Istanbul, 6-11 febbraio 1972 per le suore della scuola italiana
Rientriamo nella realtà alla quale ci siamo accostati e * che costituisce il progetto di Dio per la nostra salvezza, * che comprende tutto ciò che esiste, * che ha il compimento di vita con le Divine Persone. L’iniziativa di questo progetto é di Dio e di Dio solo. Non é dell’uomo. L’uomo non lo può neppure concepire. Tuttavia, poiché questo progetto é destinato all’uomo, si realizza nell’ambiente e nello spazio del tempo in cui vive l’uomo.
E’ un progetto che si realizza, si svolge nel tempo cosmico e nel tempo storico. E’ un progetto che, essendo storico, é localizzato ma non ristretto perché è destinato all’uomo per raggiungere tutte le creature. San Paolo più di una volta ricorda questa verità. Tutta la creazione geme aspettando la liberazione dei figli di Dio, perché quando i figli di Dio saranno liberati, anche la creazione godrà di una nuova condizione di vita e parteciperà alla salvezza che Dio dispone per tutto ciò che ha creato.
Il progetto di Dio < che si opera nella dimensione del tempo e dello spazio, che ha nella creazione la sua voce, che nella creazione trova una espressione analogica, che ha nella sua natura di esprimere Dio, che é presente in tutta la creazione, in tutte le creature. Dio é l’unificazione.
Dio é forza unificante di tutto l’universo.
La salvezza é destinata agli uomini, alla persona degli uomini così come sono, e non all’umanità in genere o alla natura umana. Se noi adesso ci accostiamo al mistero di Dio che salva gli uomini nel tempo e nello spazio andando incontro agli uomini attraverso il creato, e raggiungendo gli uomini nell’espressione più alta del creato che é il Figlio di Dio fatto uomo, noi ci troviamo nel punto più forte della realizzazione del progetto della salvezza, che é la Chiesa.
Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, vogliono introdurre gli uomini nella comunione della loro esistenza, perciò compiono un’opera meravigliosa attraverso tutta la creazione, in tutti i tempi e in tutto lo spazio. Questo fatto diventa una realtà per tutte le persone nella pienezza dei tempi, in nostro Signore Gesù Cristo. La pienezza dei tempi sono anche i nostri tempi, sono i giorni nostri nei quali la salvezza é operante, per le nostre persone, nella Chiesa.
Questa mattina, cerchiamo di accostarci al mistero della Chiesa.
La Chiesa é un mistero: è una realtà umana che contiene una ricchezza divina. Il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo sono presenti nella costituzione e nella vita della Chiesa. In questa realtà, naturalmente, sono presenti tutti i battezzati, comprese le suore e tutti i pastori! Nella Chiesa c’é una presenza divina e c’é un’azione divina che si svolge nel tempo e nello spazio ed é destinata alla persona degli uomini.
Papa Giovanni, quando ha incominciato il Concilio, sapeva molto bene che il concilio avrebbe affrontato subito il problema della Chiesa e si sarebbe perso. Allora ha proposto uno «schemino» di poca importanza sulla liturgia e con quello «schemino» i padri hanno elaborato la Costituzione sulla Sacra Liturgia. Al numero 2 della Costituzione della Liturgia c’é già la genuina natura della vera Chiesa, che ha la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, credente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e tuttavia pellegrina. Tutto questo in modo che quanto in essa c’é di umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla contemplazione, la realtà presente alla realtà futura verso la quale siamo incamminati.
Era già descritta la Chiesa!
Nel primo capitolo della Costituzione della Chiesa si parla del mistero della Chiesa e quindi del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Si evocano tutte le immagini bibliche per descrivere la Chiesa e non per definirla. Perciò noi, quando ci troviamo di fronte al mistero della Chiesa, dobbiamo pensare a qualche cosa di «paradossale» che non concorda col nostro modo di concepire, che scombussola tutti i nostri piani e tutte le nostre definizioni. Non si può definire ciò che é infinito. Non si può contenere ciò che non ha limiti. Non si può dominare ciò che é onnipotente.
La Chiesa è, quindi, una realtà che potrà essere descritta in qualche modo ma non definita. Può essere descritta analogicamente applicando il nostro modo di esprimere ad una realtà infinitamente al di sopra di questo nostro modo di concepire, per cogliere qualche aspetto di tutta la realtà. La Sacra Scrittura, per descrivere la Chiesa usa un numero considerevole di immagini, di espressioni concrete, alla nostra portata, per dirci qualche cosa di questa realtà divina e umana, di questa realtà misteriosa. Le immagini si moltiplicano per la ragione che la realtà Chiesa non può essere contenuta in parole precise.
