25 maggio 1969 solennità di Pentecoste in sant’Andrea
Fratelli e figlioli carissimi, oggi è Pentecoste. Oggi si compie il piano dell’amore di Dio nei nostri confronti, per la nostra salvezza. Oggi la chiesa, che siamo noi, è definitivamente fornita di tutti i mezzi vitali che le garantiscono in un modo sovrabbondante la possibilità di essere salvata, quindi tutti noi abbiamo i mezzi che garantiscono per ognuno la possibilità, di essere salvati.
Intendiamo, miei cari oggi, quale senso ha essere salvi? Ha importanza chi ci salva? Ci interessa da che cosa ci salva?
Le cose sentite tante volte durante le cerimonie liturgiche, le cose che riguardano la nostra salvezza hanno tre tempi: il tempo della figura e della preparazione, il tempo della realtà e dell’attuazione e il tempo in cui queste cose ci toccano personalmente,e diventano una grazia e un impegno personale per ognuno di noi.
Il tempo della figura è quello dell’Antico Testamento quando il popolo di Israele, attraverso il mistero degli avvenimenti e delle figure, compie il senso del cammino della salvezza: passa dal fatto di essere non popolo, cioè un pugno di schiavi, al fatto di essere un popolo, il popolo di Dio; passa dal fatto di essere continuamente in pericolo di annientamento come popolo, al fatto di essere costituito come popolo: il popolo della salvezza, il popolo santo. Chi libera questo popolo è Dio. E’ un Dio che ama questo popolo, è un Dio che per questo popolo si comporta come un padre, è un Dio che per questo popolo ha la tenerezza che può avere uno sposo per la propria sposa ed esprime il suo amore in tanti modi.
Questo Dio è Dio con il suo popolo, questo Dio è Dio in mezzo al suo popolo, questo Dio è Dio per il suo popolo. Infatti, non lo libera semplicemente dalla condizione originaria di non popolo quando si trovava nella schiavitù di Egitto, ma interviene ogni volta che questo popolo per svariati motivi è in pericolo, è disperso, è disgregato nella sua unità dall’interno e dall’esterno. Tante volte il popolo di Israele si è trovato nella condizione di avere perduto la sua consistenza e la possibilità di ricostituirsi come popolo, ma è sempre intervenuto Dio con la sua potenza, così che questo popolo identifica la sua storia con il fatto di essere un popolo unicamente ed esclusivamente salvato da Dio.
Da che cosa è salvato questo popolo? E’ salvato dalla schiavitù che gli imponeva la potenza dell’Egitto; -è salvato dall’esilio e dalla dispersione in cui lo avevano indotto gli altri popoli più potenti, che lo circondavano; -è salvato dalle divisioni interne che lo disgregavano e facevano sì che non fosse più quella unità che voleva Dio nel disegno del suo amore.
Questo popolo è insidiato dalla potenza del mondo, -è schiacciato dall’ambizione che domina nel mondo, -è salvato dalla idolatria della carne che pervade nel mondo, -è salvato dal peccato che è la conseguenza di questo predominio delle forze del male sull’uomo, -è chiamato invece a realizzare il bene di Dio: il bene della giustizia, il bene della verità, il bene dell’amore.
Questo che avveniva -per dire così -come preparazione e come figura, in tutta la storia del popolo di Israele nell’antico testamento, ha la sua realizzazione in una salvezza più profonda, più radicale, più assoluta nella persona del Figlio di Dio fatto uomo. Il Figlio di Dio viene appunto per strappare gli uomini dalla schiavitù del peccato che produce la morte, per trasferirli nel regno dei figli di Dio: nel regno della luce, nel regno della vita, nel regno della pienezza dell’amore.
La condizione del Figlio di Dio che viene per salvare gli uomini, è la stessa condizione del popolo di Israele. Anche Lui come figlio dell’uomo è schiacciato, è annientato, è perduto, – per dire così – dalla potenza che scatena il peccato e che si esprime: attraverso coloro che tengono il potere in tutti i sensi e in tutti i campi, attraverso coloro che vogliono sopraffare gli altri soddisfacendo la propria ambizione, attraverso coloro che fanno dello scopo della loro esistenza una idolatria della carne, del sesso e del piacere.
Il Figlio di Dio è perduto, muore, va verso il fallimento della sua opera, ma é salvato unicamente ed esclusivamente dalla potenza del Padre, che lo sottrae alla potenza del mondo e lo costituisce, attraverso il mistero della sua risurrezione, Signore di tutto l’universo e di tutti gli uomini. Questa potenza che Dio ha dispiegato nel suo Figlio vincitore del male, del peccato, della morte, è presente oggi nel mondo, nella sua chiesa, per mezzo dello Spirito, il Suo Spirito, lo Spirito Santo. Ecco perché, il mistero cristiano trova il suo vertice, il suo culmine, la sua ultima tappa, quando Dio impegna la sua capacità di salvarci, la sua potenza vincitrice del male nella persona di ognuno di noi, dandoci il Suo Spirito, dandoci lo Spirito Santo.
Miei fratelli, noi non ci troviamo forse nelle stesse condizioni, pur essendo mutate le circostanze, pur essendo mutati i costumi, pur essendo mutate molte cose nella storia? Non ci troviamo personalmente ad essere sempre in balia di un gioco che ha le sue origini nelle potenze che si scatenano nel mondo che non sono potenze astratte, ma potenze che si concretizzano qui su questa terra nei vari sistemi che : invece di essere a servizio dell’uomo sono organizzate in modo da fare schiavo l’uomo nell’intimo della sua persona, nel santuario più sacro del suo essere, nella sua libertà, nella sua possibilità di scelta, nella sua possibilità di essere se stesso?
