Cattedrale di Monopoli, 11 Febbraio 1966 – per le giovani
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Ieri sera vi siete trovate davanti ad alcune affermazioni che il Vescovo vi ha detto: credetemi perché sono vere. Non potete subito averne la prova, averne la certezza, perché oltre a tutto non c’è il tempo in questi brevi incontri di far vedere come il Concilio veramente abbia fatto queste affermazioni.
La giovinezza della Chiesa. La Chiesa è giovane, la Chiesa perciò è al vostro livello, cioè, nella condizione di potervi capire più di qualsiasi altro perché porta in se stessa una giovinezza che le viene dallo stesso autore della vostra giovinezza. Colui che fa giovane voi, fa giovane la Chiesa. Perciò la Chiesa del Concilio è protesa (un altro pensiero, un’altra affermazione) è protesa verso di voi. E’ protesa verso l’umanità ma è protesa in particolare verso la gioventù.
Dice il documento del Concilio: “La Chiesa è nell’ atteggiamento di chi sente il bisogno di conoscere, di avvicinarsi, di comprendere, di penetrare, di servire, di evangelizzare la società circostante e di accoglierla, quasi di rincorrerla nel suo rapido e continuo mutamento”.
La Chiesa è protesa verso di voi. Qualcuno dice: il Papa, potrebbe anche pensare che, quasi la Chiesa abbia dimenticato Dio per l’uomo. No, la Chiesa ha cercato di prendere lo stesso atteggiamento di Dio, la Chiesa ha cercato di rivestirsi degli stessi sentimenti di Dio che, nel suo figliuolo, è tutto teso verso l’uomo. Il Figlio di Dio è venuto nel mondo per noi, è venuto per la nostra salvezza.
Tutto l’amore di Dio è proteso sulla sua creatura prediletta, che siamo noi. La Chiesa del Concilio che ubbidisce al comando di Dio, prende l’atteggiamento di Dio e quindi, è tutta protesa verso l’uomo. Capisce il messaggio del vangelo e dice che non c’è religione buona quando non c’è carità: chi non ama il proprio fratello che vede, come può amare Dio che non vede? E allora la prova dell’amore di Dio, la prova di un’autentica religione è l’amore che si porta al prossimo, l’amore che si porta alle creature di Dio, i figli di Dio. Insisto. La Chiesa che vuole conformare i suoi sentimenti a quelli di Dio, che vuole disporsi ad eseguire le intenzioni di Dio, si occupa con più attenzione dell’uomo, della donna, della creatura umana in tutti i suoi problemi.
La Chiesa vuole occuparsi dei problemi degli uomini in questo mondo, per aiutarli, risolverli, e per invitarli a camminare con Dio verso il raggiungimento della vocazione finale dell’uomo, che non si esaurisce su questa terra, ma perché vivendo un vita più umana, mette le premesse per una vita più cristiana, più buona, più piena e raggiunge così lo scopo per cui Iddio ha posto l’uomo e la donna su questa terra.
Dicevo che il documento finale del Concilio, praticamente l’ultima costituzione che è stata discussa ed approvata e definita, che era attesa con tanta ansia, alle volte semplicemente con tanta curiosità da tutto il mondo, quello che comunemente si chiamava schema 13, si apre proprio con questa preoccupazione della Chiesa: di presentarsi davanti al mondo e dire il suo pensiero, la sua preoccupazione, la sua disponibilità, il suo desiderio di diventare, come dice il Papa “l’ancella dell’umanità” per servirla in modo di aiutarla a raggiungere quella vocazione che Iddio ha posto in lei: nell’umanità, nella creatura umana.
Il primo pensiero della Chiesa, quando si rivolge al mondo, s’incontra con l’uomo e s’incontra con la grandezza dell’uomo. Vedete questa coincidenza della preoccupazione della Chiesa con la preoccupazione di Dio: il pensiero della Chiesa con il pensiero di Dio.
