incontro con le religiose della diocesi
Siamo qui oggi a ricevere il Signore. E vogliamo ricevere il Signore perché i nostri fratelli, incontrandosi con noi, arrivino ad incontrare Lui. Abbiamo detto che questo é possibile solo se diamo importanza alla preghiera. La preghiera deve essere l’anima di ogni apostolato, deve essere il respiro, il sostegno della vita religiosa.
Tante volte so di avervi invitato a gioire nel Signore, a meditare i motivi di gioia che ci sono nella nostra fede perché noi siamo dei salvati, siamo dei fortunati. Siamo l’oggetto nientemeno che dell’amore gioioso del nostro Dio e lo siamo anche in quei momenti in cui – da parte nostra – gli rechiamo dispiacere. Lui attende il momento di allargare le sue braccia per dirci che ci vuole bene. La nota della gioia deve distinguere la vita cristiana ed evidentemente la vita religiosa. Nella preghiera -nella preghiera fatta bene – ci sono almeno due elementi che hanno un valore grande per la nostra vita, per il nostro apostolato.
Conoscete il tema “Evangelizzazione e promozione umana”. Noi non ci sentiremo mai tanto promossi, come quando stiamo davanti a nostro Signore Gesù Cristo,come quando preghiamo, perché allora scopriamo la nostra vera grandezza. Siamo piccoli, poveri, miserabili, peccatori, ma Lui vuole bene a noi. Lui è venuto per noi ed è venuto povero, misero, nella solitudine, proprio per mettersi al nostro livello,per farci comprendere che il nostro livello lo conosceva molto bene, ma ha voluto anche sperimentarlo. A creature così fatte Egli vuole tutto il suo bene. Per questo ci ha creato: noi siamo le creature di Dio.
Molte volte portiamo il pensiero sulle conseguenze della redenzione, ma la redenzione c’è in quanto c’é stata la creazione. Nella nostra vita spirituale, nella nostra preghiera diamo poco spazio al fatto che Dio ci ha creato ed ha creato tutte le creature. Diamo poco spazio al fatto che stiamo al vertice di tutta la creazione. Diamo poco spazio al fatto che tutta la creazione é espressione di ciò che é Dio, di ciò che Dio vuole essere per noi. Col suo amore ha fatto tutte le cose per noi, e le ha messe nelle nostre mani. Il peccato ha operato le divisioni e le disuguaglianze sociali, ma il nostro Dio, no! Per questo noi dobbiamo incontrare Gesù uomo, Gesù bambino, Gesù primogenito di tutte le creature, Gesù creato nel seno di Maria per opera dello Spirito Santo, in tutto simile a noi e dobbiamo incontrare questo Gesù che ci dice chi siamo noi per Lui, che cosa siamo noi per Dio.
Vado dicendo sovente che noi abbiamo gli occhi chiusi sulla creazione. E’ cessato l’uso di mettere i fiori finti sull’altare, ma eravamo arrivati al punto di trascurare talmente la creazione da mettere sugli altari, come oggetto di culto e come espressione di culto, le finzioni della creazione. Non so se rendo il pensiero. La preghiera, che ci mette a contatto con Dio, ci mette a contatto con questo Dio che si é fatto uomo, ma che é il Dio dei Cieli e della terra, che é il Dio dei lampi e dei tuoni, che è il Dio dei fiori e degli uccelli, il Dio dei gigli del campo e del passero.
Se noi abbiamo spirito di preghiera, scopriamo ciò che siamo per Dio e vedendo le cose del mondo scopriamo il nostro ruolo nel mondo, la nostra importanza nel mondo, il nostro valore nel mondo, la nostra dignità nel mondo della creazione, perché Dio ci ha posto al vertice di tutto ciò che é grande, bello e potente, per manifestare in noi la sua potenza, la sua bellezza, la sua grazia.
E noi non dobbiamo cercare questa coscienza nei libri di psicologia o altrove. Noi la dobbiamo trovare contemplando il volto del nostro Dio e l’opera delle sue mani in spirito di preghiera, cioè, nella contemplazione del suo volto e di tutto quello che esiste. Quindi, il Verbo Incarnato ci introduce nel bel mezzo della creazione, dove é entrato il Figlio di Dio per valorizzarla tutta, e per valorizzare in particolare la creatura che siamo noi, per la quale tutto é stato fatto.
