Domanda:
La domanda è questa: Lei come vede la sua figura di Vescovo? in relazione ad avere i primi posti nei convitti ad avere i primo posti nelle Sinagoghe o nelle chiese? Non è forse che voi stessi avete questi primi posti?
Vescovo
Mi sa dire quando mi ha visto al primo posto? Al primo posto mi vedrà quando sono all’Altare ed è un ufficio che mi compete e non ci posso mandare un altro. Altrove mi pare di non essere mai stato al primo posto. Poi, se mi conosce un poco da vicino, -i miei preti si lamentano molto- io non amo i convitti e specialmente le cenette Mantovane non amo perchè non sono adatte per il mio stomaco.
Domanda;
A parte le cenette Mantovane mi sembra che realmente non ci sia da parte Vostra…quella.
Vescovo
Lei non deve dire: da parte Vostra. Lei sta parlando con una persona bene identificata. Lei l’ha mai vista ai primi posti?
Domanda
Io personalmente, no.
Vescovo
Allora perchè lo dice?
domanda
Io lo dico in senso generale, in senso di tutti i vescovi.
Vescovo
I Vescovi, miei amici e che io conosco conducono il mio stesso stile di vita e quindi questo non fa più problema.
domanda
Lei, prima, citava -quella signora- che ci sono delle grosse difficoltà e ha parlato anche di quelle persone che hanno realmente delle grosse difficoltà anche nel vivere, le persone che vivono in questa valle di miseria. Logicamente vedono la Chiesa sotto l’aspetto letteralmente contrario a quella che è la parola di Dio….Ricordando la figura di Gesù
Vescovo
Se lei mi permette, non sono quelle persone che vedono la Chiesa sotto quella luce. Se tutta la propaganda che c’è da tutte le parti – non dico solo da una parte-che cerca di creare questi luoghi comuni che sorprendono poi la buona fede dei semplici, ma nella loro semplicità normalmente non perdono la fede.
Domanda
Si, nella loro semplicità non perdono la fede ma si scoraggiano quando….
Vescovo
le dico che sono dei luoghi comuni questi fatti non avvengono. Lei mi ha detto che amiamo i primi posti e tutto il resto nei convitti , nelle cerimonie. Io le ho detto “quando mai mi ha visto”. Lei mi ha risposto che non mi ha mai visto quindi per me il discorso è finito.
Domanda
Io non ho mai visto lei ma ho visto la “classe” a cui lei appartiene.
Vescovo
Ma dove vede lei questa classe
domanda
la si vede tutti i giorni, alla televisione ecc.
Vescovo
mi faccia degli esempi
domanda
anche quella persona che lei diceva essere su un baldacchino per farsi vedere
Vescovo
ma lei non ha capito, non ha seguito il discorso
domanda
io ho capito il discorso. Lei lo ha messo sotto la forma che tutti vanno per vederlo ma indubbiamente non è quella persona umile, che desidera veramente dimostrare l’umiltà agli altri in quanto logicamente vive in una gabbia d’oro mentre in un mare di miseria ci sono gli altri. Il che è difficile andare a parlare a queste persone di povertà e di umiltà quando loro nella vita hanno tutto quello che loro possono desiderare dalla vita.
E’ un poco difficile parlare alle persone di povertà quando non si è mai poveri ma si è ricchi. Vero?
Vescovo
Guardi, è difficile anche dare delle risposte a persone che non sono aperte alle risposte. Noi abbiamo conosciuto i papi di questi ultimi tempi, dal nostro papa Pio X che è stato a Mantova per nove anni. Lei potrebbe venire su in palazzo e io le farei vedere dove dormiva Pio X; e in Vaticano, quale vita conduceva Pio X e, come sia morto di crepacuore. Perchè ci sono tante forme di miseria. Non c’è soltanto la sofferenza fisica, la sofferenza che viene dalla fame o da altro. Ci sono delle sofferenze che raccolgono la sofferenza di tutto il mondo in un cuore solo. Io non so se lei ha mai visto delle persone soggette a queste esperienze. Se lei conoscesse queste persone non farebbe questi
discorsi.
