Castelbelforte 25 marzo 1973 ore 17.30
Mons. Carlo Ferrari
Carissimi, veramente quella di questa sera è un’assemblea liturgica straordinaria. Vedo i vostri bambini e le vostre bambine così bene allineati. Vedo i padrini e le madrine, i parenti e gran parte della famiglia parrocchiale che sono qui per questa celebrazione.
Che cosa celebriamo? Celebriamo prima di tutto due cose e dobbiamo intenderle il meglio che sia possibile: celebriamo la Parola del Signore e l’Eucaristia.
Qualcuno dirà: il vescovo è qui per celebrare la cresima.
Miei cari, se noi riusciamo a comprendere il significato della celebrazione della Parola del Signore e il significato della celebrazione della eucaristia, comprenderemo anche il significato della cresima che riceveranno i nostri figlioli e quella che abbiamo ricevuto noi, altrimenti la cresima sarà soltanto un rito che appena terminato, lascerà le cose come sono, mentre la cresima è un grande evento che si colloca al vertice della Parola del Signore e come frutto della celebrazione eucaristica.
La Parola del Signore. Non so fino a che punto siamo stati in ascolto della lettura della Parola del Signore, di Dio che parla a Mosè, di Dio che parla attraverso l’apostolo Paolo a quelli di Corinto, di Gesù che parla nel tempio di fronte ai farisei, quindi di Dio che parla nel suo figliolo nostro Signore gesù Cristo, il quale afferma che in tre giorni ricostruirà il suo tempio, ossia il suo corpo che ormai è presso a morire in croce, ma che dopo tre giorni lo riedificherà perché risorgerà. Nota l’evangelista, che dopo la risurrezione di Gesù, hanno capito quelle parole.
Miei cari, facciamo caso a questo fatto inaudito che Iddio ci rivolge la sua parola? La sua parola, che ci sembra una cosa da niente, è la parola più sapiente che sia mai stata pronunciata nel mondo e non potrà mai più essere pronunciata nel mondo, perché è la parola della sapienza in persona di Dio. La Parola del Signore è potenza, non è semplicemente l’espressione di un pensiero. La Parola del Signore è ciò che Egli compie in mezzo a noi, e, ciò che compie in mezzo a noi il Signore per mezzo della sua Parola, è la manifestazione di ciò che Egli vuole essere per noi.
Abbiamo innalzato una preghiera in questa celebrazione. Non so se ci avete fatto caso. Ci siamo rivolti a questo Dio che ci parla con le nostre povere parole, e lo abbiamo invocato così: “Padre di bontà e fonte di misericordia che ci proponi a rimedio del peccato il digiuno, la preghiera, le opere di carità”. Questo nostro Dio, padre di bontà e di misericordia, vuole liberaci dal peccato. Miei cari, questa sera mi trovo in mezzo a voi che siete in chiesa, che avete portato i vostri bambini perché siano cresimati, permettete che vi faccia una domanda: ci credete che nel mondo c’è il peccato? Ci credete che il più grande male del mondo è il peccato? Ne siete convinti? Ci credete che noi abbiamo bisogno di essere liberati dal peccato? Lasciate che mi esprima in termini più concreti: sapete che cosa è il peccato?
Il peccato è il nostro egoismo:che: ci fa dimenticare Dio nostro Padre, ci fa dimenticare gli uomini i nostri fratelli e ci pone al centro di tutto l’universo, perché tutto serva ai nostri capricci,alle nostre passioni, ai nostri desideri smodati. Da questo distacco da Dio, da questo distacco dai nostri fratelli vengono tutti i mali: le gelosie, le invidie, gli odi, i rancori, le vendette, tutto ciò che nasce dall’odio, dal rancore, dalla vendetta, dalla passione, dalla cupidigia, dai desideri incontrollati, quindi i delitti, i delitti individuali e i delitti sociali, i delitti personali e i delitti nazionali. Tutto ha la sua radice nel peccato, tutto è conseguenza del peccato.
Miei cari, allora vi convincete che nel mondo c’ è il peccato? Provate a fare un breve ma profondo esame di coscienza e domandarvi: donde vengono i miei mali? Guardate che anche tutti i mali, di tutti i generi, sono sempre una conseguenza del peccato, se non del peccato personale. Lo abbiamo letto, avete udito che Egli è un Dio geloso e il peccato lo rincorre, – per dire così – e lo ritrova fino alla quinta generazione. Noi non siamo degli individui che possiamo vivere per conto nostro. Tutte le nostre azioni hanno delle conseguenze per tutti, a cominciare dalle persone che ci sono più vicine. Questo é il quadro del peccato dal quale noi abbiamo bisogno di essere liberati.
Lasciate che vi faccia una seconda domanda: ci credete che Qualcuno ci può liberare dal nostro egoismo, ci può strappare dal nostro cuore questa gramigna che è il nostro egoismo, che è la sorgente di tutti i mali e che è il peccato? Pensate che il mondo, così come è ordinato oggi, andando vanti diventi un mondo migliore, un mondo senza invidie, senza gelosie, senza contese, senza sfruttamenti? Un mondo di giustizia, un mondo di pace? Credete forse che ci possa liberare dal peccato la scienza? Credete che ci possa liberare dal peccato la ricchezza? Credete che ci possa liberare dal peccato la potenza?
