Sant’Andrea 1 Giugno 18,30 Santissima Trinità
Gesù manda gli apostoli in tutto il mondo a predicare tutta la verità. San Paolo predica una cosa estremamente importante. Gli apostoli non andranno a ripetere semplicemente una dottrina che hanno imparato, non andranno a proporre ai loro fratelli semplicemente una condotta morale da osservare, non andranno semplicemente a ripetere in mezzo alle folle i gesti imparati da Gesù. Gli apostoli vanno nel mondo, mandati da Gesù nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.
Miei cari, questa festa della santissima Trinità è la sintesi di tutte le feste dell’anno liturgico, che noi incominciamo con le celebrazioni del santo Natale, che continuiamo nella passione e morte e risurrezione e ascesa al cielo di nostro Signore Gesù Cristo ed hanno il loro compimento con la Pentecoste: la discesa dello Spirito Santo. Quello dell’anno liturgico è un rendere vivo ed attuale in mezzo a noi tutta una storia nella quale noi siamo entrati, perché Dio nel suo amore infinito ha voluto introdurci. Questa storia riguarda la nostra salvezza. Quegli avvenimenti sono accaduti per noi.
Questa storia, questi avvenimenti, questi fatti che riguardano la nostra salvezza, non hanno dietro di sé il vuoto, non sono semplicemente l’accadimento esterno di fatti che si sono verificati in un determinato punto della terra e in un determinato momento del tempo. Questa storia, questi fatti hanno la pienezza della presenza personale di Dio Padre, di Dio Figlio, di Dio Spirito Santo. Noi diciamo il mistero della santissima Trinità. Però, Iddio che ha voluto che l’abisso profondo della sua vita e della sua esistenza e del suo essere fosse comunicato a noi oggi si è presentato in un modo molto concreto. Direi molto semplice.
Questi fatti della storia della salvezza che ci riguardano hanno la loro origine nell’amore infinito del Padre, in Dio che è Padre, in di Dio che ci ha amato e ci ama come un padre e perciò vuole fare di noi i suoi figli e allora manda Gesù Cristo, la Seconda Persona della Santissima Trinità che è Dio come il Padre, che è Dio che si dona a noi.
E viene nel mondo Gesù, il Figlio di Dio, per operare la nostra salvezza e, E Gesù,il Figlio di Dio, attraverso il mistero della sua morte e della sua resurrezione ci porta la possibilità di diventare figli di Dio e di corrispondere all’amore infinito del Padre che ci vuole come i suoi figli.
Gesù, il Figlio di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità, viene nel mondo, fa la sua comparsa nella storia per un tempo molto breve di circa trenta anni, ma la sua opera deve continuare, i figli di Dio si devono moltiplicare nel tempo e nello spazio fino alla fine dei secoli.
Allora l’opera del Padre e l’opera del Figlio sono affidate a Colui che dovrà venire, al promesso, al Paraclito, allo Spirito Santo che è Dio come il Padre, che è Dio come il Figlio, che è l’amore in persona del Padre e del Figlio.
Certo, noi diciamo delle parole, noi siamo ben lontani dall’esprimere questa realtà che ci supera infinitamente e che dobbiamo adorare. Avete ascoltato le parole di san Paolo: “o abisso della ricchezza, della sapienza, della potenza di Dio! Quanto sono impenetrabili i sui giudizi ed inesplorabili le sue vie!” Che cosa comprendiamo di tutte queste affermazioni? Comprendiamo poco e nello stesso tempo scorgiamo e intuiamo soprattutto qualche cosa di grande, qualche cosa di certo, qualche cosa di sicuro: tre Persone che sono Dio, che sono l’unico Dio, che si preoccupano e si occupano di noi, che ci amano che ci vogliono introdurre nell’intimità della loro esistenza Così che si determina in noi una condizione nuova di vita per cui siamo i figli di questo Dio Padre.