Domanda
forse io ne ho conosciuta qualcuna e adesso non voglio…Lei ha capito quello che voglio dire…
Vescovo
non l’ho capita
Domanda
non l’ha capita?
Vescovo
no
domanda
che non si può rappresentare quella umiltà che ebbe il Cristo quando, per esempio, lavò i piedi dei suoi discepoli, quando si appartiene ad una organizzazione che ha tutta una scala gerarchica, a una organizzazione dove è molto difficile accedere ad alcune persone anche per chiedere un aiuto. Questo dimostra che Cristo era disponibile per tutti. Cristo andava di casa in casa dalle persone.
Vescovo
Va bene. Le ho già detto al principio della trasmissione che il Cristo aveva come ambito della sua attività quel lembo di terra che è la Palestina, il Papa ha quel lembo di terra che è il mondo intero e un Vescovo ha quel lembo di terra che è una Diocesi, che è normalmente supera le sue possibilità umane di raggiungere tutti e di stare con tutti.
domanda
allora Lei, come persona, si ritiene accessibile a tutti.
Vescovo
nel limite del tempo e dello spazio. Sono un essere umano come tutti gli altri.
Domanda
Lei si mette quindi al livello di tutti gli altri. Quando uno ha bisogno anche di parlale, Lei sarebbe sempre disponibile.
Vescovo
Sempre. Di fatti io tutto il giorno, quando sono in casa e non sono preso da altri impegni, sono a disposizione di chiunque voglia venire. Non è necessario il biglietto di visita oppure il biglietto di raccomandazione.
Domanda
Ho capito.la ringrazio. Buona sera.
conduttore
Allora io invito gli ascoltatori a fare degli interventi brevi per la organicità della trasmissione. Il telefono squilla in continuazione. Forse lo sentite anche voi nel sottofondo. Comunque noi proseguiamo, Monsignore, sul nostro dialogo. Naturalmente un dialogo frammentario. Per esempio queste due domande che avevo lette sono rimaste senza risposta. Eventualmente ritorniamo.
Io avevo pensato questa domanda, proprio perchè mi sembra che vada considerata. C’è un inquinamento totale: c’è un inquinamento nell’uomo, c’è un inquinamento nell’ambiente. Secondo lei Monsignore questo è un inizio di una fine catastrofica o è soltanto il flesso di una parabola?
Vescovo
per usare il suo linguaggio, io lo ritengo semplicemente il flesso di una parabola perchè ho una duplice fiducia. Prima di tutto ho fiducia in Dio il quale vuole la salvezza degli uomini. Ha lui gli strumenti per portare gli uomini alla salvezza anche, alle volte, attraverso quello che noi giudichiamo i fallimenti umani. E poi ho fiducia negli uomini, cioè nella capacità di far scattare, ad un certo punto; il buon senso, il senso critico e l’istinto -direi- della conservazione.
conduttore
Non è, secondo lei un processo irreversibile? vede una possibilità di ritorno, di recupero, sia sull’uomo sia sull’ambiente.
Vescovo
Direi di si. Tra l’altro noi abbiamo sempre come teatro – chiamiamolo così – della nostra visione del mondo, il mondo occidentale, sia quello dell’Est come quello dell’Ovest mentre il mondo è immenso, è enorme. Pensiamo alle sconfinate Americhe del nord, pensiamo alle sconfinate popolazioni dell’Asia. La storia è ancora lunga. Io non ci vedo ancora vicina la fine del mondo. E indubbiamente come sono passati gli imperi che sembravano intramontabili, quello greco, di Alessandro Magno, quello romano per venire più vicino, al favoloso Napoleone e più vicino ancora a Hitler, così dobbiamo pensare che tutte le potenze , ad un certo punto scompaiano dalla faccia della storia. Ci vorranno più anni, meno anni. La storia va avanti secondo un processo che qualitativamente è migliore anche se, nella quantità, può darci la impressione che peggiore.
conduttore
Una visione, tutto sommato, ottimistica che conforta francamente
Le faccio un’altra domanda. Quando gli italiani hanno convalidato il divorzio con il referendum, lei che cosa ha pensato intimamente, Monsignore?
