Cavriana 25 Aprile 1976 ore 10.30
Carissimi, sono particolarmente contento di incontrarmi con la vostra comunità. In questo incontro accade un grande avvenimento che non è la venuta del vescovo. La venuta del vescovo è soltanto un segno, un mezzo per vedere quello che accade e, accade che noi stiamo insieme.
Voi siete una piccola comunità. Forse l’essere una piccola comunità, qualche volta vi ha dato un senso d’inferiorità. Guardate che le cose cristiane non si devono misurare secondo il numero, ma secondo il significato. Se qui, tra di voi, poche famiglie, un numero discreto di persone, – c’è una conoscenza più diretta e vicendevole, c’è una vera stima, c’è un riguardo più sincero, c’è amore cordiale, c’è benevolenza e comprensione vicendevole, voi in pochi siete più grandi di una grande comunità cittadina o parrocchiale.
Da un punto di vista della fede, appunto perché ci sono queste caratteristiche di conoscenza e di stima anche se ci possono essere piccoli contrasti e delle incomprensioni, quando voi vi radunate come famiglia dei figli di Dio, come famiglia parrocchiale, voi siete veramente una grande cosa, perché in mezzo a voi si realizza – così come si realizzerebbe nella più grande chiesa, nella più grande comunità del mondo – il mistero della salvezza del nostro Dio, il mistero della sua presenza di padre che vi vuole infinitamente bene, il mistero della presenza operosa di nostro Signore Gesù Cristo che si dona a ciascheduno di voi, il mistero della presenza e dell’azione dello Spirito Santo che vuole essere nei vostri cuori per renderli veramente umani, per caricarli della forza del suo amore, per colmarli della capacità di volervi bene vicendevolmente.
Miei cari, con la presenza del vescovo e del vostro parroco che abitualmente rende presente il vescovo e con questa vostra presenza, si realizza il mistero della salvezza, che è appunto il mistero della presenza e dell’azione delle Divine Persone in mezzo a noi. Capite allora che, questa mattina, in mezzo a voi accade un grande avvenimento. Se venisse un personaggio molto famoso sarebbe un onore per tutti, ma chi può venire di più grande, di più saggio, di più buono del Padre nostro che sta nei cieli?
Miei cari, dobbiamo cercare in questi nostri tempi di non confonderci. Noi vediamo cose speciali, noi guardiamo avvenimenti straordinari, vediamo i frutti della scienza e della tecnica e allora ci lasciamo prendere dal pensiero di una grandezza esagerata delle cose terrene. Ma pensate alla grandezza del creato che sta davanti al nostro sguardo, tutti i giorni e tutte le notti! Pensate alla grandezza del firmamento, alla spaziosità dell’universo, all’armonia che c’è intorno a noi, al segreto della vita che c’è intorno a noi! Pensate al segreto della vita più piccola o più umile che ci può essere in un filo d’erba!
Pensate alla nostra vita, intorno a cui la scienza si affatica, ma della quale non carpisce il segreto anche se fa cose straordinarie, anche se sembra che sia sul punto di scoprire il segreto stesso della vita. Se verrà il giorno in l’uomo farà qualche cosa in ordine alla vita, ricordate che, è sempre la scoperta di un segreto in quella natura che Dio ha già creato. L’uomo non crea da se stesso. L’uomo scopre ciò che è creato.
Il nostro creatore si occupa di noi, di ciascheduno di noi, del più piccolo di noi, come la cosa più grande del mondo, come l’essere più importante di tutto l’universo. Dobbiamo ricordare che Dio, nostro creatore, ci ama. Dobbiamo ricordare che Dio, nostro creatore, è il Padre che sta dalla parte dell’uomo. Sta dalla parte dell’uomo perché è debole e sta dalla sua parte anche quando l’uomo non vuole stare dalla parte di Dio.
Ricordate la parabola del figliolo prodigo? Sembra quasi che Dio sia più vicino a chi è lontano, a chi non lo cerca perché è misericordia, è perdono, è Padre. Dio si mette dalla parte di chi è più debole, più disprezzato, più sfruttato dall’egoismo dei propri fratelli, e prende le sue difese. Tutto questo, Dio non lo dice a parole ma lo compie con i fatti, così com’è un fatto la sua creazione.
Nella creazione, tutto appartiene a Dio e, tutto Dio ha dato agli uomini. Dio è largo, Dio è generoso, Dio sovrabbonda nei beni della natura e sappiamo che ci sono tanti altri beni da scoprire. Eppure ci sono i poveri, gli oppressi e le ingiustizie. Queste cose le fa l’egoismo dell’uomo. E’ l’uomo egoista che sottrae agli altri, per accumulare per se stesso quello che è destinato a tutti. Queste cose le fa il peccato dell’uomo e non Dio.
