16 Dicembre 1968 – festa della Madonna della Madia
Carissimi, è da oltre un anno che non udite la mia voce e che io non vedo i vostri volti, perciò questo è un momento di commozione. Abbiamo parlato, abbiamo pregato insieme, abbiamo vissuto insieme per quindici anni e, quindici anni della vita è un tempo che non si cancella.
Vi ho assicurato prima di partire, ve lo posso assicurare di più questa mattina, che quel tempo non si cancella che, quel lungo discorso che abbiamo fatto insieme continua che, quei sentimenti che giorno per giorno sono spuntati, sono cresciuti, ci hanno arricchito, continuano e sono sempre vivi, perché il rapporto che si è stabilito tra noi non riguarda soltanto la nostra persona.
Il nostro rapporto riguarda la nostra esistenza, la nostra stessa vita, il destino della nostra vita e della nostra esistenza, e perciò dal momento che continuiamo a vivere, dal momento che la nostra esistenza si prolunga nel tempo, tutto ha una continuità, tutto è uguale, tutto conseguentemente è vivo perché questa nostra esistenza, questa nostra vita, è davanti al Signore.
Ci siamo conosciuti davanti al Signore e ci siamo voluti bene nel Signore. Questa nostra vita si costruisce nel Signore e con la grazia del Signore. E’ il Signore che edifica ognuno di noi come membra del suo corpo vivo, è operante qui a Monopoli come a Mantova e opera la nostra salvezza, e noi siamo insieme per essere salvati insieme e costruire insieme la nostra salvezza.
Sapeste, miei cari, quale proporzione prende la preghiera quando i rapporti instaurati con le persone si allargano e si moltiplicano!
Dire “Padre nostro” e sapere di essere ugualmente, allo stesso titolo, figli di questo Padre, ma saperlo attraverso un distacco, saperlo attraverso una sofferenza, saperlo attraverso una fatica, saperlo attraverso un impegno è cosa grande, meravigliosa, unica. Quelli che non hanno sufficiente fede non possono intendere.
Noi, anche se non lo intendiamo con pienezza, noi che ci troviamo ogni giorno davanti al nostro Padre per dirgli “Padre che sei nei cieli”, dobbiamo sapere, dobbiamo avere la coscienza, dobbiamo sentire momento per momento che quando diciamo: “sia fatta la tua volontà” non facciamo la volontà di Dio ognuno per proprio conto, ma che questa volontà di Dio la compiamo insieme momento per momento.
Mentre voi qui adempite i vostri doveri quotidiani, mentre voi, qui, esprimete la vostra fedeltà alla legge del Signore, mentre voi, qui ascoltate i vostri sacerdoti, mentre voi qui ascoltate la parola di Dio e vi avvicinate alla sua grazia, voi cercate la volontà di Dio come la cerco io: come la cerco io con voi, come la cercate voi con me, come la cerchiamo ognuno di noi con tutti quelli con i quali il Signore ha voluto che si stabilisse un rapporto di conoscenza, d’amore, d’impegno di vita cristiana.
I nostri tempi – ho l’impressione di costatarlo io maggiormente dove mi trovo – pongono tanti interrogativi, sollevano tanti problemi, propongono tante novità specialmente da parte della gioventù. La gioventù s’impone agli adulti per affermare, purtroppo con modi un po’ scomposti, dei valori autentici ed esprimere delle esigenze autentiche.
Questa gioventù che oggi forse ci turba e c’inquieta, che io sento intorno là forse più di quanto non avvenga qui, è uno dei fenomeni del nostro tempo. Ebbene questi giovani l’altro ieri per manifestare a favore di un gruppo di operai, che rischiavano di rimanere senza lavoro, hanno sfilato per le vie della città portando dei cartelli con le affermazioni del Vangelo, e non con quelle di Mao Tze Tung. Chiedevano giustizia per quei loro fratelli nel nome di nostro Signore Gesù Cristo
Questi giovani hanno rovesciato tutti i bidoni che, per tradizione si mettono sotto i portici, per fare capire alla gente che andava a fare le compere di natale che dovevano pensare prima di tutto al prossimo che forse non ha ancora sufficientemente da mangiare e da vestire, ed è un male sprecare quando ci sono gli altri che stanno nella sofferenza! Questo dicono i giovani.
Perché ho aperto questa parentesi? Perché quelle cose che costituiscono il motivo, il fondamento dei nostri legami, dei nostri rapporti, sono vivi, non vanno spegnendosi, ma vanno affermandosi sempre di più, e allora noi ci rivediamo per un istante, ma nel lasciarci ancora portiamo in noi questa certezza: che siamo tutti davanti al Padre nostro per essere salvati dal Figlio suo Gesù Cristo, per essere santificati dal suo Spirito, per essere accolti dalla Madre celeste, per fare la sua volontà, per camminare insieme verso la salvezza.
Questo incontro sotto lo sguardo di Maria Santissima sia un incontro che ci impegna, come dicevo tutti gli anni passati, ad accogliere il suo Figliolo, a prepararci alla venuta di nostro Signore Gesù Cristo, ad accogliere Gesù Cristo maestro della nostra vita. Tutti siamo discepoli docili di questo unico Maestro pronti ad accogliere gli esempi di nostro Signore Gesù Cristo che sono esempi di umiltà, di mitezza, di bontà, di amore che si sacrifica per gli altri; ad accogliere nostro Signore Gesù Cristo nostra vita autentica attraverso la sua grazia e per mezzo della sua grazia.
Allora la nostra unione, quella parentela di cuori, quei sentimenti buoni saranno consolidati fortemente per la grazia di nostro Signore Gesù Cristo e anche da lontano sapremo di essere sempre insieme. Sempre insieme anche quando qualcuno di noi se ne va per sempre. Vuole dire che ci precede. Quante persone care di Monopoli se ne sono andate! Io sento in questo momento l’assenza di Don Arnaldo. Sono andati avanti. Ognuno di noi, giorno per giorno se ne andrà, ma saremo sempre in una stessa comunione.
OM 182 Madia 68 – Monopoli, 16 Dicembre 1968 – festa della Madonna della Madia