I nostri pensieri, a volte, sono così banali, così meschini! Ci perdiamo in cose da niente! Cerchiamo di allargare i nostri occhi alla stessa dimensione dello sguardo di Dio. Osservate come il Vangelo ci riferisce di Gesù che accoglie tutto il creato e non lo osserva solo per farne uno strumento della sua predicazione, ma ammira le creature perché Lui le ama, perché Lui le rispetta, perché lui intende indicarle come doni che il Padre dà a ciascheduno di noi che abbiamo più valore di un uccello dell’aria e di un giglio del campo.
Un altro pensiero nel prospetto della preghiera mi pare sia questo. Conseguentemente noi scopriamo la dignità dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Se guardiamo i nostri fratelli e le nostre sorelle con gli occhi della nostra fronte, che cosa sono? Una creatura umana é sempre bella, però nei gradi della bellezza raramente si raggiungono i vertici e poi, quando una creatura é sempre davanti agli occhi diventa antipatica, insopportabile, eccetera. Perché? Perché il nostro sguardo non é più lo sguardo del Signore, perché il nostro sguardo non é più il vedere i nostri fratelli e le nostre sorelle con l’occhio di Dio, ma col nostro occhio.
Capite che, solo nella preghiera abbiamo la possibilità di acquistare una capacità visiva veramente religiosa, cioè la capacità di vedere con l’occhio di Dio e pensare che la creatura più antipatica – che possiamo avere tra i piedi – é l’oggetto di tutto il suo amore, di tutto l’amore che é nel Cuore di nostro Signore Gesù Cristo, di tutta l’azione mirabile e incomparabile dello Spirito Santo. Capite che tra una visione e l’altra c’é una grande differenza? Capite anche che, se si vuole una vita di comunità, una vita di comunione fraterna, La visione di Dio dobbiamo cercarla nello sguardo di Dio. Dobbiamo fare una valutazione delle persone secondo i parametri della fede non secondo i nostri giudizi, non secondo i nostri desideri, la nostra sensibilità, la nostra abitudine alle persone.
Di qui ancora un motivo importante per pregare, per stare innanzi al nostro Dio Creatore di tutte le creature, per diventare rispettosi di tutti gli uomini: peccatori, sani, giusti e ingiusti, perché per tutti Dio ha preparato la creazione dell’universo, per tutti ha mandato il suo Figlio, per tutti manda il suo Spirito. Guardate che, nella pratica della vita cristiana come é realizzata in noi ecclesiastici o in noi religiosi, ci sono degli aspetti di grossolanità impressionanti. Non ci sopportiamo più. Ognuno fa i propri interessi. Tutto è strumentalizzato. E’ strumentalizzato soprattutto l’uomo. E’ strumentalizzata la vita e la sorgente della vita. E’ desacralizzato e disumanizzato l’amore. E noi, molte volte nei nostri comportamenti, siamo come gli altri. Abbiamo, magari, molti pensieri pii, ma pochi pensieri umani.
E’ importante che ci convertiamo al Dio della creazione. I popoli lontani, tra i quali sono stato, ci rifiutano e rifiutano anche le nostre espressioni di carità, perché noi non siamo più umani. E’ un grande scandalo questo. Se in mezzo a noi la vita é religiosa, perché rispetta la dignità di Dio e la dignità delle sue creature, diventa per se stessa motivo di edificazione.
Continuiamo la S. Messa. Quando pensiamo al vino, non pensiamo subito al sangue di nostro Signore Gesù Cristo, pensiamo alle vigne, al sole, alla fatica, alla maturazione, ai costi e agli osti! Sono tutte opere nelle quali il Signore ha impegnato la sua creazione. Così pensiamo che il grano é seminato, germoglia, cresce, é mietuto, lavorato e macinato non per ricavarne dei pensieri spirituali, ma dei doni religiosi: quelli della presenza di Dio e del fatto che noi siamo creature di Dio.
OM 528 Suore 76