la natura e la missione della chiesa
Volta Mantovana 6 Dicembre 1969 ore 20
Il tema che ho scelto d’accordo con il signor Arciprete, è: “La natura e la missione della Chiesa” Si parla tanto di Chiesa specialmente in questo periodo dopo il Concilio. Cerchiamo allora di vedere da vicino qualche aspetto della natura della Chiesa e della sua missione, perché a parlare diffusamente tanto dell’uno come dell’altro punto veramente non si finirebbe più.
Mi permetto di proporvi un modo di procedere, che mi pare sia abbastanza accessibile, dandovi un’indicazione intorno alla quale raccogliere i pensieri per intendere la natura e la missione della Chiesa.
La Chiesa é il luogo, è il tempo, è il mezzo, è l’ambiente dove si compie il disegno di Dio.
Perciò, in questa realtà che noi chiamiamo Chiesa, al primo posto c’è Dio con il suo piano. Il luogo, il tempo, l’ambiente, il mezzo in cui Egli porta a compimento il suo piano é la Chiesa. E’ Dio stesso che dà queste indicazioni perché tutto quel complesso, entro il quale egli stabilisce la sua presenza e la sua azione, porti il nome di Chiesa.
Prima tappa: il disegno di Dio
Qual é il disegno di Dio? Che cosa si propone Dio? Questo é importante. Non é facile parlare della Chiesa e si dicono le cose più sfasate quando si dimentica quello che sta dentro la Chiesa: ed è il piano di Dio. Iddio si propone di adottarci come figli per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo, costituendolo Capo di tutti gli uomini e di tutte le cose, quindi di tutto ciò che esiste, che finisce di essere il suo Corpo, cioè il suo compimento. Corpo e Capo sono figure bibliche, immagini delle realtà che noi conosciamo, attraverso le quali possiamo arrivare ad una certa comprensione delle cose di Dio, delle cose che fa Dio, delle cose che manifestano l’azione di Dio per noi, ma che rimangono sempre misteriose perché Dio é infinitamente al di sopra dei nostri pensieri.
Teniamo presente: Dio che vuole fare di noi i suoi figlioli e lo fa per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo, quindi, la nostra è una figliolanza adottiva, mentre quella di Gesù Cristo è una figliolanza naturale.
Seconda tappa. Gesù Cristo, Figlio di Dio
Gesù Cristo Figlio del Padre porta a compimento il disegno del Padre con il suo sacrificio. Noi diventiamo figli di Dio nel sangue di Gesù Cristo. Rispetto a noi, Gesù Cristo si trova nella posizione del Capo rispetto alle membra del Corpo. Il Capo è secondo il linguaggio biblico, la sorgente della vita del Corpo. Il Capo sta al di sopra di tutte le membra. Questo, detto in un modo molto riassunto, ha una lunga storia: la storia della Bibbia nell’Antico e Nuovo Testamento. Iddio non arriva, immediatamente, al compimento del suo disegno di fare di noi i suoi figlioli per mezzo del sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo.
Ci arriva dopo secoli e secoli di preparazione. Per Dio il tempo non conta. Eppure, proprio il tempo, la lunghezza dei tempi, la sfilata interminabile dei secoli sia per quanto riguarda la presenza dell’uomo sulla terra, sia per quanto riguarda l’esistenza dell’universo, non ci deve fare pensare che Dio non abbia cura di noi, che Dio faccia fatica a raggiungere il compimento del suo disegno, anzi, ci dà la dimensione delle cose per cui più facilmente dovremmo essere condotti a concepire chi è Iddio stesso, di là dal tempo e dello spazio.
Ma veniamo alla nostra storia: la storia della salvezza.
La storia della salvezza ha tre tappe che si riferiscono alle Tre Divine Persone: Padre Figlio Spirito Santo. C’è il tempo dell’origine della salvezza. E’ tutto il tempo dell’Antico Testamento dalla vocazione di Abramo che diventa “figura” del credente, alla costituzione del popolo di Israele: popolo di Dio che diventa figura del vero popolo di Dio, del definitivo popolo di Dio, che sarà la Chiesa.