Così che Dio Figlio diventa il primogenito e noi siamo i fratelli, autenticamente fratelli, perché partecipiamo alla sua vita di Figlio del Padre. Così che lo Spirito Santo che è la pienezza dell’amore determina in noi l’amore nella nostra vita, -fa di noi i suoi amici, – fa di noi coloro che sono capaci di amare il loro Padre, -fa di noi coloro che sono capaci di realizzare in se stesso la qualità di figli di Dio, -fa di noi coloro che diventano capaci di comportarsi nei confronti degli altri come fratelli -e fa, di tutti i credenti, l’unica famiglia dei figli di Dio.
Queste Tre Persone di un Dio solo vogliono fare di tutte le nostre persone – una ad una- una comunione di persone, una comunità di persone, una fraternità di persone, una famiglia di persone legate da vincoli infinitamente più forti dei vincoli della parentela della carne e del sangue, legate da vincoli che sono così belli, così ricchi, così toccanti per ognuno di noi da essere la nostra salvezza.
Ecco, Dio Padre Figlio Spirito Santo, Tre Persone che sono un Dio solo, vogliono fare di noi che siamo tante persone, una famiglia sola nel vincolo della carità e dell’amore. Carità e amore che non devono essere un sentimento, ma una realtà nuova che vive nella nostra persona e che ci è comunicata da Dio Padre Figlio Spirito Santo. Perché?
Perché il destino della nostra esistenza, lo scopo della nostra vita è di raggiungere questa famiglia di Dio Padre Figlio Spirito Santo;
perché il destino della nostra esistenza è quello di essere introdotti in quella unità personale, che è del Padre del Figlio dello Spirito Santo;
perché il destino della nostra esistenza è quello di essere ammessi alla beatitudine dell’amore di Dio, che è la vita di Dio e che deve diventare la nostra vita per sempre. Ecco il mistero che noi celebriamo oggi: l’amore di Dio in pienezza nelle nostre persone per tutta l’eternità.
Direte: ma che cose! Eppure miei cari, riflettiamo un istante. Quante volte in chiesa, in casa, fuori di casa, ci segniamo e diciamo: “in nome del Padre del Figlio e dello Spirito santo”? Che cosa ci dice questo segno religioso? -Ha un senso? -E’ il motivo profondo della nostra fede? -E’ il motivo delle realtà divine in cui noi siamo introdotti? -E’ il motivo della grazia incomparabile infinita di cui Dio ci circonda perché noi siamo i suoi figlioli?
Oh! Certi segni di croce fatti davanti a Sant’ Antonio! Chi ne fanno le spese sono sempre S. Antonio o S. Rita! Recitiamo un “Padre nostro” a S. Antonio… un bel “Padre nostro” a Santa Rita! Anche S. Antonio diceva il Padre nostro… anche S. Rita diceva il Padre nostro e chissà come lo dicevano bene. Il Padre nostro è la nostra preghiera, è il momento del nostro incontro con il Padre.
Quante espressioni ci sono nella nostra vita religiosa in contraddizione che toccano ciò che è superficiale del cristianesimo che è la nostra fede! Quante espressioni a volte sono devianti dalla fede autentica, da ciò che Dio ha voluto fare per noi!
Quante polemiche sulla stampa perché la chiesa ha ridimensionato il calendario liturgico e allora ci vanno di mezzo S. Antonio e santa Rita.
Se la chiesa avesse pensato di togliere la festa della Santissima Trinità credete che si sarebbero fatte delle polemiche?
Se la chiesa avesse toccato qualche festa che riguarda il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo credete che qualcuno si sarebbe mosso?
Questo dimostra come siamo “distanti”, come siamo “fuori”, come siamo insensibili a ciò che è importante, mentre diamo importanza a ciò che è conseguenza, a ciò che è secondario, a ciò che viene infinitamente dopo.
Teniamo al primo posto il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, Tre Persone, un Dio solo che sono presenti e si muovono nella nostra vita. Tra loro e con loro – il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, tre Persone un Dio solo – si muove la nostra esistenza.
OM 222 Trinità 69 – Sant’Andrea 1 Giugno 18,30