Noi vorremmo che Dio punisse subito i colpevoli. Dio non colpisce subito. Colpisce al tempo giusto ed ha l’eternità dinnanzi a se. Intanto se guardiamo bene dentro il nostro cuore vediamo che, in piccolo ci sono anche dentro di noi certi grandi egoismi. E dobbiamo ringraziare forse l’educazione che abbiamo ricevuto, certamente la misericordia di Dio che è stata grande, se non siamo come gli altri.
Ecco, il Signore è buono, si occupa di noi e prepara tutto per la vita presente e anche per la vita futura di cui la vita presente è l’immagine in ciò che ha di positivo, di bello, di grazioso, di amabile, di grandioso.
Il nostro Dio creatore e padre che non ci ama a parole ma con i fatti. Per esprimerci la pienezza del suo amore ci manda il suo figliolo Gesù Cristo anche se eravamo lontani da Lui per il nostro egoismo, anche se volevamo andarcene per nostro conto come il figliolo prodigo. E Gesù Cristo non viene su questa terra per essere un maestro famoso, per compiere i miracoli e dimostrare che egli è il Figlio di Dio, ma viene nel nome del Padre, per darci ancora la prova del suo amore e muore per toglierci dal nostro egoismo, per togliere il peccato.
Quando si dice che Gesù muore per noi per togliere il peccato, cosa si vuole dire? Si vuole dire che Gesù toglie dal nostro cuore il male, che è l’egoismo che ci rende cattivi gli uni verso gli altri. Possiamo pensare che il nostro Dio creatore e padre non è preoccupato che vogliamo bene a lui, ma che è preoccupato che ci vogliamo bene tra noi, perciò vuole dare a noi l’amore vicendevole. Questa è la bontà di Dio. Questa è la misericordia di Dio. Questo è l’amore del nostro Dio.
I vostri bambini questa mattina ricevono la santa cresima. Che cosa ricevono? Ricevono il frutto dell’amore di Dio. Ricevono l’amore che è nel cuore del Padre. Ricevono l’amore che è nel cuore di Gesù e che si chiama Spirito Santo.
Lo Spirito Santo sarà dato a ciascuno di questi figlioli così come è stato dato a voi e io domando sempre agli adulti: e voi che cosa ne avete fatto della vostra cresima? Noi un giorno della nostra vita abbiamo ricevuto il dono in persona dell’amore di Dio che é lo Spirito Santo non perché si compisse un rito, ma perché noi da quel momento diventassimo capaci di vincere il nostro egoismo e di crescere nell’amore verso Dio e verso i fratelli. Da quel momento lo Spirito di Dio ha stabilito un rapporto del tutto particolare con noi.
Miei cari, di tutto questo discorso vorrei lasciarvi, come ricordo, solo questo pensiero: Iddio che è amore, ci dona tutto per amore e ci dona il suo Spirito per renderei capaci di volerci più bene. Non è questa una cosa grande? Non è questa una cosa importante? Che cosa manca nel mondo? Tutti vedete gli spettacoli che ci sono nel mondo: economia, politica, divertimenti, cultura. Si chiamano multinazionali, bustarelle, correnti. Che cosa ne viene fuori? Dei grandi egoismi. E’ tutto una mancanza di amore. Nel mondo manca l’amore ed è per questo, che possono mancare tante altre cose.
Vi ricordo questa mattina che la fede, la religione, il cristianesimo è un fatto di amore, è un dono di amore. E’ la salvezza nell’amore che dobbiamo stimare e apprezzare come la cosa più necessaria per i nostri tempi,come la cosa più necessaria per le nostre persone. Spero che questo pensiero lo porterete via.. Spero che questo pensiero maturerà nei vostri cuori. Spero che vedendo i vostri cresimati vi ricordiate della vostra cresima. Spero che i vostri cresimati vi ricorderanno che lo Spirito di Dio è ancora nei vostri cuori e vuole suscitare in voi l’amore al posto dell’egoismo.
E voglio ancora rivolgervi l’ invito a fare il proposito di amare la vostra comunità parrocchiale, di amare la vostra comunità locale, di conservare le caratteristiche della vostra tradizione, di non confondervi con gli altri, proprio per il bene che vi volete a vicenda.
Adesso celebriamo la cresima.
Proprio per dare significato a quello che facciamo, tutti ci dobbiamo sentire impegnati – non solo quelli che ricevono la cresima o le famiglie interessate alla cresima – ad essere la famiglia dei figli di Dio, a rinnovare gli impegni della nostra vita cristiana, a rispondere della nostra fede liberamente e coscientemente. Mi rivolgo soprattutto a voi adulti. Voi ragazze e ragazzi della cresima sapete rispondere. Voglio la risposta degli altri, forte, chiara, ma cosciente e libera.
OM 520 Cavriana 76 – 25 Aprile 1976