Quando diciamo che la Chiesa é “popolo di Dio”, va bene fino ad un certo punto, in quanto raduna la gente da ogni punto della terra perché costituisca il popolo di Dio del quale si dice: voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Voi mi apparterrete e io vi apparterrò.
Quando si usa l’immagine del Corpo di Cristo, di Cristo capo e dei fedeli membra, bisogna pensare che questo corpo é il Figlio di Dio fatto uomo e che le membra sono tutte le persone degli uomini che devono costituire un tuttuno perché hanno un unico centro vitale da cui deriva il loro essere di creature nuove. Anche questo é soltanto un aspetto della vita della Chiesa. Non é tutta la Chiesa!
Si porta l’immagine di Chiesa sposa. E’ sposa nel senso di amata da nostro Signore Gesù Cristo, di presa dal nulla, raccolta dalla miseria, come si esprime Osea, e portata al rango di sposa prediletta. Tutto questo trasferito nell’ambiente biblico!
Noi dobbiamo usare tutte le immagini bibliche e poi avremo un concetto della Chiesa ma « il più » rimarrà ancora da scoprire. «Il più» ci deve essere rivelato. Tutto quello che Gesù Cristo ha voluto dire della Chiesa, ce lo ha rivelatoed é contenuto nella Scrittura e nella Tradizione della Chiesa. Però lo deve dire ancora alle generazioni che passano col tempo ed é lo Spirito che con la sua azione, c’illumina perché possiamo comprendere. Soltanto nella misura in cui Lui ci introduce nella comprensione della verità, noi penetriamo in questo mistero. Quando diciamo mistero della Chiesa, alla parola mistero non dobbiamo dare soltanto il significato di realtà nascosta in segni visibili. Dobbiamo dare anche il significato che si esprime, forse più propriamente, con la parola “sacramento”.
La Chiesa mistero e sacramento.
Nella tradizione della Chiesa, il termine sacramento esprime una realtà visibile che contiene una realtà invisibile con la funzione, da una parte di nascondere questa realtà e dall’altra parte di manifestarla -ecco il paradosso – ma soprattutto di renderla operante, di diventare strumento perché sia operante. “La Chiesa é in Cristo un sacramento, un segno e uno strumento dell’unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”, vuole dire che la chiesa manifesta e nello stesso tempo opera l’unione con Dio e l’unione degli uomini tra loro. Ecco in quale senso la Chiesa é mistero e sacramento, ma la sua vastità non potrà mai essere convenientemente raggiunta.
Il mistero della Chiesa é relativo al mistero di Cristo. Il mistero della Chiesa é legato, riferito, subordinato, condizionato al mistero di Cristo. Che cos’é il mistero di Cristo? Il mistero di Cristo é Dio che in Lui salva tutti gli uomini. Quindi nella Chiesa é contenuto il mistero della presenza e dell’azione di Dio che, per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo, salva tutti gli uomini. Il mistero di Cristo é Dio che ricapitola – Efesini – tutto e tutti nel suo Diletto, nel suo Figlio. Quindi Dio salva ricapitolando, ponendo tutto e tutti sotto un unico Capo. Dio compie questo nella Chiesa, con la Chiesa, per mezzo della Chiesa.
C’é una precisazione da fare.
Nostro Signore Gesù Cristo é venuto per annunziare il Regno di Dio. Gesù Cristo dice: il Regno di Dio é vicino, il Regno di Dio sta per venire, il Regno di Dio é in mezzo a voi, il Regno di Dio é simile a…e dice le parabole.
La Chiesa é il Regno di Dio? No.
Specialmente qui a Costantinopoli, i primi cristiani avevano confuso il Regno di Dio con la Chiesa e a capo avevano messo Costantino e Teodosio. Ma neppure la Chiesa a cui presiede il Papa é il Regno di Dio. Il Regno di Dio é qualche cosa di più nascosto, di più grande, di più divino e soprattutto di più definitivo. La Chiesa é semplicemente il tempo, lo spazio, il luogo, lo strumento per la edificazione del Regno di Dio, per la ricapitolazione di tutto e di tutti in nostro Signore Gesù Cristo. La Chiesa é ciò che é già ed è ciò che non é ancora. La Chiesa è ciò che é iniziato. La chiesa é ciò che oggi, in parte, é anche realizzato nella Chiesa, con la Chiesa, per mezzo della Chiesa. La Chiesa rimane sempre lo strumento fino al compimento dei tempi, quando Regno e Chiesa si identificheranno, perché Dio sarà tutto in tutti. Fintanto che ci sono il Papa e i Vescovi, la Chiesa non coincide col Regno di Dio, la Chiesa è in cammino verso il Regno di Dio. Non é il Regno. Non é la ricapitolazione. La Chiesa è l’inizio, é il segno, é lo strumento al servizio del Regno dei cieli.
