Soave di Porto Mantovano – Domenica 27 Ottobre 1968 – ore 16,30
Restauro Chiesa
Io mi ero già spinto, in questi ultimi tempi, verso la vostra contrada e da lontano avevo visto questo campanile. Sapevo che qui c’era una chiesa ma non avrei mai pensato e non avrei mai potuto pensarlo che ci fosse una chiesa come quella che hanno costruito i vostri padri, e che voi avete reso così splendida, così bella, così piena di armonia e di grazia e ,veramente, di splendore.
E, come si deve pensare che questo edificio non è sorto come spuntano i pioppi lungo i torrenti ma a stato edificato pietra su pietra da persone vive così si deve pensare che questo tempio è diventato così bello, così splendido perché c’è la presenza di persone impegnate ad esprimere ciò che pensano, ciò che sentono, ciò che portano nel loro cuore e ciò che sono nella loro vita.
Si deve pensare quanto merito abbia l’intraprendenza insistente, operante, del vostro parroco per questa realizzazione. Se questa intraprendenza non avesse trovato una uguale corrispondenza in ognuno di voi questo non si sarebbe fatto. Allora viene da pensare che la bellezza rinnovata di questa vostra chiesa sia un segno di quella bellezza nuova che è nelle vostre persone, che è in mezzo a voi , che caratterizza la vostra vita di cristiani.
Certamente in questi ultimi tempi,e il vostro parroco e i sacerdoti che si sono avvicendati qui per prepararvi a questa celebrazione vi hanno detto che il tempio materiale, la chiesa fatta di muri, è soltanto un simbolo, una espressione, una manifestazione esterna di una chiesa che non si edifica con le pietre, con i mattoni o con il marmo ma si edifica invece con pietre vive. Le pietre vive siete voi.
Noi siamo le pietre vive con cui Dio vuole edificare il suo tempio in questo mondo.
Oggi in mezzo ai credenti ma anche in mezzo a quelli che non credono, in mezzo a quelli che vengono in chiesa e soprattutto in mezzo a coloro che in chiesa non vengono, quando si dice la parola “Chiesa”si determina subito una atteggiamento che non lascia indifferenti: o è un atteggiamento di simpatia, di amore oppure è un atteggiamento di ostentata indifferenza che può arrivare fino a determinate espressioni di ostilità. Quando Gesù Bambino è stato portato al tempio il vecchio Simeone ha detto: “Questi è posto in contraddizione per tutti gli uomini”: è un segno di contraddizione per tutti gli uomini.
La Chiesa, che è nostro Signore Gesù Cristo esteso, continuato nel tempo e nello spazio, la Chiesa che è il segno di nostro Signore Gesù Cristo presente nel mondo, è un segno di contraddizione: non lascia indifferente nessuno. Ma, a volte questo motivo di indifferenza – soprattutto dicevo- ostentata, di contrarietà o addirittura di ostilità, proviene da un male inteso. Si identifica la chiesa con il Papa, con la così detta gerarchia, con la santa sede e si dicono tante cose: la chiesa è ricca, la chiesa sta con i ricchi e altro ancora.
Noi dobbiamo chiederci particolarmente in questa sera, in questo ambiente, in questa atmosfera che si è creata in mezzo a noi: sappiamo bene, noi, che cosa sia la chiesa? Sentiamo noi la responsabilità di far capire agli altri che cosa sia la chiesa?
Che cos’è la chiesa. La chiesa è una cosa molto misteriosa ma nello stesso tempo anche molto semplice. La chiesa è la meta, è il punto di arrivo di tutta l’opera di Dio nel mondo. Noi conosciamo un po’ di storia sacra, e sappiamo che Iddio si è proposto, dopo il peccato dei nostri progenitori, di salvarci.
Come vuole salvarci? Il Padre nostro che sta nei cieli vuole salvarci facendo di noi altrettanti suoi figli: facendo di tutti la sua famiglia.
