Duomo di Mantova-festa dei santi apostoli Pietro e Paolo
La chiesa, che ci guida nella celebrazione della sacra liturgia in onore dei santi apostoli Pietro e Paolo, è pervasa da sentimenti di gioia. Il motivo di questa gioia sta nel senso di sicurezza della grazia del carisma apostolico e della istituzione apostolica.
Gesù è venuto sulla terra, ha parlato, è morto, è risuscitato ed è tornato al Padre. Gli apostoli, allora, si sorprendono ad essere al posto di Gesù per predicare, per perdonare, per celebrare la lode di Dio, per guidare i propri fratelli nella via dei comandamenti di Dio e in particolare nella via del comandamento del Signore.
La chiesa si rallegra perché c’è una presenza di Gesù in lei: nel dono apostolico, nel carisma della istituzione apostolica, perché c’è qualcheduno che vive, che ci parla e ci ripete le parole del Signore e ci perdona i peccati come ce li perdona il Signore e nutre la nostra vita spirituale come ha detto Gesù: “Prendete e mangiate, prendete e bevete”. Noi ascoltiamo queste parole ogni volta che ci aduniamo attorno alla mensa del Signore per ricevere il corpo di Gesù e il sangue del Salvatore.
La chiesa si rallegra perché ha una guida sicura per i comandamenti della legge di Dio e in particolare il comandamento del Signore. Esperienze assai recenti ci dicono come può annebbiarsi il senso morale, come la capacità di giudicare i valori morali può oscurarsi del tutto e come si può arrivare al punto di dire che uccidere non è peccato dal momento che c’è una legge civile che lo permette.
Meno male che c’è la chiesa, meno male che c’è il dono apostolico che continua a fare chiarezza, a portare sicurezza, ad indicare le vie giuste per la vita morale della nostra esistenza personale e della esistenza di tutti gli uomini. Per questo ci dobbiamo rallegrare.
La vita morale è il frutto del grande atto redentivo di Gesù che muore per togliere i peccati dal mondo. Noi dobbiamo essere sanati, corroborati, sostenuti da Qualcuno, che per il ministero apostolico agisce, toglie i peccati della nostra coscienza. ” Io ti assolvo “, “Ti sono rimessi i tuoi peccati” è una parola chiara, ma soprattutto è una parola sicura perché è garantita dalla promessa di Gesù di essere con la sua chiesa, tutti i giorni della storia del mondo fino alla fine dei tempi, per cui dove c’è uno che battezza è Lui che battezza, dove c’è uno che per il ministero apostolico rimette i peccati, i peccati sono rimessi da Lui.
Ma poi abbiamo bisogno continuamente di andare alla radice della nostra stessa esistenza umana e religiosa, abbiamo bisogno che il Vangelo sia continuamente predicato per non dimenticare chi siamo, per ricordare il valore della nostra persona, per avere presente il dono della libertà di figli di Dio, per conoscere quali sono i rapporti tra noi e Dio e fra noi e i nostri fratelli che sono come noi i figli di Dio. Il vangelo è questo. La buona novella è questa:
Dio è Padre,
Dio è nostro Padre
Noi siamo figli di Dio e fra noi siamo fratelli.
Questa non è una invenzione umana.
Questa non viene da speculazioni filosofiche o di altro genere
Questa è la parola del Signore,
Questa è la buona novella che il Signore ha portato su questa terra.
Questa buona notizia ci è continuamente confermata e ripetuta proprio dal ministero apostolico di cui il Signore ha voluto dotare la sua chiesa. Vedete allora miei cari, quali sono i motivi per cui noi dobbiamo rallegrarci nella solennità dei santi Pietro e Paolo.
Pietro ci porta verso il senso della istituzione della chiesa istituita da Gesù Cristo “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa”
Paolo ci riporta al dono dei carismi, delle grazie. Egli che ha viaggiato per tutto il mondo allora conosciuto per predicare nostro Signore Gesù Cristo fino a immedesimarsi con il Signore “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” è lieto ad un certo momento di sciogliere le vele, di raccogliere i remi e di disporsi all’incontro con il suo Signore attraverso il martirio. Ecco un altro elemento di sicurezza e quindi di gioia. Gli apostoli testificano il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo con il dono di se stessi.
Ripensiamo a tutto questo ed esprimiamo la nostra riconoscenza al Padre che ha mandato il suo Figlio Gesù, esprimiamo la nostra riconoscenza a Gesù Figlio Dio che ha istituito la sua chiesa – e la chiesa che siamo noi stessi – esprimiamo la nostra riconoscenza per quel senso di sicurezza che produce gioia perché in mezzo a tutti gli sbandamenti del mondo, della società in particolare dei giovani, abbiamo dei punti sicuri di riferimento a cui rivolgerci per il cammino buono e positivo della nostra esistenza.
OM 672 Pietro e Paolo 81
San Pietro e Paolo in Domo a Mantova nel 1981