15 agosto 1968 al Santuario delle Grazie
Carissimi, ognuno di voi è qui con i suoi pensieri, i suoi affetti, le sue preoccupazioni, i suoi desideri, soprattutto, tutti siamo qui per pregare dinnanzi all’immagine gloriosa di Maria Santissima, nel giorno in cui tutte le parole che ha ascoltato ne hanno esaltano la grandezza e la gloria. In un certo qual senso nasce un contrasto: perché per lei tanta gloria, tanta grandezza, tanto onore, tanta festa, tanta felicità ?
E perché noi siamo qui con la nostra povera esistenza, con tutti i nostri problemi, con tutto quello che grava sulla nostra persona e che non permette al nostro spirito di essere pienamente sereno, che non permette al nostro cuore di godere una piena felicità, che non permette alle nostre stesse membra, forse affaticate o ammalate, di avere quella pienezza di vita cui tanto fortemente aspiriamo?
Maria Madre di Dio così felice e noi in questa valle di lacrime?
Noi tuttavia ci avviciniamo con fiducia a questa creatura, oggi tanto gloriosa e tanto felice in cielo, di cui abbiamo dinnanzi a noi l’immagine veneranda. Ma, chi é questa regina degli angeli e degli uomini, questa Madre di Dio?
E’ una fanciulla del popolo d’Israele. Fu una ragazza come tutte le nostre ragazze. Visse una condizione d’esistenza molto umile, molto nascosta e semplice; visse ed esperimentò la povertà, gli stenti e la fatica; visse ed esperimentò la debolezza; visse ed esperimentò la malizia, la cattiveria, l’invidia degli altri; ad un certo punto conobbe anche l’odio e la persecuzione degli altri.
Dal momento in cui fu prescelta a diventare la madre del Figlio di Dio, il Messia, colui che avrebbe portato la salvezza agli uomini, ella associò la sua esistenza a quella del Figlio di Dio fatto uomo e la sua esistenza divenne un calvario. Divenne un calvario nell’esilio in Egitto; divenne un calvario nella fatica della bottega di Nazareth; divenne un calvario nelle peregrinazioni e nell’incertezza, nei momenti d’angoscia della vita pubblica del suo figliolo, perché intorno a se suscitava l’invidia, la gelosia, l’odio, lo spirito di persecuzione dei suoi nemici. Lei, la madre, riceveva il contraccolpo nel proprio cuore di tutto quello che avveniva intorno al suo figliolo Gesù Cristo, fino alla notte in cui seppe che era stato catturato e condannato a morte. Il giorno seguente é pronta ad accompagnarlo lungo il suo calvario e poi sta ritta ai piedi della croce, per partecipare alla sua morte.
Miei cari, pensate ad una madre che partecipa alla morte del proprio figliolo, che é il figlio più bello, più amabile, più caro, più prezioso! Ecco Maria, la gloriosa, che é assunta in cielo. Ecco colei che é nostra sorella nella nostra esistenza terrena, Ecco colei che ha conosciuto tutto quello che conosciamo noi di doloroso, di umiliante, di sconfortante. Ma, che fu fedele a Dio, che ebbe il solo impegno di fare la volontà del Signore, di restare nel suo amore, di accettare il suo amore; e quindi impegnata a non disgustare mai il suo Dio e Signore, fin dal momento in cui – sotto l’impulso della grazia dello Spirito Santo- disse, “Si faccia di me tutto quello che egli vuole.
Miei cari, come Maria é nostra sorella, come é nostra madre, come é nostro modello, come é l’esemplare della nostra vita!
Noi siamo qui portati dalla nostra fede, dalla nostra speranza, dal nostro desiderio di essere liberati da tutti i mali e un giorno di essere ricolmi di tutti i beni di Dio. Ebbene, guardiamo a Maria santissima nelle nostre pene, nelle nostre prove, nelle nostre tentazioni, nei nostri momenti di scoraggiamento, nella nostra sfiducia, nella nostra angoscia. Tutto Maria ha vissuto come noi, ma ha vissuto tutto nella Grazia del Signore lontano dal peccato. Ha vissuto tutto nell’amore di Dio e nell’amore per tutti gli uomini, per la salvezza dei quali ha offerto il suo figliolo.
So che voi, questa mattina venendo alle Grazie, andate prima di tutto ai piedi del sacerdote a deporre il fardello che grava sulla vostra coscienza e ve ne uscite più liberi, più in pace, più contenti. Questo vuole -dire- togliere il peccato: sperimentate cosa significa essere in grazia di Dio, essere in amicizia con lui, essere in pace con tutti. Ogni senso di pace, di serenità, di sicurezza viene dalla grazia del Signore.
La Madonna é la madre della grazia di Dio -non solo delle grazie – e vuole fare, oggi, a ciascuno di noi il gran dono di pace e di serenità; vuole dare a ciascuno di noi la capacità di affrontare la vita su questa terra nella fedeltà alla volontà di Dio, ai suoi comandamenti, all’adempimento di tutti i nostri doveri; soprattutto la fedeltà all’amore verso Dio e all’amore per i nostri fratelli. Questo, che vuole dare ad ognuno di noi, diventi una convinzione.
Lei intercede per noi ai piedi della croce, lei é presente in mezzo a noi specialmente adesso nella celebrazione della santa Messa dove è presente Gesù Cristo col sacrificio della croce. Accanto a Gesù, Maria, prega per la nostra salvezza. Prega perché Gesù ci perdoni, ci dia la sua grazia, la sua forza, il suo coraggio. Prega perchè dia la capacità di vivere da cristiani, cioè, da fratelli con Gesù Cristo e con tutti i suoi e nostri fratelli, sotto il suo sguardo di madre: Madonna delle Grazie.
OM 132 Grazie 68