Settimana di Pastorale 27-31 agosto 1979
lunedì 27 agosto ore 9 la parola del Vescovo
“E‘ Dio che ha avuto misericordia di noi, e ci ha affidato questo compito: perciò noi non ci scoraggiamo. Rifiutiamo ogni azione segreta e disonesta, non ci comportiamo con malizia e non falsifichiamo la parola di Dio. Anzi, facciamo chiaramente conoscere la verità, e così presentiamo noi stessi di fronte al giudizio di tutti gli uomini e dinanzi a Dio. Se poi la nostra predicazione appare oscura, essa è oscura per quelli che sono sulla via della perdizione: Satana, il dio di questo mondo, acceca le loro menti perché non risplenda per loro la luce gloriosa dell’annunzio di Cristo, immagine di Dio, e così essi non credono. Infatti, noi non esaltiamo noi stessi: annunziamo che Gesù Cristo è il Signore. Noi siamo soltanto vostri servi a causa di Gesù. E Dio che ha detto: “Risplenda la luce nelle tenebre” ha fatto risplendere in noi la sua luce per farci conoscere la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo ” (2 Cor. 4, 1-6).
Carissimi,
iniziamo la nostra settimana nell’intimo di noi stessi, prendendo quell’atteggiamento che conviene ad una celebrazione come questa fatta dal nostro incontro fraterno, dalla nostra preghiera, dall’ascolto della Parola del Signore, dalla meditazione della Parola di Dio, che in tutti i modi ci saranno proposti in queste giornate.
Paolo ci fa da maestro nelle meditazioni e ci viene incontro con parole di chiarezza e di incoraggiamento. Ci dice in che modo siamo costituiti, perché siamo qui, perché questa preoccupazione di prepararci convenientemente ad un compito che è certamente primario nella vita della Chiesa, nella edificazione delle nostre comunità.
1) “Avendo ricevuto questo compito di servizio dall’amore gratuito di Dio” non ci scoraggiamo.
L’origine di ogni ministero, del ministero catechistico, sta nell’amore di Dio: incontriamoci, lasciamoci attrarre dalle esigenze di questo amore di cui siamo l’oggetto privilegiato in ordine alla illuminazione dei nostri fratelli.
Nessuno si autoincarica di fare catechismo. Nessun potere che venga dagli uomini o nessuna capacità che venga dagli uomini può essere l’origine di questo ministero.
Questo ministero viene dall’amore di Dio, che dona il suo Figliolo, attraverso il quale Egli istituisce la Chiesa, in cui il compito di evangelizzazione, di catechizzare sta al primo posto.
Quindi un’avvertenza molto importante: la fiducia, il non scoraggiarci è motivato non tanto dal successo che avrà la nostra azione, quanto dall’origine divina del servizio.
Ora è importante che noi siamo collegati, innestati all’origine autentica di questo servizio, perché possiamo essere sicuri che la grazia di Dio è messa in moto per illuminare le coscienze, per illuminare i cuori, per convertire noi stessi e i nostri fratelli.
Non dobbiamo badare ai frutti, dobbiamo badare se siamo inseriti convenientemente alla fonte.
2) “Noi non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore”.
Il contenuto dell’annuncio è la fede cristiana: Gesù Cristo è il Signore.
Ogni punto della catechesi ha un centro che è questa professione di fede e perciò è cristocentrica.
Non basta per noi cristiani annunziare un Dio qualsiasi: è il Dio della rivelazione, è il Dio che ha fatto risplendere la luce nel nostro intimo, per far conoscere lo splendore glorioso di Dio che rifulge sul volto di Cristo.
E’ lo straordinario evento soprannaturale della Rivelazione di Dio in nostro Signore Gesù Cristo, che deve costituire il contenuto della nostra catechesi.
Non i nostri problemi, non le nostre problematiche, le quali prenderanno luce da questo splendore e non da altre motivazioni.
Dio si è fatto conoscere in Gesù Cristo: ecco il contenuto della catechesi cristiana.
Importante questo richiamo, perché c’è la tentazione di fare delle catechesi che non sono catechesi cristiane; che sono incontri anche religiosi, anche spirituali, ma non cristiani.
3. “Rifuggiamo dalle manovre segrete e indegne, comportandoci senza furberie e senza falsificare la Parola di Do; proponiamo apertamente la verità e solo così cerchiamo di guadagnarci la fiducia di ogni uomo davanti a Dio”.
Questo è lo stile, il metodo della catechesi.
Proclamazione franca, sincera, integrale, pubblica, senza tentativi di persuasione occulta.
Anche qui c’è un pericolo: in molti punti della fede la mentalità corrente è molto lontana dall’ammettere certe verità essenziali della fede rivelata, per una retta concezione della vita cristiana, allora viene la tentazione di fare degli adattamenti, di camuffare, di ridurre, di tacere.
Questo non è nel metodo della catechesi, non è nello stile della catechesi.
Franchezza, chiarezza, integrità, e poi abbandono all’azione della grazia di Dio.
Fedeltà alla Parola di Dio, fosse anche a prezzo di non convincere.
Teniamo presente che non siamo solo noi ad evangelizzare: c’è anche il mondo che evangelizza e c’è anche il principe di questo mondo che evangelizza. Se la gente non ascolta – dice Paolo – è perché Satana ha accecato l’intelligenza di molte persone.
Allora il digiuno, la preghiera debbono sovvenire come mezzi indispensabili per aiutare tutti i nostri fratelli, perché arrivino all’intelligenza della fede.
4) E terminiamo: “Noi siamo vostri servitori per amore di Gesù”.
Lo scopo per cui siamo qui, per cui vogliamo prepararci a compiere meglio il nostro ministero, per cui vogliamo venire incontro con maggiore efficacia ai nostri fratelli, per portarli a nostro Signore Gesù Cristo, è l’amore per Gesù Cristo.
Ciascheduno di noi si interroghi: sono qui per amore di Gesù Cristo? Intraprendo questa fatica, queste giornate, questo sforzo per amore di Gesù? Questo è il modo di renderci davvero adatti al servizio dei nostri fratelli.
ST 283 Settimana 79
Stampa: Rivista diocesana, Luglio- Agosto 79 pagg. 248- 250
Gli Atti della Settimana suCD 1979 SETTIMANA nella biblioteca privata del vescovo