Questa é l’opera del Padre. Il Padre, in Dio é il principio, è l’origine della vita stessa in Dio. E’ dal Padre che deriva il Figlio. E’ dal Padre e dal Figlio che deriva lo Spirito Santo. E’ questo un linguaggio molto improprio che ci orienta verso il mistero di Dio, ma che rimane infinitamente distante dal dire con precisione come stanno le cose in Dio.
La preparazione continua fino alla pienezza dei tempi. Nel linguaggio biblico la pienezza dei tempi é la venuta di nostro Signore Gesù Cristo, mandato dal Padre a farsi uomo, a diventare uno di noi, a stabilirsi in mezzo a noi – Lui, splendore della sostanza di Dio, immagine perfettissima del Padre – perché gli uomini diventino figli di Dio!
Gesù viene perché gli uomini diventino figli di Dio e rende attuale questa possibilità stabilendosi in mezzo a noi come sorgente di vita nuova. Gesù dice: “Io vengo nel mondo perché gli uomini abbiano la vita e l’abbiano in sovrabbondanza”.
Gesù dice “Io sono la vita”
Gesù ci dà modo di intendere questa realtà misteriosa con un’altra figura biblica: “Io sono la vite e voi i tralci; come un tralcio non può vivere se non rimane nella vite, così neppure voi se non rimanete in me”.
Come deriva in noi la vita di nostro Signore Gesù Cristo? Deriva dal compito che Gesù Cristo svolge. Lo accenniamo per vedere in seguito i compiti della Chiesa.
Come Gesù Cristo ci comunica la vita di figli di Dio? Attraverso il ministero della parola come Profeta, attraverso il sacrificio come Sacerdote, attraverso il suo esempio come Re. Sono parole che concordano, sì e no, col nostro modo di pensare.
il ministero della parola come Profeta, . Gesù Cristo é Parola di Dio in persona. Dio ha sempre parlato agli uomini anche durante il tempo dell’Antico Testamento, ma tutto ciò che vuole dire – la Parola completa- lo dice in Gesù Cristo il Figlio suo, quindi Gesù é il profeta per eccellenza. Il profeta non é semplicemente colui anticipa i tempi e dice prima quello che accadrà dopo, il profeta é colui che parla nel nome di Dio, colui che annunzia le cose di Dio. Gesù é il Profeta. Gesù é Dio che parla con gli uomini.
Notate: un Dio personale, che intende stabilire dei rapporti personali con gli uomini che sono persone. Anche le donne sono persone! Ci tratta da persone! Le persone quando si vogliono mettere in rapporto tra loro, normalmente, parlano tra loro, comunicano i propri pensieri. Gesù Cristo ci ha comunicato i pensieri da parte di Dio, il pensiero che Dio ha su di noi e ciò che pensa di se stesso, perché é proprio delle persone che si mettono in un rapporto di conoscenza, di amicizia, di amore, il dire non soltanto delle cose, ma il dire le proprie cose.
Dio ci dice le proprie cose attraverso il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.
Attraverso il sacrificio come Sacerdote, Gesù Cristo comunica la vita di Dio
Conoscere il pensiero di Dio é già una introduzione nella vita di Dio. Gesù ci introduce nella partecipazione stessa della vita di Dio per mezzo del dono della sua vita. Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, offre la sua vita per la nostra redenzione, per la nostra riconciliazione e diventa in questo modo il tramite attraverso cui noi riceviamo la vita di Dio, diventiamo figli di Dio non di nome ma di fatto. Per essere figli di Dio di fatto, non basta che e il nostro nome sia registrato nell’archivio parrocchiale, bisogna che qualche cosa della vita di Dio sia in noi.
Gesù Cristo ci fornisce la prova di essere l’autore della vita nuova con la sua morte e con la sua risurrezione. Se Gesù avesse terminato la sua missione con la morte, avrebbe terminato con un fallimento. Gesù ha dimostrato di essere il padrone della morte e quindi di essere l’autore della vita. Avendo affermato durante la sua predicazione di essere la risurrezione e la vita lo ha detto nella sua esistenza stessa. Egli morto, risorge, quindi diventa l’autore della vita nuova. Noi partecipando alla sua vita e vivendo della sua vita, diventiamo figli di Dio e viviamo da figli di Dio.
Attraverso il suo esempio come Re.
