Tricesimo, Udine,13-17 novembre,1974
Siamo arrivati al punto di parlare espressamente del progetto che è nella mente di Dio.
Facciamo alcune premesse che mi paiono indispensabili per inquadrare il discorso che necessariamente dovrà contenersi entro ben ristretti limiti. Le premesse sono due. Nel progetto di Dio entra tutto l’universo. L’uomo è posto al vertice dell’universo ed è nel contempo responsabilmente impegnato alla sua attuazione e alla sua liberazione.
Noi siamo soliti distinguere creazione e redenzione, ordine naturale , ordine soprannaturale. Rispettiamo pure queste distinzioni ma non credo che ci siano nella mente di Dio. Il progetto è unitario. Dio sapeva, sa, conosceva, ha voluto, vuole ciò che noi conosciamo in un modo successivo, separato, distinto. Dunque nel progetto di Dio entra tutto l’universo.
Scusate se mi ripeto,non è che me la prendo sempre con una certa teologia. Faccio solo una constatazione, del punto di impoverimento e di restrizione di campo e credo anche di deviazione dal senso della rivelazione, contenuto nei nostri manuali fino ad alcuni anni fa e non bisogna andare tanto lontano. Siamo arrivati al punto che, dell’uomo interessava soltanto l’anima. Anagraficamente si era preoccupati del numero delle anime. Pastoralmente si era preoccupati della salvezza dell’anima. Le missioni, quelle grandi imprese di pastorale che indubbiamente avevano la loro validità incominciavano con la meditazione sulla necessità di salvare l’anima. Il corpo non lo consideravano. Così degli esercizi spirituali.
Tutta la creazione geme nell’attesa della liberazione, tanto quanto i figli di Dio. Anche il nostro corpo geme col resto della creazione fino a quando i figli di Dio saranno liberati. L’uomo rispetto a questo universo che entra nel progetto di Dio, ha un suo impegno affinché il progetto di Dio sia portato avanti. E’ nella natura del progetto di non prendere qualche cosa di già fatto, ma qualche cosa da fare. Dio ordina: crescete e moltiplicatevi, crescete e sottomettete la terra. Dio costituisce l’uomo padrone e signore, ma perché diventi il pontefice di tutto l’universo attraverso la sua azione trasformatrice del mondo.
Il tema del lavoro come è acuto e quanto è attuale! In questa visione globale in quale posto collochiamo il lavoro, noi che dobbiamo avere una visione chiara del progetto di Dio? C’è un posto in questa visione. Se non facciamo rientrare il lavoro nel progetto di Dio, noi non facciamo entrare il lavoro dell’uomo in quell’ordine che gli compete, nel posto in cui si deve porre al servizio della salvezza dell’uomo e dell’universo.
Siamo di fronte ad un fenomeno inatteso dell’universo che sta riscattandosi -non é un termine giusto – proprio per l’azione inconsulta dell’uomo. L’uomo in questo progetto di Dio è impegnato per la liberazione dell’universo, il quale universo é stato assoggettato al peccato e alle conseguenze del peccato.
Seconda premessa.
Il progetto di Dio ha una missione nettamente evolutiva.
Non dobbiamo avere paura di queste parole. Ai tempi miei quando si parlava di evoluzione si facevano grandi confusioni. L’evoluzione, intesa esattamente, è un fatto verso il quale la stessa scrittura ci incammina, infatti, la creazione è descritta in termini evolutivi. La creazione cammina. Come ha camminato nel passato, cammina ancora adesso in tutta la sua estensione. Uomo compreso. Rimarchevole é il senso in cui cammina.
OM 722 Udine 74
Tricesimo,Udine,13-17 novembre,1974