La realtà mantovana ha posto il nostro vescovo Mons. Carlo Ferrari nelle condizioni di trovarsi direttamente impegnato nel servizio terapeutico di recupero per i bambini che presentano handicaps nello sviluppo neuropsicologico, quale membro gestore delI’l.M.P.P. “Casa del Sole”.
In questi dieci anni avrebbe potuto attuare una pastorale di stimolazione, di buoni consigli, di suggerimenti utili e volti a conservare rapporti diplomatici ed a soddisfare esigenze immediate, più apparenti che sostanziali. Con tutti i problemi a cui un Vescovo deve provvedere, avrebbe potuto delegare ai genitori ed agli operatori il suo impegno, o scindere la propria responsabilità, rinunciando di partecipare al Consorzio e lasciare quindi anche la proprietà in favore degli enti consorziati.
Il nostro Vescovo invece nonostante le grandi difficoltà di ordine pastorale, sociale e di opinione pubblica ha dimostrato di credere e di voler realizzare quanto dice S. Paolo: “…siete infatti opera sua, creati e uniti in Cristo Gesù per compiere le opere buone, che Dio ha predisposto perché lo praticassimo” (Ef. 2,10). Il Vescovo infatti non ha spontaneamente scelto di fare parte del Consorzio pubblico “Casa del Sole”, ma si è trovato membro di tale ente ed ha “praticato” cioè agito attivamente perché si perseguisse il fine e lo si difendesse: “…aiutare i bambini ritardati recuperabili, in età scolare e prescolare, attraverso scuole speciali e trattamento globale” (Statuto) .
In tutto questo tempo non si è limitato ad esprimere con le parole che i diritti dei bambini vanno rispettati, ma se ne è fatto personalmente carico. L’abbiamo visto sofferente, preoccupato, ma sicuro e fermo discutere con autorità amministrative e politiche. La sua presenza e la sua premura paterna sono state rivolte soprattutto ai genitori dei bambini, con i quali ha condiviso ed ancora oggi vive problemi, ansie e preoccupazioni. Non ha risparmiato nulla, con l’intento di aiutarli a comprendere la delicata situazione e a dialogare con tutti nel rispetto della libertà e della convinzione di ciascuno.
Come non riflettere sulle motivazioni vere della sua gioia e della sua benevolenza dimostrate ei momenti di vita trascorsi insieme con i bambini più o meno gravi in occasione di qualche celebrazione! Quanta comprensione-: e quale comunione di spirito! Abbiamo avuto davvero la grazia del sentirlo, e non solo di vederlo, nell’atteggiamento e nella sintonia di Gesù tra i fanciulli.
Nell’incontro con gli operatori poi ha sempre evidenziato la sua riconoscenza per il delicatissimo servizio da loro reso allo sviluppo ed alla formazione della personalità del ragazzo. Con espressioni stimolanti, li ha incoraggiati ad i “amare meglio il fratello” a verificare la propria fede con la capacità di amare concretamente chi è più debole, più povero, più incompreso, più aggredito, perché non riconosciuto nella sua realtà. Nell’incontro di Pasqua di quest’anno ha terminato la sua omelia affermando: “Qui, alla Casa del Sole, ognuno di voi, nel proprio ruolo, ha la possibilità di amare, di amare di più, di amare meglio. C’è spazio e c’è tempo per tutti e nessuno potrà mai dire: ho fatto tutto e bene. Chi ama trova sempre qualcosa da fare di più e in meglio. Coraggio! Lavoriamo così e con fiducia, memori della parola di Gesù: Qualunque cosa fatta al più piccolo la riterrò fatta a Me”.
Per questa opera sentiamo il dovere di esprimere al nostro Vescovo profonda gratitudine. Dal suo esempio ci pare di cogliere un invito rivolto a tutti i fedeli per una maggiore sensibilità disponibilità e partecipazione alle necessità di tanti fratelli, perché nella comunità cristiana mantovana risplenda veramente il volto di Cristo venuto a “portare ai poveri la bella notizia” della salvezza.
di Mons.Luigi Bolzani
“La Cittadella”, 12 Giugno 1977