Vescovo
Ma, io ho pensato che gli italiani, e lo penso tuttora, non abbiano espresso, al di fuori di veri e propri condizionamenti, ciò che era il loro genuino sentimento. Comunque sia, il fatto è avvenuto e la preoccupazione di un Vescovo non è quello di cambiare una legge ma quello di cambiare un costume. Allora è quello di intensificare la predicazione del Vangelo perchè i valori che sono insiti nel Vangelo e che sono portati avanti dal Vangelo si affermino sempre di più nel mondo.
conduttore
c’è un tema che è sconcertante che fa discutere molto. Mi riferisco all’aborto. Cosa pensa di questo tema, Monsignore?
Vescovo
Del tema lei sa benissimo quello che penso e cioè non lo ammetto e di quello che avviene, cosa devo dire? Avviene, se ne prende atto e poi sarà uno stimolo per un’azione non di tipo politico o di tipo – come qualcuno ha il sospetto – di pressione, di qualsiasi genere, perchè la gente acquisti quella sensibilità che la porti a privilegiare i valori della vita sugli altri valori.
Conduttore
Ho una domanda, su un foglietto, che ha fatto un ascoltatore e, guarda caso, si riferisce al reddito denunciato da lei e oggi riportato dalla gazzetta di Mantova. La domanda è formulata in questo modo. Come lei ha denunciato 2.600.000 e don Bosio un milione più di Lei? Questo qui non riesce a capacitarsi di questa differenza. Se vuole rispondere. Non so se valga una risposta questa domanda.
Vescovo
Io ho cercato di fare la denuncia nel modo più corretto possibile e poi non mi ritengo affatto l’ecclesiastico più ricco della Diocesi perchè le mie condizioni sono tali per cui ho bisogno della carità degli altri e non sono al di sopra degli altri anche economicamente parlando.
Conduttore
Monsignore, c’è una corruzione in corso nella nostra disgraziata nazione. Corruzione a tutti i livelli. Proprio in questi giorni il parlamento non fa altro che occuparsi dello scandalo Lockheed e poi chi più ne ha più ne metta senza quelli che dovranno uscire e che non hanno ancora una formula ufficiale. Cosa pensa di questa corruzione?
Vorrei sentire quale è il suo pensiero quando apprende queste notizie? L’uomo che ha le sue caratteristica che deve appunto fare tutto quello che lei fa, cosa pensa?
Vescovo
La corruzione è la conseguenza della dimenticanza e dall’allontanarsi dai principi di una morale che abbia la possibilità veramente di salvare l’uomo. Abbiamo già detto antecedentemente che ci sono due padroni: Dio e il danaro. In una società così come è organizzata oggi in tutto l’occidente, che viene denominata società consumistica, la corruzione è connaturale, è voluta dal sistema e non mi riferisco solo a quello che capita nella nostra piccola Italia. Questa corruzione ha raggio e profondità e dimensione molto più vaste. E’ in tutto il mondo, in tutto il mondo, non esclusa nessuna parte del mondo e non è escluso nessun sistema perchè, alle volte si da la colpa al sistema. No, quando i sistemi dimenticano di essere al servizio dell’uomo ma si servono dellíuomo, necessariamente finiscono di produrre corruzione o in un senso o in un altro. Certo la corruzione non mi meraviglia. Può turbarmi, può dispiacermi e mi dispiace sinceramente. Io devo pensare come Vescovo, come posso fare argine. Ma, gli uomini sono liberi di accettarlo o di rifiutarlo il mio argine, perchè il mio argine tocca le coscienze, tocca la responsabilità e tocca il coraggio di seguire nostro Signore Gesù Cristo. Molti si dicono cristiani ma pochi sonno coloro che hanno il coraggio di seguire nostro Signore Gesù Cristo.
conduttore
Monsignore, perchèDio faceva i miracoli e voi non li fate?