E, per fare questo ha mandato nel mondo il suo figliolo Gesù Cristo, il quale è venuto per essere il primogenito in mezzo a una moltitudine di fratelli, per essere il capo di quel Corpo di cui noi siamo le membra, per unirci tutti fra di noi e con lui. Vedete: il Padre manda il Figlio perché noi diventiamo i suoi figlioli, quindi fratelli fra di noi, e così costituiamo l’unica famiglia di Dio.
Quando poi Gesù ritorna al Padre dice che avrebbe mandato il suo Spirito, lo Spirito Santo, a diffondere nel nostro cuore la capacità di volere bene al nostro Padre che sta nei cieli e di volerci bene tra di noi.
Lo Spirito Santo che ci è stato dato nel Battesimo, che ci è stato confermato nella Cresima, che riceviamo continuamente da nostro Signore Gesù Cristo, ha proprio il compito di renderci capaci di vivere come figli nei confronti di Dio e come dei fratelli nei confronti del nostro prossimo. Perciò diffonde in ognuno di noi l’amore stesso di Dio, quell’amore con cui le divine Persone si amano tra di loro. Gesù, prima di lasciare questa terra ha rivolto una preghiera al Padre: “che siano una cosa sola tra di loro come io e te o Padre siamo un Dio solo”
Ho detto: la chiesa è il punto di arrivo a cui tende tutta l’opera di Dio:
l’opera del Padre,
l’opera del Figlio suo Gesù Cristo,
l’opera dello Spirito Santo
che è: fare di noi una sola famiglia di figli che hanno un Padre comune che sta nei cieli e che si vogliono bene tra di loro sulla terra.
Se questa è la chiesa, direte, che cosa c’entra il Papa? Che cosa centrano i sacerdoti? Cosa c’entrano l’altare, il battistero il confessionale? Cerchiamo di intendere. Il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, l’altare, il battistero, eccetera, sono dei mezzi, sono degli strumenti con cui Iddio, per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo e con l’azione dello Spirito Santo, edifica la sua Chiesa.
Che cosa fanno il Papa, i vescovi, i sacerdoti? Prima di tutto annunziano la parola di Dio ed è con la parola di Dio che si aduna il popolo del Signore: che si adunano i figli di Dio. Noi, per essere figli di Dio lo dobbiamo sapere, lo dobbiamo capire, e il sapere deve diventare per noi una certezza, una convinzione. Da che cosa ci può derivare questa certezza se non dalla parola di Dio, perché solo lui può fare queste cose e solo lui può dirci se queste cose sono vere? Se noi non ascoltiamo questa parola, non sappiamo neppure quale sia la nostra condizione di uomini salvati da nostro Signore Gesù Cristo. Ecco allora la parola di Dio che continua attraverso i tempi per mezzo del ministero della predicazione dei sacri ministri.
Ma, non basta sapere di essere figli di Dio. Questa sera voi uscirete di qui e avrete davanti al vostro sguardo, nella vostra mente questa verità di essere figli di Dio, di avere Dio come Padre, e di avere tutti quelli che incontrate come fratelli, ma sarà facile comportarvi da figli di Dio e da fratelli nei confronti di tutti? No! Non è sufficiente saperlo. E’ indispensabile qualche che cosa di nuovo ci sia in noi oltre la nostra natura, al di là delle nostre tendenze, al di sopra delle nostre inclinazioni, che ci renda capaci ad essere figli di Dio e per vivere da figli di Dio.
Che cos’è questo “qualche cosa” che ci fa figli di Dio? che ci dà la possibilità di vivere da figli di Dio? E’ la grazia.
La grazia è la vita nuova che ci ha portato nostro Signore Gesù Cristo e che noi attingiamo dal ministero dei sacri ministri: il papa, i vescovo, i sacerdoti. Chi battezza ci dà vita di figli di Dio;
questa vita ci viene confermata più abbondantemente, più radicalmente nella cresima;
questa vita se si indebolisce in noi ,e si perdesse, ci viene restituita e corroborata dal sacramento della confessione;
questa vita si nutre con un alimento che è l’eucaristia: il pane disceso dal cielo di cui gli uomini devono mangiare per vivere la vita nuova di figli di Dio.
