La Parola di Dio è vera, viva, attuale ed operante in mezzo a noi. 1977
Carissimi,
per la consolazione di tutti capita quello che capita stasera, qui in duomo, per la nostra presenza che ha una sua giustificazione particolare. Non siamo qui per soddisfare al precetto della Messa anche se questa Messa vale per il precetto. Non siamo qui per prendere parte ad una liturgia anche se questa é una vera liturgia. Oserei dire, non siamo qui per ascoltare la Parola del Signore e nutrirci del suo corpo anche se ascolteremo, come già abbiamo ascoltato, la parola di Dio e ci nutriremo del suo corpo. Ma tutte queste cose hanno la loro giustificazione nella presenza in mezzo a noi – non solo perché é in mezzo a noi ma perché é nel nostro cuore – di una persona che mentre io sto dicendo queste cose se potesse andrebbe a nascondersi ed è l’Arciprete.
Io stavo pensando. E’ da un po’ che ci penso. Cosa vado a dire in occasione della Messa giubilare di Monsignor Mazzali? Vado a fare l’elogio di un sacerdote? Lo meriterebbe! Vado a ricordare le tappe del suo ministero? Anche queste sarebbero edificanti e sarebbero una grande lezione per noi. Vado a parlare della sua personalità così spiccata, così tipica? Il ritratto di Monsignor Mazzali, anche se non fosse stampato come in quel modo sulla cittadella, ognuno di voi ce l’ha nel proprio cuore ed io rischierei di deformare quella figura che si staglia così limpida dentro di voi. Allora che cosa devo dire?
Io mi rifaccio alla parola del Signore per dirvi: la parola del Signore è vera perché é Parola di Dio, e noi, nella nostra vita abbiamo delle occasioni, delle circostanze felici che dobbiamo chiamare grazie e che ci fanno toccare con mano che la parola di Dio é vera, che la parola di Dio é viva, che la parola di Dio é attuale, che la parola é operante in mezzo a noi.
Avete sentito leggere dal libro dell’Esodo quello che é capitato a Mosè. Lasciamo stare tutti gli accomodamenti che si possono fare, tutte le analogie che si possono trarre da un brano della Sacra Scrittura. E’ indubitato che qualche cosa di quello che é avvenuto per Mosè è capitato a questo venerando sacerdote. Io non so a quale età ha intravisto nel suo spirito, qualche cosa di veramente luminoso come il roveto ardente ed é stato attratto dalla luminosità di quel roveto che ardeva, bruciava e non si consumava. E si é accostato al roveto con le cautele con cui ci si deve accostare, come è indicato dalla Sacra Scrittura, perchè il roveto ardente, è il segno della presenza di « COLUI CHE E’ », di Colui che dimostrerà ciò che é capace di essere, ciò che é realmente in quello che compirà nella storia della salvezza.
Al Dio che svela il proprio nome: «IO SONO» io sono il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, questo fanciullo, questo ragazzo, questo adolescente, questo giovane, risponde. A mano a mano che sono cresciuti i suoi anni, é cresciuta anche la convinzione che veramente Iddio fosse Iddio, che Iddio fosse il signore di Abramo, di Isacco e di Giacobbe e soprattutto che fosse il Padre del Signore nostro Gesù Cristo E si é radicata questa convinzione al punto di costituire la certezza della sua vita, la base della sua vita, il motivo determinante dell’orientamento della sua vita, e si é fatto più chiara in lui una voce insistente che lo mandava verso i suoi fratelli: i suoi fratelli schiavi non della schiavitù materiale in cui si trovava il popolo di Egitto, ma schiavi di tutte le schiavitù che ci sono in tutti i tempi, che hanno come fondamento la schiavitù del peccato, la schiavitù della non conoscenza del vero Dio, la schiavitù della non conoscenza di chi é Dio per l’uomo, la schiavitù della non conoscenza di che cosa é capace fare Dio per l’uomo. E questa convinzione gli diceva: tu andrai e dirai.
Questa sera lavoro anche di fantasia. Suppongo che più di una volta egli avrà detto al suo Signore. -come faccio io ? Non sono capace! Sono un uomo debole! Io sono un uomo non all’altezza! E tante altre espressioni di umiltà dinnanzi a questo imperativo che gli diceva di andare dai suoi fratelli ad annunziare il proprio Dio.