Queste potenze, sono intorno a noi, si possono esprimere in un modo attivo o passivo. Anche noi personalmente possiamo essere gli attori che tengono in mano questi strumenti di oppressione dei propri fratelli, oppure noi stessi possiamo essere coloro che subiscono la pressione che viene da fuori, possiamo essere coloro che subiscono il fascino delle cose fallaci del mondo, coloro che si piegano ad essere gli adoratori dei valori che il mondo presenta.
E quante volte – sempre credo se siamo sinceri – noi ci troviamo a dover ammettere di essere degli schiavi, dei dispersi, dei disgregati, degli alienati, e di costatare la nostra impotenza a superare le situazioni concrete in cui viviamo, perché ci manca la forza, perché ci manca il coraggio, perché anche quando abbiamo il coraggio ci mancano le possibilità! Cozziamo contro l’impossibile, contro l’invincibile, perché siamo così, perché siamo perduti come il popolo di Israele
Allora abbiamo bisogno che entri nella nostra persona, nella nostra vita, nelle nostre facoltà Colui che attraverso la storia, ha dimostrato di essere il più grande e il più potente, Colui che attraverso la storia, ha dimostrato di porsi, nei confronti degli uomini, unicamente per amore, non per un suo interesse ma per il bene autentico degli uomini. Abbiamo bisogno di Dio, abbiamo bisogno della salvezza di Dio, abbiamo bisogno di quella salvezza che Dio ha disposto per noi proprio quando ha compiuto l’opera della nostra salvezza e ha mandato non più semplicemente il Figlio perché fosse il Salvatore di tutti gli uomini, ma ha mandato il suo Spirito, perché abiti con gli uomini in ogni istante della loro esistenza, perché compia i prodigi della sua potenza per liberarli dal male, per garantirli nella loro dignità di figli di Dio, per consolidare la loro vita di creature libere e dare la possibilità di realizzare questa vita di figli di Dio.
Lo Spirito Santo è nella chiesa. Ecco miei cari, dove dobbiamo cercare la salvezza.
E’ lo Spirito Santo che nella chiesa parla attraverso la parola di Dio, che non è semplicemente la parola scritta, che non è semplicemente la parola proclamata dagli uomini, ma è la parola operante nello Spirito, nella potenza dello Spirito Santo, nella presenza dello Spirito Santo, che rivolge ad ogni creatura intelligente il discorso che Dio vuole fare con noi e ci apre all’intelligenza di questo discorso, perché comprendiamo il significato della nostra esistenza e della nostra vocazione.
E’ lo Spirito Santo che è presente ed operante nella chiesa, nell’azione dei santi sacramenti.
E’ lo Spirito Santo che ci è stato dato nel battesimo e che ci è stato confermato nella cresima.
E’ lo Spirito Santo che diventa remissione dei nostri peccati nel sacramento della penitenza.
E’ lo Spirito Santo che ci unifica e ci compagina con Cristo e tra noi nel mistero della comunione eucaristica.
E’ lo Spirito Santo, quindi, che dispiega la potenza di Dio per la nostra salvezza,
per generarci nel battesimo come figli di Dio,
per farci crescere nella cresima come figli di Dio,
per darci aiuto e nutrimento negli altri sacramenti per vivere da figli di Dio.
E’ lo Spirito Santo che ci salva nella chiesa attraverso la missione dei sacri ministri.
Lo Spirito Santo è la potenza di Dio che è operante nella Chiesa per la nostra salvezza.
Quante di queste cose, oggi, sono poste in discussione, sono messe in dubbio! Non importa. Anche da questa debolezza, anche da questo pericolo di perderci, anche da questa tentazione di distruggere le strutture che sono gli elementi portanti della presenza e dell’azione dello Spirito in mezzo a noi, ci libererà il nostro Dio, perché di sicuro ci libera, come ci ha sempre liberato da tutte le situazioni, in tutte le occasioni che possono perderci. Scusate questo richiamo: veramente siamo molto pochi e con una coscienza molto incerta e con una manifestazione esterna di fede assai esigua. Se oggi fosse Natale, S. Andrea sarebbe stipata di gente. Così se fosse Pasqua. Ma, oggi è il compimento del Natale e della Pasqua!
Se il Padre non ci avesse dato il Figlio non saremmo salvi. Se il Figlio non ci avesse dato il Suo Spirito noi non saremmo salvi. Allora ci vuole il Padre, allora ci vuole il Figlio, allora ci vuole lo Spirito Santo, perché è Lui che compie l’opera del Padre e del Figlio in ognuno di noi, nella chiesa santa di Dio.
Allora pensiamo alla nostra pochezza, alla nostra povertà, alla nostra debolezza, al bisogno di essere salvati e rivolgiamoci a Colui che ci può salvare. Lo Spirito che è dato, è in noi, è con noi, abita in noi. Apriamo il nostro cuore alla fiducia, stabiliamo dentro di noi la dimora dove con sicurezza custodiamo questa nostra difesa che è lo Spirito Santo, camminiamo secondo una certezza di libertà interiore che ci fa muovere in mezzo al mondo senza subire le pressioni e gli allettamenti e i richiami del mondo.
OM 220 Pentecoste 69 – S. Andrea di Mantova, 25 -5- ore 11