Ma la vita dei figli di Dio deve avere un suo stile, deve avere la sua espressione caratteristica. L’espressione caratteristica dei figli, di per sé anche nell’ordine naturale, é l’amore verso i genitori, è l’amore verso i fratelli e le sorelle. Questo é nell’ordine naturale, ma sapete quanto é turbato quest’ordine naturale. Gesù Cristo non viene soltanto per restaurare un ordine delle cose. Gesù Cristo viene per portare ad un livello più alto l’ordine naturale delle cose.
Il Padre, che noi dobbiamo amare, é Iddio, è il Padre nostro che sta nei cieli.
I fratelli che noi dobbiamo amare non sono soltanto i fratelli di sangue, ma sono tutti i figli di Dio, sono tutte le creature, le creature umane e anche le creature che costituiscono il creato, perché tutto é opera della mano di Dio. L’amore dei figli di Dio deve estendersi a tutto ciò che Dio ha compiuto.
Gesù che ci propone la vita dei figli di Dio, ci dà anche lo stile di vita dei figli di Dio, che é l’amore. L’amore di Dio e l’amore per il prossimo sono i due grandi precetti che si imperniano nella missione di nostro Signore Gesù Cristo. Siamo così nella seconda tappa della storia della salvezza portata avanti dal Figlio.
La terza tappa é opera dello Spirito Santo.
Gesù Cristo il Figlio di Dio, ad un certo punto cessa d’essere presente in mezzo agli uomini in un modo naturale ed incomincia ad essere presente in un modo spirituale. Noi, quando diciamo naturale o spirituale e applichiamo questi concetti alle realtà cristiane, facciamo delle grandi confusioni. Per noi “spirituale” equivale a “non esistente”, come se non esistessero i nostri pensieri, e i nostri sentimenti che nessuno ha mai toccato con le mani.
Gesù Cristo storico, vissuto in mezzo agli uomini che ascende al Padre, che siede alla destra del Padre, che assicura la sua permanenza in mezzo a noi, perché tutti quelli che vengono dopo di Lui abbiamo la possibilità di diventare figli di Dio, é il Cristo spirituale, cioè, é Cristo Re che é presente nel mondo attraverso i segni che lui ha stabilito e attraverso l’animazione di quei segni che viene dallo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo é sulla linea di continuità di nostro Signore Gesù Cristo.
Lo Spirito Santo é l’esecutore – se così possiamo esprimerci – della missione di nostro Signore Gesù Cristo nel tempo della Chiesa, per cui noi possiamo avere la certezza di sapere dove é Gesù Cristo, dove agisce Gesù Cristo.
La presenza di Gesù Cristo operante attraverso il suo Spirito – lo Spirito del Padre e del Figlio, – lo Spirito che é l’amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre nel mistero della Trinità di Dio – si rivela per barlumi nel mistero della Chiesa.
Il mistero della Chiesa
Allora, ho detto, abbiamo i segni istituiti da Gesù Cristo, il suo vangelo, la parola di Dio.
La parola di Dio la possiamo considerare come una delle tante parole scritte in un determinato libro. Questa parola, invece, accolta dalla Chiesa ci porta la certezza della presenza di nostro Signore Gesù Cristo nella sua missione profetica, resa attuale ed efficiente dall’azione dello Spirito Santo. Quindi nella Chiesa c’è un’azione profetica che continua. Non soltanto. Gesù Cristo deve continuare ad essere la sorgente di vita nuova per i figli di Dio. C’è più di un segno, ma io ne indico soltanto uno per non confondere le idee: il battesimo.
Il battesimo é un segno istituito da nostro Signore Gesù Cristo. Chi agisce é lo Spirito Santo.
E’ lo Spirito Santo che introduce il tralcio che é il bambino – può essere anche un adulto – nella vite, quindi nella sorgente della vita che é nostro Signore Gesù Cristo. Ma i figli di Dio hanno un comandamento, devono avere uno stile di vita. Questo stile di vita lo possiedono unicamente, perché hanno ricevuto il battesimo? No. Questo stile di vita possono averlo e sono nella possibilità di averlo, perché c’è lo Spirito Santo che li anima dall’interno, “da dentro”, perché c’è lo Spirito Santo che infonde l’amore nei cuori.
