Oasi San Giovanni Basttista- Fasano di Puglia
Temi Cristiani Ritrovati
La persona al primo posto
24 febbraio – 10 marzo 1989
Tra queste, al primo posto, sta la persona: l’uomo e la donna.
E il primo dono che Dio fa all’uomo e alla donna, creati a sua immagine e somiglianza, è la libertà. Che è, certo, la capacità misteriosa di dire di sì a Dio, ma è anche la capacità misteriosa di dirgli di no, per fare tutto ciò che vogliamo noi. E questo è il peccato.
E del peccato noi abbiamo un concetto del tutto negativo, e incompleto. Dio è piú grande del nostro peccato, e rimane Dio fedele nonostante l’abuso della nostra libertà che è il peccato. Dio, infinitamente sovrano, si ferma davanti al rifiuto della sua creatura.
Nonostante il rifiuto, Dio non priva l’uomo della libertà, ma continua a dargliela, anzi a rispettarla, in un modo piú grande e stupendo: ci ha donato il suo Spirito, e dove c’è solo lo Spirito c’è la libertà (cfr. 2 Cor 3,17). Ha aggiunto, al dono dell’esistenza, una vita piú profonda, piú grande e piú bella: la sua vita divina, il suo dono di salvezza, frutto della sua misericordia, secondo il suo progetto concepito da sempre, e non solamente al momento della caduta. La Redenzione è “precedente” al peccato.
Come si deduce da tutta la storia biblica, la libertà è un valore così alto che Dio stesso misteriosamente rispetta; ne deriva una conseguenza molto grave e non facile da intendere: nessuno al mondo può impedire all’uomo di rifiutare Dio, cioè di commettere il peccato. Così nel piano di Dio la libertà diventa un valore assoluto, che praticamente va rispettato come si rispetta Dio.
Sul piano esistenziale si pongono dei problemi molto seri che la nostra educazione come la nostra mentalità non sono sempre disposte a rispettare debitamente. Noi ci lasciamo guidare piú facilmente dalla nostra logica e razionalità, che non dalla logica e dalla volontà di Dio.
La logica di Dio non è la nostra logica. «I miei pensieri – dice il Signore – non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Is 55, 8-9).
Non dovremmo dunque appoggiarci e appoggiare la nostra fede e la nostra vita religiosa sul nostro modo di pensare, ma fidarci di piú della volontà divina secondo la quale viene realizzata in noi, per opera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, la salvezza, che corrisponde all’essere partecipi della natura di Dio.
Ma che cos’è questa “natura”? Le categorie filosofiche ce la definiscono in un certo modo; ma la divina Rivelazione ci dice che Dio ci chiama ad essere quello che Lui è. E Lui è buono, santo, perfetto non tanto come modello a cui riferirsi o conformarsi, ma perché è l’artefice potente di un progetto secondo il quale noi da creature quali siamo diventiamo capaci di essere come Egli è.
Il Concilio, tra tante altre, ha una affermazione concisa e sorprendente: «Il supremo modello e principio di questo mistero è l’unità nella Trinità delle Persone di un solo Dio Padre e Figlio nello Spirito Santo» (UR, 2). Noi ci riferiamo sempre ai modelli. Esigiamo, nel nostro cammino di rinnovamento, la presenza dei modelli. Sarà don Bosco, il curato d’Ars, S. Teresa ecc., ma il supremo modello e – notatelo bene! – il principio, la sorgente della vita cristiana è l’unità nella Trinità delle divine Persone. Dio è la sorgente del nostro essere come Lui è.
«Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia» (1 Pt 2, 9-10).
In conseguenza del peccato l’uomo ha bisogno di essere redento. Cristo instaura per tutti quelli che aderiscono a Lui nella fede e nella carità una condizione di grazia perfetta e definitiva. Paolo nella lettera ai Romani descrive quanto fosse dura la tirannia che il peccato esercitava sul mondo, ma lo fa per poi mettere in evidenza la sovrabbondanza della grazia:«ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di piú la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini… infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di piú quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo» (Rm 5,15-17). «Dio ci ha sottratti al potere delle tenebre (schiavitù del peccato) e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per il quale abbiamo la redenzione (la libertà), la remissione dei peccati» (Col 1,13).
Tutto questo avviene per ciascheduno di noi dal momento che Cristo ci invia il suo Spirito a compiere ogni santificazione. C’è oggi una specie di riscoperta, nella nostra Chiesa occidentale, dello Spirito Santo. Se è mistero quello che lo Spirito Santo è veramente in se stesso, non è a noi sconosciuto quello che fa. Fa tutto.
– Agisce nella creazione, – è l’operatore della Redenzione – e nei Sacramenti agisce come unica forza di salvezza.
– In essi lo Spirito diventa – la nostra forza, – la nostra capacità di senso e di scelte, – il nostro coraggio per essere come il Padre e il Figlio ci vogliono.
Non sempre, nella nostra vita cristiana teniamo abbastanza conto della presenza e dell’azione dello Spirito Santo che è poi una Persona divina e quindi la sorgente della nostra salvezza.
ST 395 Temi cristiani 89 – 03
continua col numero 4 – “La sorgente”
24 febbraio – 10 marzo 1989
Dialogo con sacerdoti pugliesi all’Oasi S.Giovanni Battista, durante la convalescenza del vescovo.
Suor Luisa ha scritto dal registratore le risposte del vescovo in questo incontro settimanale, quasi un quaresimale tra amici, organizzato da don Salvatore Carbonara. Gli incontri sono stati chiusi con la cena “delle erbe amare”.
Don Salvatore è mancato improvvisamnte nel 1990 il mercoledì della settimana santa.