Qual è il pensiero di Dio quando si rivolge all’uomo? Quando si rivolge all’uomo, il pensiero di Dio è quello di vederlo al centro della creazione sensibile, al di sopra della creazione sensibile ad esprimere nel creato sensibile l’immagine della somiglianza di Dio stesso: di essere “Signore”.
Noi, quando ci rivolgiamo a Dio, lo chiamiamo Signore. Perché? Perché è padrone dell’universo. E l’uomo è signore dell’universo. La Sacra Scrittura infatti insegna che l’uomo è stato creato ad immagine di Dio: capace di conoscere e di amare il proprio creatore, e che fu costituito da Dio sopra tutte creature terrene, quale signore per governarle, per servirsene a gloria di lui e porta le parole del salmo:
che cos’è l’uomo che tu ti ricordi di lui ,
il figlio dell’uomo che tu ti prendi cura di lui?
L’ hai fatto di poco inferiore agli angeli ,
l’ hai coronato di gloria e di onore,
l’ hai costituito sopra le opere del creato,
tutto hai sottoposto ai suoi piedi”
Ecco il pensiero di Dio.
Ecco, allora, il pensiero della Chiesa. La Chiesa rivolgendosi alla creatura umana deve dire: questi è il centro dei pensieri di Dio, questi è colui che deve stare al di sopra di tutte le cose. E io, Chiesa, devo aiutare la creatura umana a stare al di sopra di tutte le cose.
Cercate di abituarvi a pensare rettamente in un modo umano, in un modo cristiano. Noi abbiamo, troppo, trasferito i concetti nelle abitudini quotidiane Noi diciamo signore soltanto a chi ha dei soldi. Diciamo padrone soltanto a colui che possiede. Stimiamo una persona grande, perché ha un posto privilegiato e poi,con tutto il nostro orgoglio, con tutta la nostra superbia, e voi con tutta la vostra vanità femminile,accettate di essere calpestate e sottomesse da tutti, direi, tenute al piano basso. E ciò non è giusto, ciò non è degno di una creatura umana. Una creatura umana, è un valore più grande di tutto al mondo; non si può pagare con l’oro e l’argento e con tutte le ricchezze del mondo!
L’ammirazione, ai nostri tempi, delle macchine, dei congegni, dei missili, eccetera, è grande. Ma che cosa sono? Sono delle cose stupende e meravigliose, se volete, ma un piccolo bambino è più grande di tutte queste cose. Ha una dignità infinitamente superiore! Non ci sono confronti. E’ addirittura su un altro ordine, su un altro piano!
Direte: ma pensare così non è essere superbi? No. Pensare così e riconoscere quello che siamo. L’umiltà non è contraria alla verità. La superbia è quando si pensa una cosa che non è vera. E di qui, capite, come tutto nel mondo deve essere ordinato a difendere, a promuovere, a sviluppare la dignità della creatura umana. E allora capite Gesù Cristo che viene a servire, che dice: non sono venuto per essere servito ma per servire, che si mette al servizio dell’uomo, che si mette al servizio della creatura umana proprio per gridare una dignità che, oltre a tutto, ha perduto a causa del peccato.
Nella Chiesa, certe cose non si credono più, perché, certe cose non sono molto evidenti. Il Papa è chiamato il servo dei servi di Dio, e voi direte: ma non pare! Sì. Ci sono stati dei tempi in cui non pareva. Oggi appare un po’ di più ed ha bisogno di apparire sempre di più. Voi direte: il vescovo non pare così. E voi dovete pregare perché il vostro vescovo e tutti i vescovi del mondo abbiano, non dico quest’apparenza perché per avere l’apparenza si fa presto, ma siano realmente al servizio della vostra umanità, e tutto quello che sanno delle cose di Dio, e tutto quello che posseggono dei doni di grazia, e tutto quello che possono fare nell’ordine della salvezza sia tutto per voi. Quanti problemi verrebbero fuori! Quanti interrogativi si pongono!