Sono passati 50 anni dal giorno in cui tutto fu sancito, stabilito, reso vero, reso possibile dalla imposizione delle mani del vescovo di quel tempo, Monsignor Origodi felice memoria, che con lui ordinava altri sacerdoti della diocesi, alcuni dei quali sono ancora tra noi per la nostra gioia. E da quel momento egli non si é più fermato, è andato nonostante le sue titubanze, nonostante i suoi timori, nonostante – oserei dire- le sue paure.
E che cosa é andato a dire? Ha attestato che Dio c’é. Ha attestato che Dio vuole la nostra salvezza. Ha attestato ciò é capace di fare Iddio. E non lo ha attestato con la saggezza della sapienza umana. Anche se Mons Mazzali sa il fatto suo, e come! E non l’ ha attesto con gesti clamorosi. Anche se sarebbe capace di fare i gesti clamorosi che non ha mai compiuto. Tutto questo egli lo ha attestato essenzialmente nella sua persona che – come é stato scritto in questi giorni, -si é un po’ incurvata.
Mi sarebbe piaciuto aver incontrato Mons Mazzali quando era giovane sacerdote. L’ho conosciuto più o meno così come oggi si vede. Non importa se lo abbiamo conosciuto quando era giovane o quando era adulto o da quando è maturato come lo abbiamo tra di noi questa sera. Fatto sta ed é che dalla sua persona emana qualche cosa che egli vive giorno e notte! Non vive soltanto di giorno. Quando si sveglia, si sveglia sempre con quel pensiero : il suo Dio da offrire, da testimoniare, da donare ai propri fratelli. Sappiamo che ‘da via tutto’. Meno male che ha la veste talare! Però, non é tanto questo che conta. Conta soprattutto che dà se stesso.
Mi accorgo che vado oltre il tempo e non vorrei esagerare. Se il vescovo si trattiene un po’ di più, tutti con un certo diritto, potete dire ‘come la tira lunga’. E lui non é breve anche se ha la pretesa di essere breve! Ma é lui! Chi lo fa tacere? Le cose che dice, le dice solo lui. Alle volte dice cose molto scomode, molto sconcertanti che potrebbero sembrare inopportune, che se le dicesse un altro prete la gente uscirebbe di chiesa. Siccome le dice lui, tutti state qui, le ascoltate volentieri e le meditate nel vostro cuore.
L’esercizio del suo ministero in quel benedetto confessionale!
Sono persuaso che tutti quelli che sono qui stasera per la Messa giubilare di Monsignor Mazzali si sono confessati da lui. Non vi ha detto delle cose straordinarie. Io mi sono meravigliato vedendolo così sbrigativo le prime volte che mi confessavo da lui. Non perde tempo in chiacchiere inutili. Va all’essenziale. Non t’importano le essenziali parole che ti ha detto. Ti importa qualche cosa che porti con te quando ti allontani da lui.
Il suo ministero é quello di raggiungere tutti. Non ha consumato molte biciclette nuove perché vanno sempre bene anche quelle sgangherate. Un paio di volte, mi pare che si sia anche rotto le gambe. Non so quante paia di scarpe ha consumato. Lui va al di là della scarpa consumata per arrivare dappertutto non solo nell’ambito dei confini della parrocchia. E le persone, che magari da anni non mettono più il piede in chiesa,all’ultimo momento, quando si accorgono che é venuta l’ora: cerano don Mazzali! Quella è l’ora di don Mazzali!
Senz’altro ho già esaurito il tempo che don Mazzali in cuor suo mi ha concesso. Allora concludo così: il Signore é buono dal momento che ci dona queste grazie e con questi tratti di misericordia ci fa toccare con mano che Egli c’é, che Egli é il nostro Dio, che Egli é il nostro Padre.
Sono sicuro di interpretare rettamente le cose pensando che non soltanto noi ma tutta la diocesi é stretta intorno a Monsignor Mazzali. E non soltanto tutta la diocesi ma tutti quelli che l’ hanno incontrato nella loro esistenza. Tra gli altri é con noi con la sua benedizione il Vicario di nostro Signore Gesù Cristo il quale mi manda questo telegramma per questa circostanza.
Vescovo di Mantova. Nel ricorrente cinquantesimo anniversario ordinazione sacerdotale che Mons Arrigo Mazzali parroco cattedrale celebra con commossa gratitudine al Signore, Sommo Pontefice esprime felicitazioni ed auguri paterni, invoca rinnovata effusione doni celesti per fecondo apostolato e spirituali consolazioni, mentre imparte di cuore implorata propiziatrice benedizione estensibile confratelli congiunti e presenti santa Messa giubilare.
Cardinale Villot.
OM 533 Mazzali 77