Il fine della nostra esistenza é quello di edificarci come Chiesa
e di edificare la Chiesa
Martina Franca 1967 – Incontri con i sacerdoti 2
La nostra comunione è con il con il Padre, col Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo.
Questa comunione, alla quale Dio ci chiama, é edificata quotidianamente ed è edificata in circostanze particolari della nostra esistenza – come possono essere ad esempio gli esercizi spirituali – quando da una parte Dio ci introduce nella comunione della sua vita per mezzo della sua parola, dall’altra parte c’è l’obbedienza della fede, e per mezzo della fede noi ci abbandoniamo interamente a Dio nella pienezza della nostra libertà.
Tutto questo, sotto l’azione della grazia di nostro Signore Gesù Cristo e degli aiuti, che ci vengono dallo Spirito Santo. Così si opera la salvezza.
In questi giorni dobbiamo entrare sempre più profondamente nella conoscenza di questo mistero di Dio che ci salva introducendoci nella partecipazione della sua natura, introducendoci nella partecipazione della sua vita: facendo di noi i figli suoi.
San Paolo piega il ginocchio e prega il Padre perché ci sia data questa conoscenza, perché arriviamo a scoprire l’altezza, la profondità, la lunghezza, la larghezza di questo mistero. Noi cerchiamo di accostarci al significato di questo mistero.
Comunemente, al principio di un corso di esercizi spirituali si pone la meditazione sul fine, e sta bene, ma quello che ci deve preoccupare é ricercare il fine della nostra esistenza dove Iddio lo pone storicamente, concretamente, in un modo salvifico. Non dobbiamo cercarlo semplicemente attraverso i ragionamenti della nostra mente perché le vie di Dio sono infinitamente distanti dalle nostre vie. Così i suoi pensieri sono infinitamente distanti dai nostri pensieri, perciò é decisivo che noi andiamo a cercare il pensiero di Dio. Ci sono i documenti del pensiero di Dio nella Sacra Scrittura. In questo ci soccorre particolarmente san Paolo che é l’evangelista, l’annunciatore, colui che dice alla Chiesa, sotto l’azione dello Spirito Santo, qual é il piano di Dio.
Il fine della nostra esistenza corrisponde al piano di Dio, al libero beneplacito di Dio? Dove si trova, come, e in chi si concretizza questo libero beneplacito della volontà di Dio? Ascoltiamolo in san Paolo, agli Efesini, n.1-3/14
Benedetto sia Iddio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nelle sedi celesti in Cristo come in lui ci aveva eletti prima ancora della fondazione del mondo affinché fossimo santi ed immacolati dinnanzi a lui nell’amore, predestinandoci all’adozione di figli suoi per mezzo di Gesù Cristo, secondo il beneplacito del suo volere, a lode della sua grazia di cui egli ci ha gratificati nel suo diletto, nel quale abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, la remissione delle cadute secondo la ricchezza della sua grazia che abbondantemente Iddio riversò su di noi con tutta sapienza e prudenza, facendoci noto il mistero della propria volontà secondo il suo beneplacito che egli aveva prestabilito in se stesso, da dispensarsi nella pienezza dei tempi, cioè ricapitolare tutte le cose in Cristo quelle nei cieli e quelle che sono sulla terra, in lui, per cui divenimmo eredi di Dio,predestinati per disposizione di colui che tutto opera secondo il consiglio del suo volere, affinché fossimo in lode della sua gloria, noi che prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui, anche voi, dopo avere udito la parola della verità – il vangelo della vostra salvezza- , in lui, credendo, siete stati sigillati con lo spirito della promessa, quello santo, che é caparra della nostra eredità per la redenzione del possesso, cioè di coloro che Dio si é acquisiti, a lode della sua gloria”.
L’azione del Padre corrispondente al suo pensiero e si concretizza nella volontà di ricapitolare tutte le cose in Cristo, quelle che sono in cielo e quelle che sono sulla terra, quindi anche noi siamo tra le creature che devono essere ricapitolate in Cristo, nel quale noi siamo stati benedetti con ogni benedizione spirituale, nel quale il Padre ci ha eletti prima della fondazione del mondo, nel quale ci ha predestinati alla adozione di figli, nel quale abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, la remissione dalle cadute secondo la ricchezza della sua grazia. Ecco in chi e in quale fatto si concretizza il piano di Dio. Possiamo dire: si polarizza in Cristo e si concretizza nella ricapitolazione di tutto in Lui: nel Cristo.
Ancora san Paolo nella lettera ai Colossesi ci propone Cristo centro di tutto e di tutti.
