Dio non ci ha dato uno Spirito di timore e di servitù, ma di forza, di carità e di saggezza
Fino a questo punto abbiamo detto che il Padre é la sorgente e il termine della nostra preghiera Il Padre arriva a noi per mezzo del Figlio: Cristo é il mediatore. Ma noi abbiamo bisogno di un altro tramite per giungere al Figlio, per poterci inserire, innestare, incorporare in Cristo perché la sua preghiera diventi la nostra preghiera. E’ compito dello Spirito Santo animarci, inserirci, innestarci, incorporarci in nostro Signore Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo ci dà la certezza d’essere figli di Dio. Questa certezza non si acquista con il ragionamento attraverso una convinzione razionale, é una certezza molto più vitale, molto più personale che prende totalmente il nostro essere. Lo Spirito Santo si unisce al nostro spirito per darci la sicurezza che siamo figli di Dio (Rm 8,16). Lo Spirito Santo guida i figli di Dio – (Rm 8,14).
In modo specifico lo Spirito Santo ha il compito di suscitare in noi la preghiera che si conviene ai figli di Dio. ” Lo Spirito Santo viene in aiuto alla nostra debolezza. Noi nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito Santo stesso intercede per noi, con gemiti ineffabili; e colui che scruta i cuori conosce le aspirazioni dello Spirito, come egli interceda per i santi secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27).
Che sia indispensabile questa azione dello Spirito Santo, perché noi possiamo essere incorporati in nostro Signore Gesù Cristo e quindi camminare verso la salvezza e svolgere ogni attività della nostra vita spirituale, compresa la preghiera, ce lo dice Gesù. Ogni attività della vita spirituale é possibile unicamente per la grazia di Dio che, vedremo, ci comunica personalmente lo Spirito Santo. In particolare, Gesù dice: ” Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre” (Gv 6,44).
La attrazione del Padre é l’azione dello Spirito Santo in noi. Se non c’é questa attrazione del Padre noi non possiamo giungere a Gesù Cristo che é la nostra preghiera, che deve pregare in noi. “Senza di me non potete fare niente” (Gv 15,5). Non dice che possiamo fare alcune cose, ma, niente. Ricordate il commento di Sant’Agostino. Quindi siamo in balia dell’azione di Dio per poter fare qualche cosa nell’ambito della vita spirituale cristiana.
Lo Spirito Santo attua in noi l’opera di Gesù, rende presente in noi Gesù. Lo Spirito Santo ci introduce nell’intelligenza dell’insegnamento di Gesù. “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un Paraclito il quale resti con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce, ma voi lo conoscete perché rimane tra voi e sarà in voi” (Gv 14, 16-17). ” Ma il Paraclito, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che vi ho detto” (Gv 14,26).
La predicazione non é un momento di insegnamento scolastico da imparare a memoria e capire con l’intelligenza. La parola di Dio si intende solo attraverso l’azione di Dio. Si intende Gesù, il vangelo solo se ci viene rivelato dallo Spirito Santo. ” Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata. Quando verrà Lui, lo Spirito di verità, vi guiderà nella pienezza della verità perché non parlerà da sé, ma dirà tutto quello che avrà udito e vi annunzierà le cose che verranno (Gv 16,12-14). Quindi Gesù é il maestro, ma per intenderlo é indispensabile che ci sia un suggeritore, che suggerisca da dentro l’insegnamento di Gesù, altrimenti non lo possiamo comprendere.
Lo Spirito Santo nella vita della chiesa
Lo Spirito Santo anima e rende efficace il ministero della parola. Se era indispensabile l’azione dello Spirito Santo per il ministero di nostro Signore Gesù Cristo, tanto più é indispensabile l’azione dello Spirito Santo nella continuità del ministero di nostro Signore Gesù Cristo. Ciò che é predicato all’esterno é sempre al di là di ciò che l’intelligenza può capire e assimilare ma é sempre al di qua di ciò che lo Spirito può e vuole farci intendere.