Allora, questi che nascono dalla Parola di nostro Signore Gesù Cristo, nascono dalla missione profetica di Gesù che continua nel tempo,
questi che nascono dall’acqua e dallo Spirito sono nella linea di continuazione del compito sacerdotale di nostro Signore Gesù Cristo,
questi che amano come figli di Dio dell’amore stesso che viene da Dio, sono nella linea della regalità di nostro Signore Gesù Cristo, di Cristo Re.
Non so se avrò modi di dire quest’aspetto della vita cristiana.
Abbiamo detto che nel mondo – potremmo benissimo adoperare la parola chiesa – in seguito alla missione di nostro Signore Gesù Cristo che continua nel tempo, attraverso ciò che egli ha costituito e per l’azione dello Spirito Santo:
c’è un compito profetico,
c’è un compito sacerdotale,
c’è un compito regale
che diventa compito di tutti quelli che credono nel vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.
Tutti quelli che credono in nostro Signore Gesù Cristo, sono come dei ruscelli che portano avanti la stessa acqua di cui parlava nostro Signore Gesù Cristo al pozzo di Giacobbe con la samaritana. San Giovanni raffigura la dottrina di nostro Signore Gesù Cristo come ad un’acqua che disseta perché i battezzati partecipano alla missione profetica di nostro Signore Gesù Cristo, perché i battezzati sono portatori della parola di Dio, perché i battezzati sono annunciatori della parola di Dio, perché i battezzati sono testimoni della parola di Dio.
Questa è la missione profetica di nostro Signore Gesù Cristo, che continua nella sua Chiesa.
Gesù Cristo con il suo sacrificio ci ha portato una vita nuova.
Questa vita nuova avviene attraverso un innesto delle nostre persone nel Cristo crocifisso e quindi attraverso una partecipazione al sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo. Quando avviene un innesto si fa un taglio nel ceppo ma anche nel germoglio che viene innestato, allora, il sacrificio é tanto nella persona di nostro Signore Gesù Cristo come deve essere nella nostra persona.
Come Gesù Cristo con il suo sacrificio ha dimostrato il suo grande amore verso il Padre e verso di noi, così noi, attraverso la partecipazione e l’unione del sacrificio della nostra persona, dimostriamo l’amore a Dio e per il prossimo.
Così la vita cristiana diventa possibile. La vita cristiana è realizzabile perché non siamo da soli con quel grande impegno di amare di Dio con tutto il cuore e di amarci tra noi come Cristo ci ha amato. Possiamo tanto, perché attingiamo al sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo, perché ci mettiamo nella stessa corrente del sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo e diventiamo capaci di sacrificare noi stessi.
Sacrificare noi stessi é lo stesso che santificare noi stessi. Nel linguaggio cristiano sacrificare e santificare hanno la stessa portata e anche gli stessi effetti. Noi battezzati siamo tutti sacerdoti – anche le suore che volevate mandare via – . Noi siamo il popolo sacerdotale perché é santificato da Gesù Cristo, perché è santificato in Gesù Cristo con il sacrificio che ognuno di noi fa di se stesso rinnegando se stesso, prendendo la sua croce e seguendo passo per passo nostro Signore Gesù Cristo.
Ecco il valore della missione sacerdotale.
La missione regale.
Gesù Cristo é Re. Come Gesù Cristo é diventato Re? Gesù Cristo non é diventato Re conquistando a prezzo degli altri, ma é diventato Re pagando di persona.
Gesù Cristo non é un Re perché ha dei sudditi che gli rendono onori, ma é un Re che ha dei sudditi ai quali comunica tutto quanto.
Capite allora come la regalità e l’esercizio della regalità nel cristianesimo, sia un servizio che Gesù esprime con le parole: non sono venuto per essere servito ma per servire.
Mettersi al servizio degli altri é un ufficio regale, é esercitare la regalità, quindi è sacrificarsi per gli altri.
Questa regalità importa la sottomissione di tutto il nostro essere a nostro Signore Gesù Cristo, importa il dominio “in casa nostra” secondo l’esempio e l’insegnamento di nostro Signore Gesù Cristo; importa dominare gli altri con l’amore, importa conquistare gli altri con l’amore e non con la forza e la potenza. Quella del cristiano é una regalità del tutto singolare.