Come sarebbe bello discorrere volutamente di tutte queste cose. Farebbe bene a voi, farebbe bene a me, farebbe bene ai sacerdoti, farebbe bene a tutti e ci sarebbe il modo di intenderci. Vedete il Concilio come muove le cose? Vedete come tende a muovere le cose? Ci muoveremo anche noi nel senso del Concilio? Speriamo. Ma non tocca soltanto a noi individualmente. Tocca a tutti. Insieme.
E chi è questo uomo così grande, questa creatura umana? Chi è questo uomo che il Signore ha posto al di sopra di tutte le cose? E’ quello che è concretamente costituito di un corpo e di uno spirito: unità di anima e di corpo. L’uomo sintetizza in se, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso lui, per il suo pensiero, attraverso i suoi sentimenti, attraverso le sue aspirazioni, tocca tutto. Il mondo attraverso l’uomo, attraverso il pensiero dell’uomo, attraverso il sentimento dell’uomo ecc. tocca il punto, dice e prende voce, per lodare il creatore. L’uomo proprio con la sua realtà corporale è il vertice di tutta la creazione sensibile.
Perché il vertice?
Perché nell’uomo c’è il pensiero che va al di là infinitamente e al di sopra,
perché nell’uomo c’è un sentimento,
perché nell’uomo c’è una volontà,
perché nell’uomo c’è una capacità di scegliere,
perché nell’uomo la possibilità di decidere e di amare.
Questo dell’uomo è al di sopra di tutto.
Questo è l’uomo che avvicina Dio.
Questa realtà è costituita da un corpo materiale da un’anima spirituale.
Questo è l’uomo che Dio ha posto al di sopra di tutte le creature.
Il corpo e l’anima: notate queste affermazioni del Concilio.
Molte volte, venendo in Chiesa, avete sentito parlare dell’anima e avete sentito parlare della salvezza dell’anima.
Guardate il richiamo di Dio: o salveremo anche il corpo o non salveremo niente.
Oggetto della salvezza di nostro Signore Gesù Cristo non è l’anima soltanto, ma tutto l’uomo che non può stare separato anima e corpo. Quando è separato è morto e deve attendere fino al giorno della resurrezione per avere una ricomposizione finale e totale, per una beatitudine piena che lo investa totalmente.
E, allora tutto è oggetto di vita, tutto è oggetto di grandezza, anzi, la dignità umana e la grandezza umana non si esprimono con lo spirito perché lo spirito, né si vede, né si tocca. Lo spirito si esprime attraverso il corpo, attraverso la voce, attraverso i gesti, attraverso il comportamento ecc.
Si esprime così l’uomo ed è questo l’uomo di Dio, la creatura di Dio che ha la dignità di stare al di sopra di tutte le creature, E’ questo l’uomo, la creatura umana composta di corpo e di anima grande nel corpo come nell’anima, dotato di una capacità di intendere, non semplicemente di conoscere.
Anche il vostro gattino vi conosce.L ‘avete un gattino? L’avete un uccellino? Vi conoscono ma non vi capiscono, non vi intendono, non ragionano, non scoprono la ragione delle cose.
L’intelligenza umana! Pensate all’intelligenza umana! E’ sempre stata grande, ma come si dimostra grande ai tempi nostri!Come è capace di applicarsi a fare cose veramente straordinarie, portentose.
Però l’intelligenza umana non deve essere semplicemente una capacità di scoprire, ma deve essere una capacità di valutare, una capacità di ordinare le diverse cose, i diversi valori in un modo giusto, in un modo degno, in un modo che tutto, anche le grandi scoperte, specialmente quelle, siano al servizio dell’uomo, non a danno dell’uomo, non a pericolo dell’uomo.
Quindi il Concilio insieme all’intelligenza dell’uomo parla della saggezza dell’uomo: dell’uomo saggio che in tutto cerca ciò che é conveniente, che in tutto cerca ciò che fa bene, che in tutto cerca ciò che è utile, che in tutto cerca ciò che aiuta la grandezza umana e non ciò che la pone in pericolo, o moralmente, o materialmente, o parzialmente, o totalmente. Possiamo dire che ai tempi nostri c’è un impiego di intelligenza come forse non c’è mai stato, ma non c’é altrettanto impegno di saggezza nell’uomo. L’uomo oggi con la sua intelligenza ha prodotto tanta forza come non ce n’è mai stata al mondo, ma ad un certo punto non è più capace di dominarla. Gli uomini oggi non sono più capaci di mettersi d’accordo.