Tutto questo è soltanto un mezzo -lo vedete- con cui si edifica la chiesa vera che sono le persone, che prendono coscienza di essere figli del Padre, e che portano in se stessi questa vitalità nuova, questo germe di esistenza nuova per cui nella vita sanno comportarsi come figli di Dio e come fratelli tra di loro.
Allora voi capite che cos’è la chiesa e come si edifica la chiesa, voi capite come ognuno di noi deve edificarsi come chiesa.
Capite che si edifica la chiesa per mezzo della parola di Dio. Ma la conosciamo la parola di Dio? Conosciamo il vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo.? lo conosciamo bene come si devono conoscere le cose oggi?
Guardate che non si può più vivere come in altri tempi, per tradizione. Bisogna capire, bisogna sapere, bisogna approfondire, bisogna essere convinti. Oggi tutti vanno a scuola, oggi tutti tendono a dare una scuola superiore che dia sempre maggiore cultura.
E la cultura religiosa? Dove acquistiamo la conoscenza delle realtà religiose che sono quelle fondamentali della nostra esistenza? Dalla parola di Dio. Se vogliamo edificarci come Chiesa, se vogliamo essere discepoli di nostro Signore Gesù Cristo dobbiamo con continuità, con metodo accogliere la parola di nostro Signore Gesù Cristo.
Se vogliamo edificarci come chiesa e vivere da figli di Dio e fratelli tra di noi dobbiamo nutrirci della vita soprannaturale della grazia del Signore soprattutto attraverso la frequenza ai santi sacramenti in particolare della santa comunione. La comunione non è un atto di devozione. La comunione è un atto di vita, è una sorgente di quella vita che noi dobbiamo portare intorno in ogni momento della nostra esistenza.
Se vogliamo edificarci come chiesa dobbiamo avere la sensazione di quella responsabilità che portiamo nel confronto degli altri.
Sapete come si distingue la Chiesa? Sapete quando si vede la chiesa? Non quando gli altri ci vedono venire in chiesa, ma quando gli altri, vedendoci, possono dire:”guarda come si vogliono bene!” “guarda come sono capaci di volere bene!”. Miei cari non c’è nessuna altra cosa prova, non c’è nessuna altra cosa che richiede Iddio da noi, non c’è nessuna altra cosa di cui abbiamo estremo bisogno!
Il pane, poco per volta, viene assicurato abbondante a tutti, la casa anche, il vestito pure, e tutti gli altri mezzi che rendono confortevole la vita poco per volta arrivano, ma c’è una cosa che non si fa con le macchine e che deve nascere da noi ed è la bontà, è l’amore, è il rispetto vicendevole, è il trattarci bene, è il comprenderci, è il sopportarci, è il prenderci come siamo, è volerci bene nonostante tutto.
Di questo abbiamo bisogno! Questo devono vedere gli altri perché davanti a loro – come diceva Papa Giovanni – risplenda il volto della Chiesa.
Il volto della Chiesa è la bontà di quelli che vanno in chiesa.
Il volto della chiesa è la carità – intesa in senso bene – di quelli che vanno in chiesa.
Il volto della chiesa è la capacità di amore che dimostrano quelli che vanno in chiesa.
La intendiamo questa nostra responsabilità? Io penso di si. Rinnoviamo oggi la coscienza di questa responsabilità e, qui a Soave, giorno per giorno, senza che ve accorgiate, non soltanto rimarrà bella e sempre più bella la vostra chiesa di pietra, ma diventerà sempre più bella, e più diffusa, e più vitale quella chiesa che si edifica con le pietre viventi che siete voi: ognuno di noi, perché anch’io sono pietra ed edificatore di chiesa, come tutti quelli che mi hanno ascoltato questa sera.
Ricordate queste cose, custoditele nel vostro cuore, siano le cose che segnano questo nostro primo incontro che dovrà continuare.
OM 158 Soave di Porto Mantovano 68 – Domenica 27 Ottobre 1968 ore 16, 30