Egli é l’immagine di Dio invisibile, il primogenito di tutta la creazione perché in lui sono state create tutte le cose, di tutta la creazione e non soltanto degli uomini quelle nei cieli e quelle che sono sulla terra, le visibili e le invisibili, sia troni, sia dominazioni, sia principati,sia potestà:tutte sono state create per mezzo di lui. Egli é prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. “per lui”, é il centro efficiente, il Cristo finale Egli é il capo del corpo, cioè della Chiesa; Qui c’é un passaggio importantissimo e decisivo. Di tutte le cose celesti e terrestri, é il primogenito e di tutte le cose e in tutte le cose é il capo del corpo che si chiama Chiesa.
Andiamo verso una concretizzazione più determinata: tutte le cose devono essere ricapitolate in Cristo, di tutte le cose Cristo é il primogenito, ma in particolare, soprattutto, specialmente é colui che ricapitola in sé, raduna intorno a sé, lega a sé, stringe a sé tutte le membra del suo corpo che é la Chiesa E’ il primogenito di tutti i viventi che sono la Chiesa e di tutti questi viventi che sono le membra del suo corpo che é la Chiesa, egli é il capo. Egli é il principio del corpo che é la Chiesa. egli é il principio, primogenito dai morti, affinché sia egli il preminente in tutte le cose; perché il Padre volle che abitasse in lui tutta la pienezza Tutto deve concorrere alla pienezza del Cristo. Cristo riempie tutte le cose e in lui c’é la pienezza di Dio nel quale abita corporalmente perchè fossero, per mezzo di lui, riconciliate tutte le cose in lui.
Perchè non è che tutte le cose ,naturalmente, tendano ad essere ricapitolate in Cristo, vadano verso la ricapitolazione in Cristo. Non é che ,naturalmente, tutte le cose riconoscano Cristo come primogenito, come capo. Tutte le cose sono separate, lontane, disperse, hanno bisogno di essere per mezzo suo, riconciliate e rappacificate rappacificando per mezzo della sua croce, cioè per mezzo di lui, sia le cose che sono sulla terra, sia quelle nei cieli” Tutto é ricapitolato in quanto é riconciliato. E’ rappacificato perché ottiene la remissione dei peccati, la redenzione per mezzo del sangue suo per cui anche voi, essendo un tempo separati e ostili di sentimento a causa delle opere malvagie,
ecco la condizione di peccato ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per rendervi santi, immacolati e irreprensibili dinnanzi a lui, se rimarrete ben fondati e saldi nella fede, irremovibili nella speranza del vangelo, che avete udito e che é stato predicato a tutta la creazione sotto il cielo e di cui, io, Paolo, sono stato fatto ministro.
Ecco miei cari alcuni documenti della rivelazione che ci illustrano il piano di Dio.
Nel concepire la vita spirituale, nel concepire la vita cristiana e nel prepararla, noi qualche volta procediamo per schemi, per sintesi, in particolare abbiamo molto il difetto di procedere per concetti astratti. Ci distacchiamo dai fatti, dimentichiamo che Iddio si rivela comunicandoci qualche cosa di sé e introducendoci nella comunione della sua vita. Andiamo cercando dei metodi o dei mezzi, e qualche volta, con il torto di dimenticare la strada per arrivare alla comunione col Padre col Figlio e con lo Spirito Santo, per arrivare alla partecipazione della vita di Dio come figli suoi.
La strada é Cristo.
La strada é Cristo, nel quale dobbiamo essere ricondotti, ricapitolati.
La strada é Cristo, nel quale abbiamo bisogno di ricevere la remissione dei peccati e di trovare la riconciliazione.
La strada é Cristo al quale e nel quale dobbiamo essere uniti e questo significa che l’unione deve essere tra noi oltre che con Cristo.
E tra noi non dobbiamo essere uniti al Cristo a modo di una raggiera i cui raggi convergono in un centro, ma a modo di membra di un corpo di cui egli é il capo e queste membra sono tutte unite al corpo non ognuna per proprio conto, ma ognuna per mezzo dell’altra, ognuna con tutte le altre e tutte le altre con ognuna di esse. Questa via che ci conduce a Dio, -questo mezzo voluto da Dio per la nostra salvezza-, in concreto, storicamente, é la Chiesa.
