quella che ci fa figli di Dio,
quella che ci fa fratelli fra di noi ,
quella che ci ispira e ci infonde l’amore.
Per questo è venuto nostro Signore Gesù Cristo.
Naturalmente, quelli che credono in nostro Signore Gesù Cristo devono anche ricordarsi di quella terribile parola: “Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere”. Oggi si direbbe: ho cercato lavoro, non me lo avete procurato, avevo bisogno della casa e non mi avete aiutato a costruirla, avevo bisogno di una sicurezza e di una tranquillità e non me la avete fornita.
Certo, chi crede in Gesù Cristo deve preoccuparsi dei suoi fratelli, deve amare i suoi fratelli. Ma Gesù Cristo non lo dobbiamo servire per i nostri interessi non lo dobbiamo servire: sia per avere come per conservare. Gesù Cristo, lo dobbiamo cercare per la vita che ci ha portato Lui, e dobbiamo camminare secondo il precetto dell’amore per il Padre che ci ha dato il Figlio, e dell’amore per gli uomini che sono i nostri fratelli.
Questa sera le sacre reliquie hanno percorso il centro cittadino. Per rispetto molte serrande dei negozi erano calate. Le vie dei centri cittadini sono normalmente quelle dei negozi che mostrano la ricchezza e il benessere. Io pensavo a tutte le vie nelle nostre città dove c’è sovrabbondanza! Se fosse possibile unire in continuità tutte le vie che percorrono il mondo della ricchezza e del benessere, in proporzione, questa nostra via non sarebbe lunga neppure un metro, neppure un passo! Poi la via si snoderebbe in mezzo ai tuguri e alle capanne, con ai bordi la gente che ha fame, la gente che non ha pace, la gente ammalata senza sollievo, la gente senza libertà e senza un domani.
Gesù Cristo alle volte è tenuto prigioniero dal nostro egoismo, dalla nostra sete di benessere, dalla nostra confusione che ci fa credere d’essere dei religiosi perché veniamo in chiesa e non ci spinge ad essere fratelli per tutti i nostri fratelli. Miei cari, il sangue di Gesù Cristo, il sangue vivo di Gesù Cristo, il sangue versato per ognuno di noi grava sulle nostre coscienze e ci deve rendere persone preoccupate e responsabili. Quello conservato nelle sacre ampolle è un richiamo forte a questa responsabilità.
Grazie perché mi avete ascoltato con tanta attenzione, ma rendiamo davvero grazie a nostro Signore Gesù Cristo che è morto per noi perché noi viviamo una vita nuova, quella della pasqua che auguro a tutti.
Col pensiero stasera raggiungo tutte le persone anziane, tutti gli ammalati, i poveri, quelli che abitualmente non vengono in chiesa perché il Signore li conforti, perché il Signore li sostenga, perché il Signore apra loro gli occhi del cuore e li benedica.
Elevando ancora una volta la sacra reliquia in segno di croce, intendo avere presenti tutti i Mantovani e tutti quelli che sono ai bordi della lunga strada che attraversa il mondo.
OM 294 Venerdì 70 – S. Andrea, 1970