Vescovo
Perchè soltanto Dio è capace di fare i miracoli e noi naturalmente non siamo Dio. Alle volte si fa una grande confusione a riguardo della Chiesa. La Chiesa può identificarsi con nostro Signore Gesù Cristo e quindi con quello che Dio vuole fare nel mondo a favore degli uomini, ma la Chiesa rimane sempre una istituzione umana mirabilmente preservata dall’essere peggio di quello che non sia dalla forza dello Spirito di Dio stesso. Quindi non abbiamo questo pretese e non possiamo averle perchè saremmo dei blasfemi.
conduttore
Facciamo lo stacco musicale .
Il discorso probabilmente continuerà su un’altra cassetta, se non è andata perduta trovo la continuazione della intervista nella stessa cassetta, sul lato opposto al termine della omelia in santa Barnaba che l’ha cancellata in parte
…..quindi ha portato gli uomini a battezzarli per fare di loro delle creature nuove, capaci ri rinnovarsi tutti i giorni e di ispirare la loro esistenza agli insegnamenti di nostro Signore Gesù Cristo. Questo è il Vescovo.
Come ho avuto modo di dirle quando sono venuto a trovarla e le ho offerto di ospitarla in questa trasmissione, io le dissi che per noi ascoltatori era importante conoscerci meglio perchè vorremmo, se non altro, alla fine della trasmissione, dentro di noi rimanesse una conoscenza di quella che è la sua figura, di quella che è la sua attività, di tuto ciò che è connesso alla sua sfera.
Da quanti anni è a Mantova sig. Vescovo?
da dieci anni circa
Questi anni per lei, Monsignore, come sono stati?
Direi buoni
Siete veramente detentore di un potere come si sente dire spesso?
Bisogna intendersi sul significato di ‘potere’. Naturalmente il termine, nella sua accezione corrente, significa ‘avere dominio’ sugli altri , mentre il potere che è nella Chiesa e che Gesù Cristo ha conferito alla sua Chiesa, specialmente attraverso il mandato apostolico è eminentemente un servizio. Permetta che ricordi quello che Gesù ha detto agli apostoli ‘non sono venuto per essere servito ma per servire’ I dominatori del mondo sottomettono gli uomini, voi non dovete essere così. Dovete essere gli ultimi, dovete essere al servizio. Quindi il Vescovo ha il potere di servire, di prestare ai suoi fratelli il servizio della parola, dell’annucio del Vangelo, il servizio, come si usa nel catechismo della grazia, cioè di quella vita nuova che ci ha portato nostro Signore Gesù Cristo, il servizio della indicazione di uno stile di vita che si ispira allo stile di vita di nostro Signore Gesù Cristo. Quindi non c’è nessun potere come è concepito nel senso corrente del termine.
Come siete organizzati all’interno della Diocesi?
Ogni Vescovo normalmente ha giurisdizione. Esercita il suo potere nel senso che ho ora espresso su un territorio determinato o su un gruppo di persone determinato perchè ci sono anche dellle Diocesi ‘personali’ e non soltanto territoriali, ma queste sono delle essezioni.
Per arrivare tutte le persone a cui egli è mandato, il Vescovo si serve naturalmente dei collaboratori che sono in genere i sacerdoti e per coordinare l’azione dei sacerdoti, sempre in quel triplice servizio dell’insegnamento, della grazia e dello sforzo di unificare i dispersi figli degli uomini in famiglia di Dio, si serve di quegli organi che sono propri del suo governo cioè degli organi di curia, della tanto -mi lasci dire, dal momento che si dice- della tanto malfamata curia.
