Gesù diventi per tutti noi
il vero, unico, autentico Salvatore.
Carissimi, abbiamo ascoltato insieme la Parola del Signore, il grande annunzio, la buona novella, il vangelo della salvezza. Il Signore proclama fino all’estremità della terra, dite alla figlia di Sion: ecco viene il vostro Salvatore.
Carissimi, queste parole sono per noi Parola di Dio. Questa Parola, Dio la rivolge a tutta l’umanità di tutti i tempi e non la rivolge ad una umanità astratta ma, ad una umanità concreta, cioè alla persona di ciascuno di noi. ” Ecco viene il tuo Salvatore” Il vangelo ci ha narrato la constatazione visibile, palpabile dei pastori che hanno potuto rendersi conto, che era vero quanto era stato detto a loro dagli angeli e tornano carichi di meraviglia. Possiamo pensare che erano carichi di grazia ed avevano sentito il bisogno di andare intorno per proclamare la meraviglia che Dio aveva compiuto.
Noi siamo qui per celebrare ciò che i pastori hanno visto. Siamo qui per celebrare il Natale. Celebrare vuole dire che questo evento é attuale in mezzo a noi. Come noi siamo presenti in questo momento con la nostra persona, con la nostra attenzione e soprattutto con la nostra fede, così in questo momento, in questo avvenimento é presente Dio, il suo Figlio fatto uomo – che è al di fuori del tempo, che è al di là e al di sopra e nel profondo del tempo e perciò presente in ogni istante del tempo – e noi misteriosamente nel tempo c’incontriamo con Dio nostro Salvatore.
Ma, miei cari, perché il Figlio di Dio che diventa uno di noi lo chiamiamo Salvatore? Evidentemente ci deve essere qualcuno che ha bisogno di essere salvato. Noi siamo convinti di avere bisogno di essere salvati da Dio? Oggi il mondo utilizza forze così straordinarie e acquista una tale autonomia che, a volte si potrebbe essere tentati di pensare che l’uomo si salva da se stesso. In un certo qual senso é anche vero però, c’é qualche cosa nell’uomo che lo definisce, lo caratterizza e lo distingue da tutte le altre creature. L’uomo non può essere salvato da nessuno. L’uomo può essere salvato soltanto da Dio perché, il suo bisogno di salvezza nasce dalla sua condizione di peccato.
Chi crede al peccato? Chi conosce il peccato?
Il peccato é un mistero. Sì. Il peccato si esprime in determinate azioni che noi chiamiamo disoneste ma, al fondo di ogni azione c’é qualche cosa che sfugge anche alle nostre coscienze e che soltanto la fede ci rivela. Noi siamo in stato di peccato se siamo abbandonati a noi stessi. Noi siamo in stato di peccato se siamo abbandonati a tutte le forze del mondo, che si possono identificare con le manifestazioni di potenza e di strapotenza che agiscono intorno a noi e in mezzo a noi. Noi siamo in stato di peccato se siamo in balia di noi stessi e delle potenze del mondo perché ci siamo distaccati dal nostro fondamento, dalla radice stessa del nostro essere che é il nostro Dio.
Noi siamo dei separati da Dio quando manchiamo di fede, quando ci rifiutiamo di camminare con Lui, quando manchiamo di accogliere la sua parola, la sua persona, la sua vita noi siamo in balia di noi stessi, e questo fatto é il peccato con tutte le sue conseguenze. Come un albero strappato dalle radici avvizzisce, come una foglia strappata dal ramo é in balia del vento, come un edificio senza fondamenta prima o dopo crolla, così siamo noi nella nostra esistenza staccata da Dio. Staccati da Dio noi ci troviamo tirati da una parte all’altra, lacerati nell’intimo di noi stessi, incompresi e incapaci di comprendere, organizzati gli uni contro gli altri per dominare nelle condizioni di vita in cui noi veniamo a trovarci.
Cosa ci manca? Ci manca il fondamento. Ci manca la base. Ci manca il punto di sostegno. Ci manca la radice. Ci manca il nostro Dio. Ecco perché Gesù Cristo il Figlio di Dio é il nostro Salvatore! Ma é il nostro Salvatore nella misura in cui noi lo accogliamo. Il vangelo fa notare che, i suoi non lo hanno accolto e sono rimasti nel loro peccato. Così può essere di noi anche se veniamo in chiesa, anche se ascoltiamo la Parola di Dio, anche se in qualche modo vogliamo celebrare il Natale cristianamente.
Ciò che importa é accogliere la persona di nostro Signore Gesù Cristo nostro Salvatore nella nostra vita perché diventi il nostro sostegno, il centro di attrazione, la base solida, il terreno in cui affondare le radici di tutto il nostro essere.
In quale misura i nostri pensieri sono polarizzati sulla persona di nostro Signore Gesù Cristo?
In quale misura i nostri sentimenti sono ispirati e animati da nostro Signore Gesù Cristo?
In quale misura il nostro comportamento si modella sul comportamento del Figlio di Dio fatto uomo?
Soprattutto, in quale misura ci affidiamo a nostro Signore Gesù Cristo perché sia il sostegno della nostra esistenza?
In qual misura viviamo della vita che egli ci ha portato e che deve illuminare i nostri pensieri, che deve animare i nostri sentimenti e sostenere tutto il nostro essere?
Noi in chiesa sentiamo parlare di grazia di Dio. Che cos’è questa grazia? E’ il dono del Natale. E’ il dono per cui il Figlio di Dio si é fatto uomo perché gli uomini partecipino alla vita stessa di Dio. Lo comprendiamo? Lo valutiamo? L’apprezziamo giustamente? Costituisce il nostro vero interesse cui s’ispirano tutti i nostri interessi?
Questi sono alcuni interrogativi, alcune considerazioni che vi lascio perché, lo Spirito del Signore, la sua grazia, li maturino nei vostri cuori, certamente animati da buona volontà, nei vostri cuori, che sono l’oggetto dell’amore di Dio nostro Salvatore, amore che si manifesta nel mistero che celebriamo.
Buon Natale!
Gesù bambino abbia veramente la possibilità di incontrarsi con la nostra persona. Gesù diventi per tutti noi il vero, unico, autentico Salvatore.
OM 484 Natale 71