Tutto il tema del servizio della Chiesa é importante ed essenziale.
La Chiesa é in un modo caratteristico pneumatologica, cioè riferita allo Spirito Santo. I padri conciliari della Chiesa orientale, a questo proposito, non si sono troppo rallegrati dell’esito del concilio, anche se sono stati compiuti dei passi in avanti. Tra i libri che circolavano qualche anno fa c’era “lo Spirito Santo questo sconosciuto”. Di fatto nella Chiesa latina, lo Spirito Santo era molto dimenticato, mentre é molto più ricordato dalla Chiesa orientale sia cattolica che ortodossa. Qualche osservatore della Chiesa ortodossa diceva: per noi, tutto il trattato della Chiesa sarebbe consistito nel definire l’antropologia cristiana e la missione dello Spirito Santo, perché la Chiesa é tutta qui: uomini sotto l’azione dello Spirito Santo come animatore vivificante e unificante.
Lo Spirito Santo é il dono definitivo fatto alla Chiesa.
Tutto il tempo della preparazione della pienezza dei tempi é una promessa continua che lo Spirito Santo sarebbe stato dato agli uomini. Isaia: vi toglierò il cuore di pietra e porrò dentro di voi un cuore di carne e vi darò il mio Spirito. Gioele: i vostri figli e le vostre figlie profeteranno perché avranno ricevuto lo Spirito Pietro il giorno di Pentecoste, ricorda questi tempi antichi per dire: quello che era stato annunziato, oggi si compie dinnanzi ai nostri occhi. Dal momento in cui lo Spirito Santo é dato, dal Padre e da Gesù Cristo, nasce la Chiesa. Lo Spirito Santo che é lo spirito animatore e unificatore della Chiesa, é lo spirito di nostro Signore Gesù Cristo.
C’é l’eventualità e il pericolo, nella Chiesa, di mettere in contrapposizione Cristo e lo Spirito Santo. Ci sono quelli della Chiesa della libertà che rifiutano l’istituzione. Ci sono coloro che vogliono l’istituzione e non vogliono la libertà dei figli di Dio. Non è che le cose stiano in un modo così assolutamente distinto, ma c’é questa tensione, c’é questa dialettica nella Chiesa tra quelli che vorrebbero riferirsi unicamente allo Spirito Santo e quelli che vorrebbero riferirsi unicamente a Gesù Cristo. No. Lo Spirito Santo é lo Spirito di Gesù risorto che siede alla destra del Padre, da dove manda continuamente alla sua Chiesa il suo Spirito, lo Spirito del Padre.
La missione dello Spirito Santo é quella di dare la vita. La vita, che Gesù Cristo ha portato su questa terra, di cui noi tutti dobbiamo vivere, attingendo dalla sua pienezza comei tralci dalla vite, é comunicata a noi dallo Spirito Santo. E, poiché il Padre é uno solo, poiché il “capo” Cristo é uno solo, poiché lo Spirito Santo é uno solo, é naturale che l’azione dello Spirito sia un’azione che tende ad unificare. Allora, la Chiesa é essenzialmente una realtà che tende all’unità. La Chiesa tanto più si realizza quanto più realizza l’unità: l’unità della fede, l’unità nella carità, l’unità nella vita, quindi il fatto unità, il fatto comunità ecclesiale é essenziale per la costituzione e per la vita della Chiesa.
Ognuno di noi é Chiesa. Ma, ognuno di noi intanto é Chiesa in quanto é in comunione con gli altri. Notate che: essere Chiesa vuol dire essere nella salvezza, cioè essere nel mistero di Cristo che salva, cioè essere nel mistero di Cristo che ricapitola.
La Chiesa é riferita a Cristo. Quando si dice Chiesa riferita a Gesù Cristo, si vuole mettere l’accento, non esclusivamente ma in modo particolare, sulla sua parte istituzionale. E quando noi diciamo Chiesa istituzionale non dobbiamo intendere soltanto la gerarchia. C’entra anche la Gerarchia! Chiesa istituzionale, cioè definita una volta per sempre in un modo concreto, é anche la Parola di Dio. Più istituita di così! Non si può toccare una parola! Tutto è riferito alla incarnazione del Verbo. Il Verbo non fluttua più. E’ nella prigione assunta, realtà concreta e visibile che é la sua umanità vera, autentica e completa ad eccezione del peccato.