E’ vero monsignore che voi siete ricchi?
E’ un luogo comune. Si dice, non corrisponde a realtà. Io vorrei rivolgere questa specie di raccomandazione, se mi è permesso, a tutti quelli che sentono parlare di una Chiesa ricca. Non di cogliere questi luoghi comuni e di accettarli acriticamente, ma di guardarsi un po’ intorno. Naturalmente, questa sera sono qui come Vescovo di Mantova e posso dirle la situazione della Chiesa di Mantova. Cominciamo dalla nostra curia: non ha nessun immobile se non il famoso palazzo Bianchi nella bella Piazza Sordello che è tanto bello il palazzo, ma è un debito questo palazzo per la manutenzione e tutto il resto; tuttavia, specialmente per gli uffici di curia è molto adatto per svolgervi una attività di coordinamente di tutte le attività della Diocesi. Altra cosa invece è quella parte che mi riguarda personalmente, l’abitazione privata che non è una abitazione privata. Non è una abitazione privata perchè il palazzo non è mio, non è una abitazione privata perchè è disposta in un modo tale che non è a dimensione umana. Non sembra di essere in una casa ma piuttosto di essere in una gabbia, una gabbia decorata -se vuole- con dei bei pezzi ma non si sente il calore dellla famiglia.
Monsignore cosa pensa dei ricchi?
Non penso niente di particolare, a meno che non mi specifichi diversamente la domanda.
Quando uno ha tanto, tanto, tanto e ci sono i poveri, non le fa pensare a niente?
Allora potrei dire allo stesso modo: non penso niente anche dei poveri e questo sarebbe un evadere la domanda che lei mi vuole fare. Io le ricordo delle parole di nostro Signore Gesù Cristo che normalmente sono dimenticate: ‘i poveri li avrete sempre con voi’. Ma credo che nostro Signore Gesù Cristo non si riferisse tanto ai poveri in senso sociale, si riferisse a tutte le categorie di poveri che esistono nel mondo come ai suoi tempi come in utti i tempi della storia. Se il fenomeno della povertà è frutto della ingiustizia e quindi della sopraffazione di una categoria, come può essere capitato in certi tempi, oppure di un singolo, oppure di una organizzazione che profitta dellla debolezza degli altri e sfrutta quindi gli altri, allora dei ricchi non solo devo pensare male ma devo allinearmi pienamente con il Vangelo il quale dice: ‘è più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago, oppure per il buco della porta attraverso cui passavano gli animali piccoli, che entri nel regno dei cieli perchè, per il ricco, è molto difficile possedere ancora la libertà di spirito di avere la possibilità di adorare il vero Dio. Il suo vero Dio diventa quello che nostro Signore Gesù Cristo ha chiamato ‘mammona’ ed espressamente ha detto:
‘non si può servire a due padroni, non si può servire a Dio e a mammona’. Allora il fenomeno dei ricchi, soprattutto nella società moderna, è un fenomeno molto preoccupante, ma soprattutto quando il livello della ricchezza diventa sfoggio, sfarzo, consumismo, prende tutte quelle forme che sono ripugnanti anche alla stessa dignità umana ed è il frutto di uno sfruttamento del più debole che può avvenire in tanti modi e, credo di non esagerare nell’affermare, che avviene in tutti i sistemi oggi vigenti nel mondo. Quindi non si può pronunciare che una condanna. Perciò non si può che auspicare che questi sistemi abbiano a favorire la libertà di ciascheduno di esprimere se stesso e di raggiungere quel grado di dignità sociale economica, culturale che conviene alla dignità di ogni uomo.
Monsignore, un’altra domanda che spero non consideri provocatoria. Perchè Dio viaggiava a piedi e voi viaggiate con l’autista?