Lo Spirito Santo conduce verso il Padre.
Si tratta per noi, più che di camminare, di lasciarci condurre. E’ lo stesso Spirito che desta e mette in movimento il cuore del credente e quindi suscita quel moto particolare del cuore che si rivolge al Padre e che é la preghiera. Sotto questa azione io divento, come Lui: ascolto. Pregare, prima di tutto, é ascoltare ciò che viene da Dio: ” Dirà tutto quello che avrà udito” (Gv 16,13).
Sotto la sua azione io divento, come Lui, amore verso il Padre; divento capace di amare il Padre. “La speranza non delude perché l’amore di Dio é stato diffuso nei nostri cuori con lo Spirito Santo che ci é stato dato” (Rm 5,5). Non c’é un amore di Dio cristiano che non sia prodotto in noi da Dio stesso mediante lo Spirito. “E il Dio della speranza vi ricolmi di ogni gaudio e pace nella fede onde sia viva in voi la speranza per la virtù dello Spirito Santo” (Rm 15,13). Per l’azione personale dello Spirito Santo, che é poi l’amore personale di Dio, io rispondo all’amore di Dio e mi abbandono alla sua azione. Quante volte si sente parlare di ascolto e di risposta, di corrispondenza, di abbandono! Si giunge fino al voto di abbandono, il più perfetto dei voti.
Chi ci sta sotto a tutte queste azioni che, per il mistero dell’incarnazione, sono diventate possibili agli uomini? Chi prolunga l’azione del mistero dell’incarnazione nelle nostre persone stesse? E’ lo Spirito Santo, senza del quale non possiamo fare niente. Di conseguenza chi vuole pregare in senso cristiano, deve essere secondo il pensiero che san Paolo dà alla espressione “uomo spirituale”. Dice san Paolo (1 Cor 2,12)
“Noi abbiamo ricevuto non lo Spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere i doni che egli ci ha elargito e questi noi li annunziamo non con insegnamenti di sapienza umana, ma con insegnamenti dello Spirito esponendo le cose spirituali alle persone spirituali. L’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito di Dio; sono follie per lui e non é capace di intenderle, perché se ne giudica solo per mezzo dello Spirito”
Acquistare una sensibilità spirituale, un modo di pensare spirituale é stare sotto l’azione dello Spirito Santo. Sono spirituali, non quelli che non si interessano di cose materiali, quelli che disprezzano il corpo per curare l’anima, quelli che si allontanano dal mondo per attendere agli interessi di Dio. Sono spirituali coloro che sono condotti dallo Spirito di Dio, coloro che sono animati dallo Spirito di Dio, coloro che acquistano la capacità: di giudicare le cose di Dio, di valutare le cose di Dio, di capire le cose di Dio.
Seguire Gesù Cristo.
Chi é condotto dallo Spirito, naturalmente, segue Gesù Cristo perché lo Spirito che ci é dato é lo Spirito del Padre ed é lo Spirito di Gesù ed é lo Spirito che Gesù manda nel nome del Padre, è lo Spirito che prende dal Figlio per dare a noi. “Voi però non siete nella carne, ma nello Spirito dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Che se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo non gli appartiene” (Rm 8,9).
Lo Spirito ci unisce a Cristo, lo Spirito ci identifica a Cristo e ci fa vivere di Cristo.
“Ed essendo figli, Dio ha mandato nei vostri cuori lo Spirito del Figlio suo che grida abbà, Padre (Gl 4,6). Nella chiesa, nel mondo, non ci sono gli spirituali che dipendono dallo Spirito, che sono illuminati e guidati dallo Spirito e che perciò fanno a meno di nostro Signore Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo é lo Spirito del Figlio come é lo Spirito del Padre, non é senza il Padre, non é senza il Figlio e non compie qualche cosa che sia fuori del disegno del Padre che ci vuole ricapitolare, inserire, innestare nel Figlio suo e che non insegna nulla che non sia conforme all’insegnamento di nostro Signore Gesù Cristo: “Factus oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis”. Perciò, in quella attività che é la nostra preghiera noi dobbiamo essere condotti dallo Spirito ad inserirci nella preghiera di Gesù Cristo.
