Il povero peccatore, il condannato a morte
riconosce Gesù come Re
Mi incontro con voi e, tra voi, trovo un altro parroco. Avete un parroco giovane, zelante che incominciate a conoscere e penso a volergli bene. Sapete che il parroco in mezzo a voi rende presente il vescovo? Rende presente soprattutto nostro Signore Gesù Cristo.
Allora é indispensabile che apprezziate questa grazia, questa benedizione di Dio e che consideriate il vostro parroco come un fratello che sta in mezzo a voi ma, un fratello che ha la responsabilità davanti a Dio delle vostre persone. Sì, dico delle vostre persone interamente perché la salvezza di cui é dispensatore é la salvezza di nostro Signore Gesù Cristo. che riguarda tutta la persona, che impegna tutta la vita.
Il parroco é in mezzo a voi per predicare nostro Signore Gesù Cristo.
Il parroco é in mezzo a voi per comunicare la vita nuova che nostro Signore Gesù Cristo ha portato agli uomini.
Il parroco é in mezzo a voi per indicarvi come si cammina nella vita nuova sui passi che ha fatto nostro Signore Gesù Cristo.
Tutto questo é facile da dire, ma difficile a capire, ed equivale a realizzare in mezzo a voi la prerogativa di nostro Signore Gesù Cristo Re, che forma l’oggetto della festa liturgica di oggi.
Oggi é la festa di Cristo Re. Ma, come avete ascoltato nella lettura del vangelo, Gesù Cristo é proclamato re quasi per beffa mentre é inchiodato sulla croce. Vicino a lui c’é un povero peccatore, un condannato a morte che, riconosce che Egli non é un re per beffa e lo prega di introdurlo nel suo Regno. Gesù gli risponde: sì, oggi stesso sarai con me in paradiso.
La regalità dinostro Signore Gesù Cristo. Perché Cristo re? Cristo capo di tutte le creature? Cristo primogenito in mezzo alla creazione? Perché per mezzo di lui tutto é stato fatto, per mezzo di lui noi siamo stati fatti, per mezzo di lui noi siamo salvati.
Gesù Cristo non é un re che vuole conquistare un potere. Gesù Cristo non é un re che vuole acquistare delle ricchezze. Gesù Cristo é un re che a differenza di quelli che regnano su questa terra, vuole comunicare i doni del suo Regno, vuole comunicare il dono di se stesso.
Ho già detto che incontriamo Gesù Cristo, come re, mentre muore in croce, mentre si dona totalmente per noi. Per ciascuno di noi.
Gesù Cristo ci dona la rivelazione del senso della nostra vita, assicurandoci, con l’annuncio del vangelo,
che Dio é nostro padre,
che noi siamo figli di Dio,
che non c’é nessuna barriera nel pensiero di Dio per separarci gli uni dagli altri,
che ci deve essere un amore che supera tutti gli ostacoli, per fare di noi una famiglia di fratelli.
Gesù Cristo ci dona il suo Regno con il dono della sua vita. Di fatto è morto in croce, ma la vita che egli dona sulla croce non va perduta. E’ la vita che egli riprende con la risurrezione perché é il Figlio di Dio, perché é il Dio potente più della morte, e la vita nuova che ha portato su questa terra è la vita eterna del suo Regno per tutti quelli che credono in lui.
Abbiano la vita eterna non soltanto nel senso che un giorno entreranno nel Paradiso ma, abbiano già la vita nuova che durerà per sempre, che ci é data il giorno del battesimo, che ci é confermata il giorno della cresima, che attingiamo da nostro Signore Gesù Cristo come ad una sorgente, che riceviamo da nostro Signore Gesù Cristo come i tralci ricevono la linfa dal ceppo in cui sono inseriti.
Ecco, la regalità di nostro Signore Gesù Cristo: é nel dono della vita che viene da Lui, in quel Corpo che é la Chiesa, di cui é il Capo. Da lui fluisce tutto il bene, da lui fluisce tutta la ricchezza, da lui fluisce tutta la vitalità nuova che costituisce la nostra vita cristiana. Gesù Cristo é nostro re perché ci dona tutto se stesso, perché si situa a capo di noi, perché si mette davanti a noi per indicarci come dobbiamo camminare nella vita nuova.
Come dobbiamo camminare?
Come ha camminato nostro Signore Gesù Cristo. nella sua vita qui su questa terra. Gesù Cristo ha camminato nel senso dell’amore. Ha camminato nel senso dell’amore verso il Padre compiendo sempre tutta la volontà del Padre per realizzare la nostra salvezza. Ha camminato nel senso dell’amore per noi, non un amore a parole, non un amore di sentimento ma, un amore spinto al dono di se stesso. Ecco come Gesù é nostro re.
Ecco il ministero del parroco in mezzo a voi:
– che vi annunci il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.,
– che vi dica continuamente che Dio é Padre e noi siamo i sui figli,
– che vi offra continuamente nella celebrazione dei sacramenti e soprattutto nella liturgia della Messa, il pane della Parola di Dio e il pane della Eucaristia, perché siate nutriti soprannaturalmente, perché la vita dei figli di Dio che é in voi cresca e si sviluppi.
-che vi indichi continuamente il senso secondo cui dobbiamo camminare, che é il senso dell’amore per Dio e dell’amore per il prossimo.
Direte: i nostri bambini che fanno la cresima non entrano nella predica del vescovo. Voi capite che questi bambini sono l’oggetto del ministero del parroco e sono l’oggetto della regalità dinostro Signore Gesù Cristo. Da oggi, Gesù Cristo prenderà un possesso più pieno della loro persona per mezzo del suo Spirito e, con il suo Spirito li animerà in un modo più definitivo perché abbiano la capacità di crescere nella intelligenza della loro vita di figli di Dio e di fratelli con tutti, perché abbiano la capacità di crescere, secondo la statura di vita cristiana. Di fatti essi da oggi hanno la pretesa di diventare perfetti cristiani.
Non insegna così il catechismo? La cresima vi fa perfetti cristiani. Pensate un po’ miei cari. Voi conoscete questi bambini. Voi sapete che da oggi devono diventare perfetti cristiani. Non capiterà che qualcuno di loro bagni il naso al suo papà e alla sua mamma perché diventa un cristiano più perfetto del suo papà e della sua mamma? Quale contrasto potrebbe sorgere in famiglia!
Il vostro parroco, al principio, vi diceva che dobbiamo rinverdire la nostra cresima. E’ giusto. Questi vostri figli, da oggi in avanti, con la loro presenza, vi devono dire ogni momento che, in ogni momento siamo chiamati a diventare dei cristiani più perfetti, che non dobbiamo essere dei cristiani di tradizione, dei cristiani che fanno sempre allo stesso modo, per esempio, dei cristiani che si confessano e poi tornano al punto di prima, dei cristiani che fanno la Comunione e poi escono dalla chiesa e sono come prima ma, dobbiamo diventare dei cristiani che crescono nella statura della vita di figli di Dio.
Questo diranno i vostri bambini da oggi in avanti a tutti indistintamente, perché si attui in mezzo a noi il Regno di Dio che é regno di giustizia, regno di pace, e soprattutto regno di amore vicendevole.
Tutto questo accade nella vostra comunità oggi Tutto questo tenetelo presente ogni giorno. Tutto questo costituisca l’impegno di questo nostro incontro per migliorare la nostra vita di cristiani, di seguaci di nostro Signore Gesù Cristo.
OM 471 Libiola 71 – 21 Novembre ore 16