Dio non ha viaggiato nè a piedi nè con l’auto. Se vuole riferirsi al figlio di Dio, cioè nostro Signore Gesù Cristo e allora lui certamente andava a piedi ma andare a piedi per quei tempi era una cosa molto normale. Oggi andare a piedi non è più normale, quasi non si va più neppure a comperare il giornale a piedi e adesso con la benzina cara ci si pensa due volte ma, poco tempo addietro si andava anche al caffè in macchina. I tempi sono cambiati. Ma non vorrei tanto riferirmi al cambiamento dei tempo. Vorrei riferimi ad un’altra considerazione. Nostro Signore Gesù Cristo è venuto a fondare la Chiesa. Non ha avuto una Chiesa da governare – mi lasci usare il termina tanto per intenderci- come ha un Vescovo. Non so se ha presente la Palestina, se è stato in Palestina. Anche oggi la Palestina si attraversa in poco tempo, in pochi giorni di viaggio a piedi. Potrebbe anche costituire una unica Diocesi rispetto alla Diocesi di Brescia o di Bergamo come la Diocesi di Milano come vastità di territorio. Ma come si è organizzata oggi la Chiesa per la diffusione del cristianesimo, del fatto di quelli che credono e seguono nostro Signore Gesù Cristo è indispensabile usare dei mezzi di cui tutti si servono. Metta, qualunque Vescovo un un paese qualsasi -non soltanto del mondo civile – che abbia a mantenere i contatti con le sue popolazioni senza servirsi dei mezzi di cui si servono tutti, anche quelli che vanno in giro a vendere il lucido ‘brilli’.
Ritiene, Monsignore, che il Vangelo sia più vicino alla enciclica ‘rerum novarum’ o al manifesto di Marx? Mi spiego meglio. Molti anni fa nella Chiesa è uscita una encilica ‘la rerum novarum’ dopo che era uscito il manifesto di Carlo Marx in cui si predicava quello che tutti sappiamo. Vorrei sentire da lei, quale dei due insegnamenti è più vicino al Vangelo.
Io credo che non si possano fare questi accostamenti perchè dei due documenti, quello di Carlo Marx questo in particolare, mira a creare un movimento di tipo sociale, politico, organizzativo ecc. mentre invece la ‘rerum novarum’ non è altro che la esplicitazione della dottrina del Vangelo per i tempi atuali pur riguardando, come problematica, gli stessi problemi, si può dire, che affronta Carlo Marx. Ma l’enciclica mira soprattutto a formare delle coscienze, quell’altro incece a formare un movimento. Quindi dire che l’uno è più vicino dell’altro al Vangelo, si finirebbe di dire cose imprecise a meno di dire: uno è un documento profano, l’altro è un documento ecclesistico. Ma è molto incompleto perchè nella preoccupazione, tanto di Leone XIII come di Carlo Marx, troviamo una unità di fondo che è quella di diffondere la giustizia nel mondo. Uno ci arriva attraverso la coscienza ed esaltando la dignità dell’uomo, la sua libertà e la sua egualianza, l’altro – se mi è permesso di fare ameno una osservazione – attraverso la lotta del proletariato che non è certamente conforme al Vangelo. Non dico il proletariato ma la lotta.
Vi ricordo che siete in ascolto della trasmissione ‘in compagnia di’ e abbiamo ospite mons. Ferrari Vescovo di Mantova, stiamo andando in diretta; abbiamo ricevuto un buon numero di telefonate c’è una signorina filtro che scrive le vostre domande; se volete farne altre le potete fare; le abbiamo già sul tavolo. Facciamo uno stacco musicale e poi riprenderemo il dialogo con Mons Ferrari.
Domanda
Premetto che sono venuto molte volte al palazzo vescovile e ringrazio anche lei e i suoi collaboratori. Sono venuto a fare delle ricerche nella vostra biblioteca. avete aiutato ma, ho fatto parecchie volte questa domanda e nessuno mi ha mai risposto. Vorrei farla a lei direttamente.