Alimentare lo Spirito di adozione.
Seguire lo Spirito ha come conseguenza che in noi é alimentato lo Spirito di adozione. “Dio non ci ha dato uno Spirito di timore e di servitù, ma di forza, di carità, di saggezza” (2 Tm 1,7); ” e voi non avete ricevuto lo Spirito di servitù per essere di nuovo nella paura, ma avete ricevuto uno Spirito di figli adottivi, nel quale esclamiamo: abbà, Padre ” (Rm 8,15). I nostri rapporti con Dio, che si esprimono nella preghiera, devono essere rapporti figliali perché Dio é nostro Padre.
Non estinguere lo Spirito.
Allora, secondo le raccomandazioni che troviamo nella Parola di Dio, dobbiamo avere la preoccupazione di non estinguere lo Spirito. “Non spegnete lo Spirito” (1Ts 5,19). Lo Spirito si spegne in noi per il peccato contro l’amore, il peccato che nel catechismo chiamiamo peccato mortale. Nell’antico rito del battesimo, il sacerdote domandava allo spirito immondo di cedere il posto allo Spirito Santo. Chi commette il peccato, per quanto dipende da lui, spegne, impedisce l’azione dello Spirito Santo.
Non resistere allo Spirito
” O gente di dura cervice e incirconcisa di cuore e di orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito; come i vostri padri, così fate voi” (At 7,51) E’ la storia di Israele e specialmente dei capi del popolo di Israele, di quelli che hanno opposto resistenza, che hanno lapidato e ucciso i profeti, come Stefano che era pieno dello Spirito Santo. Questa gente insensibile che non capisce le cose di Dio, che é condizionata dallo spirito del mondo e che per conciliare il mondo con Dio scende a compromessi, non fa altro che resistere allo Spirito Santo.
Non contristare lo Spirito
“Non affliggete lo Spirito di Dio del quale avete ricevuto il sigillo per il giorno della redenzione” (Ef 4,30) La tristezza che si infligge allo Spirito Santo, da parte di coloro che lo angustiano, di coloro che gli restringono gli spazi, di coloro nei quali non c’é il fervore della carità sono i cristiani che si accontentano di vivere in grazia di Dio, di evitare il peccato mortale. Il grande traguardo, per loro, é di evitare il peccato mortale! Una certa pastorale ha canonizzato questo modo di vedere la vita cristiana. Se manca il fervore della carità – la carità di sua natura é fervore, é animazione di tutto l’essere – meritiamo i rimproveri di Giovanni ” Poiché non sei né caldo né freddo, incomincio a vomitarti dalla mia bocca (Ap )
Edificare l’unità
Lasciarci condurre dallo Spirito significa edificare l’unità. Dinanzi al Padre siamo una famiglia di fratelli, non siamo degli isolati. “Cercando di conservare l’unità ne vincolo della pace” ( Ef 4,3). ” Se vi é una esortazione in Cristo, se vi é conforto di carità e comunione di Spirito, se vi é affetto e misericordia, rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con una medesima carità, unanimi” (Fl 2, 1-2). Dove ci sono divisioni non c’é lo Spirito di Dio, é lacerato il Cristo, si va contro la preghiera di Gesù
Credo che non sia necessario riprendere tutti questi punti per dire che la nostra preghiera deve essere in questo senso, perché é l’azione dello Spirito Santo che é in questo senso: deve seguire lo Spirito del Figlio, deve alimentare lo Spirito di adozione, deve non permettere che si estingua lo Spirito, deve aiutarci a vincere la resistenza che possiamo opporre allo Spirito, deve deve alimentare il nostro fervore perché non contristiamo lo Spirito, deve deve farci tendere all’unità.
OM 332 Preghiera 70 – montecastello 20-25 settembre 1970