Casalpoglio, Domenica 13 Ottobre 1968, ore 19
Carissimi, si compie così un desiderio vicendevole di incontrarci, di vederci, di salutarci. Io debbo un particolare riguardo e un particolare ringraziamento alla dimostrazione che mi avete voluto dare venendomi incontro. Ripeto: di questo vi sono grato ma, sarei stato più contento se non vi foste scomodati perché le cose, tra noi, debbono avvenire con una grande semplicità, veramente come in famiglia. Il nostro deve essere un incontro di famiglia perché, se il Vescovo ha una sua missione, questa è ricordare a se stesso e a tutti che siamo figli di Dio, che abbiamo tutti un Padre in cielo.
Mi piace che questo nostro primo incontro avviene mentre compite le vostre celebrazioni in onore della Madonna del Rosario.
Come vi ho già accennato: siamo tutti, il vescovo e ognuno di voi, figli di uno stesso Padre. Voi e il vescovo, il vescovo e voi, quando compiendo un atto di bella devozione cristiana, recitiamo il rosario, incominciamo col dire tutti allo stesso modo, tutti per lo stesso motivo: “Padre nostro che sei nei cieli “. Ci rivolgiamo al nostro creatore: a colui che ha pensato a noi, a colui che ha concepito la nostra esistenza, a colui che ci ha dato la natura che possediamo, a colui che ha mandato il Figlio suo per salvarci, per restituirci la nostra dignità primitiva. Ci rivolgiamo a Lui col nome di Padre perché così è.
Egli non vuole che siamo semplicemente delle creature qualsiasi uscite dalla sua sapienza e dalla sua potenza. Vuole che noi siamo le sue creature predilette e ci dimostra il suo amore di predilezione mandando il suo Figliolo unigenito sulla terra perché ci portasse la vita nuova e ci elevasse al livello di suoi figli Gesù, quando viene in mezzo a noi per fare la volontà del Padre, dice: “sono venuto perché abbiano la vita e abbiano una vita più abbondante”. Notate bene: si viveva prima di Cristo, si vive anche dopo Cristo, Ma la vita che Cristo ci ha portato, non è la vita naturale. La vita che porta Gesù non é la vita che proviene dalla carne e dal sangue. E’ una vita nuova: è una vita simile alla sua, è una vita che ci introduce nella partecipazione della natura stessa di Dio, è una vita misteriosa che noi incominciamo a ricevere nel santo battesimo, che ci è confermata nella cresima, che ci è rinforzata e ridata nella santa confessione, che è alimentata con la santa comunione.
Una vita nuova ci porta Gesù Cristo! Ecco, c’è questo paradosso, c’è questa cosa inconcepibile dalla ragione umana: il Figlio di Dio si fa uomo e i figli degli uomini diventano figli di Dio. Il figlio di Dio si fa uomo. Ecco il grande mistero, ecco i misteri del rosario. Quando, dopo aver recitato il “Padre nostro” noi incominciamo le decine delle “Ave Maria”, meditiamo i misteri della vita, della passione e morte e della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Perché possiamo dire: “Padre nostro che sei nei cieli”? Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo quindi meditiamo l’annuncio dell’angelo, la visita di Maria a santa Elisabetta, la nascita di Gesù bambino a Betlemme e gli altri misteri della vita di Gesù che si annunciano nella recita del santo rosario. Questo ci dice che il rosario è il grande libro con cui dobbiamo imparare come devono vivere i figli di Dio. E cioè, i cristiani devono vivere come è vissuto il Figlio di Dio fatto uomo, il primogenito di tutte le creature, il fratello più grande, colui da cui noi riceviamo questa vita nuova di figli di Dio
Pregando con il santo Rosario incontriamo Gesù: piccolo, umile, povero, mite, dolce, disposto a perdonare fino al punto di dare la sua esistenza per amore dei suoi fratelli. La grande lezione che ci viene ricapitolata, volta per volta, dai misteri del santo rosario è l’imitazione di nostro Signore Gesù Cristo perché dobbiamo assomigliarci a Gesù Cristo.
Molte volte si concepisce la religione, il cristianesimo come una serie di pratiche religiose. La messa, la comunione, il rosario, la confessione, il battesimo, matrimonio, eccetera, sono atti della vita cristiana ma la vita cristiana è nelle nostre persone, la vita cristiana è in ognuno di noi, la vita cristiana ce la comunica il battesimo, i sacramenti ce la assicurano e la fanno cresce in noi ma poi, noi dobbiamo vivere la vita che ci viene da nostro Signore Gesù Cristo in tutte le circostanze delle nostra esistenza. Vi ho ricordato i particolari della vita di Gesù: Gesù umile, povero, dolce; Gesù che perdona; Gesù che muore.