Il vescovo non vi dice se la ragione è di qui o di là. La ragione è un po’ di qui e un po’ di là e il torto lo stesso. Ma la capacità di mettersi d’accordo nel mondo di oggi così intelligente non c’è, manca quella saggezza di cui dobbiamo essere ripieni e questa saggezza ha una sua radice profonda nell’intimo nostro. Il Concilio dice: la dignità dell’intelligenza umana, la coscienza è: dove si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell’amore di Dio, nell’amore del prossimo, quell’intimo santuario di ogni persona, dove si ripercuote il significato del bene, il significato del male, dove scatta qualche cosa ogni volta che ci troviamo nell’imminenza di una scelta tra il bene e il male, dove la voce di Dio si fa sentire più intimamente e più insistentemente, dove la nostra persona stessa misura la sua dignità, il suo livello, la sua capacità.
In che modo? Con l’esercizio della libertà. Siete ragazze e a volte certi problemi non vi interessano, pare che non vi sfiorino neppure. Pare, ma forse non è vero. Vi sfioreranno ma guardate tutte: dov’è la grandezza vera di ogni creatura? Apparentemente è che sia molto ricca, Apparentemente è che sia bella, Apparentemente è che sia fortunata, Apparentemente è che sia aggiornata col mondo. Ancora Apparentemente si pensa che la caratteristica di una creatura sia la sua intelligenza, Apparentementeche sia per la forza della sua volontà.
La grandezza di una creatura umana, la grandezza di una persona è, invece, la capacità di decidere liberamente. Una creatura è grande quando è tanto intelligente da capire: dove c’è il bene e dove c’è il male, dove c’è ciò che vale e ciò che non vale, dove c’è ciò che conta e ciò che non conta, Quindi è così padrona di se stessa da essere capace a scegliere ciò che l’intelligenza le presenta come il meglio, come il più bello, come il più valido. Capace di decidere! E questa capacità di decidere liberamente raggiunge il vertice della grandezza e della dignità umana quando si esprime nell’amore.
Che cos’è l’amore? E’ volere il bene, è uscire da se stessi, è mettere la dignità degli altri al di sopra della nostra, riconoscendola e desiderando, pertanto, il bene. Andate un po’ alla radice di un amore autentico, di un amore vero. Quando c’è un amore vero nel cuore, il bene che si vuole è all’altro non a se stessi. Sarà vostro padre, vostra madre, vostro fratello; sarà il fidanzato – e ve lo auguro -, sarà più tardi il vostro sposo, ma voi sarete delle spose che avrete impegnato tutta la vostra grandezza quando, pronunciando quel “si”, non sarà un “si” fatale e non sarà una disgrazia, non sarà l’inizio di una vita disgraziata, ma sarà il momento in cui voi avrete scelto quanto di meglio, e vi sarete donate col vostro sì a chi è degno di voi.
Cercate di comprendere questo particolare della vita umana, questo particolare della esistenza umana che illustra il significato della libertà, dell’esercizio della libertà, della capacità di essere libere nelle scelte, nelle decisioni, nell’amore. Vi ho fatto l’esempio dell’amore che si conclude nel matrimonio ma tutta la vita deve essere una vita di amore. Certamente non come lo intende il mondo.
Iddio è amore e il Concilio come insiste su questo aspetto della realtà di Dio! Dio è amore e l’uomo e la donna creati ad immagine di Dio, sono le creature dall’amore di Dio, sono le creature capaci di amarlo che si avviano a questo traguardo di un’autentica capacità di amare, quando raggiungono il traguardo della loro dignità umana e domani vedranno anche della loro dignità cristiana.
OM 20 Febbraio 1966