E’ istituzione ogni Sacramento. I sacramenti non si possono cambiare, sono essenziali per la realtà che é la Chiesa e per la vita della Chiesa. Si può concepire la Chiesa senza la Parola di Dio? Si può concepire la Chiesa senza i Sacramenti? Si può concepire la Chiesa senza la Comunità? Si può concepire la Chiesa senza un Centro visibile e unificatore?
La Chiesa é una realtà visibile e invisibile. Il centro invisibile è Cristo, è lo Spirito che convoglia verso Cristo, ma ci vuole anche un centro esterno e visibile. La Chiesa riferita a Cristo é la Chiesa nella sua fisionomia storica, così come si realizza nei vari tempi. La Chiesa riferita a Cristo è la chiesa nella sua autenticità formale voluta da Dio, quindi nella autenticità della sua missione. Noi, per definire che la missione della Chiesa é autentica, dobbiamo riferirci a nostro Signore Gesù Cristo. La Chiesa é riferita a Gesù Cristo nella sua ufficialità permanente di istituzione gerarchicamente organizzata.
La Chiesa é riferita allo Spirito Santo, perché é lo Spirito Santo che forma il Corpo di Cristo.
Lo Spirito Santo é anima della Chiesa. Non è il suo corpo.
La Chiesa non é il corpo dello Spirito Santo anche se lo Spirito Santo é anima della Chiesa.
Lo Spirito Santo forma, dà vita al Corpo di Cristo.
Lo Spirito Santo fa crescere la vita nel Corpo di Cristo.
Lo Spirito Santo é l’anima interiore della Chiesa.
Lo Spirito santo é la forza fecondatrice, generatrice della Chiesa per cui la Chiesa diventa madre, analogamente a quanto é avvenuto in Maria, che per opera dello Spirito Santo é diventata la madre di Cristo.
Lo Spirito Santo diffonde la carità che deve animare tutto e tutti, quindi diffonde la carità nella istituzione, nella missione, nella espressione ufficiale.
Lo Spirito Santo é fondamento della coscienza «Chiesa», per cui ci rende conto della sua realtà: della presenza del Padre del Figlio e dello Spirito Santo e di quello che compiono in lei.
Lo Spirito Santo é fondamento della libertà dei figli di Dio. «Ubi vult».
Lo Spirito Santo dà fastidio al papa, ai vescovi e anche ai superiori, a meno che non siano prepotenti e non spengano lo Spirito Santo.
Nella Chiesa c’é unità di missione. Tutti tendono allo stesso scopo di essere salvati e di essere strumento di salvezza, ma c’é la pluralità di ministeri, c’è pluralità di compiti: altro é il compito di un coniuge cristiano, altro é il compito di un religioso, eccetera. L’unità della missione – ciò che deve fare la Chiesa – non é riconducibile all’unità dell’amore. C’é molta gente, oggi nella Chiesa, che dice: vogliamoci bene e così formano le loro «chiesuole». Si sono incontrati, si sono capiti, stanno tanto bene in Chiesa, allora hanno raggiunto il vertice, fanno quello che vogliono perché hanno la libertà dello Spirito Santo e dimenticano l’istituzione e più ancora la gerarchia! L’unità della missione non é riconducibile all’unità dell’amore!
Istituzione e carismi. Istituzione e grazia. Il battesimo é istituzione ed é sorgente di tutte le grazie e di tutti i carismi che non si possono disgiungere, anche se sono distinti perché sono di un unico Corpo, di un unico organismo vivente. L’unico elemento dato per giudicare la istituzione e i carismi é il reale servizio alla edificazione della unità nella Chiesa. La persona deve realizzare tutta se stessa nell’ambiente della salvezza. Fino a che punto questa affermazione é vera? Quanta gente oggi contesta particolarmente la vita religiosa! Dice che non c’é libertà, e può darsi che dica il vero storicamente parlando, ma ecclesialmente parlando come dobbiamo vedere le cose? Dobbiamo vedere, che tanto l’istituzione come i carismi devono servire ad elevare la persona con tutti i suoi doni, che sono doni di Dio.
Ma questi doni, che sono costitutivi secondo l’ordine della creazione, come si trovano nell’ordine della grazia? Nel mondo c’é il mistero del peccato e questo comporta il mistero della croce. Il mistero della croce può comportare anche l’olocausto dei doni naturali. E’ una lezione difficile da comprendere e non bisogna accettarla troppo supinamente e non bisogna ammetterla con troppa facilità, perché non sappiamo quando Gesù Cristo vuole il sacrificio di un dono che il Padre ha dato.
Ritorniamo al grande principio: «Infirma»!. Iddio sceglie le cose da niente per confondere i grandi.
OM 436 Istanbul 72
Istanbul, 6-11 febbraio 1972