A questo punto, noi senza dirlo, abbiamo dato una definizione della Chiesa.
La Chiesa sono: quei figli che nascono da Dio ” ex Deo nati sunt”,
che sono unificati tra loro e con il Capo che é Cristo,
che continuano nel mondo la missione stessa di nostro Signore Gesù Cristo che è:
—portare la parola di Dio nel mondo,
—portare la vita di Dio nel mondo,
—portare l’amore nel mondo
perché quelli che vogliono,
perché quelli che credono,
perché quelli che accolgono nostro Signore Gesù Cristo diventino a loro volta figli di Dio.
Qui, bruscamente, terminerebbe il mio discorso.
La Chiesa é questo fatto,
la Chiesa é questo avvenimento,
la Chiesa é questo spazio:
che é uno spazio storico perché esiste il tempo e siamo condizionati dal tempo, ma diventa anche un mezzo perché: per mezzo di noi, Dio porta avanti il suo disegno di moltiplicare e santificare i suoi figli, di unificare tutto e tutti in nostro Signore Gesù Cristo.
Questo fatto di essere figli di Dio unificati tra loro in Cristo costituisce la Chiesa.
Questo fatto, che tutti noi abbiamo la responsabilità di far crescere il numero dei figli di Dio e di far crescere i figli di Dio secondo la statura della grazia, é il compito ed é la missione della Chiesa.
Siccome la Chiesa si pone sulla linea della continuità della missione di nostro Signore Gesù Cristo, evidentemente, di sua natura, attua le condizioni della missione di nostro Signore Gesù Cristo.
Gesù Cristo é Capo e allora é sorgente di vita.
Gesù Cristo é Capo e allora é al di sopra delle membra per unificarle e le unifica con il suo amore, con il suo sacrificio.
Ma come é possibile a Gesù Cristo di continuare la sua missione in mezzo al mondo? – Attraverso i segni stabiliti da lui e per l’azione dello Spirito Santo.
-I segni stabiliti da lui sono le cose, ma sono principalmente le persone e siamo al fatto della gerarchia nella Chiesa.
– La gerarchia nella Chiesa che cosa fa?
– Chi battezza nel nome di Gesù Cristo?
– Chi rende presente Gesù Cristo nella sua parola in un modo autentico?
– Chi esercita nella Chiesa il potere di unificare tra loro i cristiani?
La gerarchia sono coloro che nella Chiesa sono investiti dei compiti di Cristo Capo – non dei compiti che sono propri di tutti i battezzati e di tutti credenti – ma di Lui che é capo, di Lui che é sorgente, di Lui che é vita della moltitudine dei fratelli. < E’ compito della gerarchia:
predicare il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo,
assicurare l’esercizio dei mezzi della santificazione istituiti da nostro Signore Gesù Cristo,
essere centro di unità in mezzo ai credenti.
La Chiesa, i battezzati e i sacri ministri vivono nella realtà di questo mondo.
In quale rapporto si trova la gerarchia con le realtà di questo mondo? Di per sé la gerarchia dovrebbe avere un posto diretto e specifico di fedeltà ai compiti propri di nostro Signore Gesù Cristo: il vangelo, la grazia di Dio, l’amore di Dio e l’amore degli uomini
Quelli che credono al vangelo di Gesù Cristo, quelli che vivono la grazia di Gesù Cristo, quelli che sono animati dalla carità di nostro Signore Gesù Cristo, rispetto alla realtà del mondo in che posizione si trovano? Devono essere impegnati nelle realtà del mondo per animarle della luce del vangelo, per animarle della grazia di nostro Signore Gesù Cristo, per animarle dell’amore che ha portato sulla terra nostro Signore Gesù Cristo.
Quindi nella Chiesa, altri sono i compiti della gerarchia rispetto al mondo, altri sono i compiti dei laici, i battezzati rispetto alle realtà del mondo.
OM 263 Volta M 69 – 6 Dicembre 1969, ore 20
A questa ora, il vescovo risponde ad una domanda degli adulti e la domanda dopo il concilio era sempre sulla Chiesa o sul sacramento della cresima nella chiesa dopo il concilio. Non tutte sono state trascritte. Oggi sarebbero un documento sulla pazienza e una risposta al suo motto “patientia opus perfettìctum”