No, miei cari. La scienza diventa raffinatezza di egoismo, la ricchezza diventa strumento pauroso di egoismo, la potenza diventa strumento disastroso dell’egoismo umano. Solo Uno ci può liberare: solo Colui che ha compiuto il più grande atto di amore che si é realizzato su questa terra, il Figlio di Dio fatto uomo, Gesù Cristo, il quale – la chiesa lo ricorda a noi specialmente in questo tempo di quaresima – non ha esitato a dare se stesso morendo sulla croce pur di salvarci dal peccato.
Anche a Gesù piaceva la vita. Anche a Gesù piacevano i beni della vita. Anche a Gesù piacevano le gioie della vita. Ma a Gesù piaceva soprattutto compiere la volontà del Padre di tutti i suoi fratelli, di tutti gli nomini di tutti i tempi, perché avessero la possibilità di vivere, di godere i beni di Dio, fuori dall’egoismo, in uno spirito di amore, di generosità e di dedizione. Per questo è morto in croce. Egli è il salvatore per mezzo della sua croce. E, la sua croce, il suo sacrificio, meglio il suo atto di amore, lo rende presente in mezzo a noi.
Bambini e bambine adesso vi impegno. Mi dite quando Gesù rende presente in mezzo a noi e mette e nostra disposizione il suo più grande atto di amore per noi? –Nella celebrazione eucaristica.- risponde il curato–
Vi ho detto all’inizio di due celebrazioni: 1) la celebrazione della Parola di Dio ci ha illuminato sul peccato e su chi ci può liberare dal peccato; 2) la celebrazione eucaristia ci mette a disposizione la sorgente dell’amore, cioè, la sorgente della liberazione dal peccato.
Adesso vi faccio una domanda più difficile. – Mi sapete dire, dopo che Gesù è morto in croce ed é risuscitato, quale è stato il momento in cui Egli ha dato ai suoi discepoli, agli apostoli, la forza del suo amore perché diventassero forti e coraggiosi? A Pentecoste. (rispondono tutti)
Ma dovevate lasciare rispondere il curato! (esclamazione del vescovo e risata dei presenti) Bravi. Incominciate allora a capire che oggi è la vostra Pentecoste.
Gesù, come conseguenza del suo amore espresso con la sua morte in croce per noi e per la potenza della sua risurrezione, porta nel mondo la vita nuova. Ci comunica il suo Spirito perché diventiamo figli di Dio il giorno del battesimo, ci comunica il suo Spirito perché diventiamo adulti come figli di Dio il giorno della cresima. Ecco la celebrazione della cresima. La cresima é l’amore di Dio espresso in Gesù Cristo, donato a noi attraverso lo Spirito Santo che raggiunge i nostri cuori, per renderci capaci di liberarci dai nostri egoismi quindi dai nostri peccati, per renderci capaci di amare di più, per renderci capaci di essere più generosi.
Avrei ancora da dire qualche cosa ma abuserei della vostra pazienza. La chiesa, nella preghiera che abbiamo fatto ci dice che, la nostra vita cristiana che si concretizza nella librazione del peccato, è opera dello Spirito Santo in noi, ma noi dobbiamo favorire questa opera con tre cose: la penitenza… la preghiera… qualche atto di generosità. Si, miei cari, noi non viviamo il nostro cristianesimo, noi non viviamo la nostra vocazione sigillata dalla cresima se nonostante la presenza dello Spirito Santo non corrispondiamo ai suoi impulsi, mortificando la nostra natura egoista, le nostre inclinazioni all’egoismo, se non ci incontriamo con lo Spirito che abita nei nostri cuori con la preghiera.
Noi siamo tempio dello Spirito Santo. Nei nostri cuori svolgiamo il nostro colloquio con Dio. Quando preghiamo non mettiamoci dinanzi a delle statue, ma entriamo nell’intimo del nostro cuore dove c’è una Persona vivente, dove c’è Dio, dove c’è il suo Spirito.
Se per educarci alla scuola di nostro Signore Gesù Cristo, non compiamo qualche atto di generosità verso il nostro prossimo e per questo ci sono tante occasioni non viviamo il nostro cristianesimo, la nostra vocazione sigillata dalla nostra cresima.
Miei cari adulti, cosa pensiamo della nostra cresima? Papà e mamme ricordate che, siete ancora cresimati. Padrini e madrine ricordate che, siete ancora cresimati. Ricordate che, lo Spirito Santo è ancora nei vostri cuori e magari sta alla porta e bussa e attende una risposta se non avete ancora risposto. Ripeto: rispondiamo alla nostra vocazione di cristiani così come ci invita lo Spirito del Signore.
OM 593 Castelbelforte 73 – 25 marzo – ore 17,3