La transustansazione, lei sa cos’è ?, È stata istituita nel 1215
l’altra domanda: l’infallibilità del Papa è stata istituita nel 1870. Prima non era infallibile.
Le indulgenze nel 1500; Un’altra…
Vescovo
Tenga conto che gli ascoltatori hanno anche loro il diritto di intervenire. Quindi. La transustanziazione. Lei, mi scusi nevvero, fa una piccola confusione. Prende come data, (interferenze della radio per cui il vescovo domanda di abbassare il volume) si riferisce a dei fatti religiosi e prende come data l’anno in cui questi fatti religiosi sono stati definiti davanti a tutta la comunità per derimere certe questioni che c’erano in quel tempo nella comunità stessa della chiesa. Mentre invece i fatti a cui si riferisce sono fatti che non sono avvenuti in quel momento. I fatti sono stati solo definiti, cioè sono stati resi chiari, espliciti per tutta la Chiesa. Ma, per essi, la transustantazione, l’ha compiuta nostro Signore Gesù Cristo nell’ultima cena e nel 1215, semmai, è stato definito il significato di questa parola che vuol dire ‘cambiamento di tutta la sostanza del pane nel corpo di cristo e trasformazione di tutta la sostanza del vino nel sangue di nostro Signore Gesù Cristo’.
Ma scusi eccellenza, siamo diventati cannibali?
No. E’ la stessa difficoltà che hanno fatto quelli di cafarnao. Quando Gesù ha detto ‘chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue non avrà la vita con me’ alcuni se ne sono andati e nostro Signore Gesù Cristo non ha cambiato il significato di queste sue parole. Quando è stato il momento di realizzare questa sua promessa non ci ha dato un pezzo di carne sanguinolenta o un calice di sangue caldo ma ci ha dato dei simboli che, -per la potenza di nostro Signore Gesù Cristo- contengono il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo
Passiamo alla seconda. Le voglio dire che il Papa è sempre stato infallibile. La dichiarazione della infallibilità può essere avvenuta alla data che lei cita.
-E’ avvenuta in quel giorno!
-No. E’ stata dichiarata per tutta la Chiesa.
Ma ci sono voluti 1800 anni per dirlo?
Ma perchè era sempre stata una verità pacifica e nessuno l’aveva mai messa in dubbio. Tutta la tradizione della Chiesa, ha mai messo in dubbio il primato di Pietro e dei suoi successori e quindi la sua infallibilità e quindi la sua per la stabilità della Chiesa.
– Ci allontaniamo dal discorso
-Ma io questa sera non sono qui per fare della teologia; Capisce? Sono qui per accettare una intervista molto alla buona
– posso venire io a parlarle a casa sua?
– ma certo.
-adesso vuole rispondere all’altra domanda? Le indulgenze.
-Le indulgenze sono state sempre ritenute un patrimonio della fede cristiana. I primi cristiani si raccomandavano ai martiri per avere dai loro meriti quella intercessione che si fondava sui loro meriti e quindi è frutto della comunione dei santi.: cioè noi siamo un unico corpo. Se c’è qualche organo di questo corpo che ha una esuberanza di vita ne risente tutto il corpo e specialmente le membra più deboli. E’ su questo principio che si basa la dottrina delle indulgenze. Non ha un altro fondamento.
– sono costretto a troncare.
-permetta ancora una domanda? Questa però non è una domanda che faccio io. Gliela fa -aspetti che guardo il titolo del libro – Richard Lariston ,un inglese. Dice il ….imponeva ogni anno una tassa speciale sul…e poichè l’erario (non si capisce perchè legge male) la tassa fu introdotta più tardi a Roma dove si mantenne fino ai tempi moderni. Nel rinascimento costituiva una delle maggiori entrate della curia romana. Cosa ne dice lei di questo?
-Non le dico niente.
– Va bene.
– non le dico niente.-
– Va bene. La ringrazio e mi scusi. Ma guardi che vengo da lei. Arrivederla.