La Chiesa é questo fatto: tutte le creature, tutti gli uomini sono ricapitolati in Cristo; in mezzo a loro, Cristo è il primogenito, tutti stanno intorno a Cristo primogenito come le membra rispetto al corpo, congiunte, unite per mezzo di legamenti e congiunture, in modo da formare un tutt’uno tra loro e Cristo. Questa é la Chiesa. Tutto il resto nella Chiesa é struttura, é strumento per realizzare il piano di Dio, il beneplacito della sua volontà, il disegno nascosto da tutti i secoli che é stato rivelato ai santi nei nostri tempi.
Ripeto: tutto il resto nella Chiesa é strumento per l’attuazione di questo piano di Dio. Il Papa, i vescovi, Parola di Dio, il sacrificio eucaristico, i sacramenti sono strumenti. Gli uni e gli altri serviamo, nelle mani di Dio, nel Cristo, sotto l’azione dello Spirito Santo, per essere strumenti di santificazione vicendevole, strumenti per la nostra unione in Cristo e per l’unione tra di noi nel Cristo. Questa é la Chiesa. Allora in un senso storico, concreto, corrispondente alla vera intenzione di Dio, il fine della nostra esistenza é quello di essere Chiesa, di edificarci come Chiesa e di edificare la Chiesa.
Questo concilio quale documento ha posto al centro di tutti i suoi documenti? Qual é il documento centrale intorno a cui si snodano, si sviluppano gli altri documenti? E’ la Costituzione dogmatica Lumen Gentium: la Chiesa mistero, la Chiesa popolo di Dio, la Chiesa gerarchia nella quale tutti trovano il loro posto, tutti godono della stessa dignità di figli di Dio, tutti trovano i mezzi di corrispondere alla propria vocazione alla santità, tutti sono in cammino per la tappa finale, per la Chiesa che si raduna definitivamente in cielo, avendo come modello, protettrice e madre Maria santissima.
Questa é la volontà di Dio.
Allora possiamo dire, per paradosso per scuotere, che certi nostri modi di concepire, pur contenendo la verità o delle verità, non sono pienamente conformi al pensiero di Dio. Lo scopo della nostra vita o lo scopo del nostro ministero non é la salvezza dell’anima o la salvezza delle anime, non é precisamente conoscere, amare, servire Dio. Tutto questo é vero ma se si concretizza in un fatto particolare che abbiamo descritto per mezzo delle parole di san Paolo che corrispondono in pieno alla rivelazione: DV n. 9 In Ogni tempo e in ogni nazione é accetto a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia. Tuttavia piacque a Dio di santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo. Ecco dove termina il piano di Dio. Ecco dove si concretizza la volontà di Dio! Non li volle santificare individualmente senza alcun legame tra loro. Non individualmente ma personalmente!
Insegna l’illustre vostro e nostro maestro: la persona è “relatio ad”, non semplicemente individuo, corpus sui, ma relatio ad.
Relatio ad, non é una definizione della persona soltanto in seno alla Santissima Trinità. Siamo persone in quanto partecipiamo alla natura di Dio, in quanto siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. Siamo persone in quanto abbiamo relazione con gli altri, altrimenti siamo degli individui, dei chiusi, dei separati e se non ci leghiamo tra noi, non ci possiamo legare a Dio. Non possiamo arrivare all’unione in Cristo che é capo di un corpo e non il centro dei raggi di una ruota della bicicletta.
Capite quanto sia importante per la nostra vita, per il nostro ministero? Per questo capite anche come debba entrare nella nostra mente per correggerci da tutto quell’individualismo personale e di ministero. Abbiamo curato le anime ad una ad una; ci siamo preoccupati di metterle in grazia ad una ad una senza vedere e senza insistere sui rapporti con gli altri. Condanniamo gli anticlericali liberaloidi che vogliono vedersela direttamente con Dio e di fatto noi, le anime -come ci si esprime – le abbiamo sempre condotte a Dio direttamente. …Domanda a Dio perdono dei tuoi peccati… E il perdono al prossimo? Sei in grazia di Dio! Se siamo in grazia degli uomini, possiamo essere in grazia di Dio! Se siamo nella grazia dei figli di Dio, possiamo essere nella grazia di Dio.
Mi permetto di terminare con una piccola raccomandazione. In un modo modesto e umile vi dico che questa meditazione é fondamentale. Non consideratela una cosa astratta e peregrina. Non consideratela un’elucubrazione, come qualcuno mi ha già detto.
La Parola di Dio é la strada sulla quale si muove Dio per venirci incontro, per operare la nostra salvezza. E’ tutto. Riflettiamoci. Ritornate a leggere san Paolo e meditatelo. Invocate lo Spirito Santo e l’aiuto della Madonna Madre della Chiesa.
OM 89 Martina Franca_02 1967