Duomo di Mantova, festa dei santi Pietro e Paolo 1969
Siamo convocati per ascoltare la parola di Dio, per penetrare il significato di questa parola perché diventi parola di vita nella nostra persona, nella nostra esistenza. Questa parola di Dio, come sapete, non si esprime soltanto con delle parole. La parola di Dio si esprime soprattutto nei fatti e nelle persone. Oggi, questa parola si esprime nelle persone dei santi Pietro e Paolo.
La chiesa, nella sua lunga tradizione, non ha mai separato questi due apostoli del Signore, che hanno personalità diverse, ma che riassumono: tutto il mistero dell’apostolato nella chiesa, tutto il mistero dell’azione della chiesa, quindi tutti i compiti, che la chiesa attraverso gli apostoli ha ricevuto da nostro Signore Gesù Cristo.
Non é passato molto tempo che da questo posto richiamavo il fatto di Dio in mezzo al suo popolo e la garanzia che nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio si é fatto uomo per essere uno di noi e per essere con noi.
Gesù per assicurare la continuità della sua presenza e della sua azione ha scelto molti mezzi, ma quello radicale a cui fluiscono gli altri é il compito apostolico, cioè la missione di continuare nel mondo l’annuncio del vangelo, la comunicazione della vita soprannaturale, la continuazione dell’adempimento del grande disegno di Dio, della sovrana volontà di Dio di convocare tutti, da tutti i punti della terra, da tutte le nazioni e da tutti i popoli, perché si costituisca un solo popolo, perché ci sia una sola famiglia, perché tutti siano vincolati dall’amore e dalla carità che deve animare coloro che sanno di essere figli di un unico Padre.
Gesù continua così ad essere presente nel mondo con la sua azione e con la sua missione per mezzo degli apostoli. Voi sapete che il compito affidato da Gesù Cristo agli apostoli era un compito personale e un compito istituzionale, cioè, un compito che riguardava le loro persone singole, ma che riguardava la vita della chiesa e la presenza di nostro Signore Gesù Cristo nella vita della chiesa per sempre, fino alla consumazione dei secoli. Quindi, questo compito é perenne. Gli apostoli Pietro e Paolo, in particolare nelle Lettere e negli Atti degli Apostoli, lo ricordano e si preoccupano che ci siano coloro che continueranno la loro missione ricevuta da nostro Signore Gesù Cristo.
Noi, su questa terra, sulla linea dei dodici cui presiede Pietro, abbiamo i vescovi in tutte le chiese del mondo e colui che presiede a tutto l’episcopato che é il vescovo di Roma, il sommo pontefice. Non si tratta di una istituzione umana anche se, necessariamente, sono uomini coloro che sono investiti di questi compiti. Anzi é proprio qui, nel fatto che siamo umani e quindi deboli, quindi soggetti a tutte le espressioni della debolezza umana, che si rende evidente che: chi conta nella chiesa e chi opera nel mistero della chiesa la salvezza degli uomini, non sono gli uomini, ma Gesù Cristo che si serve di loro per essere continuamente il Salvatore di tutti.
Nella chiesa la presenza di nostro Signore Gesù Cristo é viva non solo attraverso persone vive, è viva attraverso persone vivificate dallo Spirito del Signore, vivificate dalla pienezza della vita del Signore perché siano strumenti che garantiscono la parola di Dio per ognuno di noi, per tutti noi. Quando noi siamo insieme nella celebrazione liturgica, la Parola di Dio ci può raggiungere con la garanzia più alta dell’autenticità, ma anche dell’efficacia perché é Parola pronunciata da nostro Signore Gesù Cristo attraverso le parole di uomini che possono presentarsi a noi in tutto il limite della loro debolezza.
Nella chiesa la presenza di nostro Signore Gesù Cristo non potrebbe essere diversa da come ha voluto e stabilito lui. Per comunicare ad ognuno di noi la sua vita, come la vite la comunica al tralcio, ha stabilito il ministero sacro che garantisce la presenza di Gesù, vita delle anime nostre nel mistero eucaristico e della pienezza di questa presenza reale di nostro Signore Gesù Cristo nell’azione di tutti i sacramenti. Ripeto, azione di Gesù Cristo che ci raggiunge personalmente perché esiste il ministero sacro voluto, nella continuità della vita della chiesa, da nostro Signore Gesù Cristo.
La chiesa garantisce la presenza di nostro Signore Gesù Cristo in mezzo a noi attraverso l’azione pastorale come un buon pastore. Un pastore buono che ci raccoglie, ci ‘insegna a stare insieme, a comprenderci, a compatirci, a volerci bene, perché con il suo Spirito ci fa sentire la certezza: che ognuno di noi é figlio del Padre, che ognuno di noi é fratello di coloro che credono come Lui, che sperano come Lui, che amano come Lui secondo il suo precetto.
Ecco, miei cari, il significato di questa istituzione voluta da nostro Signore Gesù Cristo. Ecco il significato della presenza del papa, dei vescovi, dei sacerdoti, dei diaconi nella chiesa santa di Dio! Noi dobbiamo tenere conto di questa istituzione e non dobbiamo guardare alla gerarchia come a una istituzione umana. Possiamo scorgere i lati umani di questa istituzione, ma ricordiamo che, quanto più appare l’umanità, tanto più dobbiamo credere alla presenza di nostro Signore Gesù Cristo, che non ha bisogno di strumenti che si impongano per se stessi per salvare il mondo, anzi, sceglie ciò che é debole e difettoso, sceglie ciò che “non è”, come dice l’apostolo Paolo, proprio per esprimere la sua potenza che non ha bisogno di ausili umani per operare in mezzo a noi.
E’ la nostra fede che ci deve guidare nell’incontrarci con nostro Signore Gesù Cristo su questa via dell’azione apostolica istituita nella chiesa santa di Dio per ognuno di noi, membri della chiesa di Dio. Allora ci deve essere l’apertura della nostra mente all’insegnamento della chiesa, l’apertura e la docilità alle indicazioni della chiesa, l’apertura del nostro cuore alla carità nella chiesa che si deve esprimere particolarmente con la preghiera.
Pietro era il Capo. Pietro é sempre il capo.
Paolo VI°, giorni or sono, quando é andato a Ginevra ha detto: io sono Pietro”.
Perché ho detto: Pietro é sempre il capo? Lo potete intendere perché siete intelligenti. Da tutte le parti ci sono limitazioni per la libertà del Papa, da tutte le parti ci sono limitazioni per la libertà dei successori degli apostoli. Il mondo é contro. Il mondo si può interessare all’attività della chiesa, il mondo può mostrare certe simpatie, il mondo può anche applaudire, ma il mondo é contro perché porta il peso del peccato e il peccato é contro nostro Signore Gesù Cristo.
Pietro e Paolo, i successori degli apostoli, debbono vivere in questa condizione. Pietro era in carcere e la chiesa pregava per lui. Abbiamo la indicazione nella celebrazione di oggi, di questo dovere di pregare per i vostri pastori che, ripeto, sono uomini gravati della missione di nostro Signore Gesù Cristo, che vivono nel mondo ed operano per la nostra salvezza. Come dobbiamo sentirlo questo loro impegno, per essere accanto a loro nel modo più religioso, più cristiano e più efficace! Perché abbiano la grazia di essere fedeli, perché trovino sempre la misericordia.
OM 252 Duomo 69 – Duomo, santi Pietro e Paolo 1969