– C’è in noi l’umiltà? – C’è in noi la dolcezza del tratto?
– C’è in noi il riguardo vicendevole?
– C’è in noi il rispetto per la persona altrui, per la fama altrui, per le cose altrui?
– C’ è in noi la capacità di perdonare agli altri?
– C’è in noi soprattutto la capacità di voler bene agli altri?
E’ la grande lezione che ci viene da nostro Signore Gesù Cristo. Il Figlio di Dio si fa uomo, vive la vita che ci propongono i misteri del rosario chiude la sua esistenza morendo per la nostra salvezza. La sua morte, sì, è per cancellare i nostri peccati ma non dobbiamo pensare materialmente come se il sangue di Gesù Cristo pulisse qualche cosa di sporco.
Nel momento in cui è morto per noi, Gesù ci esprime tutto il suo amore. Ed è con il suo amore infinito che ci riconcilia col Padre e ci riconcilia fra di noi; ed è con il suo amore che vuole suscitare nei nostri cuori la capacità di volerci bene, ed è il suo amore che vuole insegnare a noi, ed è dal suo amore che noi dobbiamo imparare a seguire nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù proprio prima di morire ci ha detto: “in questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi vorrete bene gli uni gli altri” L’ultima raccomandazione di Gesù è questa “amatevi come io vi ho amato”. E, san Giovanni nota che: avendo amato i suoi fino in fondo è morto per loro. Ecco la misura dell’amore di Gesù Cristo. Ecco la misura dell’amore cristiano
Miei cari io non vi debbo fare una predica lunga e non vi debbo dire troppe cose, ma alcune perché le possiate ricordare ve le ripeto.
Il santo rosario ci mette davanti alla nostra dignità di figli del Padre;
il santo rosario con i suoi misteri ci propone Gesù Cristo come modello di vita;
Gesù Cristo è nostro modello di vita soprattutto nell’esempio che ci da di volerci tanto bene da morire per noi;
Gesù Cristo richiede dai suoi discepoli che si vogliano bene tra loro, e che si vogliano bene tra loro quanto egli ha voluto bene a noi. -Ci vogliamo bene tra noi? -Vi volete bene tra voi?
Siete tutti in Chiesa, siamo tutti davanti all’altare del Signore, tra poco faremo tutti insieme la professione della nostra fede, il vostro parroco mi parla bene di voi quando lo incontro. Mi ha detto delle manifestazioni di ieri sera del trionfo della Madonna portata in mezzo a tutte le vostre case. E’ molto bello tutto questo ma la misura del vostro cristianesimo, consiste in qualche cosa che è molto più impegnativo. E’ molto bello ed originale il vostro andare di sera con le vostre auto di tutti i giorni per accompagnere la Madonna in tutte le vie del paese. E’ un bel segno di devozione che richiede molto.
Qual é questa richiesta? Quella di volervi bene. Guardate che i cristiani devono essere quelle persone che si distinguono dagli altri perchè si vogliono bene.
Uno dice:io vado alla messa tutte le domeniche, dunque sono cristiano. Vuoi proprio bene a tutti e quando vai a messa impari da Gesù Cristo come si deve voler bene?
Un altro dice: io faccio la comunione frequente. Ogni volta che fai la comunione impari da Gesù Cristo a voler bene al tuo prossimo? Impari da Gesù ad essere più umile e paziente e a trattare bene le persone?
Un altro dice:io recito tanti rosari. Tu reciti il rosario come espressione di devozione verso la Madonna. Molto bene. Ma poi tratti bene le persone come vorrebbe Gesù Cristo?
Sei giusto verso gli altri? Sei benevolo verso gli altri? Sei comprensivo verso gli altri? Cerchi di mettere una parola buona in mezzo agli altri?
Cerchi di andare d’accordo con tutti? Cerchi di essere un elemento di unione con gli altri?
Ecco il grande esame che dobbiamo fare. Se si è cristiani bisogna essere gente capace di volere bene agli altri.
Sia questo il ricordo che conserverete del vostro primo incontro col Vescovo: Il Vescovo richiamandoci alla bella devozione del rosario ci ha detto:
che siamo tutti figli di Dio
che siamo tutti fratelli fra di noi,
che il primogenito è Gesù Cristo,
che Gesù Cristo ci ha insegnato a volerci bene.
Seguiamo nostro Signore Gesù Cristo, mettiamo nel cuore tanto amore, esprimiamolo generosamente perchè si veda che siamo veramente cristiani. E vedendoci veramente cristiani si convertano.
OM 151 Casalpoglio 68 – Domenica 13 Ottobre 1968, ore 19